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Tag Archive for: amicizia

Prima del buio

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/06/2010

cancercannotUn bell'uomo.
Un uomo che si vede essere stato un bell'uomo.
Quella bellezza che sa di piacere alle donne.
Sempre molto curato.
Sempre molto attento.
Un bel savoir faire.
Quel modo di fare che sa essere affascinante senza parere.
Quel modo di sudare che uno non sembra sudato neppure se è fradicio.
E' ingrassato di un adipe grigio di chemioterapia e suda mostrando il sudore.
Asciugandosi il viso con un fazzoletto.
Con vezzo senza fascino.
E' seduto in una riunione delicata.
In una riunione dove un tempo sarebbe stato il convitato più importante ed adesso è l'ospite di quello che era.
La riunione va avanti ed i suoi interventi sono stanchi.
Fuori luogo.
Accolti con l'imbarazzo di chi non si sofferma a rispondere per non essere costretto a commentarli.
Ha una poesia spiegazzata in mano.
Quello che il cancro non può fare, si intitola.
Una cosa del genere:
Il cancro non è onnipotente
Non può distruggere l'amore
Non può impedire di sperare
Non può togliere la fede
Non può divorare la pace
Non può eliminare la fiducia negli altri
Non può distruggere l'amicizia
La memoria ed i ricordi
Non può azzerare il coraggio
O invaderti l'anima
Non ha nessun potere sulla vita eterna
O sull'anima
O sul potere della resurrezione

La legge con indifferenza.
Come una cosa d'altri.
Alla fine della riunione, asciugandosi la fronte, la appallottola e la getta via.
Ti guarda perché sa che lo conosci e che hai fatto finta di non sapere cosa stava leggendo.
Ti guarda negli occhi, glauchi i suoi, glauchi di lacrime e di pioggia, forse solo di sudore.
Ti fissa e dice:
–> Non è vero nulla … Il cancro può fare tutte queste cose … Ed è terribile scrivere che non può farlo
Poi sorride e aggiunge, con il fascino di un tempo:
–> Soprattutto se chi scrive pensa di essere di un poeta dai versi che toccano il cuore

Guanti

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/05/2010

Mickey-Mouse
Non era mai stato in prigione.
Non sapeva neppure dove fosse con esattezza.
Le galere sono nascoste.
Anche se si vedono dalla autostrada, non sono facili da raggiungere.
Non ci sono indicazioni stradali per le prigioni.
Ci si arriva portati da sirene che conoscono benissimo la strada e ci si esce a piedi, grigi di sporte di plastica: perché non sempre qualcuno ti aspetta fuori e, se c'è, spesso c'è per l'ultima volta perché nessuno dei due è più quello che era prima.
Ma non ha la forza per pensare mentre scopre di essere un Transito.
Uno che entra per andare altrove.
Uno che è ammanettato ad altri.
In una intimità di catene che impedisce di coprirsi il viso.
Non pensa a niente di tutto questo.
Pensa a Topolino.
Anche Topolino indossa sempre i guanti.
Come i suoi carcerieri.
Si diventa prigionieri quando chi per mestiere è costretto a toccarti si mette i guanti prima di farlo.

Torero o torello?

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/09/2009

Pfizer-ViagraIl Corsera pubblica i verbali degli interrogatori di Tarantini.
Ha rifornito il Presidente del Consiglio di numero trenta signorine per diciotto serate.
Ha fatto sì che il Vice presidente della regione Puglia godesse dei favori di altre signorine.
Ha organizzato una cena elettorale per il comunista a vela.
Tutto questo si sapeva.
Non si conosceva la chiosa dell’indagato alle proprie dichiarazioni.
Tarantini ha voluto precisare che la sua volontà, il suo disegno strategico era di organizzare, attraverso le donne e la cocaina, una rete di amicizie influenti.
In questo modo, ha svelato la sua linea di difesa: Io non ho corrotto nessuno, perché non ho chiesto particolari favori, ho chiesto solo amicizia.
Come Don Corleone e gli amici di Don Corleone avevano l’obbligo di dimostrare la loro amicizia quando il Padrino lo chiedeva.
Può essere una linea defensionale per Tarantini.
Sicuramente non lo è per il Presidente Torello.

Sir Iphone

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/07/2009

DestiDestrieriSignori si nasce.
Indubbiamente.
Sera.
Festa su un prato.
Molto carina.
Il prato è ricoperto di plaid colorati ed accanto ad ogni plaid un cestino da picnic.
Persone divertenti.
Alcune di più, altre di meno.
Ma mediamente divertenti.
Nel gruppo delle più divertenti, il prato fiorisce di Iphone.
Appoggiati per terra.
Un Iphone perde il suo padrone per qualche attimo.
Una bottiglia di birra appoggia lentamente la bocca sull’Iphone.
La superficie dell’Iphone si frantuma.
Come di fionda.
–> Temo di aver devastato il tuo Iphone
–> Assolutamente no, è il commento del proprietario – serafico – Era già rotto. Mi è caduto appena ho comprato il nuovo modello.
Indubbiamente, signori si nasce e lui lo nacque.

Scene da spogliatoio (Il museo del pene)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/10/2008

MuseoDelPeneSono circa una decina di placidi sessantenni.
Giocano a tennis tre volte la settimana.
Lunedì, martedì e venerdì.
Ora di pranzo, doppio, a squadre, con torneino.
Litigano come cani lupo in un libro di Jack London.
Il cinestetico – brillante antiquario, che porta la roba per giocare in una sacca da vela – urla sui punti e chiama fuori le palle che sono dentro o viceversa.
Il dentista arriva in ritardo e viene urlato da tutti gli altri.
Il fotografo – un servizio importante con la capacità di movimento di Panatta, ultime partite – affida a improbabili malanni fisici la responsabilità di ogni colpo andato male, snocciolandoli come l’enciclopedia Larousse.
Etc.
Alla fine, la doccia.
Con lunghe discussioni sulle ultime avventure extraconiugali.
–> Sono stato dall’Elvira, sapete quella di Montecatini, che ha l’annuncio nella Gazzetta, una cosa dell’altro mondo…
–> Io sono per le cose affettuose, non mi riesce se non sono con la Moira, ci vo a letto da prima di conoscere la mi’ moglie…
–> Ah, io ormai ho bisogno di un decreto ingiuntivo per riavello indietro, ho trovato una che ci impazzisce, pare che prima di me ‘unn_avesse mai sentito un po’ di carne in corpo…
Gli altri scoppiano a ridere.
–> Ma che ti s’è visto? Fattelo rendere, perché così ‘un_c’è più carne nemmeno per un brodo di gallina da Sabotino [trattoria diladdarno che fa uno dei brodi più scipiti che si possano immaginare].
Il disgraziato s’arresta, rosso come un panzerotto.
Va via con la sua povera cosa, una misura tutt’altro che da museo del pene, che decisamente non dovrebbe dargli fastidio ciondolando fra le gambe.
Ci sarà mercoledì prossimo?

Un amico

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/12/2007

Di solito, gli amici si incontrano nella adolescenza.
E’ facile innamorarsi di un animo nel momento in cui il nostro spirito sta cercando di comprendere il mondo.
E’ molto più difficile scoprire una amicizia da grandi.
Si è più diffidenti.
Il mondo che da piccoli ci sembrava infinito rientra sempre più velocemente nelle pareti delle nostre case.
Occorre coraggio per trovare un amico da adulti.
E’ difficile e meraviglioso.
C’è nell’amicizia, al centro dell’amicizia, una sorta di motore immobile.
La capacità di stupire l’altro con il proprio animo.
Così  può succedere che un amico, una persona di cui si è innamorati nel senso più tenero della parola ed al quale il mondo sta crollando addosso, pensi al fatto che è tardi e che devi tornare a casa.
Si preoccupi di te.
Senza pensare al suo dolore.
Ma spiegandoti che cosa significa l’amicizia.

Vicino al nulla

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/11/2007

Mi è capitato di trovarmi davvero molto vicino al nulla.
E’ stato molto tempo fa.
Una giornata di inverno, mare formato, vento teso.
Buia, come sono le giornate di inverno, quando non conoscono il sole e le nubi si accavallano l’una sull’altra.
Ero in barca.
La barca correva, come sa correre in una andatura portante, bassa sull’acqua, alta sull’onda.
Indossavo una cerata scura: non ho mai amato le cerate vivaci. Le trovo stancanti. Lo so, se cadi in mare, ti vedono meglio, ma a me piace andare in barca da solo e se cado in mare comunque nessuno può vedermi.
Quella volta non ero da solo.
Decisi di lasciare il timore per regolare meglio la rotaia del genoa che si era incastrata.
Mentre cercavo di regolare la vela, in equilibrio precario, un’onda più birbante delle altre mi ha fatto cadere in mare.
Ho cercato di riprendere la superficie prima possibile, appena ho tirato fuori la testa dall’acqua, ho subito cercato la barca.
Ma era già lontana.
Vedevo solo l’albero.
E sapevo che nessuno, di conseguenza, mi poteva vedere.
Mi sono guardato intorno.
Il nulla del mare di inverno.
Nemmeno la costa.
Ho provato a nuotare ma non era facile.
La corrente mi portava ancora più al largo.
Mi sono lasciato trascinare, nuotando il minimo per restare più o meno dove ero.
Senza punti di riferimento.
Il tempo ha iniziato a scorrere.
Nella consapevolezza, assoluta, che nessuno mi avrebbe potuto recuperare prima che il freddo facesse il suo mestiere, donandomi il sonno.
Ed ho cominciato a pensare.
Un unico pensiero: si è fermato il tempo, non riesce a passare, qui rischia di durare davvero a lungo.
Si, ho pensato solo che sarebbe durato una infinità di tempo.
Finchè non ho intravisto la barca che stava tornando indietro.
A vela.
Un bordo dietro l’altro.
Come deve essere per coprire il maggior arco possibile di mare.
Si avvicinava.
Mi hanno visto.
Hanno fatto un bordo, e dopo un altro, per passarmi sotto vento in cappa, quasi immobili.
Ho alzato un braccio.
Afferrato una cima.
Mi sono issato a bordo.
Tremante.
Infreddolito.
Un sapore nuovo in bocca.
I miei amici che piangevano: nessuno pensava che sarebbe riuscito a ritrovarmi.
Era passata mezz’ora.
Mezz’ora fatta di nulla.
Mezz’ora accanto al nulla dura davvero molto a lungo.

Australia

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/10/2007

Ieri mi hanno scritto dall’Australia.
Mi ha scritto uno dei miei migliori amici.
E’ più giovane di me.
Non troppo.
Ma è più giovane.
Lo ricordo poco più che bambino.
In quei momenti in cui pochi anni separano un ragazzo da un uomo.
Ricordo una notte passata a parlare di tutto e di nulla.
Una orrenda bottiglia di grappa alla ruta che finimmo.
E che restituimmo per intero insieme ai nostri succhi gastrici.
E’ una di quelle persone in cui si può avere fiducia.
Incondizionatamente.
Persone rare.
E’ partito per l’Australia.
Ha deciso di emigrare.
Con la cartella di cartone di chi ha bisogno di realizzare i propri sogni.
Forse, nemmeno i suoi sogni.
Ma i sogni di sua moglie: giovane architetto in cerca di impiego, con una concreta prospettiva da desperate housewife.
Lui, in fondo, i suoi sogni li poteva realizzare anche da noi.
E’ un sistemista bravo e preciso.
Mi manca, anche se non ci sentiamo quasi mai.
Mi manca la sua dolce ingenuità.
Ed ammiro il suo coraggio.
Il coraggio di partire lasciando tutto alle spalle.
Per cercare lavoro.
Senza nessuna certezza, se non quella che se le cose vanno male sarà difficile ritrovare quello che si è lasciato.
Mi ha scritto che Sidney è un incrocio fra il centro di NY e l’america anni 50 di Paris Texas.
Quella america che Wenders ricostruisce come se tutto si fosse fermato negli anni 50.
E penso spesso a lui, nella speranza che i suoi sogni si avverino.

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