La casa delle bambole
Vive nella casa delle bambole.
Senza avere otto anni.
La solitudine è una compagna terribile.
Ma anche l'unico modo per imparare a non essere soli.
Vive nella casa delle bambole.
Senza avere otto anni.
La solitudine è una compagna terribile.
Ma anche l'unico modo per imparare a non essere soli.
Tutto sommato è sempre stato una persona intelligente e seria.
Molto intelligente.
Molto seria.
Appare a cena dopo un bel po' di tempo.
Si è separato.
Brutti momenti.
Passati da solo, come un orso ferito.
Si fa così.
Non ha più i capelli rasati quasi a zero.
Li ha allungati.
Sono diventati neri.
Colpi di buio, si chiamano.
Ma lui dice che a forza di portare i capelli rasati non si era accorto di avere ancora i capelli scuri.
Nessuno sorride.
Non è una battuta.
La ragazza vicino a lui ha più di venti anni di meno.
Non aveva bisogno di tingersi i capelli.
Lei gli aveva detto, con crudeltà bambina:
–> Fra di noi il problema sei tu. Alla mia età, una sa benissimo che con uno come te non può sognare. Ma alla tua uno può credere che con una come me potrebbe anche sognare…
Davvero non aveva nessun bisogno di tingersi i capelli.
Iniziano ad emergere gli aspetti principali della fredda stretta di mano che ha segnato l'accordo fra l'on. Berlusconi e la signora Lario.
Il Times li chiama the details of the deal.
Usando deal come termine tecnico per "affare".
Sicuramente si tratta di un affare tecnicamente inteso per la signora Lario: trent'anni e tre figli con il miliardario ridens contano 300MigliaiaEuro mensili, non molti rispetto ai 3.5MilioniEuro mensili inizialmente richiesti dalla signora Lario, ma sempre non pochi.
Che cosa ha fatto la signora Lario per meritare questo vitalizio?
Ha semplicemente sposato il signor Berlusconi e prodotto tre figli.
Nient'altro.
Di qui, il diritto al mantenimento che si fonda sulla presunzione che la signora Lario abbia contribuito alla fortuna del signor Berlusconi perché non ha fatto nulla, abbandonando la sua carriera di attrice e le sue prospettive di fortuna individuali per sacrificarsi alle sorti del marito.
E' un ragionamento profondamente ingiusto: se la signora Lario, come molte altre donne, si fosse massacrata per rendere possibile la crescita dei propri figli e la propria carriera professionale avrebbe avuto diritto ad una somma assai inferiore.
In altre parole, se una donna sposa un uomo molto ricco e si dedica alla vita della moglie dell'uomo molto ricco ha diritto a continuare questa vita.
Se, invece, con un singulto di dignità, preferisce mantenere la propria professione, sacrificare il proprio tempo libero e riesce a diventare una donna di successo ed una brava madre non ha questo diritto.
Non è giusto.
Chi non ha fatto nulla nella vita ha diritto alla pensione sociale e non ad un deal.
Nuota come se piangesse.
Solo nel lusso di una piscina vuota.
Le bracciate lente come singhiozzi.
Una dopo l’altra.
Come se nessuno lo vedesse.
Come se nessuno conoscesse il suo segreto.
Come se il suo segreto fosse solo suo.
Come se tutti non avessero visto arrivare la sua mamma con un fidanzato.
Un fidanzato nuovo.
Un fidanzato da ospitare nella sua camera.
Nel letto che per lui è di suo padre.
Che non è vero che non è venuto perché aveva da lavorare.
Che non è vero che i bambini sono stupidi.
E lui è andato via.
E’ andato a nuotare.
Ingoiando singhiozzi e bracciate.
Con la stessa implacabile lentezza.
Come se nessuno avesse sentito quando diceva alla mamma:
–> La prossima volta, mamma, per favore, puoi aspettare prima di trovare un altro fidanzato?
Bimba Impertinente ama le fiabe.
Le conosce.
Le piace ascoltarle anche se le conosce.
Il principe delle fiabe ama la principessa delle fiabe.
La ama senza alcuna condizione.
La ama per sempre.
Il principe delle fiabe, un qualsiasi principe delle fiabe, dice alla sua principessa:
–> Qualunque cosa succeda, io sarò sempre accanto a te…. Qualunque cosa succeda…
Ma se la sua principessa fosse BI, farebbe meglio a stare zitto.
Perché quando il principe dice in questo modo, BI, fino a quel momento sognante, imbambolata e perfettamente coinvolta dal transfert narrativo, urla:
–> Il principe è un bugiardo, io lo so che è un bugiardo, non funziona così … Non è vero che qualsiasi cosa succeda, lui c’è … Non è vero …
In serate come questa, Pinocchio è l’unica salvezza.
Lei corre.
Corre appena lui torna a casa.
Lei esce e corre.
Un’ora, due ore.
Qualche volta, due ore e mezza.
Torna e si butta dentro alla doccia.
Un bacio lieve e distratto.
Lui sa che non è sudata.
Sa che quell’odore che ha addosso non è il suo.
Nè il suo di lei.
Nè il suo di lui.
Lascia alla doccia il compito di farla tornare serena e finisce di cucinare.
Molto semplicemente.
Quando esce, lei si ferma.
Adesso, bacia i bambini.
A lui, basta questa tenerezza.
Basta questa attenzione.
Basta che li baci dopo, non prima.
E lascia che la sua anima diventi una pietra.
Che la veda come una pietra ascolta il freddo o la pioggia.
Cena.
Piacevole.
Più o meno, persone che si conoscono bene.
Persone che fa piacere incontrare.
Tranne una coppia.
Non la si conosce bene.
Ci si ricorda di conoscerla.
Ci si ricorda perché lui era a un ristorante – più vicino alla luna che a qualsiasi luogo civile – con una lei che non era lei.
Non troppo tempo fa.
E si ricorda che lui lasciò subito il ristorante, mentre la lei che non era lei ci mise del tempo prima di capire che lui se ne era andato.
Sicché si sorride con cortesia quando lui dice: Noi non ci conosciamo, vero?
Certo, noi non ci conosciamo.
Come dire: Stai tranquillo, non mi ricordo di te al punto che non ti avrei potuto riconoscere.
Se, però, lei che è lei osserva che le tue figlie hanno i capelli di un color canapa inspiegabile, con fare malignamente ammiccante, viene voglia di ricordare.
Sono discorsi che è meglio non fare.
Non si sa mai che cosa potrebbe ricordare la persona a cui si fanno.
Cena.
Amici.
Tutti sanno, enciclopedicamente, tutto di tutti.
Tipa tradisce Tipo, ricambiata.
Entrambi con un amante molto più giovane del compagno.
Reciprocamente ignari, si dice, non senza scetticismo.
Tipa interrompe i chiacchiericci.
Un tono che sembra il tintinnare della forchetta contro il calice.
Ieri mi hanno raccontato una barzelletta.
Aggancia gli occhi di tipo.
Inizia a raccontare.
Gli occhi fissi nell’altro come due soldati dentro Paolo Uccello.
Il marito: Sai, dice alla moglie, ho una amante. Perdonami. Ho perso la testa. E’ giovane, molto giovane, ventisette anni [maligna precisione anagrafica di Tipa].
La moglie. Ti ringrazio. Non sapevo come dirtelo. Anche io ho un amante. Molto giovane: ventiquattro anni.
E sai? Il ventiquattro entra nel quarantacinque molte più volte che il cinquantuno nel ventisette.
Fine della barzelletta e silenzio.
Lei lascia cadere gli occhi del marito nel piatto.
Nella ironica pietà della padrona di casa che chiama la cameriera perché porti dell’altro vino.
E’ una lamentazione continua.
Mia moglie non ha più alcun desiderio.
Tizio: torno a casa.
Provo.
Rimbalzo.
Soffro.
Soffro, maledettamente.
In silenzio.
Caio, che ha sposato una signorina che è sempre stata chiamata Frigidaire, nome escogitato dalla sorella, è più espansivo.
Sono tornato a casa.
Le ho detto che volevo fare l’amore con lei.
Mi ha risposto che no, non era il caso, abbiamo già due figli.
Le ho detto che non mi restava che andare in bagno per una seduta di manutenzione.
Mi ha detto: Almeno pensami.
Sempronio, meccanico ben nerboruto: Se la ‘mi moglie mi dice che ‘unn_ha voglia di caricare, gli spezzo ‘i viso con un crick eppoi se ne ragiona.
Prima questione, a proposito di Tizio: difficile pretendere che la moglie sia come Edwige Fenech se uno è diventato uguale ad Alvaro Vitali.
Seconda questione, a proposito di Caio: non era complicato immaginare che sarebbe finita così con Caia. La festa di addio al nubilato è rimasta famosa perché un ballerino si è spogliato. E’ salito sul tavolo. Ha cominciato a ballare in termini inequivocabili. Le si è avvicinato, sempre ballando inequivocabile. Ha portato alla altezza della sua testa l’oggetto inequivocabile e lei è svenuta. Semmai il vero problema è come ha fatto ad adempiere alle obbligazioni preliminari per la nascita dei due figlioli.
Ultima questione, a proposito di Sempronio: la psicologia funziona sempre.
Ed un crick, evidentemente, può mantenere umido ciò che altrove si secca.
Una volta all’anno, più o meno, succede di compiere gli anni.
In quella occasione, arriva un certo numero di auguri.
Alcuni si ricevono senza aspettarli.
Altri si aspettano senza riceverli.
Poco importa.
Ci sono però gli auguri inevitabili.
Gli auguri di Puntualità.
Precisa.
Pignola.
Insistente.
Scrive un sms prandiale: Certe date non si dimenticano.
Azz.
Peccato che il mio compleanno fosse ieri, verrebbe da rispondere.
Se non si restasse fedeli alla consegna del silenzio.