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Tag Archive for: anziane ragazze

La violenza delle carampane

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/11/2022

Triste convegno sulla violenza di genere al tempo della pandemia.

Un tema davvero tremendo: persone costrette alla vita in comune che si trovano a dover subire l’aggressione da parte di chi dovrebbe essere loro di mutuo sostegno.

Ma più terribili ancora le partecipanti.

Parecchie di un’età nella quale i tampax sono ricordi quasi cancellati dal progressivo indurimento delle arterie.

Un’età nella quale i discorsi sulla violenza di genere hanno il sapore delle madeleine.

Non c’era solo Jacula

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/05/2022

Il fumetto per adulti è una forma di letteratura popolare molto interessante.

Le storie non dicono niente: sono definitivamente banali.

I protagonisti non tradiscono mai il loro carattere e il carattere dei protagonisti è solo un prologo per giustificare amplessi disegnati da matite grasse.

Parlano gli albi, i loro colori squillanti che appassivano al Sole delle edicole. Hanno lo stesso odore delle MS di quegli anni, secco, catramoso come la vilpelle dei treni carichi di sudore diretti verso il mare.

Sono tascabili per entrare in un borsello e salire in un’Alfa Sud.

Non esistono più eppure ci sono delle ragazze che ancora ancheggiano come quelle copertine.

Archetipi sopravvissuti agli anni in cui erano l’ispirazione manuale della leva obbligatoria.

Monadi fedeli a se stessi, anche quando fingono di essere diventate signore.

Perché il bello delle signore con il cuore di fumetto è che, prima o poi, viene sempre fuori il fumetto che sono state, un fumetto da nascondere in bagno, e chi ci è inciampato, una volta, due volte, tre volte, lo avverte con sollievo.

Meno male che non è cambiata, meno male che le sue promesse sono rimaste un assegno da cento lire stampato dalla Popolare di Bari, altrimenti c’era da farsi male.

Gli addii, con quelle anziane ragazze, hanno lo stesso imbarazzato sollievo della masturbazione maschile: svuotano un’urgenza feroce  e diventano subito vergogna di ciò che si è fatto perché un uomo non merita il piacere del suo polso.

Merita il piacere di una donna da poter osservare dopo l’amore dicendosi: Lei vale la pena. Lei è stata l’attesa di tutta la mia vita e quello che ho lasciato dentro di lei è, prima di tutto, il desiderio di trovarla accanto a me quando la furia dell’amore evapora illuminando ai piedi del letto le scarpe che aspettano di riprendere il cammino.

La dolente

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
18/05/2022

Indossa i suoi fallimenti come se fossero lo scialle della Maddalena in un compianto del Mantegna
Il suo sforzo è travestire il  lutto in una maschera di bellezza,   esibendo un dolore che è soltanto compassione per se stessa
Non prova dolore chi si commuove per il dolore che prova
Volgare
L’esibizione del lutto è sempre un atto osceno in luogo pubblico
E non è fatta così
Si è disegnata così che è parecchio peggio

La dolcezza del ragno

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/07/2020

La dolcezza del ragno è la sua tela: schifosa carezza

il suo abbraccio, terribile sonno

il suo veleno, meravigliosa agonia

Tutto questo è amore.

La nausea che colpisce lo stomaco

la carezza di una tela più morbida della seta

l’abbraccio della ragnatela che lentamente si stringe e porta con sé un sonno sempre più profondo

il veleno che trasforma l’agonia in una sequenza di sogni dolcemente moribondi

Tutto questo è amore.

Amore che uccide abbracciando e colmando la morte di sogni immemori.

Il ragno ama le sue vittime e le sue vittime amano il ragno perché non c’è morte più dolce di quella che si trova nella sua tela.

MILF: la scomparsa di una categoria

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/04/2020

Per un intellettuale, la scomparsa di una categoria è una tragedia.

Una categoria è un modo di vedere la realtà, una interpretazione delle cose in cui si sedimentano dei significati aggregati attraverso dei principi e dei valori fino al punto di cambiare la stessa sostanza della cosa che si interpreta.

Così è per la categoria delle MILF, elaborata inizialmente da Barthes e recuperata da Foucalt nelle sue ultime lezioni al College de France: le milf sono anziane ragazze. L’interpretazione di questa categoria è stata guidata dall’idea che un’anziana ragazza possa indossare la propria età anagrafica con una grazia tale da farla scomparire entrando in un mondo nel quale potrebbe avere trenta come settanta anni e nessuno lo può sapere fino a che non se la trova in camera da letto, con la maschera di terra e i sacchetti di nylon intorno alle cosce.

I critici della categoria sanno che ci sono pochi modi per costringere una milf a scendere dal suo piedistallo di cera e silicone: un improvviso raggio di luce che la obbliga a socchiudere gli occhi rivelando delle zampe di gallina degne della strega nocciola. Improvviso, perché di solito, la milf è addestrata a mantenere il proprio viso ostentatamente impenetrabile anche se guarda il sole su un ghiacciaio.

Molto più raramente il segno della ricrescita dei capelli. La milf va dal parrucchiere con la stessa frequenza con cui sua nonna andava alla messa dopo avere perso il marito (nella guerra del 15/18).

Fra le conseguenze più terribili della pandemia c’è la scomparsa di questa categoria attraverso la distruzione del suo habitat naturale (il parrucchiere, la palestra e l’estetista, ma anche il centro benessere e l’abbronzatore, che, nella sostanza, assomiglia molto a un bronzista che ha perso il lavoro durante la crisi del 29).

Difficile immaginare se la task force di Colao, il programma di acquisto dei buoni del tesoro varato dalla BCE, o le misure straordinarie varate dal Consiglio Europeo di ieri potranno fare qualcosa.

E, forse, ritrovare il mercato pieno di donne serenamente di mezz’età invece che di modelle ispirate all’ultima passerella di Dolce e Gabbana potrebbe essere piacevole.

Anche in questo caso: don’t waste a good crisis.

Parole cancellate

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/01/2020

Solo parole cancellate

dal silenzio religioso

di una prostituta

in viaggio con il suo scudiero

 

Tacchi giavellotti

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
16/06/2019

Le donne che lanciano il giavellotto hanno un fisico particolare.

Può non piacere ma colpisce.

La stessa cosa vale per alcuni tacchi.

Non tutte li possono indossare come non tutte possono lanciare il giavellotto o il disco.

Sono quelle scarpe con il tacco stretto e lungo non troppo diversi da un cacciavite.

Ci vuole un fisico apposito non tanto per ragioni estetiche ma perché esigono caratteristiche fisiche non comuni e un grande spirito di sacrificio.

Cose che mancano del tutto in quelle povere signore che infilano a forza la loro menopausa in sandali e gambaletti color carne.

I sofferenti sogni di Leda

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/04/2019

Ci sono sogni che fanno soffrire fino a che non sanguina il naso

Leda dormiva uno di questi sogni

L’amore di Tindaro la cingeva come edera

Eterno

L’amore dell’edera, un rampicante sempre verde che abbraccia e fa morire,

Dormiva quando Giove stuprava i suoi sogni

Li faceva sanguinare

L’amore di un dio, dimenticato e distratto che abbraccia e fa morire,

Ma non erano i sogni di quella notte che fecero davvero soffrire Leda

Fu l’amore di Tindaro che chiedeva vergogna per uno stupro

Leda non poteva vergognarsi

Non di un sogno

Non della propria natura che aveva generato quel sogno

Nemmeno quando questa nasce, nove mesi dopo.

Dimentico: Ugnano e i chiodi per farfalle

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
02/03/2019

Dimentico il dolore delle promesse sussurrate nella polvere di notte con passi di cieco

Parole leggere nella luce di fuochi fatui spezzano orribili silenzi scampati a verità consumate dal fumo e dal Martini

Un tacere ingannevole per un cretino che non voleva arrendersi alla grottesca cronaca dell’eterno ritorno

Ora non posso. Non puoi. Hai potuto

Niente è più leggero del male degli altri se è il prezzo della selvaggia gioia con cui si è deciso di sopravvivere in una vita di cartapesta senza annegare nel buio di una piscina

Troppe volte ho voluto dimenticare che le mie parole non valevano la memoria di chi riposava ascoltandole e, ora, ora che c’è un sole nebbioso, è il tempo giusto per morire a chi ha saputo imparare tutto ciò che l’amore non vale dal presente di chiodi per farfalle in cui si è trafitta.

Il freddo del mare

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
22/01/2019

Il freddo del mare ha il collo alto delle uniformi blu marina, gli occhi vuoti dei calamari, la solitudine delle barche quando l’armatore è un motore che si accende durante il finesettimana.

Il mare si conosce solo d’inverno, lo dicono i vecchi marinai, quelli che non riescono a tornare a casa la sera se non hanno sentito il profumo dell’acqua mischiata al sale e alla nafta.

Ma non è così. Il mare è come le donne. Si conosce solo se si ha il coraggio di restarci accanto quando all’estate segue l’inverno. D’estate il mare non mantiene sempre quello che promette. L’inverno, spesso e invece, dà molto più di quello che si attendeva.

Un marinaio prende il mare quando sa di dover partire perché sa di saper tornare.

E questo lo fa solo chi ha abbastanza amore da non spengere la luce nell’inverno della passione. Quella passione che è rimasta dall’estate e che nessun freddo può far dimenticare.

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