16/12/2009
Potrebbe avere un nome qualsiasi.
Una cosa tipo Agenore o Asdrubale.
Invece, si chiama Antonio.
E’ un tipo mite.
Molto mite.
Un bel ragazzo.
O meglio un ex bel ragazzo che è diventato un bell’anziano ragazzo.
Normalmente affascinante.
Normalmente ben vestito.
Normalmente colto.
Una conversazione normalmente brillante.
Ma il tono degli occhi, forse, quello non è normale.
Ha quel tono di comprensione, quel tono che sembra guardare dentro mentre ascolta che può essere irresistibile.
A lungo, è stato un interrogativo da serate invernali.
Un tempo, quando si era ragazzi, sapeva conquistare donne apparentemente irraggiungibili.
Poi, improvvisamente, nel periodo dell’università, ha smesso.
Nessuno ha più saputo nulla di ragazze, amanti o fidanzate.
Come se le donne, per lui, non esistessero più.
Varie risposte: è omosessuale, ma non fa outing; l’ultima gli deve avere bruciato il cervello; un travolgentemente imbarazzante amore clandestino.
Chiacchiere fra uomini che finivano con ironia: dopo venti anni di astinenza, deve essergli salito il bianco agli occhi …
Da poco, lentamente, è affiorata la verità.
Semplice.
Quasi triste.
Non aveva abbandonato proprio nulla.
Si era buttato sul grey market delle mogli degli amici.
Una, due, tre, quattro, forse cinque.
Nel grey market delle mogli altrui ha saputo trovare l’America della sua pigrizia.
Ora, nessuno ci ride più e tutti capiscono perché erano fra uomini le chiacchiere sul bianco agli occhi.
Tranne lui, naturalmente.