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Tag Archive for: bar sport

La figlia di Lino Banfi

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2009

BenfiLa figlia di Lino Banfi è malata di tumore.
Lo dice il padre durante una trasmissione televisiva.
E chi se ne frega, viene da aggiungere d’istinto: una uscita di cattivo gusto di un comico non sempre elegante.
Pentimento buonista ispirato al Per chi suona la campana di Dunne come traslitterato da Hemingway.
No.
Davvero è una questione priva di qualsiasi rilevanza.
Il tumore della signora Banfi riguarda solo lei e la sua famiglia.
Non ha e non dovrebbe avere alcuna rilevanza pubblica.
Ma non è così.
Lino Banfi fa parte della famiglia – intesa nel senso dell’art. 29, Cost. – della maggior parte degli italiani.
Ma questo è veramente inaccettabile.
Se la genetica non mi costringe ad avere un nonno berese, la televisione non me lo può imporre.
Con tutto il rispetto per San Nicola e la comicità eruttante del suo devoto.

Il ritorno della Maestrina

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/03/2009

StrandLa Maestrina (http://profstanco.splinder.com/post/14222476/La+maestrina+di+tennis) è tornata da una gita a New York con papi e mami.
Il fidanzato è scomparso quando si è visto proporre le vacanze a Gardaland come modo per restituire fiato e fiamme ad una vita di coppia che mostrava una certa stanchezza.
E’ tornata entusiasta.
Una città bellissima.
Ci ha anche incontrato due livornesi che si lamentavano di non avere la bomboletta per scrivere Pisa merda sull’Empire State Building, senza rendersi conto che è una battuta più frusta di una coperta per cavalli.
Soprattutto, New York, per la Maestrina, sono stati i sei piani del negozio della Nike.
Ci ha passato due intere giornate.
Felpe, magliette, completini e scarpe per uscire.
Ho sorriso con educata arroganza.
Non senza pensare che per me New York è, soprattutto, una libreria.
18 miglia di libri, nuovi e usati.
In cui ci si può perdere.
Non senza pensare alla inutile strafottenza di questo pensiero.
In fondo, fra le 18 miglia di libri dello Strand e i 20 chilometri di felpe della Nike che hanno affascinato la Maestrina c’è molta meno distanza di quanto si possa pensare.
Sono due facce dello stesso identico modo di consumare la vita in una noia riempita di shopping.

I gommoni del Pastore Tedesco

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/03/2009

PastoreTedescoEMamiIl Pastore Tedesco ha affermato che i profilattici non sono lo strumento che assicura la vittoria nella lotta contro l’aids.
Ha assolutamente ragione.
Ha ragione in una ottica comunitaria: nella tutela dell’ambiente – ed il genere umano siccome composto di bestie fa sicuramente parte dell’ambiente – il principio di prevenzione si atteggia come correzione alla fonte di ogni comportamento che possa ledere l’ecosistema ed assume valore prioritario rispetto ad ogni altra azione di tutela.
Di conseguenza, la prevenzione, ovvero in questo caso la castità, viene molto prima dell’uso dei preservativi, che, siccome dispositivi di protezione individuale, debbono essere utilizzati solo nei casi in cui non siano possibili meccanismi di tutela generalizzati e tali da eliminare alla radice il rischio che deve essere prevenuto (in questi termini, fra l’altro la disciplina comunitaria in materia di sicurezza sul lavoro).
D’altronde, qui, la dottrina della Chiesa si sposa con il buon senso: non è possibile dubitare che l’uso del casco per un motociclista sia uno strumento di protezione della salute molto meno sicuro dell’andare a piedi.
Peraltro, l’intervento del Pastore Tedesco appare sollecitato, stimolato ed incoraggiato anche dalle compagnie femminili che ha avuto modo di incontrare nella sua visita africana così come illustrata dalle immagini apparse sui giornali.
Non è davvero ragionevole dubitare che dinanzi a certi oggetti la castità sia molto meglio di qualsiasi guaina gommata.
A meno che non copra l’intero corpo.
Della signorina, naturalmente.

Chi li ha sciolti? (Fave a ferro di cavallo)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/03/2009

mercurioPare – così l’edizione locale del Corsera di oggi – che Pistoia sia la prima città in Italia per uso di farmaci erettili: ne farebbe uso un giovane su tre e sarebbero straordinariamente diffusi i peni curvi sia congeniti che post traumatici.
Il pene curvo pare che sia un pisello storto.
Se è congenito, è sfortuna.
Se è post traumatico, è male bestia.
In entrambi i casi, l’uropaziente si trova con una sorta di coda di maiale che gli spunta fra le gambe.
Non si capisce come la situazione possa migliorare con un farmaco erettile.
A occhio, il risultato dovrebbe essere un ferro di cavallo rigido anziché floscio.
Forse, la chirurgia potrebbe migliorare la funzionalità dell’organo in termini un po’ più definitivi.
Ma capisco che l’infelice preferisca prendere una pasticca azzurra e tremi all’idea di un bisturi che si avvicina alla povera cosa – storta – che si ritrova a ciondolargli tristemente fra le gambe.
Magari con la pasticca, almeno una seghina può riuscire bene.
Accontentarsi certe volte è un modo di sopravvivere.
Indispensabile per chi indossa una fava a ferro di cavallo, temo.

Chi li ha sciolti? (Virus terribili)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/03/2009

PeliDiFicaSi narra che la letteratura medica conosca un virus, parente stretto dell’herpes genitale, che trasforma l’inguine femminile in un avello dantesco.
Pare che non sia un virus pericoloso.
Si manifesta solo a livello olfattivo.
Ma scatenerebbe dei miasmi degni di un lazzareto medioevale.
Può essere imbarazzante.
Soprattutto se si cerca di rimediare a rigidità che non sono più il simulacro di prodotti siderurgici con artifizi organolettici.
Gli esperti suggeriscono una mentina sulle labbra.
Ma non specificano quali.

Anche Beppino ha rotto i coglioni

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/03/2009

Immagine 1Anche Beppino Englaro ha rotto i coglioni.
Ma non è colpa sua, questa volta.
E’ colpa di chi lo tira per la giacchetta.
Il Consiglio comunale di Firenze deciderà questo pomeriggio se conferirgli la cittadinanza onoraria.
Come a Saviano, Arafat, la Betancourt e non pochi altri, compreso Rigoni Stern e Kofi Annan.
Firenze vive una battaglia politica molto delicata.
Una battaglia tutta interna al centro sinistra.
Una battaglia di antiche consorterie che è riuscita a conquistare l’attenzione del Time.
In questa battaglia, una consorteria infila Englaro.
Per far vedere che il candidato Renzi non ha la forza di opporsi ai desiderata ecclesiastici.
Che puzza di sacrestia e di Opus Dei.
La signora Englaro, però, non merita questo.
Merita un po’ di silenzio.
Come tutte le morti.
Un po’ di quiete.
Non merita di essere cacciata a forza in questi giochi di potere.
Un po’ tristi, un po’ squallidi, un po’ schifosi.
Il principio di laicità dello Stato, in fondo, è anche questo.
Un minimo di rispetto per una morte che, comunque, ha il diritto fondamentale e inalienabile di ogni morte.
Il diritto all’oblio.

Chi li ha sciolti? (Omino sensibile)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/03/2009

GusztavOmino sensibile è un personaggio.
Mite.
Occhi azzurri oltre ogni ragionevole misura.
Una forza innominata.
Stolido.
Assolutamente stolido.
Ha dato una casa a pigione.
L’inquilina è una ragazza giovane.
La tipa viene lasciata dal compagno quando gli dice di essere incinta.
Prova il suicidio.
Con la varichina.
Omino sensibile va a trovarla in ospedale:
–> Che hai fatto? O che ti pare il caso di provare a ammazzarti? In casa mia, poi … In casa mia, non ci voglio gente che s’ammazza … Non ci si sta bene nelle case dove ci si sono ammazzati … Ci si sente nelle case in cui uno s’è ammazzato … ‘Unn’è miha i’sistema d’ammazzassi in casa d’un altro …
Omino sensibile va dall’avvocato:
–> Dottore, che la posso sfrattare? Io una che s’ammazza in casa non ce la voglio …
Gasp, gulp, sigh.

Il Trombadiario

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/02/2009

TrombadiarioTizio torna a casa.
Trova appeso in camera un calendario.
Una croce ogni due giorni.
Fissa la moglie con piglio interrogativo.
Lei racconta un pranzo con le amiche.
Argomento di conversazione il grado di adempimento ai doveri coniugali da parte dei rispettivi partner.
Tragicamente scarso.
Una cerca di rimediare con abbigliamenti provocanti.
Insuccesso grottesco: non è divertente guardare uno che dorme dopo essersi agghindate con reggicalze e busto.
Un’altra ha imposto la mattina del sabato senza bambini.
Insuccesso casalingo: lui ne approfitta per dedicarsi al bricolage.
Lei ha optato per il trombadiario: un calendario in cui segnare in prevenzione i giorni dedicati alla affettività.
Tizio si fissa sconsolato la punta delle ciabatte e va a dormire in salotto.

Guelfo non sono né ghibellin mi appello (La fine del Partito Democratico a Firenze)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/02/2009

MicheleVenturaLe ultime vicende del Partito Democratico a Firenze non sono affatto allegre.
Un referendum popolare ha messo seriamente in discussione una singolare tramvia.
Un assessore ha indossato la stella dello Sceriffo di ferro di Salkow ed ha intrapreso una battaglia contro i lavavetri, che, peraltro, ha vinto.
Sono apparse delle intercettazioni telefoniche che hanno seriamente minato la credibilità sia dello Sceriffo di ferro che della sua giunta.
Le primarie, le cui regole sono cambiate in corso d’opera, hanno mostrato una ridda di candidati, in cui Veltroni sponsorizzava Pistelli, Bersani promuoveva Ventura, la Lastri era con la Finocchiaro.
Il Sindaco Domenici ha rifiutato di rinnovare la tessera del Partito Democratico dopo essersi incatenato in un garage e poi ha chiesto di commissariare il proprio partito.
Ha vinto Renzi, che non era con nessuno e ha fatto una campagna elettorale molto americana.
La conseguenza logica sarebbe che Renzi non deve nulla a nessuno.
E’ un candidato sganciato dalle logiche di partito e questo in una società liquidamente antipolitica dovrebbe essere quasi un valore.
Forse, non è così.
Il Corriere Fiorentino – edizione locale del Corsera – di ieri portava un articolo sul candidato sindaco del centro destra.
Preannunciava un interesse per Giovanni Galli, antica bandiera della Fiorentina.
Il vero candidato del centro destra, però, pare, così dicono gli informati, sia il Marchese Frescobaldi.
Personalità mediaticamente molto adatta a fare il pieno dei voti.
A questo punto, ci si può domandare perché non sia ancora uscito sui giornali.
La risposta potrebbe essere semplice e coinvolgere l’attendibilità di Renzi come uomo al di sopra dei giochi di partito.
Senz’altro, il centro destra ha atteso l’esito delle primarie del centro sinistra per uscire con il suo candidato.
Senz’altro, Firenze è una città che nei prossimi anni vedrà una pioggia di cemento e denari (Castello, la tramvia, la manufattura tabacchi, i sottoattraversamenti dell’alta velocità e le nuove infrastrutture ferroviarie).
Senz’altro, in questi investimenti, il centro destra fiorentino, quello che conta: Dennis Verdini, non l’onesta distanza di Mario Razzanelli, non è stato all’opposizione.
L’articolo su Galli di ieri, in realtà, era un articolo su Frescobaldi, nel quale si leggeva: se il candidato del centro sinistra avesse la forza di rompere gli equilibri di potere che hanno saldato gli ultimi dieci anni, noi abbiamo le persone giuste per vincere una battaglia che vi ha logorato.
Adesso, si vedrà se Renzi è davvero sganciato dalle consorterie che guidano la città.
Lo si vedrà dallo spessore del candidato del centro destra.
E se questa non è la fine del Partito Democratico a Firenze ci assomiglia parecchio.

Oggi, tennis (Il pretendente attempato)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/02/2009

OggiTennisGli spogliatoi sono divertenti.
Chiacchere fra uomini nudi.
Che si danno del lei.
Esattamente come se indossassero la consueta cravatta corazzata.
Tipo, cinquantenne, piuttosto noto in città, o meglio di una famiglia abbastanza nota in città, si confida con l’amico.
Altrettanto cinquantenne e altrettanto noto.
La vedo, adesso la vedo.
Ma non capisco.
Io sono riguardoso.
Ma lei sembra che mi eviti.
So fare anche il pazzo.
L’originale, l’imprevedibile.
Lei mi piace.
Che faccio?

L’amico lo consiglia.
Lo incoraggia e lo sorregge.
Praticamente, un discorso da sedicenni.
Fortunatamente, interviene il cinestetico, famoso nel circolo per l’elegante eloquenza e la vicace retorica.
–> Ma che gliel’hai messo in mano, imbecille?
Tuona con voce da capitano di veliero, mentre, settantenne ben munito, osserva il povero ciondolo dell’attempato pretendente, che – insaponato – non fa miglior mostra di sé.

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