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Tag Archive for: bar sport

Lesbo_Barbie

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/01/2009

KenCapita spesso in piazza Savonarola.
Gruppetti di persone che si conoscono da sempre.
Parlano delle persone che passano e che, a loro volta, si conoscono da sempre.
Passa una ragazzina.
Molto Barbie.
Carina.
Di buona famiglia.
Cammina come se avesse il mondo davanti e una piccola parte del mondo la osserva.
Chiaccherando.
Viene fuori che ha avuto una storia con una amica.
Una storia così.
Solo sesso.
Senza nessun coinvolgimento.
Con la maliziosa complicità del ragazzino di turno, perfettamente a conoscenza dei gusti anfibi della ragazza e – dicono i più maligni, non senza una certa invidia – anche partecipe.
Pare che le ragazzine di oggi vivano la loro sessualità con voracità sconosciute alla generazione che le commenta.
Gli è che Ken è scomparso dal mercato delle bambole.
Ormai si trova solo Barbie e un efebico Ken_Principe_Filippo.
In questa situazione, diventerebbe lesbica anche Margaux Te Lo Rizza di Russ Meyer.

Gravatta e gravatte (Corsi e ricorsi, lontani da Vico)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2009

GravatteLa cravatta racconta molto di chi la indossa.
Le cravatte possono essere sobrie o estrose.
Ogni cravatta, inoltre, ha il suo nodo.
Lo stesso nodo su tutte le cravatte assomiglia a una bestemmia.
Un po’ come usare la stessa cravatta su tutti i vestiti o non lasciare una piega nel nodo, in modo da fingere distrazione.
Non è così per tutti.
Taluni usano la stessa cravatta per ogni circostanza.
Con lo stesso nodo.
Ci dormono o la lasciano riposare annodata ad una sedia.
Sono barbari.
Soprattutto se la cravatta comincia a mostrare i segni della consunzione.
Quel segnarsi di corda e sughi che appare sul nodo e che è, per una cravatta, l’equivalente di una malattia vergognosamente venerea.
Se si aggiungono i pantaloni di flanellina con le borse ai ginocchi, la camicia con le punte annientate da troppi passaggi del ferro da stiro, le scarpe deformate, la giacchettina blu con i gomiti lucidi e i bottoni d’oro, ci si può spaventare.
Una persona vestita così che bussa alla porta, lo fa per chiedere qualcosa.
Soprattutto quando la si conosce bene e ci si ricorda che i suoi tempi migliori sono stati sorretti da una cintura psichedelica e da una maglietta nera, immutabile come la cravatta.
Lo si riceve prendendo appunti e accompagnandolo alla porta si sorride gettando il foglio su cui si è scritto.
Un modo come altri per evitare di rivederlo.
Senza nessuna certezza, però e purtroppo.

Chi li ha sciolti? (Frittelle fotoniche)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/01/2009

frittelleIl nuovo gestore del chiosco degli sportivi è un ragazzotto che tira di pugilato.
Tatooato come un samoano di Peretola.
La cosa migliore che ha saputo produrre è un pisellotto di due anni con un riflesso pavloviano: se passa una donna, di qualsiasi età, il padre gli chiede: Diego, icché tu gli fai te alle donne? e il pisellotto risponde: Le trombo, babbo_Le trombo tutte.
Il genio del pugilato, il cui motto è Se ti dicono di non averle mai prese, ti dicono una bugia, ha ordinato le frittelle.
Le frittelle appaiono raramente nel corso dell’anno: Berlingaccio, San Giuseppe, qualche altra festa di cui è difficile rammentare la ricorrenza, sicché è inevitabile chiedere che giorno sia oggi.
Tatoo risponde: I’quindici di gennaio, l’ho prese perché sono fotoniche.
Questo, alle otto del mattino.
Alle due, le frittelle erano tutte lì e Orgoglio paterno: Professore, la vòle una frittella? Sono fotoniche …
Scusi, ma se sono fotoniche, come mai son rimaste tutte lì?
Con il dubbio che le questioni sui paradossi temporali delle particelle fotoniche siano sconosciute al pugilante, come al sottoscritto sono ignoti i misteri dell’uppercut.

Il Viagra nella Costituzione

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/01/2009

Pfizer-ViagraLe farmacie degli ospedali della Regione Toscana hanno gli armadi pieni di Viagra, Cialis e altri farmaci simili.
Le farmacie degli ospedali servono a custodire i farmaci che sono somministrati negli ospedali stessi e quei farmaci che i malati hanno diritto a ricevere in base a piani terapeutici formulati dagli ospedali.
In quest’ultimo caso, la logica è di impedire ai medici di base di prescrivere medicinali dal costo elevato e di assicurare, attraverso la formulazione ospedaliera del piano terapeutico, un serio scrutinio circa le effettive necessità curative del malato.
Di conseguenza, la presenza del Viagra nella farmacia di un ospedale può significare: (i) che nelle corsie dell’ospedale è possibile usare il Viagra, il che non pare molto probabile per gli inevitabili effetti della cura; (ii) che la malattia curata dal Viagra può essere oggetto di una cura finanziata dal servizio sanitario pubblico.
Come dire che in Italia il diritto alla salute comprende anche il diritto a una erezione felice.
E, onestamente, non mi pare che l’art. 32, Cost. non si presti ad una interpretazione di questo genere, che ne valorizza la connessione con il diritto al pieno sviluppo della personalità di cui agli artt. 2 e 3, Cost.

Chi li ha sciolti? (Geni)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/01/2009

gilbertoGilberto De Pippis è il nipote di Pippo De Pippis.
Un genio assoluto.
Il problema dei geni è Einstein.
Tutti i geni sanno che il giovine Einstein non era considerato un genio.
Al contrario, chi lo conosceva era convinto che fosse tardo di comprendonio.
Di conseguenza, il mondo è pieno di geni incompresi.
Che normalmente sono dei dementi certificati.
C’è il genio scientifico: Sto scrivendo un saggio che risolve le antinomie della relatività rispetto alle teorie quantistiche (detto da un geometra del comune per giustificare il ritardo nell’esame di una pratica edilizia).
Il genio meccanico: So perfettamente come funziona, ma non so come usarlo (un ingegnere elettronico, di fronte ad un computer che non si vuole accendere).
Il genio costituzionale: Sto elaborando una teoria generale delle fonti (un dottorando che tarda l’invio della tesi di dottorato).
Cortesia vorrebbe che uno non si mettesse a ridere.
O no?

Basta feste

31 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/01/2009

BastaFesteLa fine delle vacanze significa, fra l’altro: (i) studiare tutto il giorno senza che Bimba Piccola disegni sulle fotocopie della Harvard Law Review rendendole illeggibili; (ii) saltare liberamente il pranzo senza dover preparare il risottino in bianco a Bimba Impertinente che ha mangiato troppi dolci; (iii) una franchigia di otto ore dalle corvée di cambio pannolino; (iv) accendere liberamente la pipa alle nove del mattino in una casa libera da pianti, etc.
Mica poco.
Le vere vacanze iniziano quando le ferie finiscono.

Peli di fica

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/01/2009

PeliDiFicaUna volvo station wagon, attempatella, volutamente trascurata.
La guida un tizio sui sessanta anni, con calma, elegantemente.
Una cicca fra i denti, l’impermeabile aquascutum che esce leggermente dal finestrino socchiuso.
Tizia gli taglia la strada.
Mini minor aggressiva.
Ghindata da bambola gonfiabile, nonostante il rigore invernale.
Le due macchine si toccano appena, meno di una scortecciatura di paraurti.
La tizia salta giù dalla mini minor: Cazzo fai? Cazzo guardi? Dove cazzo vai? Devo ancora finire di pagare la macchina, ma guarda questa testa di cazzo!!!
Il tizio scende con nonchalance, spengendo la cicca: Signora, si calmi, la prego.
La tizia: Ma ri_guarda questa testa di cazzo!!! Mi centra e se ne fotte!!! Non sa dove cazzo va e mi disfa la macchina…
Il tizio: Signora, lei non ha davvero peli sulla lingua [pausa e in tono più basso guardando il ciclista con sacca da tennis che si è fermato per offrire l’eventuale testimonianza] e, se li avesse, temo davvero che non sarebbero i suoi.

Chi li ha sciolti? (Buona fine e miglior principio)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/01/2009

Colored_ChampagneAnche il 2008 ha visto la sua eutanasia.
Con tutti i luoghi comuni del caso.
Gli auguri di un felice (perché felice e non lieto, lieve o mite?) anno nuovo.
I petardi di Napoli, i botti di Gaza, i fòchi di Bangkok.
Anche il primo giorno del 2009 è stato scandito dall’oracolo: Se non lo fai oggi, ti tocca non farlo per tutto l’anno.
Il tempo si è impegnato con una mossa geniale: pioggia al mattino e sole nel pomeriggio.
Bimba Piccola e Bimba Impertinente, come il tempo ma con ritmi assai più serrati.
Il barista del Chiosco degli Sportivi, rimasto malgrado la nuova gestione, si è centrato il cervello con l’accetta mentre spaccava la legna per un barbecue.
Io mi sono limitato a indossare un paio di mutande nuove, esattamente uguali a tutte quelle che possiedo.

P.s.
L’immagine è di http://wallpapers.dpics.org/wallpapers/12/Colored_Champagne.jpg

Chi li ha sciolti? (Spogliatoio SM)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/12/2008

CanedDi solito, gli spogliatoi maschili del circolo del tennis sono semplicemente uno spazio di esposizioni celolunghiste.
Un luogo per verificare se la povera cosa che ciondola fra le gambe alla fine di un singolo tirato può reggere il confronto con il pisello a lametta di caio o la fava a covone di sempronio che escono rilassati da un doppio per pensionati.
Non sempre, però.
Talvolta riservano delle sorprese singolari.
Come un tizio che fa la doccia – ghiaccia marmata – con il dorso rigato da una bella serie di scudisciate.
Insieme al suo compagno che pareva assai compiaciuto della esposizione.
Evidentemente, il piacere non sta solo nel prenderle ma anche nel far vedere di averle prese.
Quasi la cicatrice sulla guancia di un ufficiale prussiano.
Parecchio quasi, però.

Lo faccio per mio padre (Cristiano Di Pietro)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/12/2008

stor_11650478_34090La notizia è perfetta per Libero o per il Giornale di casa Berlusconi.
Di Pietro ha un figlio mariuolo.
Non criminale.
Semplicemente, mariuolo.
Lo hanno intercettato mentre parlava di favori vari per amici (o clienti) con un personaggio che pare essere criminalmente mariuolo.
Il figliio si è subito dimesso dal partito del padre dicendo che lo faceva per il suo babbo.
Se uno si dimette da un partito per rispetto al padre, significa che quel partito è tutt’uno con il padre.
I partiti che si identificano con una persona non sono un valore per la democrazia.
Sono forme di fascismo: partiti che rifiutano una ideologia per identificarsi con un soggetto di cui costituiscono la proiezione politica e parlamentare.
E’ stato detto per Forza Italia, lo si deve dire anche per l’Italia dei Valori.
Ma uno che si dimette per suo padre fa anche umanamente pena.
E’ una cosa da bambini: Il babbo mi dice che non posso giocare ed io vado via.
In realtà, Cristiano Di Pietro non ha commesso solo questa gaffe.
E’ cresciuto in polizia, finendo sul giornaletto del suo corso, con risonanza nazionale (Maria Grazia Cutoli su Epoca).
Ha incontrato le cronache per un incidente di auto (tremendo colpo di frusta), un parto gemellare (altra botta pazzesca), un affitto milanese a prezzi di favore (discreta figuraccia), una campagna elettorale a Montenero di Bisacce (ironicamente commentata da Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera).
Resta solo un quesito: dove può fare meno danni il figlio di Di Pietro? In politica o in polizia?

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