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Disvalori – Sottili distinguo

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/01/2008

Cuffaro è stato condannato per qualcosa che assomiglia molto al concorso esterno in associazione mafiosa, ovvero al reato da cui Andreotti è stato prosciolto per prescrizione.
Mastella è indagato per le modalità di gestione delle nomine dei vertici delle amministrazioni campane.
La moglie di Mastella, come Mastella.
Chi si deve dimettere e chi non si deve dimettere?
Tesi del Pd:
Cuffaro: si, perché è stato condannato in primo grado.
Mastella: no, perché la gestione delle nomine è un fatto inevitabile in politica.
Andreotti: no, perché non è stato condannato, anche se…
(la moglie di Mastella: non l’ho capito)
Le prime tre posizioni sono indifendibili.
Cuffaro è stato condannato in primo grado, quindi è innocente almeno quanto Mastella e più della prescrizione di Andreotti.
Soprattutto, può essere preoccupante iniziare a distinguere fra disvalori penali.
E’ davvero possibile sostenere che una raccomandazione in Campania è un fatto meno grave di un incontro con dei mafiosi in Sicilia?
O che il vero problema è il finanziamento della politica, secondo lo schema di Craxi nel 1993, giustamente evocato da Di Pietro?
Forse se si costruisce un ragionamento nel quale si ammette che la politica ha un costo, che questo costo è particolarmente elevato nelle democrazie mature, che la nostra democrazia non conosce una soluzione alla questione del finanziamento di questo costo, di talché non ci si deve stupire del modo in cui i politici risolvono il problema, si prova troppo.
Così, sono tutti assolti.
Nessuno è colpevole.
Nemmeno Craxi, Citaristi o il Compagno G.
Nessuno.
Invece, si deve denunciare questo gioco.
A costo di sembrare dei ragazzini ingenui.
Se un politico accetta di compiere dei fatti che il codice penale conosce come reati non è e non deve essere diverso da nessun altro cittadino.

Chi li ha sciolti? (Tutunci: dai tappeti ai libri)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/01/2008

Tutunci Hamedani Mohsen è un venditore di tappeti.
Le sue aste televisive sono state invasive fra gli anni ottanta e gli anni novanta.
Parla un arabo-fiorentino che assomiglia al tosco-calabrese dei muratori passati dal lametino al pratese su una impalcatura.
Si può sospettare che tutunci sia originario più di Pizzo Calabro che di Shiraz.
In televisione urlava: Ricorda un tappeto è per sempre.
Sapeva della pubblicità dei diamanti sul Readers digest.
Ieri è tornato.
Con una gnoccona improbabile, il cui merito era di avere scritto un libro intitolato: Come prometterla a tutti e non darla a nessuno.
In questo modo, il povero Tutunci è passato dalle arti minori alla letteratura.
Ma è rimasto un venditore di tappeti.

Clemente al capezzale

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2008

La Sandra Lonardo sta male.


Malissimo.


E’ a letto influenzata.


Dove gli arresti domiciliari l’hanno trovata e lasciata.


Mastella – alla Camera per presentare il disegno di legge sulla giustizia – ha rassegnato le dimissioni.


Al Parlamento e non al Capo dello Stato, che lo aveva nominato. Ma queste sono finezze da costituzionalisti.


Stupisce la motivazione: Mi dimetto perche’ fra la famiglia ed il potere, io scelgo la prima.


Che significa?


Che alternative aveva per scegliere il potere?


Ammazzare moglie, consuocero ed una ventina di colleghi di partito?

Il volto dello spirito maligno

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2008

Guido Calabresi introduce ai suoi studenti il mistero della responsabilità civile (quali sono i criteri che guidano il risarcimento del danno) con una fiaba: se improvvisamente apparisse uno spirito maligno e vi chiedesse chi è disposto a sacrificare diecimila giovani vite ogni anno in cambio di un dono per l’intera umanità, chi accetterebbe questo dono?
Pare che nessuno degli studenti di Calabresi sia disposto ad accettare il dono dello spirito maligno.
Eppure è quello che facciamo ogni giorno salendo in macchina: accettiamo il rischio di uccidere o di essere uccisi per una comodità che assomiglia molto al dono di un dio malvagio.
Ratan Tata ha il volto del dio malvagio di Calabresi. Eccolo:
rnt_1_lakh_carPrima di tutto, la sua macchina, una concept car, carina, terzomondisticamente desiderabile, come il computer portatile di Negroponte o la radio a manovella dell’Unicef, costa centomila rupie che non arrivano a contare duemila euro, e può essere acquistata da molte persone che prima dovevano accontentarsi di una macchina usata.
In questo modo, Ratan Tata diffonde il dono della macchina dove prima erano solo motorini.
O meglio: diffonde il dono della macchina nuova dove prima erano solo macchine usate.
Non solo.
Per poter fare questo dono, Ratan Tata ha industrializzato una parte importante del Bengala: la sua macchina può essere un dono perché il lavoro necessario a confezionarla costa poco. Secondo gli slogan dei suoi avversari, la Tata Nana è una macchina carrozzata con il sangue degli operai.
Forse, tutto questo non è vero.
Forse, Tata merita di essere considerato un magnate buono.
In ogni caso, criticare il consumismo degli indiani dal nostro punto di vista è ipocrita: le nostre biciclette sono una scelta in alluminio iperleggero, le loro hanno la pesantezza di quelle dei nostri nonni, per i quali la seicento fu una liberazione assai più piacevole delle lotte partigiane.

Mutande alla pizzaiola

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/01/2008

I negozi di biancheria intima assomigliano a luna park della passera.
Calze, culottes, parigine, brasiliane.
Sete, tulle, pizzi e trine.
Promettono improbabili trasfigurazioni.
Sarebbe più onesto proporre mutandoni tartufati e slip meringati, a seconda dei gusti.
Almeno il palato potrebbe correggere quello che gli occhi non vorrebbero vedere.

La consistenza etica del pattume

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/01/2008

I primi camion di rifiuti della Campania sono stati caricati su una nave e scaricati in Sardegna.
Il governatore Soru ha accettato che lo smaltimento di questi rifiuti avvenisse nell’inceneritore di Cagliari.
E’ una scelta politicamente coraggiosa ed economicamente proficua.
Lo smaltimento dei rifiuti ha un costo e questo costo, non mite, migrerà dalla regione Campania alla regione Sardegna.
Tutto questo è una applicazione solo apparente del principio chi inquina paga.
E’ solo apparente perché questo principio non riguarda solo il costo economico degli inquinamenti, ma anche il loro costo ambientale e questa seconda parte di costo si sposta da chi ha prodotto l’inquinamento a chi ne subisce le conseguenze.
Questo naturalmente non è giusto.
E’ ancora meno giusto se si guarda alla consistenza etica del principio chi inquina paga.
Questo principio non è solo una regola di risarcimento del danno, per cui chi cagiona ad altri un pregiudizio deve indennizzare i danneggiati della perdita che ha cagionato.
E’ una regola etica per cui chi causa un danno all’ambiente deve assumersi ogni conseguenza.
Che suona nel senso di costituire ognuno di noi custode dell’ambiente in cui vive.
Se si applica la consistenza etica di questo principio, si ha che chiunque quando decide di produrre rifiuti deve sapere che quei rifiuti saranno smaltiti nelle immediate vicinanze del suo giardino.
Non lontano dal suo giardino e vicino al giardino di un altro.
Solo se so che la discarica accanto alla mia città serve per i miei rifiuti posso essere disposto ad accettarla.
Nello stesso tempo, solo se so che i rifiuti che produco avveleneranno l’aria respirata dai miei bambini posso sentirmi coinvolto da un approccio sensibile e responsabile alla gestione dei miei rifiuti.
Lo smaltimento fuori regione dell’emergenza campana è accettabile solo in una logica di emergenza.
Ma quale emergenza dura da oltre dieci anni senza diventare la quotidianità?

Chi li ha sciolti? (Fiona)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/01/2008

Fiona in fiorentino non suona benissimo.
Sottintende una "c" aspirata che può non essere particolarmente lusinghiera.
Fiona assomiglia in maniera quasi speculare alla sposa di Shrek.
La può impersonare in un film non di animazione.
O in una versione Roger Rabbit del cartone animato.
Il suo problema è che non se rende conto.
Agita i suo tacchi n. 12.
Infagotta le gambe in tristissime calze color carne.
Si costringe in un tailleur di almeno due taglie sotto la sua.
Viola.
Orrendamente viola.
Butta sul viso – con la mestolina dell’intonaco – un trucco pesantissimo, disfatto alle dieci del mattino.
Difficile guardarla senza avere paura.
Parla.
Parla.
Parla.
Avvicinando il viso all’interlocutore, portando i suoi denti macchiati di rossetto ad una distanza imbarazzante, alitando ferocemente.
Ancora una volta, il bussolotto delle caramelle contro il mal di gola è provvidenziale.

Topina Bruni e gli anelli sarcastici

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/01/2008

Sarkozy non è un uomo fortunato.
Ha fatto appena in tempo a regalare un anello di fidanzamento alla Carla Bruni che la stampa ha fatto sapere che questo anello è identico ad un altro già indossato dalla piuttosto chiaccherata moglie Cecilia.
Può essere lo stesso anello, nuovamente regalato per tirchieria oppure per ragioni erotiche: come mi piacciono le donne con gli anelli di Christian Dior nemmeno con le calze a rete…
Oppure può essere lo stesso modello di anello, scelto per pigrizia o per le stesse ragioni sentimentali che si sono appena evidenziate.
Non cambia molto.
E’ una operazione di cattivo gusto quasi plateale.
Come chiamare l’amante con lo stesso nomignolo della moglie: topina questa, topina quella e non si rischiano errori dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
E’ una vicenda anche un po’ sfortunata.
Successe la stessa cosa al mio povero nonno che passò un lungo periodo di vacanze forzate, secondo la definizione di Berlusconi, a Rodi.
Tornò con un certo numero di croci di Rodi che si era fatto fare da un artigiano.
Ne regalò una alla nonna.
Le altre era solito usarle come doni per le "fidanzate".
Finché una di queste non portò la sua croce sullo stesso tram in cui la portava anche la nonna, insieme al nonno ed alla mia mamma, che ebbe l’avventura di vedere il suo babbo pubblicamente malmenato dalla nonna e dalla fidanzata.
Gli anelli sarcastici sono pericolosissimi.

Il sussidiario della spazzatura

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/01/2008

Tutti parlano della spazzatura napoletana.
Tutti parlano di una classe politica inefficiente.
Inefficiente nella gestione quotidiana del problema.
Inefficiente nella gestione emergenziale della questione.
Forse, addirittura, criminalmente inefficiente.
Ma la spazzatura lungo le strade è sicuramente un crimine.
Non è solo un crimine della classe politica.
E’ anche un crimine di chi la abbandona.
I due crimini, a ben vedere, sono collegati.
Una coscienza civile che avvelena le proprie strade riempiendole di rifiuti può davvero produrre una classe politica capace di affrontare serenamente e strategicamente uno dei problemi più complessi del governo del suo territorio?

Donnine nude – Socializzando la masturbazione

20 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/01/2008

Le immagini appena postate sono quasi sempre di donnine nude.
Discinte.
Apparecchiate per un desiderio manuale.
Talvolta mi soffermo a pensare alle ore che il loro ammiratore passa a postarle.
Tante.
Troppe.
Perché?
Per rendere meno solitari i propri esercizi?
Forse si.
Una masturbazione socializzata attraverso la rete.
Ma restano sempre seghe.

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