Che ti portano fuori i bambini.
Cui porti fuori il cane.
Che ti portano fuori i bambini, come se fossero cani.
Cui porti fuori il cane, come se fosse un bambino…
Si presenta per la quinta volta.
Stanco, ma con l’aria di chi ha capito tutto.
Sudato, ma con la faccia di uno che non puzza, di uno che non pensa di poter essere un’offesa permanente per chi lo odora.
Prima e unica domanda: Quando è che un giudice può sollevare una questione di legittimità costituzionale? Prima e unica risposta: Quando la legge è contraria al buon costume, ai principi della Costituzione, all’interesse pubblico… Che è come dire, siccome studiare è faticoso, allora penso di poter immaginare la Costituzione e sicuramente non mi sbaglio.
Si sbaglia, invece, gravemente. Esattamente come quando pensava che le sue ascelle non potessero avere odore e che, comunque, quel bell’odore di casa e stalla non possa dare fastidio a nessun essere umano che non gli voglia – del tutto, arbitrariamente e senza alcun motivo – male.
Abbandona l’aula con la faccia del vitello che guarda i colleghi dal recinto del macello e aspetta fuori, aspetta a lungo, finché non ha termine la sessione e può gridare l’ingiustizia: Mi dica che cosa devo fare: questa volta [la quinta, N.B.] avevo persino letto il libro…
Un trapianto di cervello, la sorridente risposta di una giornata d’esami.
Ascensore.
Vecchia sfiorita con fiori.
Sa, professore, che mi è nato il quinto nipote…
Congratulazioni, secco come la frusta dell’indifferenza.
Ma è maschio anche questo. Avrei tanto voluto una femmina…
Non si preoccupi, Signora. Può sempre cambiare idea
😕
Da grande, secco come uno schiocco nelle porte che si chiudono.
Un disgraziato non molto informato spara a due carabinieri davanti a Palazzo Chigi mentre il nuovo governo giura al Quirinale.
Reazioni inconvulse e non troppi interrogativi, non troppe domande ragionevoli e quiete, non quelle di Sherlock Holmes che combatte il terribile Moriarty, piuttosto il genere che fa Nonna Papera quando non trova la torta di mele che ha lasciato a raffreddare sul davanzale.
Il Senato e la Camera hanno un nuovo presidente.
I senatori hanno eletto Libero Grasso, con una maggioranza relativa superata a stento malgrado una elegante questione procedurale posta dal senatore Calderoli e che il presidente provvisorio Colombo ha saputo risolvere nel senso della infondatezza con una rapidità sorprendente per un signore che ha fatto parte dell’assemblea costituente.
I deputati hanno eletto Laura Boldrini, con una maggioranza che non ha avuto bisogno di appoggi esterni ma che è stata più volte fermata da applausi esterni (gli appassionati di applausometri hanno contato ventidue minuti di discorso e venti minuti di applausi). Read more →
Mercoledì, sei ore di lezione.
Ovviamente di cose diverse.
All’inizio della giornata, ci si chiede se sia spostato l’asse terrestre e se siamo finiti in Scozia. Sono dieci giorni che non smette di piovere.
Alla fine della giornata, quando si è salutati con un Buonasera Professore, ci si guarda alle spalle per vedere se c’è qualcuno, perché non si sa più chi siamo.
I giornali di oggi aprono con due notizie, a loro modo entrambe significative per lavorare sulle vie di soluzione della prima crisi preparlamentare della storia repubblicana.
La prima è che Monti ha convocato i tre leader dei partiti maggiormente rappresentati in Parlamento alla vigilia di un importante consiglio europeo per avere il loro giudizio sulle posizioni politiche da manifestare.
La seconda è che il Movimento 5* ha deciso all’unanimità di non concedere alcuna fiducia ad un governo che sia espressione di una forza politica, ma di poter votare un esecutivo tecnico sul fondamento di alcune scelte programmatiche condivise.
Grillo, fra una passeggiata al mare ed un caffè al bar sotto il mare, ha spiegato che chi intende cambiare casacca, nel suo schieramento, deve tornare a casa.
E’ un’affermazione forte.
Nella sostanza, il trasformismo dei franchi tiratori ha sempre fatto parte della storia repubblicana e prima ancora di quella di Palazzo Carignano.
Il trasformismo ha una solida base costituzionale nell’art. 67, per il quale ciascun parlamentare rappresenta l’intera nazione senza vincolo di mandato.
De Gregorio è un simpatico politico della Seconda repubblica.
In un certo senso, rappresenta una delle icone della Seconda repubblica, un po’ a quella maniera di seconda fila in cui la frase del socialista Teardo (il partito mi ha assolto, la magistratura non mi può condannare) è stata una dei simboli della Prima.
Lo si ricorda perché eletto nelle liste dell’Italia dei Valori di Di Pietro, dapprima accettò la carica di presidente della commissione difesa del Senato con i voti del centrodestra e, successivamente, contribuì al voto di sfiducia del Governo Prodi.
Era la quindicesima legislatura repubblicana.
