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Tag Archive for: bellezza

Occhi blu, capelli neri

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/06/2009

DonnaPensosaAveva davvero gli occhi blu ed i capelli neri.
Molti anni fa.
In una festa.
Compleanno di un fratello molto più grande.
Settantasette.
Ma mio fratello non se ne era reso conto: ascoltava Alan Sorrenti.
Lei lo sapeva benissimo e citava la De Beauvoir.
Si era imbucata solo perché abitava accanto a noi.
I miei dieci anni si affacciavano dietro ad una libreria.
La ricordano sul divano.
Stravaccata nel posto di mio padre.
Gitanes mais e whisky.
In continuazione.
Senza mai alzarsi.
Senza cedere alla truppa di Figli delle Stelle che guardava senza vedere.
Dura.
Occhi blu e capelli neri: brillavano di notte e stanchezza.
Poi, è tornata a Parigi.
Suo padre è morto.
Dirigente stanco.
Di cirrosi epatica: infilava i fiaschi vuoti in terrazza.
Cimitero di trofei.
Sua madre è morta.
In un fondo di ospedale.
Lei è tornata a vivere nella casa dei fiaschi vuoti.
Proprio di fronte ai miei.
Un tumore ed una paralisi.
Sola, nel suo letto.
L’assistenza pubblica che la cambia al mattino e alla sera.
I miei che aprono la porta agli infermieri.
Occhi blu e capelli neri che continuano a brillare di notte e stanchezza.
Come quella sera di molti anni fa.
Che socchiudendo gli occhi continuo a vedere ogni volta che attraverso il divano di mio padre.

Papi (Post bigotto)

23 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/05/2009

Noemi_LetiziaNoemi Letizia pare essere una ragazzotta napoletana.
Il padre dipendente del Comune, settore fognature, la madre ex miss Tirreno.
Famiglia molto religiosa.
Berlusconi le ha regalato una collana per il compleanno.
E’ andato alla sua festa in un villone periferico sulla Circumvesuviana, dopo un atterraggio segreto a Capodichino (volo di Stato? Probabilmente no: Berlusconi ha sufficenti risorse per evitare queste appropriazioni da basso impero).
La moglie lo ha scaricato.
La rete è piena di una intervista a Noemi piuttosto imbarazzante per il Presidente del Consiglio.
Noemi lo andrebbe a trovare appena lui la chiama e canterebbe assieme a lui le terrificanti canzoni di Apicella.
Facile immaginare altro e tingere l’immaginazione con il codice penale, considerando l’età della signorina e il ruolo del Presidente del Consiglio.
Troppo facile.
Nei fatti, la signorina Letizia dice di chiamare Berlusconi "Papi".
Con un cattivo gusto agghiacciante.
Da padre, non riesco ad immaginare molte cose peggiori di una figlia che chiama "Papi" un altro.
Fa accapponare la pelle.
Se qualcuno, che non è mio figlio, mi chiamasse "Papi", non riuscirei ad accettarlo.
Per rispetto ai miei figli.
Per rispetto a suo padre.
Per rispetto verso me stesso, non ultimo.

Lesbo_Barbie

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/01/2009

KenCapita spesso in piazza Savonarola.
Gruppetti di persone che si conoscono da sempre.
Parlano delle persone che passano e che, a loro volta, si conoscono da sempre.
Passa una ragazzina.
Molto Barbie.
Carina.
Di buona famiglia.
Cammina come se avesse il mondo davanti e una piccola parte del mondo la osserva.
Chiaccherando.
Viene fuori che ha avuto una storia con una amica.
Una storia così.
Solo sesso.
Senza nessun coinvolgimento.
Con la maliziosa complicità del ragazzino di turno, perfettamente a conoscenza dei gusti anfibi della ragazza e – dicono i più maligni, non senza una certa invidia – anche partecipe.
Pare che le ragazzine di oggi vivano la loro sessualità con voracità sconosciute alla generazione che le commenta.
Gli è che Ken è scomparso dal mercato delle bambole.
Ormai si trova solo Barbie e un efebico Ken_Principe_Filippo.
In questa situazione, diventerebbe lesbica anche Margaux Te Lo Rizza di Russ Meyer.

Istanbul (Un libraio improbabile)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/06/2008

IMG00109E’ una strana città.
Una città che ha lottato contro l’Asia ed è stata sconfitta.
Non erano  barbari gli invasori.
Non lo erano affatto.
Non sono infedeli coloro che vivono di preghiera nelle moschee.
E’ meravogliosamente profonda la loro preghiera.
Silenzio.
Silenziose genuflessioni verso una finestra aperta in direzione della Mecca.
La preghiera non ha bisogno di immagini: gli iconoclasti hanno vinto.
Ha bisogno solo di una direzione, di guardare verso la salvezza, verso il ritorno, il pellegrinaggio.
Ci sono molte città in Istanbul.
Tutte vecchie.
Antiche.
Moderne.
Una continua – e viva – contraddizione.
Esiste a Galata un libraio.
Vende libri vecchi.
Libri nuovi e libri antichi.
Mischiati.
Non hanno prezzo i libri di Istanbul.
Non viene neppure stampato sulla quarta di copertina.
I libri, qui, sono ancora una mercanzia.
Il cui prezzo sta negli occhi dell’acquirente.

Governare un rottame (Glossando Bukowski)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/06/2008

CarlettoIn Storie di ordinaria follia, da qualche parte, Carletto Bukowski scrive sul significato di governare un rottame.
Il racconto è tanto acido quanto duro.
Probabilmente corretto.
Lei è un rottame grasso.
Sporco.
Un figlio minorato.
Porta delle mutande azzurre di cotone rotte.
Carletto Bukowski spiega che il bello del trombarla sta nel senso di gratitudine che lei emana.
Grazie di accettarmi malgrado quello che sono diventata.
Un senso di gratitudine – temo – non particolarmente diverso da quello che lo stesso Carletto proverà per la ninfetta della foto.
In ogni caso, gli esperti sostengono che governarsi le brutte può dare molte più soddisfazioni che rigovernarsi le belle.
E’ una soddisfazione che mi è mancata sinora.
Non mi va di sentirmi addosso la gratitudine di nessuno.

Il matrimonio di Sissi

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/02/2008

Sissi ha appena comprato il vestito da sposa.
Un acquisto importante.
Delicato.
E’ andata con la mamma.
Hanno discusso a lungo con le commesse.
Hanno visto tutti gli abiti possibili.
Sissi avrebbe voluto un vestito da principessa.
Di quelli che vendono al Disney store.
E’ uscita con un abito frugale.
Bello ma frugale.
Si sposa Sissi.
Lo deve fare da tanto tempo.
Lo ha desiderato a lungo.
Il suo amore è un principe azzurro.
Con porsche cayenna e cifre sui polsini slacciati.
Sissi lo guarda rapita.
Il suo è uno sguardo da Arianna, la principessa della Bella addormentata nel bosco.
Fa male Sissi.
Fa male e commuove nello stesso tempo.
Commuove perché è una bambina.
Arianna che sposa Filippo giocando con Barbie e Ken.
Fa male perché non ha capito come mai le fiabe finiscono con i matrimoni, senza mai conitnuare.
Non sa cosa c’è dietro il Vissero felici e contenti o i baffi bagnati di idromele di Pushkin.
Nel suo caso non è nemmeno difficile.
Basta soffermarsi e avere occhi per vedere il sudore dell’amante sulla giacca appena stirata del principe Filippo.
Due mesi prima del matrimonio.
In una cena dai futuri suoceri.

Big Bamboo

14 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/02/2008

Lei è una anziana ragazza.
Poco più di cinquanta anni.
Portati con l’amarezza di una abbronzatura al neon.
Largotta.
Fasciata di tailleur gessati che dovrebbero snellirla.
I denti guastati da un antibiotico che rivelerebbe l’anagrafe anche se lei volesse o potesse nasconderlo.
Il rossetto troppo vivo.
Ha superato quell’età in cui gli amici provano ad organizzare cene per proporre incontri.
E’ entrata nella dimensione del Big Bamboo.
Parte – ogni anno di quest’epoca – per un tour caraibico.
O in Nord Africa.
O da qualsiasi altra parte: in Brasile, in Messico, in Giamaica, non è importante.
L’importante è poter scendere dall’aeroplano, correre verso una spiaggia, contrattare un corpo e lasciarsi stupire dal Big Bamboo.
Quindici giorni di follie al prezzo di un charter.
Quindici giorni per tornare abbronzata e sorridente.
Il volto come una latta che sta per traboccare.
Gli amici che non possono non chiedere del viaggio né fare a meno di sorridere quando risponde che al solito la cosa più difficile di un viaggio è lasciare gli amici che si sono conosciuti.
Eppure è una donna intelligente e si dura fatica a credere che possa far finta di non sapere che la sua felicità si apprezza in termini di cibo per una settimana e che lei per il suo "amico" non è che una bottiglia da riempire.

Trenta chili: un altro punto di vista

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/01/2008

Si e’ parlato di trenta chili e della sua antica bellezza, chiusa dentro una malattia apparentemente insolubile.


Si sono dette molte cose su di lei e sui suoi figli, sulla loro soitudine apparentemente inarrestabile.


Forse si e’ detto troppo.


Perche’ si e’ sempre parlato solo del nostro punto di vista, del nostro sguardo, malato di nostalgia e di consapevolezza.


Esiste un altro modo di guardarla.


Un modo duro.


Che non le perdona lo sguardo progressivamente piu’ vuoto.


Che non accetta la sua incapacita’ di ridere dei giochi dei bimbi, di quegli scherzi sciocchi ed innocenti che riempiono il cuore dei genitori.


Che vede il rimprovero del suo sguardo mentre si sta perdendo e non riesce a capirlo.


Perche’ non e’ facile capire una persona che non riesce piu’ a vivere.


Non e’ facile accettare la metamorfosi inarrestabile di un corpo piegato da una malattia che e’ solo pensiero e resa.


Non e’ facile sentire il peso della sua caduta sul proprio spirito.


E allora uno puo’ pensare anche di fuggire.


Solo per un momento.


Solo per respirare. Il tempo di riprendere fiato fra due braccia che hanno la forza di abbracciare.


Perche’ non si e’ nati per trovare degli occhi vuoti incorniciati da un fuoco spento.


La resa e’ una sconfitta che non perdona.


Annienta ed annichilisce.


Si scompare cosi’. Ci si arrende alla vita. Come naufraghi che si cibano di cadaveri.

Con lo strabismo nel didietro

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/01/2008

Nei sederi delle donne, si può scorgere l’ombra della loro origine.
Alcuni sono musicali. Come di antiche cortigiane.
Altri larghi e forti, da fattrici.
Oppure stretti, quasi efebici, come di danzatrici.
O ancora sfatti, da nomadi a cavallo, che hanno cucinato generazioni di tartare fra le gambe.
Ovvero duri e secchi, arcigni, da sciatrice di slalom, che fanno immaginare il coito retroverso come una ghigliottina.
L’antropologia dei sederi è arte raffinata.
Ma ha un grave difetto di carattere pratico: non può essere esercitata palesemente.
Queste sono tutte osservazioni prese a prestito.
Da un imbarazzante voyeur strabico ogni oltre misura.
A tal punto, da sostituire l’osservazione alla pratica.
Quella pratica che prende l’avvio in cene ed aperitivi piuttosto complessi da gestire senza riuscire a guardare il proprio oggetto del desiderio se non con acrobazie pupillari che lasciano sempre il dubbio di cosa il disgraziato stia fissando.

Giulia

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/01/2008

Giulia ha quarantotto anni.
Forse quarantanove.
E’ stata bella.
Molto bella.
Adesso dimostra sessantanni.
Dimostra sessantanni portati bene.
E’ invecchiata male, Giulia.
Molto male.
Appena sposata ha comprato un appartamento.
Un appartamento molto bello.
In un condominio molto borghese.
Era sposata.
Con un banchiere.
Una bimba molto bella.
Una di quelle bimbe che sembrano nate per essere belle.
Non è passato molto tempo.
Suo marito è andato via.
Giulia non lavorava.
Era solo bella.
Ha cominciato a lavorare.
Un lavoro che gonfia le gambe.
La pedicure a domicilio.
Una borsa pesante ed i piedi degli altri sulle sue gambe.
Calli e duroni.
Non è riuscita a pagare la casa.
L’ha venduta.
E’ andata via.
Senza saluti.
Era diventata più simile al portiere che agli altri condomini.
Un peccato che non si perdona.
Un peccato che si paga con l’invisibilità.
Anche la figlia è andata via.
Insieme alla casa.
E’ tornata con il padre.
Fa male adesso incontrarla in un cinema.
Fermarsi a parlarle.
Trovare nel suo sguardo la gratitudine di essere riconosciuta.
Trovare nelle sue parole lo stupore di essere considerata.
Anche solo in quelle poche chiacchiere che separano due persone civili dall’inizio di uno spettacolo.

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