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Tag Archive for: bellezza

Il giardino segreto delle donne

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/01/2008

Il giardino segreto delle donne è al centro delle loro gambe.
Segreto.
Perché proibito.
Proibito.
Perché segreto.
Ne sono giardiniere attente.
La forma di questo giardino svela molto.
Può essere denso.
Quasi una foresta pluviale.
Egualmente selvaggio ed impenetrabile.
Oppure rado.
Come una brughiera.
Dolce del sapore dell’erba al mattino.
Ma può anche essere un deserto.
Senza neppure un filo d’erba.
Attentamente ripulito.
Nel primo, la giardiniera è orgogliosa della propria natura.
La rispetta.
Nel secondo, la giardiniera si coltiva.
Come un giardino all’italiana.
Segue i propri contorni.
Li addolcisce.
Ma lascia sempre il seme della natura selvaggia.
Nel terzo, la giardiniera abbandona la propria natura.
La doma completamente.
Quasi a trasfigurarvi il suo pensiero.
Sempre la bellezza di un giardino segreto è l’animo del suo giardiniere.

Un amico

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/12/2007

Di solito, gli amici si incontrano nella adolescenza.
E’ facile innamorarsi di un animo nel momento in cui il nostro spirito sta cercando di comprendere il mondo.
E’ molto più difficile scoprire una amicizia da grandi.
Si è più diffidenti.
Il mondo che da piccoli ci sembrava infinito rientra sempre più velocemente nelle pareti delle nostre case.
Occorre coraggio per trovare un amico da adulti.
E’ difficile e meraviglioso.
C’è nell’amicizia, al centro dell’amicizia, una sorta di motore immobile.
La capacità di stupire l’altro con il proprio animo.
Così  può succedere che un amico, una persona di cui si è innamorati nel senso più tenero della parola ed al quale il mondo sta crollando addosso, pensi al fatto che è tardi e che devi tornare a casa.
Si preoccupi di te.
Senza pensare al suo dolore.
Ma spiegandoti che cosa significa l’amicizia.

Trenta chili

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/12/2007

La solita stanza bianca che si sforza di essere accogliente: mobili colorati da cure palliative.
Lei ha quarant’anni.
Fissa il vuoto.
E’ sola.
Aspetta.
Magra di una denutrizione malata che l’ha resa evanescente.
Trenta chili per un metro e settanta.
Cerchi di sorridere ai suoi occhi mentre ti oltrepassano.
Ti accorgi di conoscerla.
La conosci.
Conosci i suoi figli e anche la sua antica bellezza.
E le usi la pieta’ di cambiare stanza.

Una sorpresa di ferragosto

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/11/2007

Un antico palazzo centrale.

Bello come sanno essere belli i palazzi che sono riusciti a restare incompiuti prima di diventare decadenti. Alcuni uffici, le stanze dei proprietari originari sparse, frazionate, disperse: come una raccolta di francobolli dopo un colpo di vento.

Il figlio del fabbricatore di angeli ha un attico. Poche stanze, con molto charme, affacciate sui tetti. Non e’ amato. Non era amato suo padre e nemmeno lui puo’ esserlo. Ma e’ un bell’uomo. Non alto, forse, ma con l’aria mite e gentile di chi non avrebbe voluto essere tanto fortunato. La moglie se l’e’ dovuta cercare lontano.

E’ bella lei. Molto olandese nel suo essere occhi grigi e capelli neri. Alta. Orgogliosa. Un bell’incedere fatto di mostrarsi senza vedere.

Hanno un figlio. Una decina d’anni, portati con tutta l’arroganza di chi sa essere orgoglioso del proprio sangue marchiato. Di chi sfida gli sguardi che conoscono la sua impresentabilita’.

Lei fa la stilista. Dice di fare la stilista. E si accompagna sempre con un’altra donna. Bella anch’essa. Lo stesso sguardo di straniera. Lo stesso modo di portare gli abiti come se fosse nuda e non le importassero gli sguardi, come se non si spogliasse per farsi guardare.

La sorpresa di agosto e’ lui che torna a casa ad un’ora imprevista. E trova lei e l’altra annodate nel talamo. Stupite ma orgogliose come conchiglie. Le butta fuori di casa. Due donne – ancora nude e capaci di restare bellissime – che attraversano il caldo deserto di un pomeriggio a mezzo agosto, rincorse da un nanetto imbestialito e urlante. Loro che sembrano fuggire per pieta’, per non umiliarlo con due sganassoni. Che ne sarebbero capaci e gli farebbero male. Parecchio.

Lo si e’ visto da solo per qualche mese. Solo, ma non senza il figlio insopportabilmente costretto a inventare una nuova arroganza, intagliata sul nuovo marchio che gli era stato donato.

Poi lei e’ tornata. Forse e’ voluta tornare, forse lui l’ha richiamata. Non si sa. Vivono di nuovo insieme. Esattamente come prima, ma quella che era una amica adesso e’ diventata una pelliccia da ostentare dinanzi a tutti, una frequentazione a meta’ fra il trofeo e lo scalpo (del figlio del fabbricatore di angeli).

Un quesito

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/10/2007

Da sempre, sono colpito quando vedo una donna molto bella abbracciata ad un uomo non altrettanto rimarchevole.
Nel periodo in cui, per me, il quesito più importante era se le donne fanno la pipi dallo stesso posto da cui fanno la popo, come la bambola della sorella del mio amico del cuore, oppure sono fatte come la sorella medesima, che giurava di fare la popo come i maschietti e la pipi da un’altra parte, ho passato molto tempo a chiedermi perché le bambine preferivano i ragazzi brufolosi delle medie alla nostra paffuta ed elementare innocenza.
Ecco, questi sono quesiti che con il tempo si sono trasfigurati.
Quando, questo pomeriggio, ho visto un signore abbastanza avanti negli anni, con un pancione strordinariamente significativo, diciamo sul genere che obbliga a fare la pipi a memoria perché rivederselo è impossibile (e comunque sarebbe commovente), abbracciato a due ragazze sui venti anni, da copertina di una rivista di moda, non mi sono più chiesto come facesse.
Mi sono, invece, chiesto quanto pagava e, in subordine, ma questo era il vero quesito, se lui era quello che pagava o quello che faceva pagare e che, come tutti i commercianti del suo genere, stava semplicemente esibendo la mercanzia.

Uno che è stato un bambino invisibile

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/10/2007

Lo conosco fin da piccolo.
Quando gli altri bambini giocavano a pallone, lui faceva collezione di gomme da cancellare  profumate con le sorelle più grandi.
Una famiglia strana, soffocata da un padre molto di successo, affascinante, non particolarmente votato alla fedeltà coniugale.
La madre, triste: una bella donna invecchiata anzitempo dai tre figli, acida.
Lui quasi invisibile nell’assenza del padre, nella disperazione isterica della madre, nella graziosa vacuità delle sorelle.
Mi è cresciuto accanto.
Quando è diventato grande, ha cominciato a parere un pò troppo effeminato.
Delicatamente bello, quasi efebico, un modo cortese di porgere le cose nel conversare.
Sensibile, a tratti eccessivamente sentimentale, ma sempre intelligente.
Veniva spesso a casa mia, finché una volta si sentì in dovere di confessare al mio imbarazzo il suo innamoramento.
Non ci siamo quasi più visti.
Oggi era seduto su una panchina, nelle prime ore del mattino, il viso orrendamente truccato, l’aria disfatta di una notte malvissuta.
Mi  sono fermato a salutarlo.
A salutare il suo stupore: non pensava che mi sarei fermato.
E  mi sono ricordato di avergli  voluto bene.
Di volergli ancora bene.
Assorbendo una volta di più tutta la sua sofferenza di bambino invisibile.

Chi li ha sciolti? (calze e collant)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/10/2007

Chi è che ha sciolto il goliardico merciaio che ha venduto i collant a righe orizzontali a quella scatola di donna che mi sono trovato davanti in un ascensore?
Chi le ha consigliato di imballare i propri cotechini in una rete da salame?
Chi è stato così attentamente crudele?
Anche i venditori di biancheria, talvolta, dovrebbero praticare l’obiezione di coscienza.

Le inventrici della fica

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/09/2007

Hanno la fronte alta.
Spaziosa, inutilmente.
Incedono, anziché camminare.
Dominano lo spazio.
Lo sguardo attentamente ritoccato.
La bocca che non sorride mai al di là delle estreme frontiere della chirurgia estetica.
I denti, odontotecnici fili di perle.
Convinte del potere della loro invenzione taumaturgica.
Attente a cercare di trasformarla nella definitiva scoperta di chi le circonda.
Arriva  un giorno, perché quel giorno arriva sempre, nel quale si scoprono vecchie.
E diventano belle.
Di una bellezza tragicamente patetica.
Di un dolore sfiorito.
Ma è difficile coglierle in quell’attimo.
Prima che la loro resa diventi insopportabilmente aspra.

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