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Tag Archive for: #Bimba_Impertinente

Bimba piccola e il diritto dell’ambiente

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/06/2020

Notte in rada.

Chiacchiere da pozzetto.

Mi allungo sulla poppa per fare pipì.

Bimba Piccola mi guarda e chiede che fai?

Rispondo che si tratta di uno scarico non autorizzato e le spiego che dal 1976 in Italia tutti gli scarichi devono essere autorizzati.

Lei mi ascolta con sufficienza e mi chiede: Babbo, perché di notte sono scarichi non autorizzati e di giorno illeciti paesaggistici?

Sarcasmi bigotti di un padre adolescente (Sgommate)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/03/2019

Per questo post non ci sono immagini perché le sgommate sono ciò che resta sulla ceramica del wc del momento più freudiano della giornata.

Bimba Piccola le usa per vendicarsi del mondo e della sorella.

Le lascia intatte. Muta testimonianza di spregio. Come un livornese può scrivere Pisa merda nel gabinetto di un aeroporto.

Bimba Impertinente le odia con lo stesso spirito di un ufficiale di marina che trova una cima non addugliata.

Protesta con il padre perché la sorella non ascolta.

Il padre prende la sua pazienza e pulisce.

Perché? non sei stato tu!

Chiede Bimba Impertinente.

Perché sono io che dovevo educarla e non ci sono riuscito

Risponde la stanchezza del padre mentre rinuncia alla seconda tazza di caffè americano.

I pensieri scorretti di una Ragazza Impertinente (il compito dopo la vacanza)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/02/2019

Ragazza Impertinente è mancata da scuola per una settimana di vacanze.

Durante questa settimana, c’è stato un compito di greco e il padre ha scritto una lettera molto garbata alla professoressa chiedendo il permesso di portare la figlia a sciare.

La professoressa, con altrettanta cortesia, ha risposto che non vedeva controindicazioni e che Ragazza Impertinente avrebbe recuperato il compito al suo rientro.

Così è stato.

Con una precisazione importante che la versione del compito recuperato era molto più difficile della versione data alla classe.

Ragazza Impertinente si è lamentata con il padre.

Irragionevolmente.

Se si va in vacanza quando gli altri studiano, lo si fa perché si è più bravi degli altri e lo si deve dimostrare.

S’invecchia anche sugli sci

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/02/2019

Lo penso mentre la guardo scendere.

Lei ormai scia molto meglio di me.

Ha gambe più agili e uno stile perfetto.

Scodinzola sui muri delle piste più difficili con naturalezza e si fa aiutare dalla massima pendenza.

È brava.

Eppure quando viene con me si mette sempre dietro e mi segue.

Sono attimi di perfetta felicità questi.

Perché non mi segue per imparare.

Non più.

Ma perché ha paura che cada e vuole rialzarmi.

Non diventa meno penoso invecchiare. Diventa semplicemente bellissimo. Bello come l’infanzia o l’adolescenza se si ha il coraggio di capirlo.

Perché questo in fondo fa la differenza. Che da piccoli non so ha bisogno di capire che si vuole diventare grandi mentre da vecchi si deve capire che non si è più giovani.

Se lo si capisce, allora si vedono anche le cose che lo rendono bello.

Come una figlia che ti segue non più per imparare da te ma per aiutarti. Per poterti aiutare.

Oggi, non c’ero (Il primo giorno di liceo di Bimba Impertinente)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/09/2018

Oggi, il primo giorno di liceo di Bimba Impertinente, non c’ero.

Non ci potevo essere e comunque non sarei stato una presenza gradita.

Non avrò le fotografie di Bimba Impertinente che attraversa il portone del liceo da collazionare con il nido, la materna, le elementari e la scuola media. Mi dispiace.

Io non volevo fare il liceo classico e nemmeno il liceo che ho fatto. Ne avevo paura. Avevo paura di non riuscirci, di non essere all’altezza.

Ho imparato ad amare questo liceo giorno per giorno, versione per versione, senza mai sentirmi davvero all’altezza delle cose che stavo studiando, dei temi che mi venivano proposti.

Poi mi sono trovato tante volte a spiegare perché quei cinque anni passati a sudare la Germania di Tacito e riflettere sul motore immobile di Aristotele erano stati per tutti noi così importanti.

Sono due gli argomenti che spesso ho utilizzato.

Il primo è che al liceo classico, non si impara a far di conto. La matematica è soffocata dal latino e dal greco e questo può disturbare molto chi crede nella importanza dei numeri e di saper far di conto più velocemente della persona con cui fa affari facendo le vesti di conversare.

La mia società conta spesso, l’essenziale è quasi sempre un numero e quel numero è il punto di arrivo di un algoritmo solo apparentemente matematico, come il prezzo di un’opzione su un mercato non regolamentato.

Al liceo classico, si impara che i numeri sono meno importanti delle parole, non sono niente senza lo sforzo di capire che è proprio di chi cerca il significato delle parole e le parole contengono le persone.

Il secondo argomento è legato alla specificità del latino e del greco. Le lingue hanno sempre una loro specificità che deriva dalla funzione che hanno assolto. L’inglese è una bellissima lingua di connessione, la cui eleganza è la semplicità. Il francese è diplomatica poesia. Il tedesco, precisione di medici, ingegneri e filologi. L’italiano è una lingua di ricordi, serve per raccontare un paesaggio mentre sta scomparendo.

Il latino ed il greco, invece, sono lingue morte, che si conoscono non per come erano parlate da un mercante della Beozia o da un mercenario di Brutium, ma per come furono parlate da poeti talmente raffinati e profondi da resistere alle notti barbare.

Di una parola greca o latina, noi non conosciamo il significato quotidiano ma solo quello che ha avuto nella lingua scritta di uomini dalla sensibilità eccezionale, capaci di raccontare il discorso di un guerriero all’oceano dell’eternità e di esprimere con una sola parola la potenza di una persona nell’attimo in cui stava diventando polvere.

Ho pensato a questo oggi che era il primo giorno di liceo di Bimba Impertinente e non glielo ho detto perché sono cose che si capiscono solo se si capiscono da soli.

A lei, ho detto solo che anche sul mio banco qualcuno aveva inciso con una chiave la frase “Dio aiutami”, che ha trovato incisa sul banco della sua classe e che mi ha fatto ricordare l’angoscia delle versioni prima di trovare il bandolo della matassa.

Perché il liceo è anche saper dialogare con quell’angoscia, senza la quale, forse, non s’impara molto.

I pensieri politicamente scorretti di una Bambina Impertinente (Quirinale)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/01/2018

Bimba Impertinente ha visitato il Quirinale.

Le è piaciuto moltissimo.

Chiedo perché.

Ci pensa.

Un paio d’ore.

Risponde, sintetica, come sempre:

C’erano lampadari di tutti i tipi

È vero.

E soprattutto è un punto di vista adorabile.

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