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Tag Archive for: brambilla

Pesce d’aprile

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/04/2011

pesciMemoria difensiva della Minetti.
Mossa consentita dal codice di procedura penale, ma non frequente.
I penalisti, di solito, la sconsigliano.
E' solo un modo per consentire al pubblico ministero di conoscere gli argomenti della difesa e prepararsi una replica.
Difatti, né Fede né Mora, indagati insieme alla Minetti per sfruttamento della prostituzione hanno presentato memorie ed entrambi hanno reagito in termini non esattamente britannici a quanto la Minetti avrebbe scritto.
Perché la difesa della Minetti ha anticipato la disclosure della propria difesa?
Sicuramente non per motivi tecnici.
Che la Minetti non conoscesse la minorenne ospite del Primo ministro era cosa che poteva essere detta in udienza preliminare.
Che la Minetti possa parlare di voce propria, invece, era cosa che era bene si sapesse ben prima della udienza preliminare.
E la sensazione è che la voce della Minetti possa essere davvero molto pericolosa per questa strana Bisanzio di nani, signorine, eunuchi, buffoni e lacché in cui ci tocca di vivere.

Chi li ha sciolti (Il leghista riflessivo: Bevi meno)?

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/03/2011

Lega Nord Cola e Green TeaIl leghista riflessivo è un politico locale che dopo un certo numero di giravolte e capitomboli elettorali è finito nelle liste padane.
E' persona riflessiva perché spesse volte inizia il suo discorrere, di esemplare lentezza, con un Ho riflettuto e …
Dopo di che cava le parole dai pensieri con il forcipe e non senza errori di sintassi.
Che urtano il sistema nervoso anche a causa della saccente lentezza con cui vengono distillati.
La sua ultima fissazione sono i musulmani residenti nel nord Africa.
Dice, con quel tono da Reader's Digest che caratterizza la vera erudizione, che un recente sondaggio pubblicato dal Corsera evidenziarebbe che la maggioranza dei giovani egiziani sarebbe:
– a favore della sharia
– a favore della lapidazione degli adulteri
– a favore della pena capitale per i blasfemi e gli abiuri
– a favore delle punizioni corporali per i ladri, sino al taglio della mano
Un tanto lo preoccupa assai.
Non sono persone che meritano di essere considerate civili.
–> Ma lei che cosa propone?
Ci si permette di chiedere con sommessa stanchezza, più per riposare le orecchie per il tempo della domanda che non per avere una risposta, che però non tarda:
–> Io ci butterei una bomba atomica …
Meno male che il problema era il dialogo fra tolleranza ed intolleranza.
L'unica è sperare che il figlio diventi omosessuale e con un padre del genere chi scrive ci sarebbe portato.

Corpi al Sole

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/02/2011

gazprom-moscowIl miliardario ridens aveva due amici di baccanale ed uno zietto affettuoso.
Il primo gli ha regalato un letto.
Il secondo gli ha suggerito la formula del Bunga_bunga.
Lo zietto gli ha prestato la nipotina per le sue serate da satiro grottesco.
Il miliardario ridens non ha portato fortuna a nessuno dei tre.
Due sono travolti dalla ventata della rabbia che sta agitando le sponde del Mediterraneo.
Il terzo dovrebbe essere imbestialito con il miliardario ridens.
E' del 17 febbraio, la notizia che Eni, benedetta da Berlusconi, e Gazprom, benedetta da Medvedev e vero centro del potere russo, hanno raggiunto un accordo da oltre Euro160Mln per la cessione di parte dei diritti di Eni sul giacimento di Elephant.
Nel mezzo della rivolta libica ed il giorno prima che questa scoppiasse.
Una sòla.
In perfetto stile partenopeo.
Le carezze di Noemi non sono state inutili per gli interessi nazionali.
Sarà per questo che la difesa del Primo Ministro chiede il reato ministeriale?

Non fate l’onda

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/01/2009

GelminiLa Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge 1966 di conversione del decreto legge n. 180 del 10 novembre 2008.
Il decreto legge 180 aveva sollevato l’onda studentesca.
Non ci sono modifiche sostanziali nel testo convertito.
Il governo ha anche posto la fiducia chiudendo le porte al dibattito parlamentare e impedendo il voto sugli emendamenti al testo approvato dal Senato.
Senza una motivazione.
Anzi con la motivazione (in questi termini, l’onorevole Vito) che l’ingorgo decretizio rendeva impossibile attendere i tempi di una discussione in aula.
E’ un argomento che si basa su un riferimento circolare: siccome ci sono troppi decreti, che vengono decisi dal governo, il governo non può rispettare le lungaggini del Parlamento nella loro conversione.
Queste lungaggini si chiamano: esame in commissione, relazione all’assemblea, discussione in assemblea, voto.
Vengono sostituite da un solo voto dell’assemblea su un testo bloccato, preceduto dalle dichiarazioni di voto dei capogruppo parlamentari.
Il disegno di legge era stato oggetto di pesanti rilievi sia dell’Ufficio studi della Camera che del Comitato per la legislazione.
Come dire: non solo il contenuto della proposta di legge è discutibile sul piano politico, ma è anche sbagliato sul piano delle regole di drafting che consentono una corretta interpretazione delle disposizioni normative.
Il tutto è finito sui giornali, soffocato da altre notizie più appetitose: Alfano e why not, Il Vaticano e Israele, Gli interventi di Obama per il rilancio delle economie, Le discussioni fra Bossi e Berlusconi su Malpensa, Il futuro della Brambilla: primo ministro della Repubblica in guepiére.
La conversione in legge, che rende definitivo quello che prima era assolutamente precario e provvisorio, però,non ha sollevato nessuna onda.
L’onda aveva bisogno dell’inizio dell’anno accademico per scatenarsi.
Gennaio è un periodo di pausa dalla attività didattica e di esami.
In questi giorni, solo di pausa.
Un periodo che non favorisce le proteste: perdere una lezione non ha mai fatto male a nessuno, saltare un appello scoccia assai di più.
Il futuro dell’università, dal punto di vista delle proteste studentesche, dipende dal calendario accademico.
Non è per nulla serio e dà decisamente ragione al ministro.
Purtroppo.
Ma parecchio purtroppo.

Impuniti

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/02/2008

imageNel giorno, in cui il Partito Democratico ha deciso di non candidare il Talleyrand di Nusco, anche il Partito delle Libertà della Michela Vittoria Brambilla ha fatto un importante annuncio.
Eccolo.
Non sarà candidato chi ha processi in corso.
E’ una affermazione importante.
Molto importante.
Se vogliamo un po’ qualunquista e costituzionalmente inopportuna: un processo pendente non vale come colpevolezza. Una persona può essere accusata ingiustamente ed in ogni caso è innocente, esattamente eguale a tutti gli innocenti, finché non è condannata con una sentenza passata in giudicato.
Ma molto più inopportuna e costituzionalmente spiacevole la puntualizzazione di Sandro James Bondi, l’ex sindaco comunista di Porcari, ridente località fra Altopascio e Lucca.
Bondi ha precisato che questa regola non vale per i processi di chiara matrice politica.
Non scandalizza tanto l’esclusione di importanti esponenti del Partito delle Libertà da un principio che nella sua essenza giustizialista si è già criticato.
No.
Non è questo.
Quello che disturba è che in questo modo si trasforma una candidatura in una convocazione dei comizi elettorali con finalità assolutorie.
E’ noto l’argomento di Berlusconi: non mi interessano le condanne dei giudici quando il voto dei cittadini mi assolve.
Questo argomento adesso diventa esplicito già prima del voto: mi candido perché il processo cui sono sottoposto ha natura politica, di talché se vengo eletto il corpo elettorale ha giudicato l’azione penale nei miei confronti come strumentalmente persecutoria.
Cazzo, verrebbe da aggiungere.
Ma non sarebbe elegante.

Chi li ha sciolti? (cappotto e francesine)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/11/2007

Un treno regionale.
Mattina presto.
Sporco, il giusto.
Ognuno più o meno al solito posto.
Nemmeno fosse un aereo di paracadutisti.
Sale una tizia.
Appariscente.
Il cappotto lungo.
Si siede.
Il cappotto si apre.
Accavalla le gambe, con fare sinuoso.
Porta una minigonna ai limiti del codice Rocco.
Le calze sono appena sopra il ginocchio.
Un’ora di gambe accavallate e scavallate.
Praticamente una lap dance alle sei e mezzo.
Ma doveva venire proprio qui a fare la sorella gemella della Brambilla?

Il pipi di Silvio

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/11/2007

Che Berlusconi si dia al pipi e’ cosa che nessuno avrebbe potuto sperare.

Nemmeno la Brambilla, sinceramente provata dalle gelosie soffocate di Bondi e Dell’Utri.

Ha scelto piazza San Babila, un bagno di folla nazionalpopolare, più simile alla inaugurazione di un ipermercato che alla politica plebiscitaria di questi ultimi tempi.

Ci e’ arrivato dopo avere allontanato Fini e Casini con offese da basso trivio e Bossi che di politiche del pipi se ne intende  non commenta e sta a guardare.

E la apparente assurdita’ di questa mossa e’ preoccupante: timeo danaos et dona ferentes.

L’uccello di Clemente

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/10/2007

New York, 8 ottobre 2007 – Columbus Day (che peraltro cade il 12 ottobre)
Il ministro della giustizia, e non anche della grazia, italiano sbotta in un simpatico: "I biglietti, li ho pagati io, per i cazzi miei: 8.800Euro per me e mia moglie Sandra".
Di conseguenza l’uccello del ministro vale più di ottomila Euro, quasi novemila.
Non è male.
A parte, il feticismo, quello che conta mi pare che siano due polemiche.
Da una parte, i costi della politica e dell’uso personale della politica. E’ una polemica che si affaccia dai tempi della unificazione, che ha ammalato politici, come Giolitti, dallo spessore un pò più denso del guardasigilli di Ceppaloni.
E’ una polemica su cui continua a valere la pena di interrogarsi perché coinvolge il prezzo del consenso e le dinamiche della democrazia.
Temo, però, che sia una polemica vecchia: il consenso si forma in maniera sempre meno clientelare.
O meglio attraverso clientele sempre meno ceppalonesche.
E’ sempre più vecchio, e forse anche sterile, il meccanismo del voto di scambio, il prezzo dello scambio ha un moltiplicatore molto più basso del costo della propaganda.
Le autoreggenti della Brambilla generano più consenso per Berlusconi di un posto alle poste e gli costano molto meno.
La seconda polemica riguarda l’autonomia della magistratura.
Qui, forse, Mastella non ha tutti torti.
Esiste uno scandalo in Lucania: avvocati e magistrati che pilotavano le cause, non solo penali, ma soprattutto civili, per il tramite di una consorteria trasversale al sistema politico e fortemente interconnessa con lo stesso.
E’ uno scandalo di cui non si comprendono bene i confini.
I giornali ne hanno sempre parlato nelle pagine interne.
Non è facile nemmeno rammentare il suo esatto contenuto.
La comunicazione di questo scandalo oggi è che il magistrato coraggioso che ha cercato di portare in dibattimento il malaffare rischia di essere trasferito.
Ma:
(i)   questo magistrato aveva chiesto di essere trasferito a Napoli per motivi personali, sicché aveva già deciso di mollare l’osso;
(ii)  questo stesso magistrato ha consumato somme particolarmente ingenti, oltre un milione e mezzo di Euro, in indagini che potevano essere delegate alla polizia giudiziaria, come indagini assai più complesse e delicate sono state affidate alla polizia giudiziaria da Falcone o Borsellino;
(iii)  vi è nella autonomia costituzionale della magistratura, un duplice filtro: da una parte, gli ispettori ministeriali cui sono affidate le indagini che sole possono giustificare l’attivazione del potere disciplinare del CSM su impulso del guardasigilli sono magistrati; dall’altra parte, il CSM è composto per due terzi da magistrati, sicché il potere politico può materialmente molto poco nei confronti di un magistrato se la classe dei magistrati non condivide le sue censure.
In questo, Mastella mi pare che abbia assolutamente ragione: se i suoi ispettori gli denunciano delle irregolarità, lui ha il dovere di attivare il consiglio supremo della magistratura ed il consiglio ha il dovere di verificare la sostanza di queste irregolarità.
Aggiungo che, a mio parere, non è una irregolarità da poco l’esternalizzazione delle indagini. Lo Stato ha il dovere di far fronte alla lotta contro il malaffare utilizzando il proprio apparato perché la pubblica amministrazione è vincolata al principio di legalità ed al dovere di imparzialità. Fare a meno di questo appparato significa anche fare a meno di questi valori costituzionali. In questi casi, ci si deve chiedere perché il magistrato titolare delle indagini ha utilizzato dei consulenti di propria esclusiva fiducia e rispondersi che gli apparati dello Stato erano al servizio del malaffare può essere comodo.
Infine, dire che il CSM ha già censurato Mastella perché non ha concesso le misure cautelari che il guardasigilli chiedeva (così Giuseppe D’Avanzo su Repubblica di oggi) è falsificare la realtà: le misure cautelari sono concesse sulla base di una cognizione sommaria, che lascia del tutto impregiudicato il merito della questione.
Insomma, Mastella è un relitto storico.
Naif.
Non simpatico.
Odioso quando afferma di non poter essere sottoposto al giudizio della opinione pubblica perché sorretto dal voto massiccio dei suoi elettori.
Ma anche la magistratura non è sempre simpatica.

Il sonno del senatore. Nuovi profili del diritto di resistenza

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/08/2007

Pare che nel porto di Lipari vi sia stato un importante attentato.
Lo yacht dell’industriale Della Valle è stato sganciato dagli ormeggi.
Abbandonato, libero di insabbiarsi o di arenarsi o – più probabilmente – di urtare altre imbarcazioni.
A bordo, il senatore Mastella.
Un’unica dichiarazione: "non mi sono accorto di nulla. Dormivo".
Sembra possibile osservare che:
(i)   quando accade qualcosa di potenzialmente irreparabile, il senatore Mastella dorme;
(ii)  quando il senatore Mastella non può dire di non essere stato presente, ammette la presenza, ma la ammanta di un sonno provvidenziale, che ricorda i miti greci o l’Ariosto;
(iii) il sonno dell’onorevole Mastella è pesante;
(iv) sullo yacht di Della Valle l’onorevole Mastella si sente a casa e dorme della grossa, come non può fare in Parlamento, dove è impegnato a difendersi dai multiformi attentati che le opposizioni (l’attuale e la potenziale) muovono alla sua forza di governo (attuale e potenziale);
(v) l’onorevole Mastella non è interessato né alle primarie del partito democratico (brillantemente occupate dal dibattito Venditti – De Gregori, rispettivamente spalleggiati da Milva e Vecchioni), né alla maliziosa occupazione mediatica della autereggente Brambilla, né al pellegrinaggio verso Santiago di Cuffaro, che ieri invocava la sua presenza con toni nostalgici.
Al di là di queste osservazioni, l’attentato appare nobilmente simbolico.
L’attentatore non ha cercato di fuggire e – nella consapevole adesione alle tradizioni risorgimentali – si è lasciato arrestare dai carabinieri.
L’attentatore ha spiegato il suo gesto con il fastidio per i privilegi dei notabili nella assegnazioni dei posti barca a Lipari.
Fastidio assolutamente condisibile, anche dal punto di vista dei valori costituzionali.
L’attentatore ha dimostrato una garbata fantasia nello scegliere il gesto cui affidare la protesta.
In altri tempi, avrebbe anche potuto dare fuoco allo yacht, invece di limitarsi a costringere i marinai di guardia ad accendere i motori per ormeggiare di nuovo l’imbarcazione.
Sembra, insomma, possibile sostenere che il diritto di resistenza stia trovando nuovi orizzonti, i quali in una logica strettamente bipartisan, potrebbero completarsi con la ribellione di una pattuglia di pompieri che spenge il vulcano di Berlusconi, il furto dei parabordi all’Icarus di D’Alema, etc.
Dal punto di vista etico (ma anche costituzionale), pare però che l’unica vera osservazione riguardi la legittimità dell’uso di uno yacht privato da parte di un personaggio politico: lo yacht ha un costo, i costi dei capitani di industria hanno un ammortamento, quale è l’ammortamento del sonno dell’onorevole Mastella?
Anche questo a ben vedere è un problema che riguarda i costi della politica, esattamente come lo stipendio dei barbieri di Montecitorio o le indennità dei parlamentari.
Solo che questi dati sono conoscibili, mentre dell’ammortamento del sonno del senatore nessuno avrebbe mai saputo nulla se un nobile attentatore non avesse protestato.

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