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Fora di ball o Not in my backyard ?

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/03/2011

20101006NewlogoGreennonamemediumIl risorto di Varese ha sottratto fiato al toscano per esprimere un sintetico pensiero in punto di accoglienza allo tsunami di immigrati sulle coste di Lampedusa.
–> Fora di ball
Che in italiano suona più o meno come Via dai coglioni.
Al solito, le parole di Bossi meritano una riflessione – politica, giuridica e costituzionale – molto più approfondita di quanto la coloritura dialettale vuole far apparire.
In questo caso, esse consentono una corretta classificazione dei soggetti del fenomeno migratorio.
Si tratta di rifiuti, nel senso giuridico del termine, ovvero di cose abbandonate, vuoi per volontà di chi le detiene, vuoi in virtù di un comportamento oggettivo, vuoi a causa di un puntuale dovere giuridico.
I rifiuti devono essere avviati alternativamente al recupero (scelta privilegiata dall'ordinamento, sin dalla prima normativa in materia, intestata come Lotta contro gli sprechi nell'interesse dell'economia nazionale) o allo smaltimento, quando, come in questo caso, il recupero non è possibile.
Lo smaltimento deve avvenire in prossimità del luogo di produzione secondo il canone Chi inquina paga.
I centri di accoglienza e di identificazione sono esattamente e propriamente discariche di clandestini e devono essere collocati nell'immediata vicinanza del fabbricante di clandestini.
Il problema è questo: chi produce i clandestini?
I venti chilometri quadrati di Lampedusa?
La campagna pisese di Coteto?
Uno qualsiasi degli altri luoghi indicati dal fido Maroni?
No.
Li produce il nord, con la sua apparenza di ricchezza.
Ed è lì che devono essere smaltiti.

Il Volpe (Uomini d’altri tempi)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/03/2011

volpe+rossa+caccia+in+invernoLo si ricorda a volte.
Fra i volti scomparsi.
Quelle facce che erano consuetudine di adoloscenti e che sono diventate memoria distratta.
Volpe senza nessuna furbizia.
Solo perché in una settimana bianca low cost, di quelle con la camera a castello: quattro letti ed un lavabo, si nettava il culo nel lavandino cantando Nella vecchia fattoria e arrivato alla volpe diceva Fffffff Frrrrrrr.
Nelle risate di tutti, che nessuno sapeva il verso della volpe.
Volpe perché il lavandino gli si ruppe sotto il culo e fu portato al pronto soccorso con il deretano pieno di cocci e non si riusciva a smettere di ridere.
Eppure non era completamente idiota.
Aveva dei barlumi di stupidità.
Lo ritrovo.
Aperitivo glam.
Con una giacca d'allora, la camicia abbottonata come un pastore, la buzza prominente.
Ride.
Ride.
Chiano.
Vuoto.
Appoggiato ad un tipo che parla di superuomini, che cita il nichilismo come se fosse la gazzetta.
Loro, la gente come loro, quelli con le muratti nel taschino, sarebbero superuomini.
Mi avvicina.
Sorridendo fuori posto.
Con tristezza, lo osservo.
Semplicemente.
Senza nessuna volontà di farlo sentire a suo agio.
Ma come lo guardavo quando aveva il culo pieno di cocci e frignava.

Chi li ha sciolti (Il leghista riflessivo: Bevi meno)?

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/03/2011

Lega Nord Cola e Green TeaIl leghista riflessivo è un politico locale che dopo un certo numero di giravolte e capitomboli elettorali è finito nelle liste padane.
E' persona riflessiva perché spesse volte inizia il suo discorrere, di esemplare lentezza, con un Ho riflettuto e …
Dopo di che cava le parole dai pensieri con il forcipe e non senza errori di sintassi.
Che urtano il sistema nervoso anche a causa della saccente lentezza con cui vengono distillati.
La sua ultima fissazione sono i musulmani residenti nel nord Africa.
Dice, con quel tono da Reader's Digest che caratterizza la vera erudizione, che un recente sondaggio pubblicato dal Corsera evidenziarebbe che la maggioranza dei giovani egiziani sarebbe:
– a favore della sharia
– a favore della lapidazione degli adulteri
– a favore della pena capitale per i blasfemi e gli abiuri
– a favore delle punizioni corporali per i ladri, sino al taglio della mano
Un tanto lo preoccupa assai.
Non sono persone che meritano di essere considerate civili.
–> Ma lei che cosa propone?
Ci si permette di chiedere con sommessa stanchezza, più per riposare le orecchie per il tempo della domanda che non per avere una risposta, che però non tarda:
–> Io ci butterei una bomba atomica …
Meno male che il problema era il dialogo fra tolleranza ed intolleranza.
L'unica è sperare che il figlio diventi omosessuale e con un padre del genere chi scrive ci sarebbe portato.

Fischi macabri

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/09/2010

COL+MOSCHINUn soldato italiano del Col Moschin è morto.
Succede.
Dispiace, ma succede.
Gli ultras del Livorno hanno ritenuto di fischiare durante il minuto di silenzio in suo onore prima di una partita di calcio.
Sdegno ed indignazione da parte dell'intero arco costituzionale.
E' condivisibile?
Il Col Moschin è di stanza a Livorno.
La caserma della Folgore occupa una parte della città che, con un'ampia maggioranza, non apprezza questa presenza, malgrado un certo numero di nostalgici che non hanno dimenticato di essere concittadini di Galeazzo Ciano.
Un tanto giustifica i fischi.
Che non riguardano la morte del soldato, ma la presenza dei militari: tanto in Afghanistan che a Livorno.
Non diversamente dal corteo commemorativo di Porta Pia: dove sarebbe stato piacevole avere la Consulta della laicità a fischiare la coorte di Militia Christi ovvero la coorte di Militia Christi a fischiare la consulta della laicità.
La democrazia può vivere anche di fischi.
Persino di fischi macabri.

La trota di Fini

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/04/2010

persico_trota
Fini sta fondando una corrente basata su di una convergenza parallela con il PdL.
Lo fa intonando le parole di Pound: Se un uomo non e' disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.
Che è un bello strizzare l'occhio all'ala più dura e pura del suo partito di provenienza.
Nello stesso momento, Renzo Bossi, detto la Trota, per l'acume delle sue capacità politiche, rilascia una importante intervista a Vanity Fair e dichiara che nella vita bisogna provare tutto a parte la droga ed i culattoni.
La marrazzesca sensibilità del giovine fa sobbalzare le agenzie di stampa.
Pare un colpo a favore di Fini: non si può stare assieme a personaggi che ragionano in termini così palesemente volgari.
Ma non lo è per nulla.
E' l'ombra del genio del padre: mentre Fini si preoccupa di incomprensibili convergenze parallele e cita un poeta ignoto alla maggioranza degli italiani, il figlio intepreta perfettamente lo spirito della nazione.
Anzi della nazione.
Con il pedice, come va di moda adesso.

Anonimi Avatar

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/02/2010

gabriella carlucciL’on. Carlucci ha presentato un disegno di legge sull’uso anonimo della rete.
E’ un disegno di legge interessante.
Sotto molto profili.
Il punto di partenza è carino: "Se è vero che, quando ci si trova in una situazione in cui vi è un divario tra le forze in campo, la libertà rende schiavi e le leggi rendono liberi, non possiamo rinunciare al tentativo di porre in essere un argine alle troppe storture che la totale anarchia della rete internet sta rendendo sempre più pervicaci e invasive."
La retorica è roboante.
Anche se per considerare le leggi come strumenti di libertà occorrono una serie di precisazioni molto kelseniane e piuttosto complicate. Di per sé le leggi non sono strumenti di libertà, sono esattamente la stessa cosa delle catene che legavano i prigionieri sulle galere della Repubblica genovese e su cui era inciso Libertas.
Sono strumenti di libertà perché consentono di rinunciare in condizioni di eguaglianza alla propria libertà e perciò di remare uniformemente nella stessa direzione.
Il concetto della proposta di legge è di per sé molto discutibile.
Con la sua proposta, l’on. Carlucci mira a evitare l’anonimato in rete: nessuno potrebbe più comparire con un secco avatar, ma ciascuno dovrebbe declinare le proprie generalità.
L’obbligo è posto a carico degli operatori della società della informazione.
Ed è esattamente il contrario di quanto previsto dalla direttiva comunitaria 31/2000/CE.
Che prevede che gli operatori non possono e non devono prendere coscienza dei dati che trasmettono.
La battaglia sull’anonimato della rete è una battaglia esclusivamente retorica.
Il mio computer è connesso alla rete con un indirizzo IP e questo indirizzo è registrato nei log con cui sto dialogando: se uso la rete per commettere un reato, sono perfettamente rintracciabile dagli organi di polizia.
Il problema dell’anonimato in rete è un problema di libertà di espressione ma soprattutto di libertà di riunione e di associazione.
Il social networking funziona perché si è avatar.
O meglio una delle dimensioni del social networking funziona perché si è avatar.
Lontani da second life, ma anche dalla necessità di mantenere le convenzioni sociali di face book.
Anche questo è un modello di sviluppo della personalità che merita un minimo di tutela.
La proposta della Carlucci, punto nuova a gaffe, è, sotto questo aspetto, pervasa di mistica ignoranza.
La stessa mistica ignoranza dell’uomo primitivo che nel Più grande uomo scimmia del pleistocene si rifiuta di scendere dagli alberi.
Soprattutto, appare un fuor d’opera clamoroso, come osserva l’acuto Travis di Controradio: se si deve proibire internet perché è uno strumento con cui si commettono i delitti, a questo punto, con quello che si sente è molto più opportuno proibire i telefonini.

Boia che botte (Aggredito Luca Barbareschi)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/01/2010

luca_barbareschiLuca Barbareschi è stato riempito di schiaffi.
Banale lite da parcheggio.
L’attore blocca la macchina di un tipo con cappellino da baseball.
Il tipo si imbufalisce.
L’attore si imbufalisce.
Mette le mani addosso al tipo.
Il tipo mette le mani addosso all’attore.
Con ben altra efficienza.
Il tutto è stato ripreso ed è online: http://www.tvblog.it/post/17781/luca-barbareschi-aggredito-video-sciock-esclusivo-tvblog#continua.
Vedere il "camerata" Barbareschi rimbalzato a pedate non è il modo peggiore di iniziare una giornata.
Forse me ne dovrei vergognare.
Forse.

Videopoli (Cui prodest?)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/11/2009

Immagine 2Il computer di Brenda nasconde migliaia di file video.
Marrazzo si scusa con il Papa.
La Mussolini viene ripresa nella sede di Forza Nuova mentre si annoda con Fiore.
Sircana è scomparso da tempo.
I video della politica erotica sono sempre più presenti nella politica raccontata.
Il loro significato, però, è uno solo.
Allontanano dalla politica.
Un articolo sulla Mussolini che non sa se incazzarsi o mettersi a ridere è più divertente delle previsioni sul Pil o del dibattito per la normazione dei mercati finanziari in ambito comunitario.
Molto più divertente.
E, allora, il Cui prodest è spontaneo: chi si avvantaggia di videopoli?
Chi è uscito dall’affaire Marrazzo oscurando l’affaire Patrizia?
Chi accompagna il titolo sulle indagini per mafia a carico del Primo Ministro con lo scoop sulla Mussolini?
E’, davvero, una dimostrazione poderosa del potenziale del conflitto di interessi: possedere un giornale, possedere Il Giornale, è uno strumento di lotta politica formidabile.
Non tanto per quel che si dice o si scrive.
Quanto per quel che si fa dire e scrivere orientando il dibattito politico sul basso ventre ed allontanandolo dai veri problemi del paese.

Vincere perdendo (Pettegolezzi fiorentini)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/05/2009

ListaRenziLa Lista Renzi è candidata a vincere le elezioni comunali di Firenze.
In questi termini, i sondaggi pubblicati oggi.
Il numero 26 della Lista Renzi è un certo Marco Michelassi.
Nato a Firenze, il 26 marzo 1958.
La Lista Renzi corre per il centrosinistra.
Marco Michelassi corre per il centrodestra e si è sempre proclamato come un nostalgico ammiratore del ventennio.
Corre anche per la massoneria, i cui simboli usa per il merchandising elettorale.
Qualcuno si è sbagliato.
Probabilmente, né Renzi, né Michelassi, né i sondaggisti, ma i fiorentini.

Un post da costituzionalista

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/02/2009

NapolitanoAvrei dovuto scrivere un post da costituzionalista.
Lo avrei dovuto scrivere venerdì.
Avrei dovuto censurare l’uso del potere di messaggio di Napolitano.
Avrei dovuto scrivere che il Capo dello Stato non può interferire con le attribuzioni del Consiglio dei Ministri, intervenendo su un affare al suo ordine del giorno prima che lo stesso gli sia sottoposto alla firma.
Avrei anche dovuto scrivere che una interferenza di questo genere, che costituisce una grave alterazione del sistema di equilibri previsto dalla nostra Costituzione filosovietica, mi pare davvero poca cosa rispetto alla interferenza della politica con la vicenda Englaro.
Che l’attentato alla Costituzione del Presidente della Repubblica, mi sembra molto meno grave di una legge o di un atto avente forza di legge che pongono nel nulla il risultato di anni di battaglie giudiziarie e violano il diritto di difesa e l’eguaglianza dinanzi alla legge: un cittadino che si è rivolto allo Stato per ottenere un qualcosa che le leggi dello Stato gli consentono di ottenere non può sentirsi negare quel qualcosa dopo averlo ottenuto per mezzo di una legge ad personam.
Sabato avrei dovuto scrivere che la nostra Costituzione è filosovietica soprattutto all’art. 7, in punto di rapporti fra Stato e Chiesa, perché senza Togliatti, ed il nulla osta di Stalin, De Gasperi non avrebbe mai ottenuto il rilievo costituzionale dei patti lateranensi e la condizione di speciale autonomia della Chiesa cattolica.
Domenica avrei potuto ricordare la Mystery Clause (Joint Court Opinion of Justices O’ Connor, Kennedy and Souter in Planned Parenthood Vs Casey 505 U.S. 833 – 1992 at 851): At the heart of liberty is the right to define one’s own concept of existence, of meaning, of the universe, and of the mystery of human life. Beliefs about these matters could not define the attributes of personhood were they formed under compulsion of the State, cercando di argomentare che uno Stato che legifera sul limite fra la vita e la morte è uno Stato totalitario, esattamente nella stessa maniera in cui lo è uno Stato nel quale la sodomia in luoghi privati è punita con il carcere.
Oggi potrei scrivere, e scrivo, che il Capo dello Stato può rinviare le leggi che gli vengono sottoposte per la promulgazione e che se le Camere abusano del potere che hanno di fissare un termine entro il quale la legge deve essere promulgata (art. 73, secondo comma), impedendo al Presidente della Repubblica di formulare un giudizio meditato sulla deliberazione legislativa, il Capo dello Stato può proporre ricorso per conflitto di attribuzioni alla Corte costituzionale.
Oggi potrei scrivere, e scrivo, che con il potere di fissare i tempi della entrata in vigore della leggi dilatando la promulgazione e usando tutti i trenta giorni di cui all’art. 73, primo comma, Cost., anche al di là di quanto le Camere potrebbero consentirgli, ai sensi del secondo comma dell’art. 73, il Capo dello Stato userebbe degli stessi poteri di clemenza che ha in materia di grazia.
Perché, in fondo, decidere della vita e della morte di una persona è una questione che, come la Corte costituzionale ha riconosciuto nella sentenza 18 maggio 2006, n. 200, non può appartenere all’indirizzo politico di maggioranza.
E’ Napolitano che con un uso costituzionalmente disinvolto del procedimento di promulgazione può consentire alla natura di fare il suo corso e, soprattutto, a un padre di chiudere gli occhi serenamente ad una figlia che ha il sacrosanto diritto di considerare morta.

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