Vincere era davvero impossibile
con sms come questo:
Dopo una grande rimonta, diamo la zampata vincente. Vota e fai votare PD per Veltroni presidente. Fai vincere l’Italia. Si può fare.
Bella testina.
Viene da soggiungere.
con sms come questo:
Dopo una grande rimonta, diamo la zampata vincente. Vota e fai votare PD per Veltroni presidente. Fai vincere l’Italia. Si può fare.
Bella testina.
Viene da soggiungere.
La Fiorentina ha travolto il PSV Eindhoven per 2 : 0, dopo novanta minuti (più tre di recupero) di gioia, fatica, passione e, soprattutto, grande calcio.
La Fiorentina ha saputo dimostrare il carattere delle grandi squadre.
Ha giocato un calcio intelligente ed acuto.
Mai scontato.
Soprattutto ha dimostrato l’importanza dell’affiatamento, dell’amicizia, della solidarietà.
Come non ringraziare Prandelli per il commovente Frey che trascina i propri dolori in un finale di partita al cardiopalma?
Ecco, a me questi discorsi fanno cagare.
E oggi, a Firenze, è del tutto impossibile parlare di altro.
My smile is not like Tom Cruise and my phisique is not like Brad Pitt, but I lick better than Lassie.
E’ una frase autentica.
L’ambiente un pub del centro di Firenze.
Lui, un ragazzotto normale, vestito normale, una birra normale in mano, etc.
Lei, una tipa normale, australiana dirresti dal modo di vestire: un informale di popeline che in Italia non si userebbe nemmeno per andare in bagno.
Lui si avvicina per attaccare discorso.
Lei ha già chiaramente bevuto al di sopra delle sue possibilità, che non sono scarse.
Lui parla un inglese molto scolastico:
Hi, what is your name? Do you like Florence? Etc.
Poi cita Lassie.
Incredibile.
Non sono come Tom Cruise o Brad Pitt ma la mia lingua è meglio di Lassie.
Non riesco a non ascoltare.
E a non scoppiare a ridere.
Lei, no.
E’ priva di senso dell’umorismo.
Risponde con un I like to ride the cock.
Ed escono insieme.
Memento audere semper, mi viene da pensare.
Il disgraziato si è fatto beccare in classe mentre fumava una canna.
O meglio mentre fumava un qualcosa che chi girava il video diceva essere una canna.
E’ possibile capirlo.
Fa parte dell’essere professori cercare la comprensione e la popolarità.
Ma è giusto?
Puoi educare ignorando le regole della istituzione di cui fai parte?
Puoi fumare in classe?
Non una canna, ma anche solo una muratti, se esistono ancora?
No, è vietato.
Lo vieta l’istituzione di cui fai parte.
Non puoi farlo, perché mangi di quelle regole.
Ma si può anche dire che la violazione delle regole elementari può diventare un modo per stabilire un dialogo educativo più profondo.
Per conquistare una fiducia che consente discorsi più importanti.
Non lo so.
Di sicuro, preferisco il disgraziato che ha bisogno di farsi le canne per guadagnarsi un po’ di popolarità allo stronzetto vestito di lebole, con stivaletti fibbiati e cernierati, che stamane si lamentava a voce alta dei suoi studenti medi: Scopiazzano senza capire, come se noi siamo scemi.
Fossimo – demente – fossimo, non mi sono potuto esumare dal correggere.
Spitzer si e’ dimesso.
Andava a troie abitualmente e senza rivestimenti da più di dieci anni e nell’ultimo ha speso oltre 80 k $ in signorine.
Accanto a lui, la moglie, Silda, imperturbabile, un viso di pietra e piombo.
La sua immagine pone un quesito: il povero Spitzer andava a troie perché l’idea di andare a letto con una ghigna del genere fa passare ogni fregola ovvero la povera Silda si trova con quella ghigna da quando ha scoperto di essere stata infilzata negli ultimi dieci anni da un oggetto che aveva percorso ogni dove senza dotarsi delle opportune precauzioni?
In effetti, in un pater familias, è più tollerabile l’adulterio della spavalderia aprofilattica.
La settimana enigmistica è un periodico divertente.
E’ perfetto in treno o in una sala di aspetto.
Può essere di aiuto anche contro l’insonnia.
Può succedere di fare una lezione.
Una complessa lezione sui sistemi elettorali.
Di prepararla con cura e di dettarla con attenzione.
La voce attentamente teatrale.
I passaggi più difficili sottolineati con cura retorica.
Dopo qualche tempo, può succedere di osservare con più attenzione l’aula.
Di lasciare la cattedra e di scendere fra i banchi.
E di trovare uno studente che compila tutto concentrato la sua copia della settimana enigmistica.
Difficile dargli torto.
In fondo, un cruciverba è molto meno astruso dell’enigmatico Calderoli.
E’ accaduto molti anni fa.
Lei era bellissima.
Lunghi capelli rossi.
Riccioluti.
Una madonna di Caravaggio.
Dolcemente perversa.
Era la ragazza di un mio amico.
La trovo in un bar.
Le otto del mattino.
Sta bevendo del vino bianco.
Sono stupito.
Molto.
Si accorge del mio stupore.
Mi dice che la sera prima ha parlato a lungo con il mio amico.
Gli ha narrato la sua disperazione, il suo essere sola, il suo avere bisogno di essere capita.
Lui non ha compreso.
Non ha capito nulla.
Ha tirato fuori il pisello: Ragiona con questo, imbecille, avrebbe detto.
Ecco, ho pensato a lei leggendo della tipa che ha morso il pene del marito con conseguenze lacero contuse.
Lei adesso fa la storica dell’arte in Germania e lui lavora all’Esselunga. A Milano.
E mi sembra assolutamente perfetto: un vero uomo-azienda.
E’ una battuta tipica quando nasce una bambina: Vedrai quando te la trombano…
Una battuta scontata e non molto elegante.
Ci sono varie barzellette sul tema.
Tipo: Lei torna a casa. Il padre legge il giornale. Lei dice: C’è anche Mario, babbo, ti dispiace se studiamo insieme? Lui sente rumori strani. Si affaccia sulla cameretta. Mario si sta governando la sua figliola. Lui sta per diventare un lupo della Tasmania, ma si riprende: Non è nulla, anche io con sua madre alla sua età…Torna a leggere il giornale. Altri rumori strani. Mario è in piedi dietro sua figlia. Sta per imbufalirsi, ma: Anche io con sua madre alla sua età e torna a leggere il giornale. Altri rumori strani. Mario è seduto e sua figlia è in ginocchio davanti a Mario: Anche io e sua madre… Ancora rumori strani. La figlia è legata al letto. Anche io e sua madre…
Un silenzio sospetto. Si affaccia. Diventa tutto rosso. Corre. Prende il fucile. Spara a Mario.
Babbo che hai fatto? Ti ha governata e va bene, anche io alla tua età. Ti ha presa more ferarum e va bene anche questo. Ti sei inginocchiata davanti a lui e posso capire. Ti sei fatta legare, non posso capire ma posso far finta di non aver visto. Però quello che proprio non posso sopportare è che si sia pulito il pisello alle tende nuove.
Tuttavia essere gelosi delle proprie figlie è un sentimento idiota.
Non ci sono altri modi per diventare nonni.
Sono l’estrema frontiera delle inventrici della fica, ovvero di quelle ragazze che si comportano come se avessero scoperto loro – e loro sole – il triangolo del desiderio.
Sono stivali di gomma colorata modello bimbo infelice che gioca nelle pozze.
Si vedono portati con ostentata nonchalance, sul genere: Guardate cosa mi posso permettere di indossare.
Vengono calzati al di sotto di minigonne e maliziosamente evidenziati da calze in tinta.
Possono apparire autoironici ad un primo sguardo, un erotismo dolcemente burlesque.
Ma è davvero difficile non pensare ai pesci rossi che ci giocano dentro alla fine della giornata ed immaginare l’eau de goudron che invade la stanza quando vengono tolti, svelando un piede avvizzito come un vino invecchiato.
Ieri, un assessore della Giunta Bassolino – tal Velardi, con delega ai beni culturali ed al turismo – si e’ presentato in consiglio regionale scravattato.
La signora Lonardo – i cui affaires giudiziari hanno provocato la fine di una legislatura nazionale – ha severamente redarguito il politico: Il suo abbigliamento e’ uno schiaffo alla dignita’ di questo Consiglio, pare aver detto.
Il dress code e’ una forma di civilta’.
E’ anche una forma di rispetto e di correttezza.
Ma il consiglio regionale della Campania non puo’ sentirsi offeso per una cravatta.
Non puo’ proprio.
Non dopo le strategie in punto di pianificazione e governo del territorio cinicamente coltivate per trasformare le discariche in caveau.
Ne’ la signora Lonardo sembra la persona piu’ adatta per parlare di rispetto per le istituzioni.
La reputazione e’ un dress code molto piu’ significativo di qualsiasi cravatta.