Il bello dei cacciatori
Il bello dei cacciatori e’ che ogni tanto si sparano fra loro.
Il bello dei cacciatori e’ che ogni tanto si sparano fra loro.
Fra la barzellette più idiote che l’infanzia trascina nell’età adulta c’è quella della pattuglia di carabinieri che ferma una macchina, chiede i documenti, si sente rispondere "digos" e replica "documentos".
Mi è venuta in mente stamattina quando sfogliavo la cronaca cittadina.
E’ accaduto che un coraggioso burlone si è arrampicato su una porta telematica che sorveglia l’accesso al centro storico, l’ha smontata ed ha affisso una fotografia dell’assessore alla sicurezza pubblica (eufemismo per ordine pubblico) Graziano Cioni, quello che ha sottoscritto digitalmente l’ordinanza dei lavavetri, in modo da assicurarsi il diritto morale di autore su quel bell’esempio di gestione democratica dei problemi cittadini.
La digos è stata incaricata delle indagini.
Pare che quella che sembra una burla, anche abbastanza divertente, sia stata intesa come una minaccia all’incolumità dell’importante uomo politico, ovvero un attentato alla sicurezza dello Stato.
In questo modo, una barzelletta piuttosto idiota si è trasfigurata in una fiaba di Esopo, a metà fra l’insegnamento morale e la divinazione.
Toto Cotugno non è solo il cantante anni ottanta che si sta rifacendo una verginità nei paesi dell’est.
E’ anche il giovane di bottega di un barbiere di lusso del centro storico di Firenze.
Un giovane barese di cinquantacinque anni.
Assolutamente convinto di essere identico a Toto Cotugno.
Anzi di essere il vero Toto Cotugno.
Peccato si chiami in un altro modo.
In ogni caso, porta un parrucchino con appiccicata la chioma del suo idolo.
Indossa improbabili camicie a righe, di una stoffa modellata sulla tappezzeria di una professoressa di inglese arrivata zitella alla soglia dei novanta anni.
Aperte su un petto, dove, fra i peli, si affaccia un crocefisso a forma di ancora con catenaria da petroliera.
Le gambette affustate dentro a dei pantaloni di pelle, anche d’agosto, incredibilmente rigonfi laddove è opportuno.
Alla sera frequenta un night, sulle colline, dove verso la chiusura gli permettono di cantare e lui dice di accettare per filantropia, ma gli avventori non sono d’accordo.
D’estate, c’è sempre qualche festa dell’unità, del volontariato o di rifondazione che lo ospita, sgangherato, e, in questo caso, gli avventori criticano la sua arte in maniera molto più palese.
Al mattino, lo si vede davanti al Chiosco degli Sportivi che guarda il cartellone con le corse dei cavalli, di cui è un notevole esperto, discetta di handicap e stacco, trotto e galoppo, segna numeri e numeri su un taccuino che porta sempre con sé, in una calligrafia infantile ed incerta, finché non si gioca l’intero stipendio.
Ecco, uno così è contento.
Sorride sempre.
Anche se ha tre figli di cui non sa nulla da più di venti anni.
Anche se si accompagna ad una donna che non disdegna di proclamare – pubblicamente ed a voce alta – la sua inutilità, quando alla sera lo recupera dalla sala corse e se lo riporta a casa in un tornado di improperi e pedate che non gli lasciano nemmeno toccare terra.
Solito finire di serata in salotto borghesuccio.
Solito televisore acceso e solite divagazioni telecomandate.
Il venti pollici con tubo catodico decide di soffermarsi su sei disgraziati, messi in ordine di altezza, con un tavolinetto davanti, che sono chiamati a spiegare il significato di alcune parole desuete al loro parlare quotidiano.
I disgraziati sono stati armati di bigné e prenotano la risposta schiacciandosi un bigné sul capo.
La scena è agghiacciante: nessuno conosce il significato di "ovile" (quella robbbba dei maiali) o "sostentamento".
Vince quello che sapeva "rotula".
Soprattutto, mi è impossibile che cosa convinca un tizio con i capelli lunghi e ricci, i denti radi, l’espressione non brillante a farsi prendere per il naso in quella maniera atroce.
E se lui è disposto a fare la figura del completo idiota non capisco quelli che gliela fanno fare.
In particolare, se notoriamente le agenzie pubblicitarie schifano il porno, come fanno a non schifare queste trasmissioni?
In ogni caso, devo ammettere che mi ha fatto riflettere: di fronte a sei disgraziati con la testa piena di bigné, che sorridono tutti soddisfatti della loro aria idiota (troppo idiota per essere vera), le risse parlamentari diventano molto più comprensibili.
Sono il tenue eco di questa rappresentanza: una perfetta rappresentazione del popolo itaglieno.
Chi è che ha sciolto il goliardico merciaio che ha venduto i collant a righe orizzontali a quella scatola di donna che mi sono trovato davanti in un ascensore?
Chi le ha consigliato di imballare i propri cotechini in una rete da salame?
Chi è stato così attentamente crudele?
Anche i venditori di biancheria, talvolta, dovrebbero praticare l’obiezione di coscienza.
Chi è che questa mattina ha sciolto:
– la kapò da un paio di centinaia di libbre, con gambe ad X, culo quasi per terra, calzoni neri a pinocchietto, calzerotti tigrati, blusa celeste angiolone, che si tirava dietro una bambina d’un tre anni, alla quale ripeteva con slabbrato accento slavo: "Tu adesso dormire, cosa deve fare bambina? Dormire e mangiare. Questo deve fare bambina buona", facendomi ricordare che a me la strega di Hansel e Gretel ha sempre messo una gran paura;
– la ciclista che mi ha scampannellato con somma urgenza perché ero fermo sul marciapiede a cercare di ricordarmi il nome dell’architetto che ha disegnato un palazzo e a chiedermi se era stato lui a progettare anche il giardino all’italiana sfruttando l’ideologia dell’ortus conclusus o se era stato un altro, e mi ha dato di imbecille addormentato con un tuaccio che ha fatto accapponare le mie già timide pudenda?
Ma soprattutto chi è che ieri sera ha sciolto il fine intellettuale che diceva "io sono un vero appassionato di libri, un uomo libridinoso: quando entro in una libreria non riesco a non comprare almeno un tascabile. Eppoi mi piace scrivere, so scrivere benissimo. Pensa che tutti i libri che avrei voluto scrivere sono stati già scritti"?
E’ un blog.
Null’altro che un blog.
Sta qui su splinder.
Siamo vicini di blog.
Ci sono cascato per caso ed ho letto:
FAMILY DAY: un milione e mezzo di cittadini intelligenti, pieni di gioia e amanti della vita, sono scesi in piazza, per riaffermare e ricordare alla ‘stragrande minoranza che ci guida’, l’indelebile presenza del maltrattato ‘ordine naturale’!
Santo cielo, come si fanno a scrivere queste cose:
– chi ha contato il milione e mezzo di cittadini che hanno partecipato al family day?
– chi ha verificato che erano tutti "intelligenti, pieni di gioia ed [si: "ed" non "e"] amanti della vita?
– perché il governo è formato da una stragrande minoranza? Che cosa significa questo ossimoro?
– un ordine naturale che è indelebilmente presente non ha bisogno di essere ricordato, per definizione, anzi per dogma;
– come si può affermare che esiste un ordine naturale? Mi sembra Ferrara che dimostra al Prodi metereologo che non ci sono cambiamenti climatici perché lui non sente più caldo di prima;
– chi maltratta l’ordine naturale? Lutero? Leibniz? Kant? il pensiero debole e riprovevole che si scatena in questi tempi di apocalisse?
Vabbene, la libertà di pensiero è anche libertà di parola e la libertà di parola facilmente diventa parole in libertà, ma questi esagerano un pochino.
Non credo che il buon Dio si sia divertito al family day.
Non lo, ma non credo.
Credo fosse troppo occupato ad evitare che in piazza san Pietro i frati ricchioni toccassero il sedere ai bambini, nell’ignavia di un milione e mezzo di cittadini intelligenti, pieni di gioia ed amanti della vita.
Il mondo è pieno di Big Jim
Non solo dei bambolotti anni settanta
Feticci machi di un’America che stava scoprendo la sconfitta in Vietnam o di un mondo che la rivoluzione iraniana non aveva ancora portato a rileggere Sykes
Quelli si trovano nelle discariche
O nei negozi di giocattoli
Nella parte polverosa dedicata ai regali per i bimbi di cui non ci importa niente
Il mondo è pieno di idioti travestiti da Big Jim
Pettorali gonfi
Quadricipiti strutturati
La schiena inguantata da una canottiera
Anche di gennaio
Come tassisti di Liverpool
I capelli scolpiti da un qualche prodotto Loreal
Le gambe depilate come ciclisti o nuotatori
E la faccia normalmente idiota
Assolutamente idiota.
Chi è che stamattina ha sciolto:
– la tipa in carne con minigonna nera aderente, gambe modello colonna dorica, e collant rosa shocking;
– il tipo con gli occhiali spessi che fruga fra i pornazzi del giornalaio alle nove del mattino;
– il conducente del treno che ha deciso di partire con cinque minuti di anticipo e mi ha lasciato a piedi;
– l’orologiaio che mi ha restituito un orologio che perde cinque minuti al giorno;
– mio fratello che si è infilato un abito di sartoria, una camicia con le cifre ed i gemelli, ma la tiene aperta su una maglietta che ha almeno cinque giorni (a giudicare dal collo laido);
– la strafica che porta a spasso il barboncino, rimane incastrata con un tacco a spillo nel selciato sconnesso, e tira un moccolo;
– il cameriere che allucchetta sempre la sua bicicletta, bloccando la mia?
Ecco, anche stamani, se chi ha sciolto questa pepiniera di imbecilli, li riportasse a casa, forse non sarebbe un grave problema per l’umanità