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Tag Archive for: chiosco degli sportivi

Un passo in avanti e due indietro (La disfatta d’Abruzzo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/03/2024

Il PD della Schlein ha fallito in Abruzzo, non meno del M5S di Giuseppe Conte.

L’incredibile rimonta non ha avuto successo.

In realtà, è incredibile che quell’alleanza abbia avuto successo in Sardegna e l’Abruzzo sembra restituire alla politica la logica inarrestabile del buon senso.

La vittoria in Sardegna e la disfatta in Abruzzo hanno un filo comune.

Gli elettori del PD possono dare il proprio voto a un candidato del M5S.

Gli elettori del M5S se devono dare il proprio voto a un candidato del PD evaporano.

Lo stesso accade ai seguaci di Calenda, Renzi e tutti gli altri che sono confluiti nel cd. campo largo.

Perché la verità del campo largo è che di esso fanno parte il PD e tutti quelli che hanno lasciato il PD di cui hanno giudicato, non del tutto a torto, incomprensibili le evoluzioni.

Rimetterli insieme è impossibile e somiglia a cercare di fare famiglia con l’uomo o la donna da cui ci si è separati qualche anno prima.

E’ anche contro il buon senso: gli elettori del campo largo sono invecchiati dannatamente e i loro candidati li incontrano oramai nei saloni parrocchiali addobbati con il ritratto di Papa Woytila ma i camposanti non vincono le elezioni.

Una propaganda che si presenta come il partito della terza età non convince nessuno. Neppure gli anziani perché chi invecchia vuole sentirsi dire solo una cosa: che non è ancora invecchiato.

Il gobbo (Lo sguardo del malocchio)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/07/2023

Lo vedevo quasi ogni mattina.

Curvo lungo il marciapiedi.

Puntuale da rimetterci l’orologio: vederlo mi diceva quanto ero in ritardo per il treno.

Mi ha sempre fatto venire in mente il vecchino delle cento lire che aveva lo stesso problema alla schiena ed era costretto a guardare in terra, sicché mia madre, che non era particolarmente versata nel politicamente corretto, lo aveva soprannominato così: come se cercasse una monetina sfuggita di tasca a uno sconosciuto passante.

Un ricordo tenero, perché tenera era mia madre e ogni volta che la ricordo mi sembra di sentire il suo profumo.

L’ho ammirato incondizionatamente perché ogni mattina, qualsiasi tempo ci sia, esattamente alla stessa ora, fa il suo giro: carne, frutta / verdura, pane.

Finché, una sola volta, ha alzato gli occhi da terra, ha incontrato il mio sguardo e lo ha trafitto.

Mai avevo visto occhi così intensi, vivi e malvagi.

Lo sguardo del malocchio.

Da quel giorno, non l’ho più visto ma una sottile malinconia ha iniziato a curvare le mie spalle.

Stultus clarissimus

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
27/06/2023

Il bello dell’avvocato – e Daumier li ha saputi disegnare come Michelangelo gli angeli – è che sa sempre perfettamente quello che dice.

Non perché lo sa. Ma perché è perfetto nel mostrarsi come se comprendesse il problema del suo cliente assai meglio di quanto Virgilio conoscesse l’inferno.

E quando non lo sa, l’avvocato preclaro scatta con il latinorum, con abbondanza di casi e gerundi affatto casuali. In fondo, Cicerone non faceva il ragioniere.

Ma ci sono dei casi eccezionali.

Così lo stultus clarissimus, colpito al ventre in un’operazione straordinaria dall’esercizio del diritto di recesso da parte del socio di minoranza che ha pretermesso, dopo lunga interdizione di pensiero, si avvede che al termine di quell’operazione la Società, sua cliente, avrebbe deliberato la liquidazione e re melius perpensa arriva alla esatta conclusione che la liquidazione paralizza il recesso.

Non capire dove si è va bene.

Guidare gli altri senza saperlo, un pochino meno.

Dirlo a voce alta, per di più in latino, decisamente meno.

Tre modi di non pagare il biglietto

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/06/2023

Ci sono diversi modi di non fare il biglietto.

Il primo, classico, è di andare dal controllore, che adesso si chiama capotreno, senza che sia facile comprendere la ragione di questa metamorfosi funzionale, dirgli che non si è riusciti a fare il biglietto e pagare il supplemento (5Euro) previsto per chi fa il biglietto a bordo. Il secondo, assai più semplice, è fare il biglietto di un altro treno sulla stessa linea usando il proprio telefono e dire al capotreno che si è preso il treno all’ultimo momento e perciò si è fatto il biglietto del treno successivo. Il terzo è, semplicemente, non fare il biglietto sperando che il capotreno non svolga le funzioni di controllore cui è stato condannato dalla crudeltà dei tempi e subire con lieta mitezza la sanzione prevista per questa ipotesi: 50Euro.

Nessuno di questi sistemi vale più dell’altro.

Ma quello che veramente disturba è il ragazzotto che non fa il biglietto perché spera di non essere fermato – di solito così è – e si sperticola in scuse e richieste di perdono finché non riceve il trattamento da 5Euro invece di quello da 50.

Ho una grande comprensione per il controllore.

Meno per il ragazzotto e per chi lo ha educato. Trovo non irragionevole il calcolo delle probabilità sulla sanzione nell’affermazione della validità della norma. Cinico ma non irragionevole. Mentre il teatro della compassione è diverso: significa che la propria capacità di generare empatica pietà diventa la ragione per cui si è superiori al valore della norma perché ci consente di evitare la sanzione.

Ma colui che si erge al di sopra del diritto non era il superuomo di Nietzsche? E se è così, come in effetti è, si ha che l’essenza del superuomo è l’antitesi del superuomo, il che, considerando i risultati storici di quella filosofia, tutto sommato non dispiace neppure.

 

Meglio ballare in un capannone abbandonato o tirare i sassi in autostrada?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/01/2023

Ieri, che era l’8 gennaio 2022, due opposti gruppi di tifosi della Roma e del Napoli si sono scontrati lungo l’autostrada A1 bloccando il traffico fino a che la polizia non è riuscita a riportare la pace.

La notizia ha – giustamente – fatto scalpore. Desta una certa impressione sapere che ci sono dei tifosi di una squadra che si fermano in un’area di servizio, rompono le barriere che la separano dall’autostrada, vi fanno irruzione mentre passano i pulmini dell’altra squadra e li accolgono con una sassaiola. Egualmente stupisce non poco immaginare i pulmini assaltati che si fermano facendo scendere i propri viaggiatori che si scatenano in una rissa direttamente sul sedime stradale che unisce l’Italia, che è il simbolo del dopoguerra e del tentativo di unire il nord al sud.

Non è solo cronaca anche perché il tifo organizzato non sembra solo criminalità da misure di polizia come i DASPO: assomiglia sempre di più alla criminalità organizzata con cui sembra avere non poche contiguità.

Ma quello che davvero fa pensare è il silenzio del Governo, quello stesso Governo che ha reagito a tutela della proprietà privata contro le invasioni musicali dei rave con un decreto legge sulla cui conversione ha posto la fiducia, adesso, tace.

Non si dedica a una norma sul genere art. 434 ter, c.p., che punisca oltre a chi invade arbitrariamente terreni che non gli appartengono per organizzarvi raduni musicali anche chi lo fa altrettanto arbitrariamente per scatenarsi contro la tifoseria avversaria.

No. Tace.

Ed è triste pensare che fra gli elettori di destra ci sono più tifosi che appassionati di musica techno.

Ma chi fa più paura: uno che tira i sassi sulle macchine che passano in autostrada o uno che si sfonda le orecchie in un capannone abbandonato?

P.s.

In foto, muro di casse che è una foto (ma soprattutto un libro) di Vanni Santoni.

Cronache dal Feccia Nera (Saggezza di ghostbuster)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/10/2022


Trenitalia ci ha abituati a questo signori che abitano i treni dei pendolari rendendoli più vivibili.

Ci ha insegnato l’importanza del loro lavoro e la dignità con cui viene svolto.  Non ci ha però abituati ai loro insegnamenti e alla loro saggezza.

Ragazza, un po’ sguaiata, stretta nelle sue aderenze più adatte a un palombaro che a un sub:

-> Mi vorrei trasferire da Scienze della comunicazione a Lingue e letterature straniere… Mi sono appena iscritta e penso che non faccia per me… Ho bisogno di dare un perché al mio bisogno di esperienze…

Il Ghostbuster, come se fosse nel più gelido dei manieri scozzesi:

-> Deh, una intellettuale…

La saggezza si apprende più dai cessi che dalla pigrizia. Mi sovviene da pensare. Ma sono un vecchio.

Agosto in città (l’anormale sono io)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
13/08/2022

Agosto è il mese degli anormali.

Persone, forse spok: frammenti di energia vitale che la cabala riesce a trasformare in esseri quasi viventi, il ricordo di una persona che è sempre esattamente l’immagine esatta della persona nel ricordo, persone che negli altri mesi non ci sono, non si vedono, escono solo di agosto e si aggirano in città appropriandosene, come ratti che possono finalmente uscire dalle fogne e girare liberi senza che nessuno li guardi schifato o li rincorra con una scopa.

C’è la cicciona con il vestito giallo: non esiste se non di agosto, in nessun altro periodo dell’anno avrebbe il coraggio di mettersi quella specie di vestaglia svolazzante che non potrebbe rivestire neppure un disturbo alimentare senza farlo sembrare una mongolfiera spiaggiata dall’afa.

C’è il vecchio colorato come una pasticca di LSD, i capelli lunghi e le trecce al posto delle basette con le cuffie sopra le orecchie come un disc jockey di Ibiza che cammina saltellando contento.

C’è la ragazzina che si diverte a camminare mostrando il sedere come se Borgo Albizi fosse una passerella e chi la guarda un buyer dell’alta moda.

Eppoi ci sei te, te che li guardi e che ti incensi perché ricordi la cabala, te che li osservi dall’alto e che pensi di poterli raccontare come se fossero maschere di Molière e ti senti più tragico di Racine.

Tu che non hai capito di essere anche tu un anormale.

Perché se scrivi queste righe, sei anche tu in città d’agosto, esattamente come loro.

Grillo e Conte il giorno prima dell’esame (Incollato alla colite)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/07/2022

La crisi di Governo impegna lo sguardo verso il Movimento 5 Stelle.

Uno sguardo di irrequieti aruspici, non di quieti osservatori della vita politica.

Non vi è molta logica nel loro comportamento, non ha molto senso a pochi mesi dalla fine del Legislatura, ma nell’immediato ridosso della sessione di bilancio, minacciare una crisi di Governo.

Non ha molto senso riunirsi per un percorso partecipato in cui scegliere una linea politica collettiva e restarci per oltre quattro giorni, quando il problema è dimostrare di essere patiscenti affidabili di un accordo di maggioranza.

Eppure il Movimento 5 Stelle è essenziale a questo accordo di maggioranza perché Draghi si rende perfettamente conto che una coalizione PD – Insieme per il Futuro – Calienda – Renzi, Lega e Forza Italia rischierebbe di essere sbilanciata sui capricci di Salvini e non intende cadere nella trappola del Conte I.

In questa situazione, l’osservatore che cerca di comprendere l’evoluzione della crisi è costretto a rivolgersi a segni quasi intangibili, memoria del raffreddore di Breznev.

L’elevato ha cambiato l’immagine del profilo di whatsapp: ha messo un vasetto di coccoina.

L’avvocato del popolo ha passato una notte all’ospedale, fra sabato e domenica, per una intossicazione alimentare.

A chi si rivolge Grillo con l’immagine della colla?

La versione politicamente corretta è ai parlamentari del Movimento, che sarebbero troppo attaccati alla poltrona, una versione molto comoda per giustificare la furia demolitrice di Conte, che ha poco a che vedere con il termovalorizzatore di Roma e parecchio con la scissione di Insieme per il Futuro.

Forse è più facile immaginare che l’incollato sia Conte e che sia lui a dover cominciare a pensare che la sua presenza non sia più indispensabile e neppure troppo gradita.

L’intossicazione alimentare del poveretto ricorda troppo il mal di pancia che prende durante gli esami quando si subisce la domanda che mai avremmo desiderato perché non lo abbia capito lui per primo.

E immaginare una pochette incollata alla propria colite non è una bellissima immagine.

Il caldo fa male

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
19/07/2022

Mattina, intorno delle otto, piazza della Repubblica, assoluto centro di Firenze.

Professore di mezz’età in bicicletta con giacca e cappello incrocia signora di mezz’età con gonna in bici con cestino.

Lei viene da sinistra, lui viene da destra.

Lui non dà la precedenza: non veniva da sinistra.

La signora inveisce. A lungo. In termini che immagina spiritosi e da signora. Pensa, evidentemente, che il codice della strada dovesse essere scritto da Giovanni Dalla Casa.

Lui, che finge di non essersi accorto di niente – è bravissimo in questo – pensa di avere torto: se non avesse torto, una signora non lo potrebbe sgridare. Perfino una signora come quella.

Ma non ha torto. Veniva da destra. E il galateo non ha niente a che vedere con le regole sulla circolazione.

Generalizza, allora, il suo pensiero: il suo problema è pensare di avere sempre torto con le donne. Le donne lo fanno sentire in colpa, solo alzando la voce.

Anche questa è parità di genere. Ma non basta una legge o una revisione costituzionale a risolverla.

Avventurose arringhe (Il rolex)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/07/2022

La storia è molto semplice: un tipo dorme in un albergo di lusso, doppia uso singola o qualcosa del genere, si sveglia, va a fare colazione: l’ingombrante orologio da polso lo ingombra e lo appoggia sul tavolo per leggere il giornale con maggior agio, viene colto da un bisogno che non tollera dilazioni, si precipita in bagno, ritorna al tavolo e non trova più l’orologio da polso, presenta la denuncia, vengono perquisiti tutti i dipendenti ma l’orologio non viene rintracciato.

Banale cronaca nera di piccolo e tristo cabotaggio.

Ma la storia potrebbe essere ancora più semplice: un tipo dorme in un albergo di lusso, doppia uso singola ma non troppo singola perché si accompagna a un qualche genere di partner, dopo aver soddisfatto quanto sperato per la serata, si addormenta lasciando l’orologio sul comodino, quando si sveglia non trova né l’orologio né il partner.

Quale più verosimile?

E quale può avere pensato la moglie del tipo quando ha letto la prima versione della storia sul giornale?

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