Gli omosessuali e la loro rappresentanza politica
La Camera dei Deputati ha ritenuto, con una maggioranza non troppo risicata, di non proseguire nell’esame dell’aggravante per i reati commessi a causa dell’orientamento sessuale.
Le motivazioni tecniche della mozione pregiudiziale riguardavano il principio di eguaglianza (secondo Buttiglione: le ossa di un omosessuale devono costare in termini di pena quanto le ossa di un eterosessuale) ed il principio di tassatività delle fattispecie penali (in pratica, dimostrare che un reato è stato commesso in virtù dell’orientamento sessuale sarebbe talmente complesso da risultare discrezionale).
Sono entrambi argomenti che non reggono.
Tutte le aggravanti e tutte le attenuanti ledono il principio di eguaglianza della persona offesa: le ossa di un disgraziato malmenato da un incensurato, che ha diritto alle attenuanti generiche, costano meno delle ossa di un altrettanto disgraziato picchiato da un extracomunitario con precedenti penali.
Tutte le fattispecie penali evocano concetti che hanno bisogno di interpretazione per essere applicati e la interpretazione determina un alto tasso di discrezionalità, come si è già avuto modo di osservare.
Il punto, però, è diverso.
Le aggravanti sono uno strumento di politica criminale, perché stabiliscono quali comportamenti sono più pericolosi per la convivenza in un determinato momento storico.
In questo momento storico, i reati contro gli omosessuali fanno davvero più paura di altri reati?
Bastano i quaranta casi di violenza ai danni di diversamente orientati per giustificare una aggravante?
Forse no.
Sicuramente no.
Come sicuramente, così Grillini, paragonare gli omosessuali in Italia agli ebrei nella Germania di Hitler è grave ed ingiusto.
Il problema è solo politico.
Gli omosessuali sono una lobby molto ricca e molto potente.
Una lobby che tutti vogliono nel proprio cartello elettorale.
Di qui, il progetto di legge.
Di qui, la fronda finiana, sempre molto acuta.
Di qui, la Binetti, che, per una volta, fa una splendida figura, perché ha correttamente interpretato il principio del libero mandato parlamentare.

Chi scrive è diventato professore universitario dopo avere conosciuto Paolo Grossi.
Oggi, è attesa la sentenza sul cd. Lodo Alfano.
L’attuale ministro per l’istruzione, l’università e la ricerca scientifica ha ammonito gli insegnanti a tenersi lontani dalla politica.
Berlusconi ha citato in giudizio L’Unità e La Repubblica, ritenendo l’esposizione delle sue presunte frequentazioni femminili lesiva della propria dignità.
DI SANTA RAGIONE è il titolo del Manifesto di oggi.
Tre notizie di questi giorni sono legate da un filo rosso: la commercializzazione della pillola abortiva RU486, che ha suscitato le proteste del Vaticano; la sentenza della Law Lords del 31 luglio 2009 sul caso Debbie Purdy, che ha stabilito che non vi è alcuna ragione di procedere contro un marito che assiste la moglie che – malata incurabile – ha liberamente scelto di morire; con ordinanza iscritta al registro della Corte costituzionale al n. 177/2009, il Tribunale di Venezia ha dubitato della legittimità costituzionale delle norme che vietano il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Il cd. Lodo Bernardo è un emendamento al dl anticrisi che stabilisce: Le procure regionali della Corte dei conti esercitano l’azione per il risarcimento del danno all’immagine nei soli casi previsti dall’articolo 7 della legge 27 marzo 2001 numero 97.
Napolitano ha promulgato la legge sulla sicurezza.