Zupha
Gita in carcere.
Un detenuto deve sostenere l’esame costituzionale.
Il carcere è a Porto Azzurro.
Gita in carcere.
Un detenuto deve sostenere l’esame costituzionale.
Il carcere è a Porto Azzurro.
Lo strologo di Brozzi era solito consultare le stelle camminando, ma non fu capace di prevedere il pozzo nel quale cadde.
Lo strologo di Arcore ha previsto un grande futuro per il partito dell’amore alla guida della figlia, Marina Berlusconi.
La figlia non ha commentato. L’unica immagine è il labbro leporino (o pecorino) di Alfano che compulsa – aruspice – il cellulare.
Probabilmente, Marina Berlusconi è il futuro del partito azienda. Da presidente di Fininvest, può assicurare la continuità monarchicamente aziendale del padre anche in politica.L’unica immagine è il labbro leporino (o pecorino) di Alfano che compulsa – aruspice – il cellulare.
Quello che colpisce, però, è l’espressione: Lei è come me. Ogni padre desidera trovare i propri sogni nei figli. Desidera che i suoi sogni si avverino nella loro vita. Oltre questo desiderio, però, la strada si biforca: i figli davvero felici sono quelli che percorrono la loro strada, che, assai difficilmente, sarà quella dei loro genitori. Se insegni diritto costituzionale, speri che tuo figlio sia un pompiere contento di essere un pompiere, senza nessuna ombra a coprirgli le spalle mentre cammina verso il futuro.
Non Berlusconi, lui è felice di “avere” una figlia come lui.
Noi, al contrario, non possiamo non essere preoccupati.
E parecchio.
Le primarie del centrosinistra offrono un interessante spaccato della società italiana, sembrano costruite intorno ad un giallo di Klaus Van Beyme.
C’ è la signora di mezz’età avanzata che sfodera una nostalgia di biondo, molto da panetteria; il giovane rampante, simpatico ed un po’ briccone; il signore dall’aria established che rassicura come un direttore di banca nella discussione attorno al mutuo; la cravatta indossata con la perfezione di una tuta da meccanico e il poetico acchiappasogni che ammicca con l’orecchino pendulo.
Non sembrano di centrosinistra e lo svelano con il pantheon. Alla domanda molto americana del conduttore eccessivamente yankee su chi siano (non più di due) i riferimenti storici e culturali ai quali i candidati intendono far riferimento, spuntano due volti inaspettati: l’eredità socialcomunista, incarnata, in modo molto diverso, da Bersani e Vendola, risponde con Papa Giovanni XXIII, sapeva cambiare le cose senza che nessuno si spaventasse, e Carlo Maria Martini, era sensibile ai temi contemporaneamente etici.Non sembrano di centrosinistra e lo svelano con il pantheon. Alla domanda molto americana su chi siano i riferimenti storici e culturali ai quali i candidati intendono far riferimento, spuntano due volti inaspettati: un Papa ed un cardinale
C’è bisogno di rassicurare: sono stato comunista, ma non mangio i bambini, dice l’uno; sono omosessuale ma vado in chiesa, echeggia l’altro.
Cristo, il povero Cristo di Guareschi, immagino si volti dall’altra parte: mica tanto bello utilizzare una religione come passaporto. Tanto vale usare il sedere….
Quello che vorrei essere.
E' un pianto mite e soffocato.
Un pianto appena percepito in una pausa del nulla che una volta si poteva chiamare l'altro capo del filo.
Una voglia di piangere che è senso di verità.
Non compassione, verità.
Per un bambino annegato in una spiaggia che amo.
Per gli occhi che lo hanno cercato.
Per le bracciate inutili.
Per quel babbo che conosco e quella mamma che conosco anche meglio.
Per quella vacanza che era la prima in cui non erano più insieme.
Questo pianto soffocato vorrei essere, ma non sono io.
Che il mio pianto quando è esistito non è mai riuscito a non pensare di essere inutile.
Come la parola che indica un genitore i cui figli sono morti.
Non esiste.
Nemmeno il vocabolario riesce a contenere questo dolore.
A non sentirlo come il più innaturale.
Il più impossibile.
Il più inutile da piangere negli altri.
Ma soprattutto l'unico che non deve essere detto.
Perché le lacune nel vocabolario servono a questo.
A suggerire le cose che non si devono dire.
Mai.
La buona notizia di oggi è che il Manifesto compie 40 anni.
40 anni di buone azioni.
Nel frattempo, il clima politico si fa incandescente.
Bossi cerca pretesti per avviare Berlusconi allo smaltimento.
I frequentatori del sottobosco parlamentare avvisano che dietro Bossi c'è Tremonti e che dietro a Tremonti vi è una minoranza sempre più forte nel temere gli esiti della lunga notte berlusconiana, una minoranza che sente il bisogno di andare oltre l'agonia politica del premier.
Tutto questo è fisiologico.
Banali lotte di potere, democraticamente salutari.
Fa invece paura il coinvolgimento nella competizione politica del testo di legge sul fine vita.
E' un testo pericoloso, che sostiene: "l'alimentazione e l’idratazione, nelle diverse forme in cui la scienza
e la tecnica possono fornirle al paziente, sono forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze fino alla fine della vita. Esse non possono formare oggetto di dichiarazione anticipata di trattamento".
Come dire, alla fine della vita, in ogni caso, un malato che non ha più speranze non può rinunciare alla alimentazione ed alla idratazione forzata.
La repubblica si arroga il diritto di stabilire il confine fra vita e morte, di scegliere quale sia il giusto modo di morire.
Una scelta etica.
Una repubblica etica obbliga i suoi cittadini a una visione della vita basata sui propri valori.
Difficile immaginare qualcosa di più incostituzionale.
Qualcosa di più lontano dal nucleo assiologico degli artt. 2 e 13, che il testo della proposta di legge oggi in discussione afferma di perseguire.
Difficile immaginare qualcosa di meno adatto a costituire il terreno di una battaglia per il potere politico.
Difficile da immaginare, ma prassi feroce di questa repubblica terminale nella quale le Idi di maggio ci costringono a vivere.
Spigolosa.
Altera.
L’aria stanca di troppi panni lavati.
La bambina perfetta.
Sempre da sola, ma né separata né ragazza madre.
Semplicemente da sola.
Ad un certo punto, parla.
Come se ne avesse bisogno.
Come se qualcuno le avesse chiesto qualcosa.
Come se in quel genere di posti, in cui tutti si conoscono da prima di nascere, chiedere qualcosa fosse considerato ammissibile e non un gesto osceno:
–> Mio marito ? Suona la chitarra, mio marito … Bene … Molto bene … Ma mica ci si mantiene suonando una chitarra ed io … Io pensavo di avere sposato un artista ed invece era un trombaio …
Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti sono stati formalmente accusati di sfruttamento della prostituzione.
Il caso è triste.
Da una parte, una ragazzina che si prostituisce, secondo la tesi dell'accusa.
Una vergine immolata al drago, per usare l'immagine della signora Lario.
Una ragazzina che non può più essere considerata una ragazzina.
Perché ha venduto i propri sedici anni in cambio di non si sa che cosa.
Di denaro, benessere, qualche briciola di belle immagini.
Ha imparato a pensare ad altro.
A immaginare altro.
A sentirsi estranea al proprio corpo.
Un'arte di adulti.
Un'arte razionale: Non sento nulla di male, sono gentili con me, vivo delle cose che non mi potrei permettere e mi pagano persino.
E' in questa malinconia l'essenza del reato.
Dall'altra parte, un anziano.
Che sa benissimo che il proprio corpo non è sufficiente a fare l'amore con quella ragazzina.
Che ha bisogno dell'aiuto del denaro per conquistarla, del denaro e di altre facilities.
Che gode soprattutto di questo: del sentimento di dominio che dona il poter comprare una persona.
Averla ai propri piedi, in guepiere e quant'altro, perché se la può permettere.
In questo schifo, una seconda essenza del reato.
Ma nessuno sarà condannato per questo.
Sicuramente.
L'indagato principale ha già rassicurato i propri elettori che dal processo si aspetta "grosse soddisfazioni".
Il miliardario ridens ha staccato l'annuale cedolone dalla finanziaria di famiglia.
Euro118Mln.
Nelle stesse ore, il Sole 24 Ore ha ricostruito i movimenti Bunga bunga del conto corrente n. 1 acceso dal premier presso il Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Segrate.
Un intorno di Euro10Mln / anno per "comprare le caramelle alle bambine", secondo la definizione del rag. Spinelli, che pare sia il portafoglio del primo ministro.
Il Corriere della Sera ha anche pubblicato delle intercettazioni in cui una delle signorine ospiti del presidente del consiglio si lamentava della liberalità sempre meno generosa delle ricompense conquistate e della risposta che avrebbe ricevuto dal satiro_drago: Tu non ti rendi conto di quanto guadagna un operaio …
Una risposta molto corretta e che oggettivamente ridimensiona l'affaire Bunga bunga.
Fatte le debite proporzioni e considerato un operaio più che al vertice della scala salariale, con molti straordinari etc., il bilancio familiare del miliardario ridens stocca alle signorine lo 0,0033898% dei ricavi post tax.
Ovvero un equivalente di annui Euro2.203/39 di un operaio che guadagni duemila euro al mese per tredici mensilità.
Come dire che il premier sputtana in generosità, secondo la tesi della difesa, l'equivalente della tredicesima di una persona normale.
Una cifra molto più ragionevole per uno che guadagna centodiciotto milioni di euro all'anno di quanto non siano duemila euro per uno che ne prende ventiseimila.
O no?
Perché in fondo, proprio dinanzi ad un operaio, ma ad un operaio vero, di quelli che con mille euro al mese tirano avanti famiglia e mutuo, l'idea di uno che spende dieci milioni di euro per passare delle serate allegre con Emilio Fede e Lele Mora fa abbastanza rabbia, pena, schifo e malinconia.
Palazzo Spada, dei luoghi in cui si amministra la giustizia, è sicuramente uno dei più belli.
Ma anche uno dei più rappresentativi.
Non è un tribunale.
E' la sede del Consiglio di Stato, che è il supremo organo di giustizia amministrativa e, nello stesso tempo, di consulenza del Governo.
Il Consiglio di Stato non vive in un palazzaccio o in anonimo casermone anni sessanta.
Abita un palazzo di antica nobiltà romana.
La giustizia amministrativa si fa in un palazzo che è nato nella stessa sostanza del potere romano e papalino.
Nello schema del potere romano e papalino, i fatti di questi giorni non possono stupire.
Un giudice riceve da un avvocato un assegno di 250EuroMigliaia come parte del prezzo dovuto per la vendita di una villetta che confina con la sua e dove entrambi – giudice e avvocato – passano le vacanze da oltre quarant'anni.
Il giudice è uno dei più alti magistrati della giustizia amministrativa e l'avvocato è uno dei più noti avvocati della giustizia amministrativa.
Difficile che i due, abituati alla prudenza e certo avulsi dal potere arcano di un Lunardi o di uno Scajola, abbiano concluso un malaffare: le cose sono sicuramente corrette e senza dubbio la transazione è stata più che regolare e legittima.
Il punto è un altro.
L'avvocato intervistato su di un giornale mentre tornava da qualche giorno di vacanza in Costa Azzurra non ha avuto nessuna difficoltà ad ammettere di avere un rapporto di amicizia sin dai lontani tempi dell'università con il giudice. Che lui ed il giudice avevano due villette confinanti all'Argentario sin dagli anni settanta. Che si sono sempre frequentati e che non ci vede niente di male.
E' il mondo della giustizia amministrativa.
Un mondo nel quale gli avvocati frequentano i giudici ed i giudici frequentano gli avvocati.
Negli stessi salotti intrisi di potere romano e papalino che Palazzo Spada simboleggia.
In cui i giudici organizzano cene cui gli avvocati partecipano e viceversa.
Nulla di male?
DIfficile da dire.
Sicuramente molto lontano dall'Elogio del giudice scritto da un avvocato di Calamandrei.
Comprare una casa da un giudice può essere normale.
Andare al mare con un giudice per quarant'anni, no.
Un sito.
Un sito di donne che si toccano.
Mostrandosi.
Il prezzo è in crediti: 700 crediti, il cellulare; 30, la stanza privata; [•] per le foto amatoriali.
Non c'è nulla di male.
Arrotondano.
Mica vendono il proprio corpo?
Si fanno solo vedere.
Fanno vedere quello che si vuol vedere.
Basta.
Tutto qui.
E ci compri il cellulare nuovo che il vecchio si è rotto.
Il plasma da 56", che è tanto lo desideri.
Che ci pigli un paio di jeans in più e, magari, ci paghi la pizza per il figlio, che stipendio e alimenti non arrivano al 27.
Tutto qui.
Un modo tranquillo per sbarcare il lunario, magari piacevole.
Forse il problema non è morale.
Non è se vendere la propria immagine sia come vendere il proprio corpo.
Il problema è sociale.
Che una donna che si mostra per 30 crediti, non lo fa per piacere.
E non riesco a non pensare che non si senta umiliata con un tipo che le chiede se vuole essere "addestrata".
Il problema è che anche il sudore della prostituzione è sudore e merita lo stesso rispetto del sudore in catena di montaggio.
Forse di più.
Il problema è che magari quel qualcuno che fa da intermediario fra chi guarda e chi è guardato, quel qualcuno che gestisce la piattaforma di interconnessione fra domanda ed offerta, trattenendo un prezzo per il proprio servizio, si chiama magnaccia.
Quel qualcuno lì di rispetto non pare ne possa meritare nessuno.
Ma proprio nessuno.
