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Tag Archive for: dignità

[In]dignità maschili

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2010

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Luigi coiffeur pour homme è un luogo di maliziosi divertimenti.
Un ingresso sobrio ed un salone defilato.
Al centro, un catafalco attrezzato con separé in modo che nessun cliente possa vedere gli altri.
Nel separé più defilato, i parrucchini.
Tristi papaline per crani depauperati dell'orgoglio maschile.
Il vero calvo da toupée ne ha almeno due, identici.
Uno sul capo e l'altro in manutenzione.
Il toupée viene applicato con del nastro biadesivo sulla pelle nuda.
Male boia.
Il divertimento è sapere che cosa accade dietro il separé e salutare con cortesia il capelluto che ne esce.
Finché non vedi uno dei tuoi migliori amici e capisci come mai, improvvisamente, ha smesso di portare i capelli rasati quasi a zero.
Esce, ti vede, fa per tornare dentro, lascia perdere e ti guarda implorando silenzio.
Stai zitto e fai finta di essere completamente perso nella lettura del giornale.
Ma non riesci a non pensare.
Brutto cambiare donna a cinquanta anni.
Brutto cambiare donna e trovare_essere trovati da una cubana di trenta.
Peggio ammalarsi di gioventù perduta.

Chi li ha sciolti (Non ci vado!)?

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/02/2010

lavagnaOggi, non sono andato in Consiglio di Facoltà.
Il tema più importante all’ordine del giorno riguardava la mancanza di fondi per rinnovare l’abbonamento alla banca dati del Sole 24 Ore: Euro6,6Migliaia, per il libero accesso da tutti gli indirizzi ip della Facoltà.
Mancano i soldi.
Il presidente del consiglio di biblioteca ha proposto un’asta così strutturata: tutti coloro che intendono contribuire all’abbonamento devono a pena di decadenza formulare una offerta in busta chiusa indicando l’ammontare massimo del contributo che sono disposti a corrispondere.
Dopo la scadenza del termine per la presentazione delle offerte, il presidente del consiglio di biblioteca e la direttrice della biblioteca aprono le buste e compilano un elenco in cui le offerte sono inserite in ordine decrescente: dalla più bassa alla più alta.
Ciascuno contribuirà in misura pari alla metà del contributo indicato da chi segue nell’elenco.
In altre parole, se profstanco offre 1Euro e profgrisù offre 0,5Euro, profstanco contribuirà per 0,5Euro.
In questo modo, ciascuno paga un prezzo inferiore alla utilità marginale del servizio cui intende accedere.
Questo in un mondo perfetto.
In un mondo pratico, tutti offriranno cinquanta centesimi o un penny.
Negli ultimi giorni, tutti parlano di questa proposta che sarà seriamente dibattuta.
Da un collegio di circa 100 professori strutturati.
Il cui tempo sommato conta molto di più del costo dell’abbonamento alla banca dati.
Per questo mi sono permesso di inviare al pontefice del consiglio di facoltà una lettera di giustificazione in cui scrivo semplicemente che la mia giustificazione è nello stesso ordine del giorno.
Credo che anche oggi il mio mestiere sia preparare le mie lezioni.
Questi, in fondo, sono problemi per chi non sa come arrivare all’ora dell’aperitivo.
Io, per fortuna e per ora, ci riesco benissimo.

Di Pietro e la moglie di Cesare

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/02/2010

stor_11650478_34090Il Corriere della Sera attacca Di Pietro.
Con serena e attenta circospezione.
Lo attacca per una cena del 1992.
Del 15 dicembre 1992, quando Di Pietro aveva appena firmato l’avviso di garanzia per Craxi decretando la fine della prima repubblica.
Quella sera, Di Pietro la passò accanto a Bruno Contrada, che, il 24 dicembre 1992, fu arrestato e successivamente condannato definitivamente per un certo numero di collusioni con la mafia particolarmente oscure.
A quella cena, era presente anche il rappresentante di una agenzia privata di investigazioni, la Kroll, piuttosto nota in ambito internazionale, specializzata nella gestione delle informazioni riservate in ambito finanziario e nel loro sfruttamento contenzioso.
Il Corriere della Sera sottolinea che ciò che stupisce non è tanto la cena in sé, che si è svolta in una casera dei carabinieri, a valle di un convegno del consiglio superiore della magistratura, quanto l’averla voluta tenere segreta e riservata per quasi venti anni.
L’osservazione è pertinente.
Di Pietro usa il Fatto Quotidiano per replicare.
Gli argomenti sono: (i) io ero un umile manovale dello Stato che cercava di tirare un muro dritto; (ii) chi mi accusa è un grafomane che ha collezionato numero diciotto diffide della autorità giudiziaria e che ha dovuto vendere la casa per pagare le spese di giustizia.
Inutile osservare che gli argomenti di Di Pietro non toccano la sostanza dei fatti, ma mirano a svuotarli attraverso la mitizzazione del protagonista e la demolizione dell’antagonista, che, peraltro, è stato a  lungo sodale di Di Pietro ed ha stilato lo statuto dell’Italia dei Valori.
Sono argomenti che ricordano Giulio Cesare, il quale al processo contro il ganzo della moglie, dopo essersi detto convinto della fedeltà muliebre e quindi della innocenza del fedifrago, si sentì chiedere: Ma se sei convinto che non ti ha tradito perché l’hai ripudiata? ed ebbe il cuore di rispondere L’ho ripudiata perché la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto.
E’ la sostanza del discorso politico dell’Italia dei Valori e del Fatto Quotidiano su Berlusconi, il quale – per le stesse ragioni – dovrebbe essere ripudiato dagli italiani.
Ma se Berlusconi è ben al di sotto di un legittimo sospetto, anche Di Pietro non scherza: si è detto che l’alfiere della sua promozione a magistrato sia stato Corrado Carnevale, si sono ricordati i trascorsi del figlio, si dovrebbe rammentare spesso la candidatura del senatore De Gregorio nella scorsa legislatura, si potrebbe discutere della gestione patrimoniale del suo partito, che pare non essere sempre stata trasparente.
Triste cosa vedere il Fatto superato a sinistra dal Pompiere della Sera.
La verità è che il motto di Plutarco non significa più che Cesare deve ripudiare la moglie non perché è colpevole, ma anche se qualcuno può immaginare che sia colpevole, ma che la moglie di Cesare è innocente anche se è colpevole, perché è la moglie di Cesare.
In questo schema logico, Berlusconi e Di Pietro possono restare tranquillamente al loro posto.
Purtroppo.

Ragazzi, che Preside !!!

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/12/2009

lavagnaIl Preside è un uomo del fare.
Non del cosa fare o del perché fare.
Ma del fare.
Del fare inteso come verbo incoativo.
Come stile di vita.
Abbattere una scala.
Sponsorizzare la web radio di facoltà, che ospita dibattiti interessantissimi, sul tipo i community college del North Carolina an environmental approach.
Organizzare la mostra su come eravamo quaranta anni fa, quando c’era solo lui.
E così via.
Adesso è il momento degli armadietti.
Vuole mettere degli armadietti a disposizione degli studenti.
E vuole un regolamento che ne disciplini l’uso.
Tutto ha bisogno di regolamenti ed ogni regolamento dà vita ad almeno una Commissione.
Per un non giurista, le norme sono essenziali.
In sé.
Non perché servono ma perché sono sempre uno strumento di comunicazione, un media ed un modo per creare istituzioni nelle istituzioni, gangli di potere e sottopotere.
Naturalmente, ha bisogno di qualcuno che lo produca e di molte riunioni per discuterlo, affinarlo, metterlo a punto.
Di seguito, un articolo del regolamento, come proposto dallo stanco redattore:
_____
3.3    Dentro gli armadietti, possono essere custoditi unicamente libri, documenti e oggetti utili per lo studio, con esclusione di generi alimentari, igienici, sanitari e ortopedici comunque denominati ed indipendentemente dalle modalità di confezionamento. Potranno essere valutate deroghe alla presente pattuizione previa istanza alla Commissione ortopedica di Facoltà.
3.4    Gli armadietti non possono essere in alcun modo danneggiati, In particolare, è fatto espresso divieto di arredare gli armadietti con fotografie ed immagini di qualsiasi genere, anche se di argomento didattico, fatta eccezione per le immagini di culto previa loro approvazione da parte della Commissione per i culti ammessi nella Facoltà.
____
La proposta ha sortito l’effetto sperato: il redattore è stato prontamente sostituito dalla fedelissima collega di diritto civile.
L’umorismo non è mai gradito nei regimi a speranza autoritaria.

Orologi inversi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/07/2009

Istanbul: i bazar-60_2Il tempo conosce molti orologi.
Il suo tempo conosceva molti orologi.
Conosceva una giacca in bicicletta con il Sole 24 ore e la Gazzetta dello Sport.
La fatica di due ginocchia battute una contro l’altra dall’artrite che piega la schiena.
L’EstaThe degli zingari sotto un portico di chiesa nel primo sole del mattino.
Ogni mattina vedeva tutto questo e tutto questo gli diceva che era puntuale.
Allineato con la sua agenda rossa.
Preciso.
Quel tempo si è fermato.
Con uno strano ingrossamento dello stomaco.
Con il peso che non ha bisogno di diete per diminuire.
Con una operazione.
Grave_molto_grave.
Si è fermato nei suoi capelli che sono diventati secchi.
Fragili.
Che cadono.
Il viso che diventa appuntito.
Le mani che si squamano e sanguinano.
Gli abiti che diventano sempre più larghi e tornano sempre più indietro nel tempo rincorrendo taglie di quando era poco più che ragazzo.
Non si ferma.
Fa finta di nulla.
Solo uno sguardo di vetro dal barbiere.
Poche parole sedute sulla poltrona del barbiere, l’uomo che taglia gli ultimi capelli, una ragazza che cerca di mettere ordine fra le mani.
Un ricordo di infanzia ai Gesuiti. Di qualcuno che aveva detto che si doveva vivere come se si sapesse che si sarebbe morti il giorno dopo. Parole che escono dallo stomaco quando i medici ti dicono che devi mettere ordine nelle tue cose. Parole che in fondo non significano nulla:
–> Vede, Oliviero, vivere come se si dovesse morire il giorno dopo … No, non è così che si deve vivere … Si deve vivere come se non si dovesse morire mai, ma come se si sapesse che chi ci è accanto, le persone che amiamo, ma non solo loro … anche le persone che potremmo amare … che in fondo sono tutti o quasi tutti … come se loro dovessero morire il giorno dopo.
Fa finta di nulla il barbiere.
Non sono sue quelle parole.
E le scansa.
Come resto d’un cane su marciapiede.

Sir Iphone

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/07/2009

DestiDestrieriSignori si nasce.
Indubbiamente.
Sera.
Festa su un prato.
Molto carina.
Il prato è ricoperto di plaid colorati ed accanto ad ogni plaid un cestino da picnic.
Persone divertenti.
Alcune di più, altre di meno.
Ma mediamente divertenti.
Nel gruppo delle più divertenti, il prato fiorisce di Iphone.
Appoggiati per terra.
Un Iphone perde il suo padrone per qualche attimo.
Una bottiglia di birra appoggia lentamente la bocca sull’Iphone.
La superficie dell’Iphone si frantuma.
Come di fionda.
–> Temo di aver devastato il tuo Iphone
–> Assolutamente no, è il commento del proprietario – serafico – Era già rotto. Mi è caduto appena ho comprato il nuovo modello.
Indubbiamente, signori si nasce e lui lo nacque.

Sudore

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/06/2009

GietlNotte non importa dove.
Tizio si apparta con una prostituta.
Rumena si sentono in dovere di precisare i giornali.
Si ferma una pattuglia delle forze dell’ordine.
Della Guardia di Finanza si sentono in dovere di precisare i giornali.
Tizio, che magari ha una famiglia, che probabilmente si vede accusato di non si sa quale colpa, che in ogni caso non dovrebbe essere con quella persona in quel luogo, scappa.
Uno dei due componenti della pattuglia si sente autorizzato a prendere il posto di tizio.
Violenza, dicono i giornali, che sottolineano come la denuncia della prostituta sia stata prontamente raccolta da un’altra pattuglia che ha rintracciato la vettura della Guardia di Finanza e arrestato l’autore dello stupro e il suo complice.
Una storia banale.
Quotidiana.
Fa notizia solo perché i finanzieri sono stati inseguiti e arrestati.
Una violenza su una prostituta non sembra violenza.
Chi lo fa per denaro, lo può fare anche per forza.
Schifo e malinconia.
Ricordo di mia nonna che quando sentiva parlare male di una donna perduta, come la sua educazione chiamava le prostitute, con tono tagliente e definitivo, diceva: E’ sudore anche quello.

Il pisellotto dell’ospite ignoto (El Pais)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/06/2009

BassoImperoE’ una delle immagini pubblicate da El Pais e come tale oramai di pubblico dominio, secondo la giurisprudenza inglese sul caso Mosley: non si possono fermare le onde.
In ogni caso, non si vede molto.
Pare un tipo che si avvicina a una tipa.
Il dubbio riguarda il basso ventre:
E’ nudo?
Se si, l’oggetto che spunta dal pube è in posizione eretta?
Se l’oggetto è in posizione eretta, ha delle dimensioni ragionevoli o, come pare da un raffronto con la mano, è tale che impugnato in una normale operazione di manutenzione genitale lascerebbe a malapena spuntare il prepuzio?
Naturalmente, di tutto questo non si potrebbe parlare.
C’è il segreto di Stato su Villa Certosa e la vis pugnace dell’avvocato onorevole che presidiano sulla privacy dell’ignoto pisellotto (nonché sulle rigidamente minuscole attenzioni che questi intendeva dedicare alla signorina sul lettino).

Shhhh, multa

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/05/2009

trenoLe multe sono una scocciatura terribile.
Le multe si negoziano.
Primo: riconoscere la propria responsabilità –> Lei ha assolutamente ragione: ho sorpassato in una curva
Secondo: mostrare rispetto per la funzione svolta dall’agente accertatore –> Il suo è un mestiere davvero terribile, da quanto è al lavoro? Quando finisce?
Terzo: dare l’idea di considerare l’agente accertatore una persona –> Lei ha un meraviglioso accento lametino, ma sa che il mio migliore amico è di San Biase?
Terzo: chiedere un trattamento mite ma giusto e non semplicemente pietà –> Spetta a lei dire quale è la sanzione da applicare: non mi permetterei mai di contestarla, le ho già detto che ha ragione …
Il tutto, con tono professionale e senza rispondere alla domanda: Qual’è la sua professione? con un Ma saranno affari miei.
In questo modo, un sorpasso pericoloso può diventare guida al centro della carreggiata.
Ingiustamente.
Se mi fermi, hai visto una violazione e mi devi sanzionare per quella.
Soprattutto se sono un paraculo.

Tailleur

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/05/2009

TailleurLei, un tailleur.
Un figlio biondo, perfetto, anche lui di sartoria.
La domestica.
Clandestina.
Le porta il figlio a scuola.
Tutti i giorni.
Pensando alla figlia, che non vede da quattro anni.
Perché è clandestina e ha paura di non poter tornare.
Una figlia che si sente abbandonata.
Che è un coltello aperto.
Piccolo Biondo chiede alla madre:
–> Perché non mi porti a scuola, come le altre mamme gli altri bambini?
Tailleur risponde:
–> Non ho tempo, devo fare la doccia, prepararmi, ho bisogno di calma al mattino.
In faccia agli occhi della clandestina.
Che si fanno duri, serrati.
In un silenzio inutilmente ferito.

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