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Cantalamessa (Deporre i poveri dalla croce)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/04/2010

Screen shot 2010-04-03 at 9.55.05 AM

Deporre i poveri dalla croce.
Come predica il Perugino dal 1506.
Come ha gridato la Teologia della Liberazione.
No.
Niente di tutto questo.
Parte un francescano alla via crucis papale.
Un francescano dal tono mieloso.
Mi ha scritto un amico ebreo …
Come dire: Non sono io che parlo, è uno che se ne intende di bambini violentati, un ebreo … Io non sono responsabile di quello che dico.
Orrenda retorica da oratorio.
Mi ha detto che queste polemiche sulla pedofilia e la Chiesa cattolica gli ricordano l'antisemitismo …
Come dire: Siamo perseguitati ingiustamente con una colpa collettiva che si trasforma in condanna individuale.
E' solo un idiota che ha perso l'ennesima buona occasione per stare zitto?
In questo caso, stare zitti significava – semplicemente riconoscere – che nella croce ci sono anche i bambini stuprati e pregare per loro.
Non ammettere.
Non condannare.
Solo pregare.
Deponendo i poveri dalla croce.

I pensieri politicamente scomposti di una Bimba Piccola (Sinite parvulos)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/02/2010

BimbaPiccolaMessa domenicale.
Bimba Piccola giustamente incontinente sul piano dialettico.
Vecchiaccia con uno di quei visoni che ci si immagina di veder spuntare un topo dal colletto:
–> Shhhh!
Con dito sotto il naso a sottolineare il comando.
BP, fissandola, con il consueto viso da schiaffi:
–> Non ci si scaccola!

Muftì Castelli

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/12/2009

Gli ingegneri sono persone pratiche.
Castelli è una persona pratica.
Di conseguenza, se la sua cravatta con nodo a rotonda stradale tuona, ci sono delle ragioni eminentemente pratiche.
Che riguardano il compagno Fini, secondo la definizione killer di Feltri, e la lotta per l’egemonia culturale all’interno del PdL.
La questione del referendum svizzero sui minareti, però, è molto più interessante.
Non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Di per sé, è semplicemente una discussione sul diritto di una fede ad essere pervasivamente rumorosa.
Le campane sono pervasivamente rumorose e i Quaderni di diritto e politica ecclesiastica editi dal Mulino sono pieni di giurisprudenza che affronta sacerdoti accusati di molestie alla quiete pubblica per un uso disinvolto degli apparati sonori.
Come la Rivista giuridica dell’edilizia ha più volte rappresentato la delicata questione dell’interesse a ricorrere contro la licenza edilizia per la costruzione di un campanile.
I minareti, altrettanto.
Forse di più: il canto del Muezzin illumina l’alba nello stretto dei Dardanelli, ma può essere considerato fuor di luogo – come un cammello – in una valle Svizzera.
Tutto qui: il suono della religione si giustifica con le radici culturali di un popolo ed un popolo non ha, probabilmente, il diritto di esportare queste radici, che fanno parte di un ecosistema e in un altro ecosistema possono funzionare come organismi geneticamente modificati.
Ma questo non ha nulla a che vedere con la libertà di culto.
Non ha nulla a che vedere con la reazione becera del Muftì Castelli che pretende di inserire la croce nella bandiera italiana, perché una società può essere multietnica ma non multiculturale.
In realtà, una società multietnica è necessariamente multiculturale e questa è una straordinaria fortuna, anche se impone di ripensare temi apparentemente religiosi ma retoricamente politici come l’ora di religione o il crocifisso, le campane ed i minareti.

Non piango (La Merini nel giorno dei morti)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/11/2009

index.phpNon piango la Merini.
Nel giorno dei morti, non piango la Merini.
La sua inquieta e limpida voce che sapeva vedere l’erba dal punto di vista delle radici.
Che ha insegnato a vedere l’erba dal punto di vista delle radici.
Non piango la sua anziana morte perché il dolore sconosciuto ha l’ipocrita suono di una campana inglese.
Piango la solitudine dei miei morti.
Il mio ricordo, un biscotto di pane e zucchero in forma di osso candito.
Che vorrei potessero respirare in pace, come profumo di sogni bambini.
Accendendo una candela fredda della solitudine dei ricordi.

Lombardi l’infedele senza giustizia

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/10/2009

Immagine 1Lombardi Vallauri è un professore di filosofia del diritto.
E’ anche un nonno molto simpatico ed uno dei presidenti di commissione di laurea più divertenti di tutti i tempi.
Si è rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per avere soddisfazione contro il provvedimento dell’Università Cattolica che non aveva accettato la sua domanda per il corso di filosofia del diritto nell’anno accademico 1998 – 1999.
Tanto il Tar del Lazio che il Consiglio di Stato avevano ritenuto giustificato il provvedimento del Consiglio di Facoltà: la Chiesa cattolica aveva espresso il proprio veto all’insegnamento del prof. Vallauri, perché lo stesso si poneva in contrasto con i principi della religione cattolica e perciò costituiva un attentato al benessere spirituale degli studenti. La Chiesa cattolica ha il potere di esprimere il veto sugli insegnanti nelle scuole cattoliche a norma del Concordato. Il Concordato ha dignità costituzionale e non è consentito alle autorità dello Stato italiano discutere il veto della Chiesa cattolica senza interferire con l’esercizio delle prerogative che le spettano.
Per la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, è stata violata la libertà di espressione dell’uomo Vallauri (Lombardo, nel press release), perché il Consiglio di Facoltà avrebbe potuto negargli l’insegnamento, di cui era titolare da oltre venti anni, solo dopo avere preso in considerazione le ragioni che sorreggevano il pronunciamento della Chiesa cattolica.
In altre parole, la Corte di Strasburgo non ha affermato che Vallauri aveva il diritto di insegnare in una università confessionale anche se le sue opinioni non coincidevano con quelle della confessione che finanzia l’università, o che lo Stato italiano non può accettare che la libertà di insegnamento possa essere limitata per ragioni di carattere confessionale, ma solo che le ragioni di carattere confessionale che militavano contro Vallauri avrebbero dovuto essere oggetto di una motivazione espressa.
Non è un gran passo in avanti per la libertà religiosa.
Il punto era – ed è dal 1972 – che l’Università Cattolica è una persona giuridica di diritto pubblico e come tale fa parte dello Stato apparato. Le norme concordatarie possono essere oggetto di sindacato da parte della Corte costituzionale (e oggi della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) per contrasto con i principi fondamentali della Costituzione, che non possono essere modificati da una fonte subcostituzionale. La libertà di insegnamento è un principio fondamentale della Costituzione e non può essere limitata per ragioni di carattere confessionale.
In nessun caso.
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, nel momento in cui afferma che l’art. 10 della Convenzione consente limitazioni della libertà di espressione che siano previste dalla legge e che abbiano uno scopo ragionevole, perché necessario ad una società democratica, riconosce anche che la limitazione del diritto all’insegnamento in una scuola confessionale può essere legittima in virtù di questo principio, massacra l’essenza della libertà di insegnamento, che è libertà di prescindere da qualsiasi imperativo di carattere religioso, etico o politico nella scelta delle pregiudiziali di carattere ideologico che rendono l’insegnare una attività inevitabilmente politica.
Non è una bella sentenza.
Per nulla.
Peggio, c’è solo l’osservatorio sulla giurisprudenza della Corte Europea della Presidenza del Consiglio dei Ministri che non ne fa minimamente parola. 

La Madonna fa bene?

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/09/2009

Medjugorje+FireLa notizia è tragica e dispiace scriverne.
Socci, l’editorialista ultraortodosso del Foglio, ha una figlia di ventitre anni che è stata colpita da un ictus.
Senza speranze di guarigione.
Senza speranze mediche di guarigione.
E’ nel fondo di un letto da dove il padre ne racconta le sofferenze sul suo blog.
Le racconta come le racconterebbe un qualsiasi padre.
Con speranza e dolore.
Con entusiasmo quando dice che una delle veggenti impronunciabili, per questioni linguistiche, di Medjugrje è andata a trovarla. Dopo la messa, all’ora dell’apparizione della Madonna (la Madonna pare appaia sempre alla stessa ora) e la Madonna sarebbe apparsa pregando al capezzale della figlia del giornalista:
La Madonna è venuta, stava in cima al letto, dietro la testa di Caterina. L’ha benedetta e ha benedetto Alessandra e Marija che ha chiesto il miracolo della guarigione per Caterina.
La Madonna ha ascoltato e ha iniziato a pregare. Ci ha fatto capire col suo gesto che bisogna affidarsi totalmente a Lei e pregare ancora. E noi instancabilmente continuiamo…

Non c’è da ridere.
Può venire da ridere, ma non c’è da ridere.
C’è da porsi una domanda: è davvero giusto aiutare una persona disperata a sperare nell’impossibile? La fede non sarebbe più utile per aiutare il dolore di Socci ad accettare l’inaccettabile? E’ giusto utilizzare la Madonna per far sperare quando non sembrano esserci speranze?
Eppure è difficile non ammirare una fede che non trema di fronte ad una figlia in agonia, che non rinfaccia a Dio quel dolore, che non gli chiede il perché, perché se Dio c’è, di queste cose (e di molte altre), ogni tanto, potrebbe anche rendere ragione.

Bibi (Un necrologio)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2009

necrologio-renata-petrucci-300x290E’ morto.
Il 2 maggio 2009.
Non poteva guarire.
Lo sapeva benissimo.
Con paura e pudore.
Pochi necrologi sul giornale.
Non era una persona da necrologi.
E’ vissuto di pane e traversini.
Su una banchina.
Marinaio di banchina, anche se aveva girato il mondo dormendo a prua dell’albero, come tutti i marinai.
Schiaffi di mare tatuati sul viso.
Rideva e sapeva ridere.
Di poco.
Di un fiorentino che saliva in testa d’albero e vomitava il suo mal di mare sulla tuga e sull’armatore: Gatto.
Dei tatuaggi di un livornese: Ti se’ fatto scrivere che sembri la locandina der Tirreno.
Non c’è più adesso.
Piace immaginarlo nel paradiso dei bambini.
Di quei bambini che lo amavano perché li sapeva guardare negli occhi. Lui che non ne aveva avuti perché non erano arrivati quasi che le cicogne non si fermassero in mare.
Di quegli adulti che avevano imparato ad amarlo perché li sapeva guardare negli occhi ritrovandoli bambini.
Piace immaginarlo davanti a un Dio che ride delle sue storie e lo guarda allontanarsi.
La camicia da notte aperta dietro e senza mutande.
Così, in ospedale, gli ultimi suoi giorni.
E forse lo faceva per avere qualcosa di cui ridere con Dio qualche ora più tardi.

Oggi, esce

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/04/2009

ChiesaOggi, esce.
Dopo otto anni di galera.
Della galera di un pedofilo che ha confessato.
Di un prete che si è approfittato dei bambini che giocavano nel suo oratorio.
Esce.
Sa esattamente quello che troverà.
Un ricovero per preti anziani.
Odori di minestra e suore del terzo mondo.
Passeggiate.
Breviario.
Ostili compassioni da confessionale.
La vecchia professoressa di italiano che passerà ogni tanto a trovarlo.
Nonostante tutto, fa compassione ricordare la gioventù dei suoi sogni.
Ricordare che un tempo sapeva parlare di Dio semplicemente lasciando brillare gli occhi.

Un post da padre

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/02/2009

cimiteroLa signora Englaro è morta.
La sua morte è un fatto privato.
Riguarda il dolore della sua famiglia.
Non riguarda nessun altro: senatori, giornalisti, anchormen e neppure chi scrive.
Eppure c’è una cosa da dire – sottovoce – a proposito di questa morte.
Si è scritto che nessuno ha il diritto di stabilire il confine fra la vita e la morte.
Da padre, non riesco ad essere d’accordo.
Da padre, so di avere desiderato le mie figlie più di ogni altra cosa.
So di averle generate consapevolmente.
Di avere pensato a lungo prima di contribuire a metterle al mondo.
Rivendico il diritto di considerarle morte se il loro sorriso si trasferisse in un corpo piagato.
Se nel loro volto non riuscissi più a trovare quella luce che anche stamani ha accompagnato il mio risveglio.
Rivendico il diritto di accompagnarle in questo viaggio.
Di tenere la loro mano mentre oltrepassano la più terribile delle soglie.
Esattamente come le ho guardate nascere.
E questo se fossi in altre e assai più scomode scarpe sarebbe il mio unico vero rimpianto.

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Gesù Bambino)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/12/2008

BimbaImpertinentePresepio.
Bimba Impertinente adora il presepio.
E’ un presepio di lego, perché il presepio di B.I. è un giuoco.
E’ un presepio che cambia aspetto tutti i giorni, perché B.I. si diverte a giocare a quell’imitazione di Dio che è l’urbanistica.
Gesù Bambino sta dentro la capannuccia (un monolocale in una zona di edilizia residenziale pubblica, gravato da un pesante inquinamento luminoso).
In mezzo alle bestie, alla Madonna e San Giuseppe.
B.I. lo guarda con stupita perplessità.
B.I.: Babbo?
—> Si?
B.I.: Ma Gesù Bambino resta piccolo anche quando io sono grande?

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