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Tag Archive for: elemosina

Post mortem

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/06/2011

T05010_9Tizio, gli muore il padre.
Bell'uomo.
Di successo.
Di quelli che consacrano il successo nella brillantina ed in macchine sportive.
Funerale triste.
Funerale allegro.
Funerale dove si incontrano gli amici del padre.
Quelli che non si sono mai visti.
Quelli che si sono appena intravisti.
E dopo lettere anonime.
Di grafie diverse.
Un'alluvione di lettere anonime.
Tizio scopre che il padre era culattone.
Che gli piaceva sentirsi invaso.
Che assumeva in ditta i ragazzi che lo riempivano.
Capisce il ghigno del magazziniere.
Capisce troppo.
Ma non capisce il dolore del padre.
Sospeso fra il lessico quotidiano ed il niente.
Come una falena attratta dalla candela che la brucerà.

Chi li ha sciolti (Che problema c’è) ?

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/05/2011

jointje2Che problema c'è se potesse essere usato come soprannome in termini non cacofonici lo fotograferebbe benissimo.
Rampollo di recente borghesia industriale, il genere con il nonno che lavorava ancora i campi e girava in ape mentre il papà si arricchiva con la fabbrichetta zuzzurellando in pagoda.
Giacca di pelle.
Jeans sdruciti.
Faccia da criminale con gli occhi dolci.
Due bambini biondi.
Un moglione biondone.
Il tutto forma un quadretto che, all'esterno, potrebbe anche parere edificante.
Che problema c'è vive fumando come una sodiera a pieno carico.
Non arriva al termine dell'antipasto senza aver tirato una canna e prima del dolce si è alzato da tavola almeno quattro volte.
In queste condizioni, gli può capitare, come in effetti gli è capitato, di capitombolare a ragionevole velocità su una serie di vetture in sosta.
Di essere salvato dalla teoria degli esami tossicologici della stradala dalla presenza della sua famigliola a bordo, dalla sua aria tutto sommato a modo e dal pregiudizio per cui, agli occhi del questurino, se guidi una macchina da 100kEuro e la sfasci con indifferenza sei necessariamente un tipo che conviene trattare con deferenza.
Di finire all'ospedale, sulla seggiola a rotelle riservata agli incidentati.
Di essere raggiunto dal suo amico di infanzia chiamato dal moglione biondone.
Di aspettare tutti insieme il proprio turno.
Di ritrovarsi, dopo nemmeno un quarto d'ora, tutti insieme, il moglione biondone, i bambini biondissimi e l'amico brizzolato a fare da schermo ad un imbecille in carrozzella che si spara un cannone nello spazio ambulanze del pronto soccorso.
Che problema c'è?

Il papa a Marrakesh

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/05/2011

JPII-1Questi giorni sono illuminati di dress code.
La beatificazione di Giovanni Paolo II.
La beatificazione della monarchia britannica per il tramite del matrimonio reale.
Persino, la prima dell'Aida, con l'Orchestra del Maggio diretta da Mehta ed una regia da ascoltare ad occhi chiusi.
Nel frattempo, un disgraziato si è fatto saltare in aria a Marrakesh.
In uno dei posti più belli del mondo per bere l'aperitivo.
Non poteva farlo a Roma, Londra o Firenze?
Dove non avrebbe rovinato l'aperitivo a nessuno.

Donne d’arredo

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/03/2011

03_art_deco_roomsVilla sulla collina che domina Firenze.
Disegnata nella sostanza dei graffi di Michelangelo.
Illuminata a giorno come una festa di Nerone.
Molto AD.
Il tavolo da biliardo, la cucina supermoderna, il profumo di tabacco fresco.
Lei, nessuna memoria di Occhi blu, capelli neri.
Non troppo alta.
Magra.
Carina senza apparire.
La grazia che si insinua fra le note di un testo.
Uguale a tutte le altre.
Che conosci da sempre perché assomigliano a tua madre ed alle sue amiche.
Nessuna memoria di Occhi blu, capelli neri.
Quando non assomigliava a tua madre ed alle sue amiche.

Il Bunga bunga in excel

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/02/2011

mfln475lIl miliardario ridens ha staccato l'annuale cedolone dalla finanziaria di famiglia.
Euro118Mln.
Nelle stesse ore, il Sole 24 Ore ha ricostruito i movimenti Bunga bunga del conto corrente n. 1 acceso dal premier presso il Monte dei Paschi di Siena, Filiale di Segrate.
Un intorno di Euro10Mln / anno per "comprare le caramelle alle bambine", secondo la definizione del rag. Spinelli, che pare sia il portafoglio del primo ministro.
Il Corriere della Sera ha anche pubblicato delle intercettazioni in cui una delle signorine ospiti del presidente del consiglio si lamentava della liberalità sempre meno generosa delle ricompense conquistate e della risposta che avrebbe ricevuto dal satiro_drago: Tu non ti rendi conto di quanto guadagna un operaio …
Una risposta molto corretta e che oggettivamente ridimensiona l'affaire Bunga bunga.
Fatte le debite proporzioni e considerato un operaio più che al vertice della scala salariale, con molti straordinari etc., il bilancio familiare del miliardario ridens stocca alle signorine lo 0,0033898% dei ricavi post tax.
Ovvero un equivalente di annui Euro2.203/39 di un operaio che guadagni duemila euro al mese per tredici mensilità.
Come dire che il premier sputtana in generosità, secondo la tesi della difesa, l'equivalente della tredicesima di una persona normale.
Una cifra molto più ragionevole per uno che guadagna centodiciotto milioni di euro all'anno di quanto non siano duemila euro per uno che ne prende ventiseimila.
O no?
Perché in fondo, proprio dinanzi ad un operaio, ma ad un operaio vero, di quelli che con mille euro al mese tirano avanti famiglia e mutuo, l'idea di uno che spende dieci milioni di euro per passare delle serate allegre con Emilio Fede e Lele Mora fa abbastanza rabbia, pena, schifo e malinconia.

Le maschere di Marchionne

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/01/2011

mascherePoche cose sono tristi come le maschere veneziane lontane dalla laguna di Casanova.
Sono tristi a Venezia perché non le appartengono più.
Sono tristi nei mercatini turistici del resto di Italia perché assolutamente fuor di contesto.
Eppure non è possibile attraversare una città d'arte senza che qualcuno le venda.
Al pari di Torri di Pisa, Davidi di Michelangelo e amuleti vari.
Le maschere veneziane, però, sono un simbolo della glocalizzazione.
Del fatto che il mondo è un villaggio confuso, nel quale i segni dell'appartenenza locale sono gondole perse nei Sargassi.
Il referendum di Mirafiori è esattamente questo.
Un bancarellaio intelligente e spregiudicato, cittadino apolide del capitalismo di ventura, vuole essere autorizzato a vendere maschere veneziane davanti al Colosseo.
Opporsi pare impossibile.
Non per la real politik del partito democratico: meglio non scioperare che non lavorare.
Ma perché in un mondo sempre meno lontano, i confini dei diritti non seguono l'orizzonte costituzionale del magis ut valeat, ma sono inesorabilmente spinti verso il basso. Non è la Cina che viene verso di noi, ma noi che ci trasformiamo in cinesi.
Per questo, le maschere veneziane sono diventate indispensabili: nascondono un mondo in cui tutti hanno gli occhi a mandorla.

Ragazze in Vendita (Post per erezioni tristi)

21 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/07/2010

Screen shot 2010-07-01 at 4.31.55 PMUn sito.
Un sito di donne che si toccano.
Mostrandosi.
Il prezzo è in crediti: 700 crediti, il cellulare; 30, la stanza privata; [•] per le foto amatoriali.
Non c'è nulla di male.
Arrotondano.
Mica vendono il proprio corpo?
Si fanno solo vedere.
Fanno vedere quello che si vuol vedere.
Basta.
Tutto qui.
E ci compri il cellulare nuovo che il vecchio si è rotto.
Il plasma da 56", che è tanto lo desideri.
Che ci pigli un paio di jeans in più e, magari, ci paghi la pizza per il figlio, che stipendio e alimenti non arrivano al 27.
Tutto qui.
Un modo tranquillo per sbarcare il lunario, magari piacevole.
Forse il problema non è morale.
Non è se vendere la propria immagine sia come vendere il proprio corpo.
Il problema è sociale.
Che una donna che si mostra per 30 crediti, non lo fa per piacere.
E non riesco a non pensare che non si senta umiliata con un tipo che le chiede se vuole essere "addestrata".
Il problema è che anche il sudore della prostituzione è sudore e merita lo stesso rispetto del sudore in catena di montaggio.
Forse di più.
Il problema è che magari quel qualcuno che fa da intermediario fra chi guarda e chi è guardato, quel qualcuno che gestisce la piattaforma di interconnessione fra domanda ed offerta, trattenendo un prezzo per il proprio servizio, si chiama magnaccia.
Quel qualcuno lì di rispetto non pare ne possa meritare nessuno.
Ma proprio nessuno.

Aiuto: sono diventato fascista!

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/05/2010

bicipe fuori binario
Concerto jazz.
Classico concerto jazz per radical chic.
Le poesie di Senghor su base tribale con ricami di tromba e proiezione di filmati in bianco e nero.
Ovvero di filmati in cui i bianchi fanno i bianchi ed i negri sono negri.
Pacco tremendo con querula accattona d'ingresso:
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
No, cara signora, sorseggia la pipa che entra in biglietteria.
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
No, signora, mi dispiace, la solita pipa uscente dalla biglietteria.
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
Signora, mi pareva di averle già risposto, la stanca pipa appoggiata all'ingresso del teatro.
–> Si può sempre cambiare idea, signore
–> Non con lei, signora
Certe volte, è davvero difficile essere radical chic.
Certe volte, uno ha nostalgia per l'olio di ricino e i manganelli.
Arrossendo, ma bisogna anche confessarselo.

Scaglie di saggezza

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/05/2010

scajola1705
Il povero ministro Scajola è un politico onesto.
Ci si può credere.
Lo dice sua figlia.
Come si può credere alle mie quando dicono che sono bello.

Shocking confession

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/04/2010

url

Titoli da tabloid.
Urla di cattivo gusto.
Confessione sconvolgente: liceali si drogano per paura delle interrogazioni.
Il genere è:
–> Si fa riprendere con il videofonino per comprarsi i vestiti
–> Picchia l'handicappato per vedere se sanguina
–> Prende l'aereo e le scoppiano i seni: tragedia del silicone
Etc.
Nel caso dei liceali che si drogano per paura delle interrogazioni, di sconvolgente c'è solo l'accorta furbizia del giornalista.
Il liceale non si droga per paura delle interrogazioni.
Ma se viene trovato con una canna in mano, magari rollata con una pagina del vocabolario di greco, e non si è completamente fumato il cervello, può provare a giustificarsi dicendo che ha una paura tremenda della professoressa di educazione fisica.
Titolarci un giornale e non avere davvero nulla da dire suonano più o meno come la stessa cosa.

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