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Santa [S]Fiducia: la democrazia delle trappole identitarie

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/02/2025

Sul piano tecnico, uno dei due rami del Parlamento ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata nei confronti del Ministro Santanché.

Il Ministro si è difeso sostenendo di essere il bersaglio dell’altrui invidia per i suoi tacchi, le sue borse, il suo modo di essere.

Può darsi che abbia ragione.

Ma può anche darsi che, come spesso capita a chi è accusato, la sua difesa si sia trasformata in un’accusa peggiore del capo di imputazione.

La Santanché è percepita essenzialmente come una donna di mezz’età che si veste con uno stile decisamente aggressivo, cerca, per quel che può, di mantenersi in forma e ostenta il proprio fisico.

Qualcosa che, absit injuria verbis, può essere definito come una cougar nel linguaggio di siti meno seri del Corriere della Sera ma con più visitatori.

Questa è la ragione che la rende un animale politico perché il suo aspetto, quell’abito di pelle_latex_quel che l’è, quella borsa, quei tacchi 12 è, per i suoi elettori, rappresentativo della nazione e meritevole di essere ricompreso nell’indirizzo politico di maggioranza.

Succede: quando la democrazia si trasforma perché gli organi eletti non sono più chiamati ad educare la nazione, secondo il modello di Bagehot, ma a rappresentarla, secondo il modello di Bockenforde, allora ci vediamo allo specchio e il nostro specchio ci mostra anche i tacchi 12 della Santanché.

Non è diverso da quello che succede a sinistra: che cosa fa Sara Funaro quando si arma degli opportuni utensili e scende da Palazzo Vecchio per smontare le key box? Esattamente la stessa cosa: dà vita al disagio di chi vive nella invidia di quelli che si “arricchiscono” con airbnb invece di fittare ad equo canone ai cittadini più bisognosi che sono costretti a vivere sempre più lontani dal centro in periferie che si alimentano di sogni al plasma.

In questa democrazia rischiamo di restare invischiati in una trappola identitaria perché se ciascun eletto concorre a rappresentare l’intera nazione trasformandosi in una maschera da commedia dell’arte, l’indirizzo politico non è più un consenso per intersezione guidato da valori alti. E’ una commedia.

Santa che compra borsette false per regalarle alla Pascale.

Genny che si fa illudere di essere diventato padre e finisce su tutti i rotocalchi insieme a Rosy e alla moglie piuttosto infastidita. Non si sa se per il tradimento o per il pentimento.

Michele che blocca un ristorante per pranzare con l’avvocata ambasciatrice della Puglia all’estero.

Sara con le pinze in mano che si trasforma nella vendicatrice del proletariato scacciato dal centro storico.

Etc.

Tutto sommato meglio di quello che accade dall’altra parte dell’oceano dove, per le stesse ragioni, ci si veste da Toro Seduto e si assalta il Parlamento.

Sclavi contro Tolkien

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/02/2025

L’attuale sorellanza di governo si identifica in Frodo (Giorgia), il tormentato portatore dell’anello, e Sam (Arianna), il suo fedele servitore che lo chiama Padron Frodo e non gli fa mai mancare un pasto caldo, persino durante l’ascesa al Monte Fato.

Più in profondo, si identifica nella visione di Elemir Zolla che, nella sua prefazione all’edizione Rusconi del Signore degli Anelli, uscita nel 1970, dopo che Elio Vittorini e Aldo Sereni avevano espresso un giudizio negativo per Mondadori, accenna a due modi di intendere l’antico: scimmiottarlo, ironizzando, come Mark Twain nel Cowboy alla tavola rotonda, o prendendolo sul serio fino a impregnarsi dei suoi valori.

Il Signore degli Anelli parla di un mondo diviso in due: da una parte, il male di Sauron e, dall’altra, la serenità molto benpensante degli Hobbit per i quali un caminetto e l’erba pipa sono la felicità.

Il vero protagonista del Signore degli Anelli è Sauron che vuole l’anello del potere per legare a sé uomini ed elfi ed è Sauron che giustifica l’avventura di Frodo e dei suoi compagni.

Qui, forse, sta il problema: se Giorgia Meloni è Frodo, chi è Sauron?

La Schlein? Conte? Renzi? I sindacati? La magistratura?

In realtà, Sauron non esiste perché la funzione di governo, intesa come indirizzo politico, ha come scopo trovare punti d’incontro capaci di unire tutte le forze che concorrono a comporre la nostra ancora fragile democrazia.

Eppure il Signore degli Anelli è un mito potente: nell’età del tramonto delle ideologie consente alla destra di governo di mostrare un orizzonte ideale, una direttrice di senso, per quanto più apparente che reale.

Si consiglia alle sinistre di pensarci bene.

C’è un fumetto che potrebbero adottare: Dylan Dog.

Lì i mostri, in fondo, sono buoni, basta saperli guardare.

P.s.

Taiani e Salvini lottano per Aragorn…

Nani e ballerine (Gli uffici di diretta collaborazione)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/09/2024

Molti hanno sorriso della liason fra il ministro e la organizzatrice di eventi.

Poi ci si è resi conto che dietro quell’affare c’era un ufficio ambito dalla organizzatrice e promesso dal ministro.

Adesso ci si deve chiedere che cosa sia esattamente quell’ufficio.

E’ regolato dall’art. 14, secondo comma, d.lgs. 165/2001: il regolamento che disciplina l’organizzazione di un ministero può istituire gli uffici di diretta collaborazione del ministro che servono per interconnettere la sfera di direzione politica con la sfera di attuazione amministrativa. Questi uffici sono composti di personale che al giuramento del nuovo ministro deve essere confermato entro trenta giorni, altrimenti il rapporto decade automaticamente.

Il regolamento che si è appena richiamato dovrebbe essere ai sensi dell’art. 17, legge 400/1988 un decreto del Presidente della Repubblica, ma questa fonte è stata sostituita dal decreto del Presidente del consiglio dei ministri.

Cambia perché sul primo è necessario sia il parere del Consiglio di Stato che quello della Commissione parlamentare competente nonché la registrazione della Corte dei conti.

In ogni caso, la fuga dal decreto del Presidente della Repubblica è segnalata da tempo nella dottrina più avveduta.

Il Ministero della cultura è disciplinato dal d.P.C.M. 15 marzo 2024, n. 57 che tratta degli uffici di diretta collaborazione all’art. 32.

Possono essere nominati quindici consiglieri di elevata specializzazione a pagamento e quindici a titolo gratuito.

Il ministro Sangiuliano ne ha nominati nove a pagamento e nove a titolo gratuito.

La somma complessiva impegnata per quelli a pagamento conta 290.000 Euro.

Per gli altri, ci sono i rimborsi spese.

A che cosa servono i consiglieri?

Se il loro ruolo è quello di imprimere alle burocrazie ministeriali la forza riveniente dall’indirizzo politico governativo, è difficile capire le funzioni di un consigliere per la deontologia culturale o di quello per le tradizioni popolari, per fare due esempi.

Se, invece, il ruolo fosse quello di assicurare l’efficacia delle politiche in materia culturale facendo sì che l’azione amministrativa sia condivisa con gli esponenti del mondo della cultura, allora,  acquista un minimo di consistenza il consulente per la danza o quello per il recupero e la restituzione dei beni culturali.

In ogni caso, resta davvero difficile capire perché così tanti consiglieri al ministero dei beni culturali e solo ascensoristi a Palazzo Chigi.

Ma questa è davvero un’altra storia.

 

Campo largo, campo contro: controcanto

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/08/2024

Funaro e Giani

Il tema caldo di un agosto particolarmente caldo dovrebbero essere le meduse che infestano il mar Ligure e che impediscono di fare il bagno ai villeggianti di Forte dei Marmi e invece è la ricandidatura di Eugenio Giani come governatore della Regione Toscana.

Lo ha fatto intendere con una certa crudeltà il segretario regionale del Partito Democratico, Fossi, dapprima sul Corriere Fiorentino e poi in una intervista di Domenico Guarino su Controradio: la candidatura non deve riguardare una persona ma un programma per la Toscana del futuro e questo programma deve essere elaborato con i movimenti politici che hanno in comune una precisa scelta di campo: il campo largo della Schlein.

Fossi ha anche elencato questi movimenti: il partito democratico, ovvero la istituzionalizzazione inconsapevole delle convergenze parallele fra quello che resta del partito comunista e quello che non si è decomposto della democrazia cristiana; il movimento cinque stelle, quello di Conte; AVS, la strana combriccola di coloro che hanno votato democrazia proletaria quando avevano l’età e non sono voluti crescere; Più Europa, i nostalgici del partito di azione e i sopravvissuti alla personalità di Pannella.

Significativamente non ha indicato Renzi che, però, fa parte della maggioranza di Giani, al contrario dei cinque stelle.

La situazione è ben rappresentata dalle immagini con cui il Corriere Fiorentino ha voluto commentare le esternazioni di Fossi (Giani fa parte di un cleavage, il circolo dei canottieri, che riunisce esemplificando l’elettorato di Renzi) e la replica di Giani (se vuoi restare, Giani deve percorrere le piste tracciate da Sara_Sarà).

Il campo contro è rappresentato, ovviamente, da questa destra che vince e sa vincere perché ha una leader che dice qualcosa, che sa parlare alle persone, non solo al loro stomaco, come è troppo facile dire, ma, sembra di poter dire, anche da Renzi, avvertito come pericoloso da una sinistra che ne avverte il potenziale egemonico e ne teme l’intelligenza manovriera.

Giani è troppo intelligente per non sapere che la sua sopravvivenza politica dipende da queste manovre e che queste manovre, a loro volta, non dipendono da lui.

Ma tutto questo, dal punto di vista di un elettore preoccupato, è pressoché incomprensibile.

Per questo elettore, quello che dovrebbe contare è la Toscana del futuro, il progetto intorno al quale Fossi vorrebbe costruire il campo largo in vista delle prossime elezioni regionali e che non sembra molto diverso da Firenze plurale: tanti progetti, la FI_PI_LI, la Darsena Europa, l’innovazione intorno ai quali costruire un programma.

C’è qualcosa di stonato in questo modo di costruire le alleanze, di stonato e, nello stesso tempo, di autoaccusatorio: la Toscana del futuro di Fossi non è molto diversa dall’Italia del discorso di Stradella di Depretis. In entrambi i casi, non contano le idee, conta il trovarsi d’accordo su singoli progetti di infrastrutture, allora erano le ferrovie, oggi sono le vie di grandi comunicazione, ma non cambia niente. Il trasformismo di Depretis ha logorato la sinistra storica consentendo la nascita prima di un partito socialista forte e dopo di un movimento antagonista egemone di destra.

Ma questa lezione non viene imparata: la sinistra se vuole vincere deve tornare alle sue radici e chiedersi quali sono.

Se ha ancora un senso credere che la diseguaglianza ha un valore solo se determina un vantaggio per i meno fortunati, allora, non ha senso fissarsi sulla Toscana del futuro. La Toscana del futuro è quella che crede in questo ideale, non che lo annacqua nel campo largo.

L’ordine di pubblico di Sara (Sarà ordine pubblico?)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
07/08/2024

Le cose cambiano: molto. Non più Dario che rincorre coloro che imbrattano i monumenti ma la più sobria Sara che rincorre coloro che vanno troppo forte in macchina sui viali.

Sembra impossibile: i viali di circonvallazione, perfino adesso che è pieno agosto, sono rallentati dagli infiniti e interminabili lavori della tramvia, eppure taluno – il meschino autore di questo post, ad esempio – riesce ad oltrepassare i limiti di velocità.

Di tre chilometri orari, una velocità che costa € 33,70, se paghi entro cinque giorni, home banking si fa tutto con il telefono, pochi istanti e sei contento di nuovo.

Sara mi ha scritto per posta certificata cinque volte in un mese, cinque volte € 33,70.

E’ giusto: chi viola la legge, deve assumersi le conseguenze delle proprie azioni e, d’altra parte, non c’è una legge che sanziona chi obbliga i cittadini a passare un’ora in macchina per percorrere i sei chilometri che vanno da piazza Beccaria all’imbocco della FI-PI-LI, nemmeno se i lavori dovevano essere finiti da tempo perché anche i ritardi sono multe, solo che si chiamano penali.

Non c’è la legge, ci sarebbe la ragionevolezza: se so che chi vive sui viali e talvolta esercita la propria libertà di circolazione con la sua macchina deve affrontare un calvario per raggiungere prima piazza della Libertà e dopo Porta Romana, gli metto l’autovelox alla fine del suo calvario e lo punisco se oltrepassa i cinquantasette chilometri orari dopo mezz’ora in cui non ha mai raggiunto i dieci chilometri orari?

Lo posso fare, sono nel giusto a farlo, ma forse non è troppo ragionevole.

Non è ordine pubblico: l’ordine pubblico è educazione alla legalità, è sicurezza dei cittadini, non sono le multe che fanno cassa per un bilancio comunale che ha bisogno di interventi strutturali in grado di assicurare sostenibilità al debito e giustizia sociale per i cittadini.

Ma queste sono osservazioni qualunquiste e meschine.

Meglio prendere l’autobus, oggi: lì ci sono i controllori con la polo bianco, un’altra invenzione post elettorale.

Giusto anche questo, ma in una città soffocata dal turismo, il biglietto deve essere eguale per tutti, con l’unico temperamento dell’ISEE?

Firenze plurale, per chi ci ha creduto, era l’idea di una Firenze capace di ascoltare, capace di proiettarsi fuori da Palazzo Vecchio e questo appariva molto convincente in una campagna elettorale in cui la destra cavalcava una meschina concezione dell’ordine pubblico come pulizia della città.

L’ordine pubblico, però, non sono né gli autovelox né i controllori con la polo bianca.

Quelle sono solo scorciatoie per il pareggio di bilancio, obiettivo peraltro irraggiungibile.

Tre modi di non pagare il biglietto

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
26/06/2023

Ci sono diversi modi di non fare il biglietto.

Il primo, classico, è di andare dal controllore, che adesso si chiama capotreno, senza che sia facile comprendere la ragione di questa metamorfosi funzionale, dirgli che non si è riusciti a fare il biglietto e pagare il supplemento (5Euro) previsto per chi fa il biglietto a bordo. Il secondo, assai più semplice, è fare il biglietto di un altro treno sulla stessa linea usando il proprio telefono e dire al capotreno che si è preso il treno all’ultimo momento e perciò si è fatto il biglietto del treno successivo. Il terzo è, semplicemente, non fare il biglietto sperando che il capotreno non svolga le funzioni di controllore cui è stato condannato dalla crudeltà dei tempi e subire con lieta mitezza la sanzione prevista per questa ipotesi: 50Euro.

Nessuno di questi sistemi vale più dell’altro.

Ma quello che veramente disturba è il ragazzotto che non fa il biglietto perché spera di non essere fermato – di solito così è – e si sperticola in scuse e richieste di perdono finché non riceve il trattamento da 5Euro invece di quello da 50.

Ho una grande comprensione per il controllore.

Meno per il ragazzotto e per chi lo ha educato. Trovo non irragionevole il calcolo delle probabilità sulla sanzione nell’affermazione della validità della norma. Cinico ma non irragionevole. Mentre il teatro della compassione è diverso: significa che la propria capacità di generare empatica pietà diventa la ragione per cui si è superiori al valore della norma perché ci consente di evitare la sanzione.

Ma colui che si erge al di sopra del diritto non era il superuomo di Nietzsche? E se è così, come in effetti è, si ha che l’essenza del superuomo è l’antitesi del superuomo, il che, considerando i risultati storici di quella filosofia, tutto sommato non dispiace neppure.

 

Meglio ballare in un capannone abbandonato o tirare i sassi in autostrada?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/01/2023

Ieri, che era l’8 gennaio 2022, due opposti gruppi di tifosi della Roma e del Napoli si sono scontrati lungo l’autostrada A1 bloccando il traffico fino a che la polizia non è riuscita a riportare la pace.

La notizia ha – giustamente – fatto scalpore. Desta una certa impressione sapere che ci sono dei tifosi di una squadra che si fermano in un’area di servizio, rompono le barriere che la separano dall’autostrada, vi fanno irruzione mentre passano i pulmini dell’altra squadra e li accolgono con una sassaiola. Egualmente stupisce non poco immaginare i pulmini assaltati che si fermano facendo scendere i propri viaggiatori che si scatenano in una rissa direttamente sul sedime stradale che unisce l’Italia, che è il simbolo del dopoguerra e del tentativo di unire il nord al sud.

Non è solo cronaca anche perché il tifo organizzato non sembra solo criminalità da misure di polizia come i DASPO: assomiglia sempre di più alla criminalità organizzata con cui sembra avere non poche contiguità.

Ma quello che davvero fa pensare è il silenzio del Governo, quello stesso Governo che ha reagito a tutela della proprietà privata contro le invasioni musicali dei rave con un decreto legge sulla cui conversione ha posto la fiducia, adesso, tace.

Non si dedica a una norma sul genere art. 434 ter, c.p., che punisca oltre a chi invade arbitrariamente terreni che non gli appartengono per organizzarvi raduni musicali anche chi lo fa altrettanto arbitrariamente per scatenarsi contro la tifoseria avversaria.

No. Tace.

Ed è triste pensare che fra gli elettori di destra ci sono più tifosi che appassionati di musica techno.

Ma chi fa più paura: uno che tira i sassi sulle macchine che passano in autostrada o uno che si sfonda le orecchie in un capannone abbandonato?

P.s.

In foto, muro di casse che è una foto (ma soprattutto un libro) di Vanni Santoni.

Uomini o pitbull?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
09/09/2020

Il dibattito pubblico sui fatti di Colleferro, un ragazzo è stato picchiato a morte da altri ragazzi che non hanno avuto nessuna pietà di lui, si disperde in mille rivoli.

I punti principali, però, sono due: è omicidio preterintenzionale l’uccisione di una persona che chiede pietà da parte di persone che sanno benissimo di praticare delle discipline che consentono loro di uccidere?

E due persone che riescono a uccidere una persona a calci per ragioni apparentemente futili sono davvero persone o assomigliano piuttosto a cani resi folli da un addestramento disumano?

Non credo che sia omicidio preterintenzionale. Non c’è niente di preterintenzionale. E’ omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla particolare crudeltà.

Non credo nemmeno che chi è capace di trasformare la testa di un ragazzo in una palla da football sia una persona.

Assomiglia a un pitbull, a un pitbull senza controllo.

Ma il codice penale prevede pene per i pitbull?

29 gennaio: San Cazzo da Quarantena

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06/05/2020

Il 29 gennaio saranno nove mesi esatti dal 4 maggio e, molto probabilmente, sarà opportuno, con d.P.C.M., modificare il calendario liturgico inserendo San Cazzo da Quarantena.

Il 4 maggio, infatti, è iniziata la fase 2 della emergenza pandemica.

Questa fase, esemplificata dal Presidente del Consiglio dei Ministri in una conferenza stampa che ha fatto rimpiangere i discorsi del Duce, che, almeno, non si sforzava di parlare lingue di cui ignorava la pronuncia, si è aperta alla luce della incerta nozione di “congiunto” (art. 1, primo comma, lett. a), d.P.C.M. 26 aprile 2020).

Nelle FAQ rese accessibili dal Ministero dell’Interno si legge: L’ambito cui può riferirsi la dizione “congiunti” può indirettamente ricavarsi, sistematicamente, dalle norme sulla parentela e affinità, nonché dalla giurisprudenza in tema di responsabilità civile. – Alla luce di questi riferimenti, deve ritenersi che i “congiunti” cui fa riferimento il DPCM ricomprendano: i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (come, per esempio, i figli dei cugini tra loro) e gli affini fino al quarto grado (come, per esempio, i cugini del coniuge).

L’idea di elaborare delle FAQ è interessante sul piano dogmatico perché pone la questione del rango gerarchico di queste disposizioni: si tratta di norme interne alla pari delle circolari oppure sono norme che chiariscono ai cittadini il significato delle circolari con cui l’amministrazione chiarisce, secondo i canoni del vincolo gerarchico, ai propri dipendenti il significato delle norme che questi devono applicare nell’esercizio delle loro funzioni?

Non si sa e forse, sempre per tornare al ventennio, non sarebbe male un intervento di Santi Romano sul punto.

Ma è la nozione di congiunto che fa pensare. E’ chiaramente una nozione estranea al codice civile che, ancorato a una concezione della famiglia tradizionale, conosceva solo i parenti e gli affini conseguenza di un paradigma eterosessuale oramai desueto e reazionario. Di conseguenza, si fa riferimento alla giurisprudenza della Corte di cassazione in materia di responsabilità aquiliana (ovvero una FAQ che dovrebbe chiarire il significato di una disposizione oscura vuoi alle forze dell’ordine incaricate di farla applicare vuoi ai cittadini preoccupati di sanzioni non particolarmente miti chiede ai suoi lettori l’expertise di un avvocato cassazionista). Questa giurisprudenza ha, in ogni caso, un vago sapore jettatorio, perché individua i soggetti che hanno diritto al risarcimento del danno nel caso in cui il danneggiato sia morto e la voce di danno sia proprio la morte (cd. danno tanatologico) con riferimento a coloro che convivevano con il defunto e che gli volevano particolarmente bene.

E’ anche una giurisprudenza non sempre lineare: esclude il risarcimento al coniuge convivente legato da una relazione stabile con un’altra persona dalla quale ha avuto un figlio (Cassazione civile sez. III, 11/12/2018, n.31950), lo riconosce invece nel caso del convivente che soffre terribilmente per la perdita del figlio del proprio partner (Tribunale , Bergamo , sez. IV , 10/01/2018 , n. 49).

Insomma, è una giurisprudenza che induce le forse dell’ordine ad approfondire non poco le loro nozioni di diritto civile e, nello stesso tempo, a entrare in maniera rilevante nella privacy delle persone che stanno controllando, valutando se effettivamente il marito è legato da un affetto stabile verso la moglie o se il figlio del proprio compagno ci sta davvero simpatico, circostanza non troppo frequente.

In ogni caso, la nozione di congiunto è davvero una nozione “poliziesca”, per un verso, e “ruffiana”, per un altro verso.

Non è poliziesca solo perché per individuare i propri congiunti si è costretti a rivelare i propri affetti ma perché, a ben vedere, la previsione che si possa (e si debba) recarsi al lavoro ma non si possano vedere gli amici con cui si condivide la propria vita da oltre trent’anni si basa sull’idea che i cittadini adottino le precauzioni imposte dall’emergenza epidemiologica solo se sono sorvegliati dal loro datore di lavoro. Perché è questa l’unica differenza fra due amici e due impiegati: gli amici non hanno un capo ufficio che gli dice quello che devono fare.

Ma è anche “ruffiana” perché malgrado la giurisprudenza tanatologica che le FAQ evocano non possa essere interpretata fino a quel livello di estensione, fra i “congiunti” sono stati inseriti anche i fidanzati.

L’intelligenza politica del Presidente del Consiglio non ha potuto evitare di capire che i genitori costretti da sessanta giorni a tenere in casa adolescenti in piena espansione ormonale non avrebbero retto alla Fase 2 senza accorgimenti idraulici in grado di domare gli incendi autarchici delle loro camerette.

Per questa ragione, il 29 gennaio merita, per d.P.C.M., di essere intestato a San Cazzo da Quarantena. Sarà il giorno in cui la curva demografica devastata da questa terribile pandemia riuscirà a invertire la rotta e le maternità saranno invase di adolescenti che, dopo sessanta giorni, hanno potuto ritrovare la loro intimità, magari all’ombra di un cassonetto.

Troia, ti stupro (XII trans. e fin.)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/05/2019

Casalbruciato

Casalbruciato, 7 maggio 2019.

Nelle prassi del disciolto Partito Nazionale Fascista, un gerarca appena nominato si doveva recare in una casa di piacere e dare mostra della propria virilità mentre i suoi camerati lo aspettavano per gioire insieme a lui della impresa.

E’ un modo di considerare l’universo: un oggetto di conquista per i lombi del suo prepotente gerarca.

Ma è anche un modo di considerare se stessi, come qualcosa che merita essenzialmente per ciò che si è capaci di fare con il proprio strumento riproduttivo.

Riecheggiano e rimbombano queste riflessioni nei fatti di Casalbruciato, non luogo alla periferia di Roma nel quale i militanti di Casa Pound hanno mostrato i lembi dei loro muscoli a una famiglia bosniaca che aveva raggiunto il punteggio necessario per l’assegnazione di un alloggio popolare.

La riflessione più triste, però, riguarda la validità e l’efficacia della Costituzione. L’art. XII, disp. trans. e fin. vieta la ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista. E’ significativamente una disposizione transitoria perché per i Costituenti non aveva senso imporre stabilmente un divieto che trovava il proprio presupposto nella ignoranza di valori che aveva generato il ventennio.

I costituenti immaginavano che sarebbe stato possibile edificare un nuovo Stato e una nuova nazione in cui nessuno avrebbe più agitato i propri lombi come strumento di potere e oggetto di sintesi politica.

Hanno avuto torto e non solo a Casalbruciato.

La cosa più triste è che ne erano probabilmente consapevoli: Gobetti e le sue analisi non si superano neppure in settanta anni.

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