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Tag Archive for: figli

La maturità di Bimba Impertinente

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
22/06/2023

E’ uscita dalla maturità con l’aria sconsolata di chi ha passato sei ore con Seneca.

Filosofo più ostico che stoico e che ha fatto della sua idea di interiorità un linguaggio contorto ed essenziale.

Un modo di essere che non può piacerle: la sua timidezza è troppo dolce per diventare contorta e non capirà mai perché una cosa facile deve essere espressa in maniera complicata.

Eppure sono contento.

Naturalmente non della sua angoscia: l’angoscia della maturità è un rito di passaggio inevitabile.

Ma di questi anni in cui ha potuto leggere cose che non avrebbe mai letto e che non avrà mai più il tempo di leggere.

Questo penso con gratitudine quando prendo in mano i libri che mi accompagnarono durante il liceo.

E questo le auguro.

Di tutto il resto, voto compreso, in fondo non mi interessa molto.

Anche se è davvero difficile riuscire ad essere felici solo della propria coscienza senza dipendere dal giudizio gratificante di chi ci sta di fronte.

Tema che Seneca, peraltro, ha avuto caro per tutta la sua non particolarmente allegra vita.

Gli occhi del Palagi (Affinità di sguardi)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
06/01/2023

Il Palagi sono corridoi dove camminano giovani ragazze con disturbi alimentari.

Il Palagi sono corridoi dove i genitori delle giovani ragazze aspettano che termini il pasto assistito, la seduta con la psicologa, la visita della nutrizionista o assistono all’alimentazione forzata di una figlia che amano disperatamente.

Il Palagi sono occhi vuoti.

Quelli delle giovani ragazze, quelli dei loro genitori.

Ma solo per chi non sa vedere.

Perché in tutti questi occhi c’è una meravigliosa miscela di dolore e amore.

Esattamente identica.

In questa affinità di sguardi si trova Dio, il Dio che si è fatto carne e che sa perdonare ogni dolore.

Il pianto di mia figlia

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/11/2022

Ogni volta che piangi, si spenge il Sole sulla terra

Il tuo pianto è la mia incapacità di costruire e difendere un giardino incantato intorno a te

Ma, soprattutto, di capire che in quel giardino non saresti mai libera

Perché, amore mio, avrei preferito essere il padre di Ulisse piuttosto che di suo figlio.

Il mio cane ed io (io non somiglio al mio cane: è lui che deve assomigliare a me)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
24/05/2022

I cani sono come i figli e i figli sono come i cani.

I genitori assomigliano ai figli come i padroni assomigliano ai loro cani, il che, fra l’altro, vale anche per il rapporto di identificazione fra gli avvocati e i loro clienti.

Dietro la banalità di queste osservazioni, facilmente desumibili dalla lettura di Desmond Morris: fra la scimmia nuda e il suo libro sulla educazione del cane, non vi sono distanze particolarmente significative, c’è una porzione del mistero educativo.

Un padre e una madre educano il loro figlio. Il loro figlio finirà per assomigliare loro.

Egualmente un figlio educa i propri genitori. I genitori finiscono per assomigliare al proprio figlio.

Queste affermazioni sembrano speculari e in una logica politicamente corretta lo sono.

Ma non sono corrette: è nel mestiere di chi educa far sì che chi è educato impari a rispettarne l’autorevolezza e sia educato attraverso la sua sua autorevolezza.

Educare rinunciando alla propria autorevolezza è far male ai propri figli. Non solo a se stessi.

E vale anche per i cani e per i clienti degli avvocati.

Nonché per altre cose che è diventato inutile ricordare.

La legge del buio (Pensiero anoressico)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
16/05/2022

Io non so che cosa è il buio.

Conosco la legge del buio e so che questa legge è conseguenza della sua natura: l’assenza di luce attira i colori, li schiaccia. Ogni colore schiacciato aumenta la forza di attrazione del buio.

L’essenza della legge del buio è che niente può esistere al di fuori, dentro è una fortezza che trabocca di fame e paura.

Conosco anche la legge della luce e anche questa legge è conseguenza della sua natura: la luce costringe i colori a danzare finché non si riuniscono in un bianco che li acceca.

So che la legge del buio è altrettanto spietata della legge della luce.

So che la vita ha bisogno dell’ombra che difende dalla luce e della luce che allontana il buio.

Che la vita è il coraggio del grigio, che per vivere bisogna saper camminare fra il buio e la luce, senza lasciarsi catturare né dal canto dell’una o dal fragore dell’altro.

Penso tutto questo mentre ti guardo e vedo il palmo della mano che hai scarnificato con le unghie, come una cannibale, vedo i tuoi occhi che sempre più spesso si lasciano annegare in pianti disperati come la dannazione, vedo il tuo viso che diventa trasparente, i tuoi capelli che hanno il colore dell’oro senza l’allegria del grano.

E, come sempre, quando ti guardo so che se rinascessi mille e mille volte non ti vorrei mai diversa da come sei, non vorrei altro dolore nel mio cuore, maledicendomi perché mai riesco a dirtelo come dovrei per dare ombra alla tua notte.

Perché qualunque cosa tu sia e qualunque cosa tu soffra, per me, sei sempre ciò che di più bello può esistere.

Quello che resta (Un mese dopo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
14/01/2022

E’ passato un esatto mese dalla morte di mio padre.

Un mese in cui il suo pensiero non mi ha lasciato spesso.

Anzi.

Forse sono stato più tempo con lui in questi giorni che in tutta la mia vita.

Ho pensato molto a quella mano che mi stringeva e che, all’improvviso, ha smesso di stringere.

Al perché di quell’abbandono.

Perché vivere è egoismo.

E’ imporre la nostra vita a chi ci ama.

Pretendere di essere amati.

Morire, allora, è l’istante in cui si decide di non essere più egoisti.

Che non si può più imporre la nostra vita.

Si accetta di morire perché ci si rende conto che siamo solo una mano che stringe.

Penso questo mentre lascio che il Sole, quel Sole che a dicembre continuava a morire, tocca di nuovo il mio tavolo.

Penso questo mentre penso che anche io troppe volte ho imposto la mia vita.

Perché ci vuole coraggio a smettere di stringere una mano.

Coraggio e stanchezza.

Il cambio di stagione

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/10/2021

Ricordi quando – ogni notte – non riuscivi a dormire da sola e venivi nel nostro letto? Lo scaldavi con i tuoi sogni che attraversavano il cuscino per diventare la nostra felicità.

Il mattino era un bacio lieve come il ponente del mattino dopo una notte afosa per svegliarti mentre facevi finta di dormire.

Lo ricordi adesso che ti alzi con Spotify, che la tua camera è chiusa ogni sera, vai a letto dopo di noi senza passare dalla nostra camera, che ti incontro mentre ti prepari la colazione da sola ed io esco di casa sentendomi un ladro perché non ti ho svegliata né guardata mentre facevi finta di dormire?

Anche questo è un cambio di stagione: è arrivato il momento di riporre i vestiti dell’estate, non è più tempo di lino e si controlla che il tweed non sia tarmato, che i pantaloni di vigogna non scoppino per il troppo vino dell’estate.

Ti osservo con la tristezza con cui si guarda l’estate che svanisce, sperando in un’ultima giornata di Sole, cercando nella Tramontana il ricordo dello Scirocco.

Ti vedo e penso che anche questo è un cambio di stagione: doloroso come tutti i cambi di stagione, ma – mi dico – i frutti dell’Autunno sono più avari dei doni dell’Estate. Più avari ma molto più dolci.

E ti sorrido stringendo dentro di me il ricordo dei tuoi sogni quando mi arrivavano attraverso il cuscino e non riuscivo ad addormentarmi perché preferivo perdermi ad accarezzarti con gli occhi senza fare rumore.

La telefonata più bella

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
21/07/2021

Bimba grande, che è anche Bimba bella ed è ancora Bimba indisponente, è partita per le vacanze con le sue amiche.

La prima volta in campeggio.

Con tutti i rumori del campeggio.

Con tutta la fantastica gioia di essere per la prima volta da sole, responsabili di fare la spesa, senza nessuno che controlla quando ritornano, ragazzine che sono libere di fare quello che vogliono.

Lo merita. Assolutamente.

E’ partita come si parte per una vacanza che si è atteso per tutta la vita ed è stato bello, bellissimo, osservarla partire, come è stato bello, bellissimo, insegnarle a guidare la vespa, come è stato bello, bellissimo, osservarla dal primo giorno in cui il suo sorriso, pacato e maturo, è uscito dalla pancia di sua madre.

Ma più bello di tutto è stato un messaggio di WhatsApp:

Babbolone, ti posso chiamare?

 

ti chiamo io, appena finisco una riunione

Aveva solo voglia di parlare con me.

Solo voglia di parlare con suo padre e di raccontare la sua vacanza.

Io non l’avrei mai chiamata, non avrei mai voluto disturbare la sua vacanza.

Ma la sua chiamata mi ha riempito il cuore.

Lei mi riempie sempre il cuore.

La prima legge dell’energia

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/07/2021

La prima legge dell’energia, per un fisico mancato, è che l’energia, alla fine, trova sempre l’uso più efficiente che se ne può fare.

La morte, in questo prisma, è una conseguenza della prima legge dell’energia: a un certo punto, un essere vivente non rappresenta più un uso efficiente dell’energia e arriva il momento in cui il sistema gli chiede di restituire, sotto forma di decomposizione, ciò che è diventato inutile.

I figli sono una delle materializzazioni più evidenti della prima legge dell’energia perché sono un uso più efficiente dell’energia dei loro genitori e lo sanno perfettamente.

Uno dei momenti in cui la prima legge dell’energia applicata ai figli viene in evidenza con maggiore sollecitudine è la partenza di un figlio per le vacanze.

Succede, in questo caso, di pagare la vacanza e questo è assolutamente naturale e doveroso.

Capita anche di passare la notte in bianco perché l’aereo parte da Roma alle sette del mattino e anche questo è ragionevole e giusto.

Infine, vi è una frase che un padre non dovrebbe mai pronunciare: Mi scrivi quando sei arrivata?

Perché non scrive e non risponde ai messaggi.

Ed è giusto così: ha capito la prima legge dell’energia, utilizzando ciò che era efficiente e abbandonando il padre_motore non appena questo ha cessato di essere efficiente perché quello che doveva fare lo aveva fatto ed il resto non dipendeva più da lui.

C’è amarezza in tutto questo?

No, solo il ragionamento di Gibran sui figli come frecce visto con gli occhi di Volta.

I pensieri di un’adolescente innamorata (il cavaliere azzurro e i belgi)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
05/07/2021


Bimba Adolescente si è innamorata ed è bello vedere i suoi occhi diversamente luminosi.

Ha l’età in cui i fidanzati sono cavalieri azzurri e le fidanzate principesse.

Il padre la guarda con la domanda di ogni padre: ma i cavalieri azzurri hanno i brufoli?

Bimba Adolescente è entusiasta di tutto, del sushi con il cuoco cinese, dei pomeriggi sulle panchine dei giardinetti, persino della cena per il compleanno della madre del cavaliere azzurro.

Ed il padre la guarda felice della sua gioia che gli ricorda un’estate fino a ieri più lontana dei dinosauri, ma anche preoccupato: gli amori adolescenti sono cime da cui è facile precipitare in abissi.

Finalmente Bimba Adolescente torna a casa un po’ meno felice del solito e anche un po’ prima del previsto buttando un viso deluso sul divano del televisore.

Ha visto Italia – Belgio insieme agli amici del cavaliere azzurro e nemmeno una principessa delle fiabe riconosce il suo cavaliere azzurro quando alla televisione c’è la nazionale e lui si comporta come se fosse in campo.

Il padre, che ha passato la serata con Netflix, tira un sospiro di sollievo. Il cavaliere azzurro si sta finalmente togliendo l’armatura per mettersi la canottiera d’ordinanza.

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