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Tag Archive for: il professore va al congresso

Chi li ha sciolti? (Maestri di vita)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/06/2009

05062009(002)I maestri di vita sono personaggi inquietanti.
Hanno come tratto principale l’essere autori di massime importanti.
Apoditticamente sganciate da qualsiasi fondamento epistemologico.
Così: padre che porta le figlie piccole all’asilo di mattina presto, una (Bimba Impertinente) punta i piedi perché ha le prove della recita di fine anno e non sopporta di essere vestita da Grillo Parlante, l’altra (Bimba Piccola) ha deciso di non camminare, puramente e semplicemente: BP è coriacemente taciturna.
Il padre, che ha venti minuti per consegnare la prole e raggiungere un treno, agguanta BP sotto il braccio, come se fosse un pallone da rugby in una partita samoana, e dirige il percorso di BI con sapienti pedate e grida stentoree adatte ad un allevamento di cani da difesa personale.
Vecchiaccia con loden malgrado i calori:
–> Non si trattano così i bambini!
Il padre, con voce dolce, ma senza fermarsi o rallentare:
–> E, cara signora, non ha visto come mi riesce di trattare i vecchi.

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Molto bellissimo)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/06/2009

BimbaImpertinenteBimba Impertinente sta crescendo.
Il suo linguaggio sta crescendo.
Compila parole sempre più complesse.
Soprattutto usa perifrasi per esprimere pensieri cortesi quando la sostanza lo è di meno.
B.I. è sempre molto attenta agli abiti che indossa.
Li vuole scegliere, fin dal loro acquisto.
Ma è attenta a non urtare la commessa che li presenta.
Così, se una cosa non le piace, questa cosa E’ bellissima.
Se le piace ma non troppo, E’ molto bellissima.
Se le piace, E’ davvero bellissima.
Il padre la osserva prefigurando una brillante carriera accademica.
Può non capire nulla, ma sa mostrare una idiozia assolutamente perfetta.

Shhhh, multa

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/05/2009

trenoLe multe sono una scocciatura terribile.
Le multe si negoziano.
Primo: riconoscere la propria responsabilità –> Lei ha assolutamente ragione: ho sorpassato in una curva
Secondo: mostrare rispetto per la funzione svolta dall’agente accertatore –> Il suo è un mestiere davvero terribile, da quanto è al lavoro? Quando finisce?
Terzo: dare l’idea di considerare l’agente accertatore una persona –> Lei ha un meraviglioso accento lametino, ma sa che il mio migliore amico è di San Biase?
Terzo: chiedere un trattamento mite ma giusto e non semplicemente pietà –> Spetta a lei dire quale è la sanzione da applicare: non mi permetterei mai di contestarla, le ho già detto che ha ragione …
Il tutto, con tono professionale e senza rispondere alla domanda: Qual’è la sua professione? con un Ma saranno affari miei.
In questo modo, un sorpasso pericoloso può diventare guida al centro della carreggiata.
Ingiustamente.
Se mi fermi, hai visto una violazione e mi devi sanzionare per quella.
Soprattutto se sono un paraculo.

Il domandario

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/05/2009

anteprimaTipo.
Anziano collega.
Laureato a Londra.
Dottorato ad Oxford.
Si confessa al bar.
Non ce la fa più.
I suoi studenti non riescono a superare l’esame.
Ha ceduto.
Ha prodotto il domandario – l’elenco delle domande di esame con relative risposte, normalmente pubblicato in forma clandestina e spacciato in copisterie compiacenti – sotto forma di dispensa ufficiale disponibile sul sito di elearning.
Non passano lo stesso.
Troppo carino per rispondere che spesse volte il problema è come si fanno gli esami.
Non che cosa si chiede.
Troppo intelligente per dire che trasformare il proprio esame nel quiz per la patente di guida non è molto dignitoso.
Lo sa già.

Chi li ha sciolti? (Il genio fiorentino II)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/05/2009

DanteIl barista del Chiosco degli sportivi è apparentemente idiota.
Forse, lo è davvero.
Velocissimo.
Gentilissimo.
Una parola cortese per tutti.
Gli occhi glauchi del citrullo e l’aria del natale passato a spaccare legna anche per ferragosto.
Forse, però, non lo è.
Vecchietta non anziana.
Vecchietta nata anziana ma tuttora giovane all’anagrafe.
Vecchietta da barboncini senza barboncini, al termine della bavarese:
–> Mi fai il cappuccino?
Desto e cortese:
–> Eccolo, tiepido, senza schiuma … b e l l a
Il b e l l a non c’entrava nulla.
–> Grazie
–> Di nulla: sono abituato a vedere macerie.
Non è cretino.
E’ un genio.

Who are you? Who Who?

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/04/2009

AlbumCovers-TheWho-WhoAreYou(1978)Who are you è il più brutto degli album ascoltabili degli Who.
Pare che la canzone sia venuta in mente ad un Townsend ubriaco e sciaguattato da un bobby londinese dopo una giornata trascorsa a discutere di royalties e fees con il suo produttore.
All’epoca fu considerato un album commerciale e fece abbastanza polemica.
Potrebbe essere la colonna sonora dell’ultima polemica elettorale.
La Lario chiede al marito di candidare donne che abbiano esperienza politica.
I commentatori si agitano (Feltri ricorda alla Lario di non essere stata molto più che una velina all’epoca del matrimonio con il miliardario ridens).
Le femministe (alcune esistono ancora e continuano a non portare il reggiseno, con ogni logica conseguenza) si vergognano delle candidate del partito delle libertà.
Paragonano, così Radio Popolare ieri sera, la Carfagna e la Finocchiaro.
Sono discorsi settari.
La Carfagna gode degli stessi diritti politici della Finocchiaro.
Della Sozio, della Gaggioli, della Ferrante e della Ravot, che sarebbero stati i nomi in discussione.
Ovvero della Staller, per rammentare un autorevole membro della Commissione Difesa di cui non si parla più.
Hanno tutte esattamente lo stesso diritto di essere candidate.
Se poi l’elettorato apprezza le arti oratorie della Carfagna a prescindere dalle parole, è giusto che la Carfagna sia eletta.
Tanto che si segua Sartori o la Pitkin nella ricostruzione del concetto di rappresentanza politica come rappresentazione di un corpo sociale, è indubbio che la Carfagna e le ballerine dell’imperatore rappresentano molto meglio il paese reale della Finocchiaro e di tutti i seni cadenti con capezzolo a ferro da stiro che in questi giorni cercano di ribellarsi ad una campagna elettorale fondata sul senso comune delle cose.

Anche oggi, esami (Invalidi)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/04/2009

laureaLe liste di esame oggi sono elettroniche.
Ci si accede tramite internet.
Ci si iscrive.
Il sistema dà un numero d’ordine.
Si viene chiamati con il numero dato dal sistema.
Con una netta perdita di potere dei bidelli, che non possono più agevolare i loro amichetti preferiti facendo scalare la lista al figlio del carissimo amico del professor ____
Ciononostante, ci sono sempre gli insoddisfatti.
Lo studente fuori sede che deve prendere il treno.
Lo studente iperattivo che ha anche un altro esame.
Personalmente, non li sopporto.
Mi sembrano ingiustizie nei confronti di chi si è iscritto prima ed ha diritto a dare l’esame prima.
Per questo al termine dell’appello, chiedo se ci sono particolari esigenze e concedo l’anticipazione del turno solo se vi è il consenso unanime dei pretermessi.
Tipa, attempata, decisamente più anziana di me.
Vestita come per una cosa importante.
Annota sulla lista (accanto al proprio nome e numero di matricola si possono scrivere dei messaggi per il docente): Causa malattie invalidanti, alle quali sono soggetta, chiedo cortesemente di essere esaminata prima possibile. Grazie.
Mi dispiace.
Ma non riesco a sopportare gli invalidi.
Se uno è sfortunato, non ne devono fare le spese gli altri.
La chiamo al suo turno.
Oltre la metà della lista.
Naturalmente, non sa nulla.
Avrà tempo per approfondire e iscriversi con maggior tempestività al prossimo appello.

P.s.
Il figlio del carissimo amico non si è presentato.
Era nella lista.
Ma non ha risposto all’appello.
La Costituzione materiale di Mortati faceva una splendida figura adagiata sulla cattedra.

Pisesi (Morandi)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/04/2009

acquaspecchiogiratoPisa è lontana da Firenze.
Prima di tutto, perché è vera.
A Pisa ci sono i pisani e anche qualche pisese.
In piazza delle Vettovaglia si trova un pesce che non cammina come un bimbo di tre anni mentre a Firenze, i banchi del lampredotto vendono anche gli hot dog e aggiungono le patate fritte sulla trippa.
Poi, arrivando a Firenze da Pisa si trova una fortezza.
La fortezza con cui i fiorentini dominavano i pisani puntando i cannoni dentro alla città: una città non può essere vicina al paese che ha dominato.
In fondo l’unica cosa buona che i fiorentini hanno mandato a Pisa è stato Galileo.
L’ultima cosa nuova che si è sentita a Firenze sono stati i Litfiba di Pelù negli anni ottanta, mentre i pisani hanno i Gatti Mezzi.
I Gatti Mezzi non sono facili né da capire né da interpretare.
Suonano un mood.
Un modo di vedere il mondo da una periferia sdraiata su un arioporto low cost e una stazione in cui ritarda anche il treno da Livorno.
Un’atmosfera che puzza di acciughe fritte e canottiere sparate su ascelle pelose.
Un jazz pieno di brillantina come in una balera.
Ma che sa piangere la morte di un barbone chiamato Morandi in una canzone che parla dello stesso paradiso di cui narrava Roth nella leggenda del santo bevitore.

P.s.
http://www.myspace.com/igattimezzi

La prossima settimana, esami (Il figlio di un mio carissimo amico)

17 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2009

laureaPrima degli appelli, suona sempre il telefono.
Numero sconosciuto.
–> Sono il prof. _____
Uno importante.
Uno che si scatta sugli attenti quando telefona.
–> Buongiorno, professore
–> Come stai, carissimo? Ma non mi dare del Lei, diamoci del tu, siamo colleghi [Mai dato del tu, sempre un osservantissimo Lei, come tutti peraltro] Domani, ci possiamo vedere?
–> Certo, Professore, ne sono onorato. Quando posso venire da Lei?
–> Carissimo, passo io da te. Dimmi quando ti dò meno fastidio…
[Orpo, questa volta la devo avere fatta grossa: un antico barone che si scioglie con l’ultimo dei cretini è cosa che non può non preoccupare l’ultimo dei cretini se non è del tutto e completamente cretino]
Il giorno dopo.
Non è buona regola far aspettare un antico barone.
L’ultimo dei cretini, perciò, è davanti alla sua porta da ben prima che lui sia arrivato.
Felice di leggere il compiacimento nel suo sguardo quando arriva.
Consuete schermaglie di cortesia e attenti arrocchi.
Dopo avere discusso della congiuntura economica (praticamente ha preso il posto del tempo), avere sfogliato le conoscenze comuni (un modo per trovare legami e per dimostrare di non essere figli di una qualche divinità estinta), si arriva al nodo:
–> Senti, carissimo, tu la prossima settimana hai esami?
–> Si, certo
–> Il figlio di un mio carissimo amico deve sostenere con te l’ultimo esame prima della laurea
–> Non devi aggiungere altro, capisco la tensione dell’ultimo esame. Cercherò di metterlo a suo agio
–> Non devi pensare che io ti stia chiedendo qualcosa
–> Non oserei neppure pensarlo. Conosco bene la tua serietà e spero che tu non pensi che io possa pregiudicare la dignità del nostro ufficio
La fine è davvero misera.
L’antico barone chiama il figlio del suo carissimo amico che appare come se abitasse nei cardini della porta.
–> Vi posso presentare?
–> Certo, grazie
Se fossi una persona seria, in forma di consigli per il ripasso, avrei dovuto passare le domande d’esame.
Ma non lo sono.
Elenco i testi per l’approfondimento.
Un complicato Mortati di annata.
Così da mortificare la sua vita sociale fino all’appello.
Dopo, si vedrà.

I pensieri politicamente scorretti di bimba impertinente (Ma che cazzo)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/03/2009

BimbaImpertinenteBimba Impertinente ha una frequentazione con il turpiloquio che talvolta lascia sbalorditi.
Gioca.
Tranquilla.
Con la sua amichetta preferita.
Colorano.
Arriva Bambino Terremoto.
Così definito perché del tutto incapace di esprimere emozioni e dotato della sagace brillantezza di una trota salmonata l’ultimo giorno prima di essere ritirata dal banco frigo di un ipermercato e avviata allo smaltimento in discarica.
 –> B.I. perché non fate giocare anche B.T.?
–> Babbo, sono stanca …
–> Via, B.I., è così carino e brillante …
B.I. tace e lascia che B.T. cominci a colorare al suo tavolino.
B.T. colora il tavolino.
Con stolida persistenza.
B.I. lo guarda con indifferente ostilità, gli mette il foglio sotto i pennarelli e innocente:
–> Ma che cazzo …
Il padre è sollevato.
L’ultima volta aveva detto Pocca Madonna.

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