La casa delle bambole
Vive nella casa delle bambole.
Senza avere otto anni.
La solitudine è una compagna terribile.
Ma anche l'unico modo per imparare a non essere soli.
Vive nella casa delle bambole.
Senza avere otto anni.
La solitudine è una compagna terribile.
Ma anche l'unico modo per imparare a non essere soli.
Bimba Impertinente non ama le streghe.
Non capisce perché debbano esistere.
Non ama nemmeno Kiriku.
Non le piace una storia che potrebbe finire male.
La storia della strega Karabà che terrorizza il villaggio del piccolo Kiriku, rapendo gli uomini e lasciando prosciugare le sorgenti.
Di una strega che è cattiva perché ha una spina avvelenata nella schiena e che diventa buona dopo che Kiriku la estrae.
Fiaba molto vicina a Propp: l'eroe diventa adulto attraversando una serie di prove.
Il padre tipicamente idiota guarda il cartone con la figlia che, alla fine, piange come una fontana:
–> Perché piangi: Kiriku ha estratto la spina avvelenata e la strega è tornata buona?
–> Piango perché se Kiriku ha estratto la spina da Karabà, qualcuno aveva infilato la spina dentro la strega …
I giornali non sono galantuomini.
I professori di diritto costituzionale, meno.
Dal giornale di oggi, si apprende che un professore di diritto costituzionale in servizio presso una certa facoltà, appena andato in pensione è stato soggetto ad una perquisizione e che è indagato per aver interferito con il regolare svolgimento delle prove concorsuali.
Tanto valeva scriverne nome e cognome: c'è un solo professore di diritto costituzionale in servizio presso quella facoltà che è appena andato in pensione.
Un tipo strano.
Che non scriveva molto.
Che faceva parte di una commissione di concorso a cui anche chi scrive partecipava.
Come d'uso chi scrive, si presentò al Commissario per consegnargli le proprie pubblicazioni.
Che il Commissario appoggiò su un angolo della scrivania insieme a molti altri fogli.
Diciamo il genere di angolo che somiglia da vicino ad un'anticamera del cestino.
Chi scrive sorrise.
Sorrise ancor di più quando venne salutato con cortesia accompagnata dalla frase:
–> Non si preoccupi, lei è giovane ed il tempo è galantuomo …
Ma non quanto ha sorriso oggi leggendo il giornale.
Nei giorni del Bunga bunga, c'è una storia assai più terribile che affatica i giornali.
Cronaca.
Tristissima cronaca di un padre che non riesce a sopravvivere al fallimento del suo matrimonio ed uccide le figlie prima di andare incontro alla stessa fine.
Follia.
Follia per coloro che guardano i sorrisi delle bambine oscenamente ostentati dai giornali e dalle televisioni.
Vero.
Ma è la stessa follia di Dio, che non ha chiesto nulla di diverso ad Abramo.
Si può fare a meno di tutto, ma non dei propri figli e se si decide di ucciderli vuol dire che davvero non si tornerà più indietro.
Che ogni via di uscita è tagliata.
Se è follia, è una follia che muove a pietà.
La stessa pitturata da Caravaggio nel dialogo fra le grinze del vecchio ed il terrore efebico del fanciullo.
Dio si rammenterà di Abramo incontrando la disperazione di questo padre?
Vorrei crederlo.
Semplicemente il Sole di inverno.
Il vento come una preda che fugge.
Occhi curiosi che imparano il freddo calore di un timone.
Semplicemente?
Nevica.
La città diventa diafana.
I passanti sono ombre di silenzio.
A non avere un cazzo da fare, sarebbe fantastico.
Altrimenti, è semplicemente un modo per cascare di bicicletta.
Rissa da strada.
Tassista superincazzato.
Scende dal taxi.
Si avventa su un vecchietto.
Che non si sa che cosa abbia fatto.
Ma non si tira indietro.
–> IO che sono IO non sopporto chi fa il furbo …
Chissà chi cazzo è IO.
Si scalmanano sbavando.
Esce il pacificatore di professione.
Si mette nel mezzo.
–> Ma che fai? Ti rovini …
Ridda di luoghi comuni con duplice quesito:
Ma nessuno mette le mani sul viso al pacificatore?
Ma se due si vogliono sfogare, rovinare, ammazzarsi, etc. chissenefrega.
E' solo un vantaggio previdenziale per la nazione.
Concerto jazz.
Classico concerto jazz per radical chic.
Le poesie di Senghor su base tribale con ricami di tromba e proiezione di filmati in bianco e nero.
Ovvero di filmati in cui i bianchi fanno i bianchi ed i negri sono negri.
Pacco tremendo con querula accattona d'ingresso:
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
No, cara signora, sorseggia la pipa che entra in biglietteria.
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
No, signora, mi dispiace, la solita pipa uscente dalla biglietteria.
–> Qualche spicciolo per i senza fissa dimora?
Signora, mi pareva di averle già risposto, la stanca pipa appoggiata all'ingresso del teatro.
–> Si può sempre cambiare idea, signore
–> Non con lei, signora
Certe volte, è davvero difficile essere radical chic.
Certe volte, uno ha nostalgia per l'olio di ricino e i manganelli.
Arrossendo, ma bisogna anche confessarselo.
Idiota in bicicletta.
Invade la zona pedonale a velocità superiore facendo saltare il povero handicappato con braccio al collo che cerca di salvarsi ed esclama un gentile:
–> Cogliombero
Che è un modo per dare di coglione senza esagerare.
Il cogliombero è un coglione affettuoso.
DIciamo un testicolo di bambino che fa tenerezza e non sversa in atti di sodomia estrema, ma si limita a ciondolare con fare gentile.
–> Stronzo, Pppezzzo di Mmmmerda, Ti stacco il braccio e te lo infilo su per il culo …
Decisamente offende come pedala.
Da perfetta testa di glande.
Quel giorno, il Sole era caldo.
Lei, una madre.
Orfana del proprio figlio.
Lei, una donna di successo.
La voce roca, abituata al comando.
Affascinante di mille sigarette appena spente.
Lei, incapace di appoggiarsi al Sole.
Di capire la morte del figlio.
Di accettarla.
Che non è naturale che un figlio muoia prima dei genitori.
Che un figlio non si suicida.
Che è abbastanza intelligente da capire che quando un figlio si uccide, quando tuo figlio si uccide, è morto del tuo amore.
Sei tu che lo hai ucciso e lui non sarà mai oblio.