• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Tag Archive for: lavavetri

Buon compleanno, Italia !!!

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2011

L'Italia si è rivestita di tricolori.
Una impavesata di gioie rinascimentali.
I bambini hanno udito le loro maestre dire:
=> Oggi, tutti abbiamo centocinquanta anni …
E, spero, le hanno guardate come un bambino sa guardare la retorica degli adulti.
Fiorenza è piena di bandiere italiche, talune persino con lo stemma sabaudo nel centro.
Ma la sostanza mazziniana dello spirito cittadino è stata mirabilmente illustrata da un tipo sul tramvai:
=> Io la bandiera italiana l'appiccico fuori tutti i giorni, ci ho lo spunzone su i' terrazzo … La levo solo quando gioca la viola … 'un si possano miha confondere le du' 'ose…

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Aiuto, mi si è incastrata la cacca nel culetto)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/12/2010

BimbaImpertinenteBimba Impertinente oramai è grande.
Va in bagno da sola.
Si pulisce da sola.
Si lava da sola.
Con qualche sgommata, ma in termini tutto sommato soddisfacenti.
Lo annuncia solennemente:
–> Babbo, vado in bagno
E dopo un po' torna con la faccia soddisfatta.
Non oggi.
Oggi, ha iniziato a urlare:
–> Aiuto, aiuto, mi si è incastrata la cacca nel culetto
In effetti, un pezzetto di cacca denso come la ghisa si era bloccato a mezzavia e non voleva abbandonare la posizione.
Poco male.
Un bidet ha risolto il dramma.
–> Perchè continui a piangere?
–> Perché lei non smette di ridere …
La risposta di BI.
In effetti Bimba Piccola non ha più smesso di ridere per tutto il pomeriggio.
Ripetendo, con una certa soddisfazione:
–> A me, la cacca non rimane incastrata nel culetto …

Chi li ha sciolti (L’inventrice della fica)?

21 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/10/2009

Violoncello
L’inventrice della fica non si chiama così.
Ha un nome e cognome.
Ma nessuno lo conosce.
Per tutti, è la donna che ha inventato la fica.
Soprattutto, per lei.
Che è fermamente convinta di: (i) avere inventato la fica verticale (tutte le altre hanno una vagina orizzontale, buona solo ed esclusivamente per il gioco delle bocce); (ii) essere l’unica donna in grado di suonare una suite per violoncello di Bach (praticamente Rostropovich con la sottana); (iii) poter fare perdere la testa a qualsiasi uomo, facendolo venire senza alcun bisogno di stringere le gambe, ma solo con lo sguardo (gli occhiali da sole sono quelli di Scatta il fluido erotico di Gabriel Pontello, ma a generi invertiti).
L’inventrice ha un fidanzato.
Anche lui ha un nome ed un cognome.
Che egualmente sono sconosciuti al pubblico condominiale che lo ha battezzato Ciabattina.
L’inventrice abita all’ultimo piano e Ciabattina viene spedito a fumare le sue sigarettine (post coito per gli ottimisti, post cena per i realisti, ma il dibattito sul punto è assai serrato) sulla porta esterna del palazzo, dove è possibile incontrarlo ad orari assurdi, in pigiama e, appunto, ciabattine, che fuma e chiede di lasciare il portone aperto.
L’inventrice ha anche papi e mami.
Che, i giorni dispari, si presentano con: camicie ed abiti lavati e stirati, spesa, suddivisa in pacchettini con identificazione del contenuto e del pasto cui il contenuto è destinato, attrezzatura per pulizie degna di una impresa specializzata.
Cazzo, facile, inventare la fica, così.

Guelfo non sono né ghibellin mi appello (La fine del Partito Democratico a Firenze)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/02/2009

MicheleVenturaLe ultime vicende del Partito Democratico a Firenze non sono affatto allegre.
Un referendum popolare ha messo seriamente in discussione una singolare tramvia.
Un assessore ha indossato la stella dello Sceriffo di ferro di Salkow ed ha intrapreso una battaglia contro i lavavetri, che, peraltro, ha vinto.
Sono apparse delle intercettazioni telefoniche che hanno seriamente minato la credibilità sia dello Sceriffo di ferro che della sua giunta.
Le primarie, le cui regole sono cambiate in corso d’opera, hanno mostrato una ridda di candidati, in cui Veltroni sponsorizzava Pistelli, Bersani promuoveva Ventura, la Lastri era con la Finocchiaro.
Il Sindaco Domenici ha rifiutato di rinnovare la tessera del Partito Democratico dopo essersi incatenato in un garage e poi ha chiesto di commissariare il proprio partito.
Ha vinto Renzi, che non era con nessuno e ha fatto una campagna elettorale molto americana.
La conseguenza logica sarebbe che Renzi non deve nulla a nessuno.
E’ un candidato sganciato dalle logiche di partito e questo in una società liquidamente antipolitica dovrebbe essere quasi un valore.
Forse, non è così.
Il Corriere Fiorentino – edizione locale del Corsera – di ieri portava un articolo sul candidato sindaco del centro destra.
Preannunciava un interesse per Giovanni Galli, antica bandiera della Fiorentina.
Il vero candidato del centro destra, però, pare, così dicono gli informati, sia il Marchese Frescobaldi.
Personalità mediaticamente molto adatta a fare il pieno dei voti.
A questo punto, ci si può domandare perché non sia ancora uscito sui giornali.
La risposta potrebbe essere semplice e coinvolgere l’attendibilità di Renzi come uomo al di sopra dei giochi di partito.
Senz’altro, il centro destra ha atteso l’esito delle primarie del centro sinistra per uscire con il suo candidato.
Senz’altro, Firenze è una città che nei prossimi anni vedrà una pioggia di cemento e denari (Castello, la tramvia, la manufattura tabacchi, i sottoattraversamenti dell’alta velocità e le nuove infrastrutture ferroviarie).
Senz’altro, in questi investimenti, il centro destra fiorentino, quello che conta: Dennis Verdini, non l’onesta distanza di Mario Razzanelli, non è stato all’opposizione.
L’articolo su Galli di ieri, in realtà, era un articolo su Frescobaldi, nel quale si leggeva: se il candidato del centro sinistra avesse la forza di rompere gli equilibri di potere che hanno saldato gli ultimi dieci anni, noi abbiamo le persone giuste per vincere una battaglia che vi ha logorato.
Adesso, si vedrà se Renzi è davvero sganciato dalle consorterie che guidano la città.
Lo si vedrà dallo spessore del candidato del centro destra.
E se questa non è la fine del Partito Democratico a Firenze ci assomiglia parecchio.

Cioni ti odia (Otel Midas)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/12/2008

Immag049Cioni non è più candidato alle primarie.
Uno di questi giorni convocherà il suo popolo alla discoteca Otel per verificare l’opportunità di candidare Tea Albini, che è l’assessore al patrimonio del Comune di Firenze e la sua collaboratrice più storicamente fidata.
Praticamente, l’avatar politico di Cioni al femminile.
La discoteca Otel è la discoteca più alla moda di Firenze, dove Cioni ha ospitato i momenti più salienti della sua corsa elettorale: ci è già stato – con più di mille persone – tre volte.
Uno spazio da centottanta Euro a cranio per ingresso, cena e consumazioni varie e anche se la politica avrà diritto a dei forti sconti non è difficile immaginare come questi sconti si trasformino in debiti di gratitudine.
Uno spazio che ricorda le scelte di Craxi che ha inaugurato il suo corso alla guida del partito socialista nell’estate del 1976 all’Hotel Midas, un luogo lussuoso, molto lontano dalla tradizioni di un partito tradizionalmente sobrio.
Ricorda il congresso P.S.I. di Rimini, nel 1987, con la scenografia di Panseca che ritmava con un tempio e un anfiteatro la scelta di abbandonare la falce ed il martello.
Craxi segnò i suoi tempi scegliendo una politica che si faceva nei luoghi nervosi delle città da bere invece che negli spazi angustamente fumosi delle sezioni di partito.
Fu una scelta brillante e che portò il partito socialista lontano.
Cioni si comporta in maniera simile e mena la sua politica in discoteca.
Una scelta discutibile.
Soprattutto se la si guarda dal punto di vista dell’anziana che sabato girava per un mercato rionale di verdure.
Vestita con dignità, della polverosa dignità con cui i vecchi cercano di vincere il freddo nel profumo della naftalina.
E’ sparita quando le hanno chiesto se le potevano servire qualcosa.
E’ scomparsa dicendo: Nulla, non voglio nulla. Sono qui solo per guardare. E’ un Natale da bestie, questo. Un Natale davvero da bestie.

I pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente (Quasi una fan di Borghezio)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/09/2008

BimbaImpertinenteBimba Impertinente frequenta una scuola materna multietnica.
Particolarmente multietnica.
Esageratamente multietnica.
Ne esce spesso perplessa.
Ieri:
Come è andata oggi la scuola?
[Con B.I. non si può parlare di asilo: l’asilo è dei piccoli]
–> Claire ha dato uno schiaffo a Mahmet; Mahmet ha picchiato Maya; Maya ha preso a pedate Mercedes; Mercedes ha iniziato a piangere e non smetteva più …
[Silenzio, affatto stupito]
–> Babbo, mi compri una spada?
Anche Borghezio andava a scuola in un asilo multietnico.

Lo scacciapiccioni

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/11/2007

Uno dei mestieri più antichi di Firenze è il trippaio.
Il trippaio è un banchino appoggiato ai margini di una strada nel quale bolle in continuazione una pentola che cuoce la trippa ed una pentola che cuoce il lampredotto.
Sono quasi tutti Apini appositamente attrezzati.
Le domande sono:
condito?
La risposta è sale, dimolto (tuttaunaparola) pepe, salsa verde. Gli eretici aggiungono il piccante.
bagnato?
La risposta dipende dal vestito. Il panino è sicuramente più buono bagnato, ma altrettanto sicuramente costringe alla tipica posizione del mangiatore stradale di lampredotto: gambe larghe, piegato in avanti, braccia ben lontane dal corpo.
Mi piacciono i panini col lampredotto.
Il loro tono da Alvaro il laido.
Di solito, però, il piacere del lampredotto è turbato dai piccioni che ti beccano fra le gambe gli avanzi del precedente avventore.
Oggi ho scoperto un nuovo mestiere.
Lo scacciapiccioni.
Un rumeno armato di scopa che scaccia i piccioni mentre mangi il panino.
Fantastico.
Speriamo non faccia la fine dei lavavetri.

Tor di Quinto

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/11/2007

In questi giorni, l’omicidio di Tor di Quinto è diventato un fatto nazionale.
La politica se ne è occupata a lungo.
Un disegno di legge è diventato un decreto legge con lo scopo di agevolare le espulsioni.
Il governo rumeno ha protestato formalmente e un fatto di cronaca nera rischia di assumere dei toni internazionali.
Eppure non riesco a criminalizzare questi disgraziati che cercano di sopravvivere.
Non ci riesco e non mi sembra giusto.
Qualche giorno fa, il 17 ottobre, più precisamente Giulia ha descritto nel suo blog due bambini che accompagnavano il padre mutilato in metropolitana (http://toccaride.splinder.com).
Ho trovato questo post molto bello.
Toccante.
Giulia è tornata al campo nomadi la domenica successiva (21 ottobre, post del 22 ottobre).
E non le è successo nulla.
Può darsi che sia stata fortunata.
Può darsi che non ci torni più.
Non lo so.
So, però, che generalizzare non è giusto: ogni gregge ha le sue pecore nere.
Ma difficilmente esistono greggi di sole pecore nere.
Come esiste un disgraziato che ammazza per pochi soldi, per tanta disperazione, per nevrosi o follia, ci sono anche dei bambini che aiutano il padre a salire su un vagone della metropolitana, che strisciano insieme a lui.
Ed hanno diritto di fare notizia, anche se non hanno avuto l’idea di bruciare vivi dentro ad una baracca.
Ci facevano pena gli orfanatrofi di Ceasescu.
Ma questi che oggi abbiamo davanti sono esattamente gli stessi bambini.
Cresciuti, magari.
Diventati delle pecore nere.
Degli assassini.
Ma sono loro ed hanno diritto alla nostra stessa aria.

Chi li ha sciolti? (Digos)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/10/2007

Fra la barzellette più idiote che l’infanzia trascina nell’età adulta c’è quella della pattuglia di carabinieri che ferma una macchina, chiede i documenti, si sente rispondere "digos" e replica "documentos".
Mi è venuta in mente stamattina quando sfogliavo la cronaca cittadina.
E’ accaduto che un coraggioso burlone si è arrampicato su una porta telematica che sorveglia l’accesso al centro storico, l’ha smontata ed ha affisso una fotografia dell’assessore alla sicurezza pubblica (eufemismo per ordine pubblico) Graziano Cioni, quello che ha sottoscritto digitalmente l’ordinanza dei lavavetri, in modo da assicurarsi il diritto morale di autore su quel bell’esempio di gestione democratica dei problemi cittadini.
La digos è stata incaricata delle indagini.
Pare che quella che sembra una burla, anche abbastanza divertente, sia stata intesa come una minaccia all’incolumità dell’importante uomo politico, ovvero un attentato alla sicurezza dello Stato.
In questo modo, una barzelletta piuttosto idiota si è trasfigurata in una fiaba di Esopo, a metà fra l’insegnamento morale e la divinazione.

Proposte minime per un maggiore ordine pubblico

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/09/2007

Si è avuto modo di commentare l’audace ordinanza del sindaco del comune di Firenze, ma  digitalmente sottoscritta dall’assessore Cioni, che vieta l’esercizio del mestiere di lavavetri sul territorio cittadino.
Molti hanno plaudito alla iniziativa che attira la sinistra di governo nel campo dell’ordine pubblico.
Tuttavia sembra necessario ed indispensabile procedere anche in altri settori.
Prima di tutto, ho notato che molti immigrati hanno preso l’abitudine di mangiare nei parchi cittadini.
Oggi, ad esempio, almeno tre panchine di piazza Indipendenza erano occupate da immigrati, di sesso femminile ed età incerta,  presumibilmente di nazionalità polacca o ucraina, che divoravano il pranzo.
La situazione dà chiaramente scandalo.
Non si vede perché i bambini debbano giocare dinanzi a delle persone che mangiano, male oltretutto.
Inoltre, ho potuto accertare che almeno due di queste si ingozzavano con del pollo arrosto, mangiando con le mani e asciugando l’unto alla panchina di pietra.
Terribile il pregiudizio per il pubblico decoro ed indispensabile agire di urgenza in modo da evitare che qualche mamma italiana o qualche pensionato – italiano – si macchi la gonna o i pantaloni dell’unto polacco lasciato dal pollo arrosto.
In secondo luogo, stamane, sul presto, ho potuto individuare in  piazza Oberdan un giovane nordafricano che si lavava nella fontana.
Le movenze ferine, il corpo insaponato, l’aria strafottente non hanno potuto non colpire le brave massaie che stavano facendo la spesa e che lo occhieggiavano cupide.
Qui è indispensabile procedere con un provvedimento contingibile che vieti l’uso delle fontane cittadine per le abluzioni dei giovani immigrati, così da salvaguardare la pubblica morale e l’onestà delle brave donne italiane.
Infine, un intero angolo di piazza Savonarola è stabilmente occupato da un gruppo di peruviani, che mangia, schifosamente, gioca, rumorosamente, parla, in continuazione, ed  impedisce ai giovani di buona famiglia di crescere senza la voglia di bastonarli.
Possibile che non si sia ancora pensato a qualche provvedimento che limiti il diritto di riunione degli stranieri nei luoghi frequentati dai cittadini, in modo da salvaguardare la purezza della lingua ed il diritto ad ascoltare un italiano cortesemente fluente, libertà inalienabile dei virgulti che sono nati nella città che fu di Dante?
Adesso basta.
Tutto questo deve terminare.
I lavavetri sono una piccola parte dell’assedio che i buoni padri di famiglia stanno subendo.

Page 1 of 212

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Articoli recenti

  • Sorelle A Tebe
  • Il porto (Esisto)
  • Santa [S]Fiducia: la democrazia delle trappole identitarie

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Pages

  • Blog
  • Welcome

Categories

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at