12 maggio
Il 12 maggio era la festa della mamma
Ma tu non sei più e non ti ho chiamata per farti gli auguri, né sono passato dal fioraio
Ho pensato alle tue mani
Nere dei carciofi
Ruvide dei panni lavati in terrazza
Storte d’artrosi e quasi lucide
Come di cera
Ho pensato che queste mani mi hanno insegnato il significato delle carezze
Perché non sanno carezzare dita agili, abituate a sfogliare il disincanto delle carte da gioco
Leggera ti sia la terra, si dice ma io che ho visto i mattoni murare la tua memoria sperando che un pezzo di cielo rimanesse impigliato fra te e la notte.