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Tag Archive for: mal di schiena

Chi li ha sciolti (L’inventrice della fica)?

21 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/10/2009

Violoncello
L’inventrice della fica non si chiama così.
Ha un nome e cognome.
Ma nessuno lo conosce.
Per tutti, è la donna che ha inventato la fica.
Soprattutto, per lei.
Che è fermamente convinta di: (i) avere inventato la fica verticale (tutte le altre hanno una vagina orizzontale, buona solo ed esclusivamente per il gioco delle bocce); (ii) essere l’unica donna in grado di suonare una suite per violoncello di Bach (praticamente Rostropovich con la sottana); (iii) poter fare perdere la testa a qualsiasi uomo, facendolo venire senza alcun bisogno di stringere le gambe, ma solo con lo sguardo (gli occhiali da sole sono quelli di Scatta il fluido erotico di Gabriel Pontello, ma a generi invertiti).
L’inventrice ha un fidanzato.
Anche lui ha un nome ed un cognome.
Che egualmente sono sconosciuti al pubblico condominiale che lo ha battezzato Ciabattina.
L’inventrice abita all’ultimo piano e Ciabattina viene spedito a fumare le sue sigarettine (post coito per gli ottimisti, post cena per i realisti, ma il dibattito sul punto è assai serrato) sulla porta esterna del palazzo, dove è possibile incontrarlo ad orari assurdi, in pigiama e, appunto, ciabattine, che fuma e chiede di lasciare il portone aperto.
L’inventrice ha anche papi e mami.
Che, i giorni dispari, si presentano con: camicie ed abiti lavati e stirati, spesa, suddivisa in pacchettini con identificazione del contenuto e del pasto cui il contenuto è destinato, attrezzatura per pulizie degna di una impresa specializzata.
Cazzo, facile, inventare la fica, così.

Lunedi’ fisiatra (Coppie)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/04/2008

Si presentano in coppia. Lui accompagna lei. Lei accompagna lui.


Aspettano in coppia. Scambiandosi mozziconi di frasi fradice di consuetudine.


Entrano in coppia. Come se il dolore fosse un fatto affettivo.


Ed e’ probabile che senza malattie non avrebbero piu’ niente da dirsi.

Lunedi’, fisiatra (nano azzimato)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/02/2008

E’ alto poco piu’ di sessanta centimetri sopra il metro.
Azzimato come solo i nanetti sanno essere.
La sciarpa di cachemire portata con un movimento ampio, quasi che non corresse il rischio di inciampare.
La cravatta che segue la moda immaginaria di chi non e’ abituato a portarla ma solo a vederla su Ridge di Beautiful (si chiamava cosi’?).
Il vestito tagliato sulla moda di Frankie Cali’.
Siede impettito: il classico mezzo uomo che allontana il cuore dal culo irrigidendo la schiena.
Entra la sua dottoressa: 40 anni di un impermeabile ampio con calze nere e decollete lucide. Un sogno da luci al neon, lento ricordo di un tram chiamato desiderio.
Si irrigidisce ancora di piu’, drizza il collo come se il suo naso avesse una erezione.
Non e’ difficile immaginarlo steso sul lettino, con un qualche slip_esalta_pacco, della stessa ditta che produce i mocassini del miliardario ridens.
Ma – caspita e pofferbacco – possibile che ci sia gente che si finge malata per l’illusione di un corteggiamento?
In fondo anche questo e’ pagare.

Si accomodi in sala di attesa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/01/2008

Col piffero:


La sala di attesa e’ 5 * 5 e ci sono non meno di trenta persone;


Una delle trenta parla dei suoi problemi con un tono di voce intollerabile


Un’altra odora di catramina impestata e non riesce a non diffondere questo suo talento


C’e’ anche un incrocio fra un sordo e un demente che dice “sono io” qualunque numero venga chiamato


Se si aggiunge che si aspetta da oltre un’ora qualcosa che si preferirebbe non aspettare, quel “Si accomodi” suona troppo ironico per non essere consapevole.

Lunedi, fisiatra (il nuovo)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/11/2007

E’ nuovo.

Non ha ancora il suo posto nella sala d’aspetto. Bassotto e grassottello, non privo di una sua eleganza grossolana, come di sensale, quell’eleganza da mocassini gialli e lucidi, con i calzettoni di lana grossa che spuntano e la sciarpa di seta annodata vezzosamente alla maniera di un cantante lirico.

Si da’ un tono, parla a telefono come se fosse una persona importante, la voce alta che ci racconta i suoi affari dettati con aria affettata.

Se fossi in un qualsiasi altro luogo mi darebbe fastidio, enormemente.

Ma qui e’ un’altra cosa.

Qui capisco il suo imbarazzo di nano cicciottello, odioso nano cicciottello, ma malato e le malattie sono una cosa che si impara lentamente.

Haka

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/11/2007

Ho giocato a lungo a rugby.
Davvero molto tempo.
Ho coperto quasi tutti i ruoli.
Ho cominciato in mischia: ero un bambino grassottello ed il mio peso – finalmente – serviva a qualcosa.
Sono cresciuto e sono diventato un tre quarti magro, un buon secondo centro, un estremo con un bel senso del tempo e capace di giocare nei raggruppamenti veloci.
Una visita più accurata delle altre mi ha fatto smettere.
E’ stato difficile.
Penso spesso all’Haka degli All Black: c’è il sole, c’è il sole: oggi è uno splendido giorno per morire, dicono in una versione meno recente di questa.
Soprattutto penso a quello che ho imparato giocando: pensa, pensa al gioco e resta lucido, anche se il tuo avversario molto più grosso di te sta correndoti incontro e tu vorresti tanto pensare solo ad evitare l’impatto.
Ad allontanare il momento in cui la tua schiena sentirà il suo peso e si piegherà, lasciandoti senza fiato, il viso nascosto nell’erba. 

Lunedì, fisiatra (il male degli altri)

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/10/2007

Come tutti i lunedì, la mia schiena ha avuto bisogno del fisiatra.
Ho già avuto modo di narrare della sua sala di aspetto.
Un luogo spoglio, appena separato con una parete attrezzata, credo si chiamino così, dalla scrivania della segretaria che parla a telefono con le sue amichette.
Di solito, aspetto con il portatile sulle ginocchia, ripasso la posta in entrata, preparo la posta in uscita, gioco a sudoku, a seconda dell’umore.
Questa sala d’aspetto è un luogo di conoscenze: i malati cronici tendono ad essere affabili con i colleghi.
Normalmente non sono affabile.
Non ho mai accettato troppo di essere un malato cronico.
Di conseguenza, disdegno le abitudini dei malati cronici.
C’è un collega, però, al quale mi sono affezionato.
E’ anziano.
Un vecchio medico.
Sempre molto elegante.
Un bastone lo tiene in piedi e la gamba sinistra si muove a passo di tip tap.
Sorridente, malgrado il dolore della schiena distrutta dalla gamba paralizzata.
Al collo, un cartello con il numero di cellulare del figlio, per il caso in cui si senta male e non riesca a tornare a casa.
Ci incontriamo tutti i lunedì mattina da quasi tre anni.
Verso la fine del secondo anno, ha iniziato a darmi del tu.
Oggi siamo rimasti insieme più del solito.
Mi ha parlato come ad un vecchio amico: la cosa più difficile da accettare è non poter guarire, poter solo sperare di non aggravarsi, di rimanere come si è.
Ed ha continuato raccontandomi degli ultimi giorni di lavoro, della rabbia che lo prendeva quando sollevava il telefono e qualcuno gli diceva che stava male, che stava male di sciocchezze, mentre lui soffriva da urlare.
Della rabbia che provava nel non accettare una malattia che gli impediva di accettare la sofferenza dei suoi pazienti.
Poi mi ha chiesto di me.
Ed io, naturalmente, sono stato evasivo: anch’io non sopporto di non essere all’altezza del male degli altri.

Anche oggi la mia schiena

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/06/2007

aveva bisogno dei suoi massaggi.
Il mondo visto dal lettino del fisiatra non è  poi così affascinante.
Le solite ragnatele si affacciano dal soffitto, senza essere particolarmente amichevoli.
Ed il tutto si conclude con l’illusione di poter stare un pò meglio, anche senza guarire.

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