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Tag Archive for: mare

Siamo solo quattro cazzi pieni di piscio

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/03/2011

imagesE' la definizione che dà di se stesso un tipo strano.
Un cinquantenne con gli addominali a tartaruga che vive in un container sul porto di Livorno.
Figlio di un generale, scappato di casa da ragazzo: Dé, 'un si può miha chiedere ad un livornese di stare lontano dal mare …
Abbronzato.
Sedici anni di contributi e l'attesa della pensione sociale.
Senza fare nulla.
Senza avere mai fatto nulla.
Racconta le sue storie: mare, sole, donne e campari bitter, vissuti intensamente, fino a restare solo con il bitter.
La passione che supera tutte le altre.
Torna in mente in un ristorante di lusso.
Guardando il tavolo di fronte: lui, anziano; lei, anziana.
Parlano e litigano, come ragazzini.
Lui è geloso della mamma di lei.
Vuole vivere una vita arrabbiata.
Vuole andare a casa di lei quando cazzo gli pare e trovarsi a casa.
Di solito, si diceva: Levategli il vino.
Qui si dovrebbe dire: Levategli le pasticche.
Le pasticche del cazzo hanno rovinato la vecchiaia.
Trasformano questi anziani in ragazzini con gli ormoni pustolosi.
In cazzi pieni di piscio.

Altrove

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2011

IMG_0206Semplicemente il Sole di inverno.
Il vento come una preda che fugge.
Occhi curiosi che imparano il freddo calore di un timone.
Semplicemente?

Fischi macabri

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/09/2010

COL+MOSCHINUn soldato italiano del Col Moschin è morto.
Succede.
Dispiace, ma succede.
Gli ultras del Livorno hanno ritenuto di fischiare durante il minuto di silenzio in suo onore prima di una partita di calcio.
Sdegno ed indignazione da parte dell'intero arco costituzionale.
E' condivisibile?
Il Col Moschin è di stanza a Livorno.
La caserma della Folgore occupa una parte della città che, con un'ampia maggioranza, non apprezza questa presenza, malgrado un certo numero di nostalgici che non hanno dimenticato di essere concittadini di Galeazzo Ciano.
Un tanto giustifica i fischi.
Che non riguardano la morte del soldato, ma la presenza dei militari: tanto in Afghanistan che a Livorno.
Non diversamente dal corteo commemorativo di Porta Pia: dove sarebbe stato piacevole avere la Consulta della laicità a fischiare la coorte di Militia Christi ovvero la coorte di Militia Christi a fischiare la consulta della laicità.
La democrazia può vivere anche di fischi.
Persino di fischi macabri.

Difese

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/03/2010

togaDialogo fra un solicitor ed un barrister.
Nel Regno Unito, gli avvocati che si occupano di diritto penale sono rigidamente suddivisi fra solicitor e barrister.
La ragione è che l'etica della professione impedisce ad un avvocato di difendere chi sa colpevole: può solo ammettere la colpevolezza e chiedere una pena mite, ma non può chiederne l'assoluzione senza offendere la Corte.
Di conseguenza, i solicitor parlano con i clienti e con il barrister, dicendo al barrister solo ciò che è necessario per la difesa del cliente.
Il solicitor è il procacciatore di clienti del barrister ed il barrister è la voce del solicitor dinanzi al giudice.
Un solicitor si rivolge al barrister chiedendo se ha voglia di un bel fatto di sangue.
Di una difesa cruenta.
Di un fatto che raccapriccia.
Il barrister si emoziona.
E' felice dell'incarico: Finalmente, dopo tanti reati finanziari ….
Vero.
Molto vero.
Un fatto di sangue è divertente.
Difendere è divertente.
Un po' come commettere il reato senza sporcarsi le mani.
Come essere complici senza essere colpevoli.
Vincere l'adrenalina del delitto ed essere anche pagati.

Un ponte sul Bosforo (La Turchia al G8)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/07/2009

PonteDiGalataIl ponte di Galata unisce le due rive del Bosforo.
L’Asia all’Europa.
Il ponte di Galata fu progettato da Leonardo Da Vinci, anche se fu realizzato molti anni dopo con un progetto diverso.
Leonardo mise la sua testa come garanzia della perfetta esecuzione del progetto.
Decise di offrire la sua testa per unire l’Asia all’Europa.
Il ponte di Galata sono i pescatori che lo affollano.
Con strani treppiedi su cui collocano le canne.
Pescatori, come i primi discepoli.
Per credere nell’impossibile ed avere la forza di tuffarsi dalle sue cime abissali, è necessaria la pazienza di un pescatore.
Il ponte di Galata è anche i bar, molto europei, molto smart, molto cool, molto tutto, con la loro birra e i loro narghilé, che stanno sotto i piedi dei pescatori e che non furono progettati da Leonardo.
La Turchia è tutto questo.
Campagne ferme all’età dei barrocci e manager che si atteggiano come banchieri della City.
Soprattutto, però, la Turchia è un ponte.
Un ponte che si può aprire con il suo ingresso nella Comunità Europea.
Un ponte che non è solo un gasdotto.
Ma ci spaventa.
Abbiamo paura.
Dimenticando che le guerre slave sono spesso iniziate con la distruzione di un ponte.
Forse è arrivato il momento in cui l’Europa deve avere il coraggio di rischiare la propria identità per incontrare l’Asia.
Esattamente come Leonardo.

Mar di Marmara

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/06/2008

IMG00081
Karidag e’ una penisola piuttosto grande.
Sostanzialmente simile all’Argentario, secondo lo schema per cui ogni viaggio, alla fine, si limita ad allargare il giardino di casa.
Un Argentario con pezzi di Romito incastrati dentro.
Fa freddo, oggi.
Una definizione non lontana dalla realta’ potrebbe essere: Scenari mediterranei con acque baltiche.

Asia

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/06/2008

IMG00060
I Dardanelli sono un muezzin dentro ad una giornata di sole.
Voce che si incolla sopra le onde e viene accompagnata da quattro fenicotteri rosa.
Il British War Memorial sorveglia il lato europeo del canale.
Il pilot dell’Ammiragliato britannico segnala la costa asiatica come rotta per Istanbul.
Secche e correnti.
La barca e’ silenziosa.
Ordini appena sussurrati.
Paura di interrompere un incantamento.
Difficile scrivere di un amore mentre lo si consuma.

Kavala

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/06/2008

IMG00059
E’ l’ultimo porto prima di centodieci miglia di mare aperto alla fine delle quali si aprono i Dardanelli.
E’ un mucchio di case di cemento.
Condomini, villette, fra lo squallido e il puffeggiante.
Non lontano da Roncadelle o dalla periferia di Siracusa.
Si affacciano – rare e abbarbicate – delle case antiche.
Rare.
Cannicciato.ricoperto di intonaco come pareti.
Non e’ una tecnica stupida in una zona dove due faglie continentali si toccano.
Ci vivono gli anziani.
Finche’ non muoiono e le case con loro.
Acciughe alla griglia e triglie fritte.
Ovunque.
Un odore pervasivo.
Unto.
Senza allegria.
Kavala e’ un internet point.
Ragazzini e videogiochi.
Pigiati su poltrone executive sdrucite.
La statua di Tomb Raider all’ingresso come l’indiano di Calderoli.
Frappe’ di caffellatte e winston azzurre.
Nient’altro da fare.
Domani, i Dardanelli e Troia.
Aspetto l’Asia.

Calafuria eterea

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2008

CalafuriaNon ha mai capito nulla.
Nella maniera più assoluta.
In giovane età, malgrado le robuste iniezioni di latino e greco somministrate dai padri scolopi, non è mai riuscito a distinguere un ariosto da un perfetto.
Anche il suo aspetto è lombrosianamente consapevole dei limiti che lo caratterizzano.
Ha sempre avuto uscite improbabili.
Alla maturità, dopo un esame nel quale aveva dato prova della sua preparazione inserendo Robespierre fra i sanculotti e Rommel nel settimo cavalleggeri, uscì pronunciando una frase importante: Mi sento etereo, piscerei dalla finestra.
E tanto fece.
Sotto lo sguardo sbigottito dei padri che amorevolmente avevano curato la sua formazione.
Aveva una fidanzatina.
Le era molto affezionato.
Ne parlava come di una cosa bella, fragile, commovente.
Con lei, non pareva nemmeno la bestia inconsapevole che indubbiamente era.
Oggi, l’ho incontrato.
Dopo vent’anni.
Più o meno.
Le solite parole imbarazzate.
Come stai? Cosa fai? Di chi hai notizie?
Mi è venuto da chiedergli della sua antica fidanzata.
Mi ha risposto: Chi, Calafuria?
Calafuria?
Si, Calafuria: io non lo sapevo – mi dice – ma quella maiala, mentre stava con me, prendeva più schizzi di uno scoglio a Calafuria.
Non è cambiato.
Decisamente.
Non sono riusciti a cambiarlo e forse non è stata esattamente una fortuna.

Il freddo delle acciaierie

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/12/2007

Per un periodo di tempo relativamente lungo, ho dormito di fronte ad una acciaieria.
La casa che mi ospitava era su una collina e di fronte, nella pianura che portava al mare, era l’acciaieria.
La notte erano fuochi che rincorrevano luci e rumori di acciai che si frangevano come onde d’altoforno.
Era un luogo che amavo.
Amavo la sua fredda inospitalità.
Perché le acciaierie, come le miniere, sono fredde, fredde di un calore che ti brucia la pelle e gli occhi.
Fredde di maglie leggere buttate sulla carne bruciata ed indossate anche nell’ombra gelida della notte.
Fredde di una luce bianca che diventa azzurra e muore arancione quando l’acciaio esce dalle siviere.
Fredde del sapore del carbon coke che ti entra nel naso e ti consuma i polmoni.
Fredde della cenere di infinite sigarette e bicchieri vuoti di caffè.
Piene di gatti, sporchi e denutriti, che si aggirano come lupi fra detriti e loppe, e cercano cibo dalle scorie d’altoforno.
Tutto questo io l’ho visto con una giacca ed una cravatta, con l’elmetto bianco della direzione.
L’ho vissuto dentro a quell’apartheid che separa gli abiti di buon taglio dagli operai, i mocassini inglesi dalle scarpe antinfortunistiche.
Ma l’ho vissuto ammirando il coraggio di gettare la propria vita dentro una macchina molto simile ad un vulcano malvagio.

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