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Chi li ha sciolti (Lady Pd)?

24 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/07/2011

Screen shot 2011-07-06 at 7.04.38 PM25 anni.
Segretaria del Partito democratico di San Miniato.
Gira un porno amatoriale con mascherina per tirare su qualche soldo.
Viene riconosciuta grazie a Facebook.
Si dimette.
Commenti disparati.
Il Partito democratico, ufficialmente, ne commisera laicamente l'operato, con cattolicissima ipocrisia.
E' libera di fare quel che vuole con il suo corpo, ma non vorremmo che avesse a pentirsi delle proprie scelte.
Come dire Tolerantia lupanarum non abstergit meretricibus turpitudinem.
Ma il vero problema è un altro: può fare causa a Facebook per aver consentito ai suoi programmi di oltrepassare l'anonimato della mascherina?
Sarebbe giusto.
E soprattutto, dove si trova il film?

Chi li ha sciolti (Che problema c’è) ?

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/05/2011

jointje2Che problema c'è se potesse essere usato come soprannome in termini non cacofonici lo fotograferebbe benissimo.
Rampollo di recente borghesia industriale, il genere con il nonno che lavorava ancora i campi e girava in ape mentre il papà si arricchiva con la fabbrichetta zuzzurellando in pagoda.
Giacca di pelle.
Jeans sdruciti.
Faccia da criminale con gli occhi dolci.
Due bambini biondi.
Un moglione biondone.
Il tutto forma un quadretto che, all'esterno, potrebbe anche parere edificante.
Che problema c'è vive fumando come una sodiera a pieno carico.
Non arriva al termine dell'antipasto senza aver tirato una canna e prima del dolce si è alzato da tavola almeno quattro volte.
In queste condizioni, gli può capitare, come in effetti gli è capitato, di capitombolare a ragionevole velocità su una serie di vetture in sosta.
Di essere salvato dalla teoria degli esami tossicologici della stradala dalla presenza della sua famigliola a bordo, dalla sua aria tutto sommato a modo e dal pregiudizio per cui, agli occhi del questurino, se guidi una macchina da 100kEuro e la sfasci con indifferenza sei necessariamente un tipo che conviene trattare con deferenza.
Di finire all'ospedale, sulla seggiola a rotelle riservata agli incidentati.
Di essere raggiunto dal suo amico di infanzia chiamato dal moglione biondone.
Di aspettare tutti insieme il proprio turno.
Di ritrovarsi, dopo nemmeno un quarto d'ora, tutti insieme, il moglione biondone, i bambini biondissimi e l'amico brizzolato a fare da schermo ad un imbecille in carrozzella che si spara un cannone nello spazio ambulanze del pronto soccorso.
Che problema c'è?

Vota il malanno (Breve post di pessimo gusto)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/12/2009

Lonardo_lawson
Sandra Lonardo e’ malata.
Gravemente.
Il commento più banale e’ Finche’ rubano stanno sempre bene.
Senz’altro ingiusto.
La signora Lonardo, gia’ presidente del consiglio regionale campano, moglie di Mastella e first lady di Ceppaloni, aspetta ancora un processo.
Possibilmente breve.
Nulla pero’ impedisce di immaginare la malattia: mal di denti da torrone o emorroidi da procura?

Anche oggi, non vale la pena di comprare il giornale

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/10/2009

Immagine 2La notizia di oggi, l’apertura dei giornali di questa giornata uggiosa, è che Clemente Mastella e la consorte Sandra Lonardo avevano messo in piedi una attenta fabbrica di raccomandazioni.
E’ una notizia?
O forse la notizia dovrebbe essere che qualcuno lo ha scoperto?
O che la magistratura ha aperto dei fascicoli su questa industria democratica?
Forse, oggi, non vale davvero la pena di comprare il giornale.
Anche oggi, meglio.

Chi li ha sciolti? (Le cravatte di Ceppaloni)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/02/2008

vel1

Ieri, un assessore della Giunta Bassolino – tal Velardi, con delega ai beni culturali ed al turismo – si e’ presentato in consiglio regionale scravattato.
La signora Lonardo – i cui affaires giudiziari hanno provocato la fine di una legislatura nazionale – ha severamente redarguito il politico: Il suo abbigliamento e’ uno schiaffo alla dignita’ di questo Consiglio, pare aver detto.
Il dress code e’ una forma di civilta’.
E’ anche una forma di rispetto e di correttezza.
Ma il consiglio regionale della Campania non puo’ sentirsi offeso per una cravatta.
Non puo’ proprio.
Non dopo le strategie in punto di pianificazione e governo del territorio cinicamente coltivate per trasformare le discariche in caveau.
Ne’ la signora Lonardo sembra la persona piu’ adatta per parlare di rispetto per le istituzioni.
La reputazione e’ un dress code molto piu’ significativo di qualsiasi cravatta.

Clemente al capezzale

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2008

La Sandra Lonardo sta male.


Malissimo.


E’ a letto influenzata.


Dove gli arresti domiciliari l’hanno trovata e lasciata.


Mastella – alla Camera per presentare il disegno di legge sulla giustizia – ha rassegnato le dimissioni.


Al Parlamento e non al Capo dello Stato, che lo aveva nominato. Ma queste sono finezze da costituzionalisti.


Stupisce la motivazione: Mi dimetto perche’ fra la famiglia ed il potere, io scelgo la prima.


Che significa?


Che alternative aveva per scegliere il potere?


Ammazzare moglie, consuocero ed una ventina di colleghi di partito?

Chi li ha sciolti? (Itaglieni)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/10/2007

Solito finire di serata  in salotto borghesuccio.
Solito televisore acceso e solite divagazioni telecomandate.
Il venti pollici con tubo catodico decide di soffermarsi su sei disgraziati, messi in ordine di altezza, con un tavolinetto davanti, che sono chiamati a spiegare il significato di alcune parole desuete al loro parlare quotidiano.
I disgraziati sono stati armati di bigné e prenotano la risposta schiacciandosi un bigné sul capo.
La scena è agghiacciante: nessuno conosce il significato di "ovile" (quella robbbba dei maiali) o "sostentamento".
Vince quello che sapeva "rotula".
Soprattutto, mi è impossibile che cosa convinca un tizio con i capelli lunghi e ricci, i denti radi, l’espressione non brillante a farsi prendere per il naso in quella maniera atroce.
E se lui è disposto a fare la figura del completo idiota non capisco quelli che gliela fanno fare.
In particolare, se notoriamente le agenzie pubblicitarie schifano il porno, come fanno a non schifare queste trasmissioni?
In ogni caso, devo ammettere che mi ha fatto riflettere: di fronte a sei disgraziati con la testa piena di bigné, che sorridono tutti soddisfatti della loro aria idiota (troppo idiota per essere vera), le risse parlamentari diventano molto più comprensibili.
Sono il tenue eco di questa rappresentanza: una perfetta rappresentazione del popolo itaglieno.

L’uccello di Clemente

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/10/2007

New York, 8 ottobre 2007 – Columbus Day (che peraltro cade il 12 ottobre)
Il ministro della giustizia, e non anche della grazia, italiano sbotta in un simpatico: "I biglietti, li ho pagati io, per i cazzi miei: 8.800Euro per me e mia moglie Sandra".
Di conseguenza l’uccello del ministro vale più di ottomila Euro, quasi novemila.
Non è male.
A parte, il feticismo, quello che conta mi pare che siano due polemiche.
Da una parte, i costi della politica e dell’uso personale della politica. E’ una polemica che si affaccia dai tempi della unificazione, che ha ammalato politici, come Giolitti, dallo spessore un pò più denso del guardasigilli di Ceppaloni.
E’ una polemica su cui continua a valere la pena di interrogarsi perché coinvolge il prezzo del consenso e le dinamiche della democrazia.
Temo, però, che sia una polemica vecchia: il consenso si forma in maniera sempre meno clientelare.
O meglio attraverso clientele sempre meno ceppalonesche.
E’ sempre più vecchio, e forse anche sterile, il meccanismo del voto di scambio, il prezzo dello scambio ha un moltiplicatore molto più basso del costo della propaganda.
Le autoreggenti della Brambilla generano più consenso per Berlusconi di un posto alle poste e gli costano molto meno.
La seconda polemica riguarda l’autonomia della magistratura.
Qui, forse, Mastella non ha tutti torti.
Esiste uno scandalo in Lucania: avvocati e magistrati che pilotavano le cause, non solo penali, ma soprattutto civili, per il tramite di una consorteria trasversale al sistema politico e fortemente interconnessa con lo stesso.
E’ uno scandalo di cui non si comprendono bene i confini.
I giornali ne hanno sempre parlato nelle pagine interne.
Non è facile nemmeno rammentare il suo esatto contenuto.
La comunicazione di questo scandalo oggi è che il magistrato coraggioso che ha cercato di portare in dibattimento il malaffare rischia di essere trasferito.
Ma:
(i)   questo magistrato aveva chiesto di essere trasferito a Napoli per motivi personali, sicché aveva già deciso di mollare l’osso;
(ii)  questo stesso magistrato ha consumato somme particolarmente ingenti, oltre un milione e mezzo di Euro, in indagini che potevano essere delegate alla polizia giudiziaria, come indagini assai più complesse e delicate sono state affidate alla polizia giudiziaria da Falcone o Borsellino;
(iii)  vi è nella autonomia costituzionale della magistratura, un duplice filtro: da una parte, gli ispettori ministeriali cui sono affidate le indagini che sole possono giustificare l’attivazione del potere disciplinare del CSM su impulso del guardasigilli sono magistrati; dall’altra parte, il CSM è composto per due terzi da magistrati, sicché il potere politico può materialmente molto poco nei confronti di un magistrato se la classe dei magistrati non condivide le sue censure.
In questo, Mastella mi pare che abbia assolutamente ragione: se i suoi ispettori gli denunciano delle irregolarità, lui ha il dovere di attivare il consiglio supremo della magistratura ed il consiglio ha il dovere di verificare la sostanza di queste irregolarità.
Aggiungo che, a mio parere, non è una irregolarità da poco l’esternalizzazione delle indagini. Lo Stato ha il dovere di far fronte alla lotta contro il malaffare utilizzando il proprio apparato perché la pubblica amministrazione è vincolata al principio di legalità ed al dovere di imparzialità. Fare a meno di questo appparato significa anche fare a meno di questi valori costituzionali. In questi casi, ci si deve chiedere perché il magistrato titolare delle indagini ha utilizzato dei consulenti di propria esclusiva fiducia e rispondersi che gli apparati dello Stato erano al servizio del malaffare può essere comodo.
Infine, dire che il CSM ha già censurato Mastella perché non ha concesso le misure cautelari che il guardasigilli chiedeva (così Giuseppe D’Avanzo su Repubblica di oggi) è falsificare la realtà: le misure cautelari sono concesse sulla base di una cognizione sommaria, che lascia del tutto impregiudicato il merito della questione.
Insomma, Mastella è un relitto storico.
Naif.
Non simpatico.
Odioso quando afferma di non poter essere sottoposto al giudizio della opinione pubblica perché sorretto dal voto massiccio dei suoi elettori.
Ma anche la magistratura non è sempre simpatica.

Il sonno del senatore. Nuovi profili del diritto di resistenza

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/08/2007

Pare che nel porto di Lipari vi sia stato un importante attentato.
Lo yacht dell’industriale Della Valle è stato sganciato dagli ormeggi.
Abbandonato, libero di insabbiarsi o di arenarsi o – più probabilmente – di urtare altre imbarcazioni.
A bordo, il senatore Mastella.
Un’unica dichiarazione: "non mi sono accorto di nulla. Dormivo".
Sembra possibile osservare che:
(i)   quando accade qualcosa di potenzialmente irreparabile, il senatore Mastella dorme;
(ii)  quando il senatore Mastella non può dire di non essere stato presente, ammette la presenza, ma la ammanta di un sonno provvidenziale, che ricorda i miti greci o l’Ariosto;
(iii) il sonno dell’onorevole Mastella è pesante;
(iv) sullo yacht di Della Valle l’onorevole Mastella si sente a casa e dorme della grossa, come non può fare in Parlamento, dove è impegnato a difendersi dai multiformi attentati che le opposizioni (l’attuale e la potenziale) muovono alla sua forza di governo (attuale e potenziale);
(v) l’onorevole Mastella non è interessato né alle primarie del partito democratico (brillantemente occupate dal dibattito Venditti – De Gregori, rispettivamente spalleggiati da Milva e Vecchioni), né alla maliziosa occupazione mediatica della autereggente Brambilla, né al pellegrinaggio verso Santiago di Cuffaro, che ieri invocava la sua presenza con toni nostalgici.
Al di là di queste osservazioni, l’attentato appare nobilmente simbolico.
L’attentatore non ha cercato di fuggire e – nella consapevole adesione alle tradizioni risorgimentali – si è lasciato arrestare dai carabinieri.
L’attentatore ha spiegato il suo gesto con il fastidio per i privilegi dei notabili nella assegnazioni dei posti barca a Lipari.
Fastidio assolutamente condisibile, anche dal punto di vista dei valori costituzionali.
L’attentatore ha dimostrato una garbata fantasia nello scegliere il gesto cui affidare la protesta.
In altri tempi, avrebbe anche potuto dare fuoco allo yacht, invece di limitarsi a costringere i marinai di guardia ad accendere i motori per ormeggiare di nuovo l’imbarcazione.
Sembra, insomma, possibile sostenere che il diritto di resistenza stia trovando nuovi orizzonti, i quali in una logica strettamente bipartisan, potrebbero completarsi con la ribellione di una pattuglia di pompieri che spenge il vulcano di Berlusconi, il furto dei parabordi all’Icarus di D’Alema, etc.
Dal punto di vista etico (ma anche costituzionale), pare però che l’unica vera osservazione riguardi la legittimità dell’uso di uno yacht privato da parte di un personaggio politico: lo yacht ha un costo, i costi dei capitani di industria hanno un ammortamento, quale è l’ammortamento del sonno dell’onorevole Mastella?
Anche questo a ben vedere è un problema che riguarda i costi della politica, esattamente come lo stipendio dei barbieri di Montecitorio o le indennità dei parlamentari.
Solo che questi dati sono conoscibili, mentre dell’ammortamento del sonno del senatore nessuno avrebbe mai saputo nulla se un nobile attentatore non avesse protestato.

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