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Tag Archive for: matrimonio

Una pregiudiziale di costituzionalità legittima

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/07/2011

sodomiaIl Parlamento ha affossato il progetto di legge contro l'omofobia.
La Concia è indignata.
Buttiglione plaude cristianamente soddisfatto.
Il punto – di diritto costituzionale – è interessante: gli omosessuali possono essere titolari di una posizione diversa – e più favorevole – degli eterosessuali con riferimento alle offese alla loro libertà sessuale?
Nella sostanza, una affirmative action, ovvero uno strumento per riequilibrare con una diseguaglianza di segno opposto una condizione di sfavore esistente nella società.
Come è accaduto nel nostro paese dopo le leggi razziali nella prima e seconda legislatura repubblicana.
Come è accaduto negli Stati Uniti con le misure a favore delle persone di colore negli anni sessanta.
Gli Stati Uniti si sono resi progressivamente conto che queste misure erano solo apparentemente uno strumento di eguaglianza, in realtà divenivano degli strumenti di diseguaglianza nei confronti di altri gruppi e perfino dei cittadini comuni.
Il nostro provincialismo non se ne è ancora accorto.
Ma è esattamente questa la sostanza della questione.
Se le persone diversamente orientate sul piano sessuale vogliono essere diverse, come sul piano della dignità umana non meritano certo di essere considerate, dalle persone normalmente orientate, la strada della legge contro l'omofobia è perfetta.
Ma è una strada offensiva.
Della loro dignità e della dignità delle persone normalmente orientate: perché lo stupro di un omosessuale è più grave dello stupro di un eterosessuale?
Non lo è e non lo deve essere.
Si può e si deve sostenere il diritto degli omosessuali alle unioni matrimoniali.
Quella è una strada che porta alla eguale dignità.
La strada delle tutele differenziate è una strada davvero incivile e, forse, incostitutuzionale.
Per una volta, abbiamo avuto un Parlamento saggio.
Inconsapevolmente saggio.
Anche se questo non importa.

Post mortem

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/06/2011

T05010_9Tizio, gli muore il padre.
Bell'uomo.
Di successo.
Di quelli che consacrano il successo nella brillantina ed in macchine sportive.
Funerale triste.
Funerale allegro.
Funerale dove si incontrano gli amici del padre.
Quelli che non si sono mai visti.
Quelli che si sono appena intravisti.
E dopo lettere anonime.
Di grafie diverse.
Un'alluvione di lettere anonime.
Tizio scopre che il padre era culattone.
Che gli piaceva sentirsi invaso.
Che assumeva in ditta i ragazzi che lo riempivano.
Capisce il ghigno del magazziniere.
Capisce troppo.
Ma non capisce il dolore del padre.
Sospeso fra il lessico quotidiano ed il niente.
Come una falena attratta dalla candela che la brucerà.

Errori di prospettiva

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/04/2011

LolitaSpigolosa.

Altera.

L’aria stanca di troppi panni lavati.

La bambina perfetta.

Sempre da sola, ma né separata né ragazza madre.

Semplicemente da sola.

Ad un certo punto, parla.

Come se ne avesse bisogno.

Come se qualcuno le avesse chiesto qualcosa.

Come se in quel genere di posti, in cui tutti si conoscono da prima di nascere, chiedere qualcosa fosse considerato ammissibile e non un gesto osceno:

–> Mio marito ? Suona la chitarra, mio marito … Bene … Molto bene … Ma mica ci si mantiene suonando una chitarra ed io … Io pensavo di avere sposato un artista ed invece era un trombaio …

Lei corre (RunningBecco)

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/02/2009

RunningLei corre.
Corre appena lui torna a casa.
Lei esce e corre.
Un’ora, due ore.
Qualche volta, due ore e mezza.
Torna e si butta dentro alla doccia.
Un bacio lieve e distratto.
Lui sa che non è sudata.
Sa che quell’odore che ha addosso non è il suo.
Nè il suo di lei.
Nè il suo di lui.
Lascia alla doccia il compito di farla tornare serena e finisce di cucinare.
Molto semplicemente.
Quando esce, lei si ferma.
Adesso, bacia i bambini.
A lui, basta questa tenerezza.
Basta questa attenzione.
Basta che li baci dopo, non prima.
E lascia che la sua anima diventi una pietra.
Che la veda come una pietra ascolta il freddo o la pioggia.

Cena di battaglie

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/10/2008

SanRomanoBattagliaCena.
Amici.
Tutti sanno, enciclopedicamente, tutto di tutti.
Tipa tradisce Tipo, ricambiata.
Entrambi con un amante molto più giovane del compagno.
Reciprocamente ignari, si dice, non senza scetticismo.
Tipa interrompe i chiacchiericci.
Un tono che sembra il tintinnare della forchetta contro il calice.
Ieri mi hanno raccontato una barzelletta.
Aggancia gli occhi di tipo.
Inizia a raccontare.
Gli occhi fissi nell’altro come due soldati dentro Paolo Uccello.
Il marito: Sai, dice alla moglie, ho una amante. Perdonami. Ho perso la testa. E’ giovane, molto giovane, ventisette anni [maligna precisione anagrafica di Tipa].
La moglie. Ti ringrazio. Non sapevo come dirtelo. Anche io ho un amante. Molto giovane: ventiquattro anni.
E sai? Il ventiquattro entra nel quarantacinque molte più volte che il cinquantuno nel ventisette.
Fine della barzelletta e silenzio.
Lei lascia cadere gli occhi del marito nel piatto.
Nella ironica pietà della padrona di casa che chiama la cameriera perché porti dell’altro vino.

Chi li ha sciolti? (Seccano)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/10/2008

fenechG9E’ una lamentazione continua.
Mia moglie non ha più alcun desiderio.
Tizio: torno a casa.
Provo.
Rimbalzo.
Soffro.
Soffro, maledettamente.
In silenzio.
Caio, che ha sposato una signorina che è sempre stata chiamata Frigidaire, nome escogitato dalla sorella, è più espansivo.
Sono tornato a casa.
Le ho detto che volevo fare l’amore con lei.
Mi ha risposto che no, non era il caso, abbiamo già due figli.
Le ho detto che non mi restava che andare in bagno per una seduta di manutenzione.
Mi ha detto: Almeno pensami.
Sempronio, meccanico ben nerboruto: Se la ‘mi moglie mi dice che ‘unn_ha voglia di caricare, gli spezzo ‘i viso con un crick eppoi se ne ragiona.
Prima questione, a proposito di Tizio: difficile pretendere che la moglie sia come Edwige Fenech se uno è diventato uguale ad Alvaro Vitali.
Seconda questione, a proposito di Caio: non era complicato immaginare che sarebbe finita così con Caia. La festa di addio al nubilato è rimasta famosa perché un ballerino si è spogliato. E’ salito sul tavolo. Ha cominciato a ballare in termini inequivocabili. Le si è avvicinato, sempre ballando inequivocabile. Ha portato alla altezza della sua testa l’oggetto inequivocabile e lei è svenuta. Semmai il vero problema è come ha fatto ad adempiere alle obbligazioni preliminari per la nascita dei due figlioli.
Ultima questione, a proposito di Sempronio: la psicologia funziona sempre.
Ed un crick, evidentemente, può mantenere umido ciò che altrove si secca.

Scene da un matrimonio (in Comune)

15 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/09/2008

SposaPalazzo vecchio – Castello vecchio, per Bimba Impertinente, che distingue fra palazzi e castelli a seconda che ci sia o non ci sia una torre – e’ una fabbrica di matrimoni.
Un matrimonio ogni quindici minuti.
Dalle otto alle quattordici.
Agghiacciante.
Soprattutto l’accumularsi degli sposi e degli invitati dentro al metal detector, il loro faticoso scambiarsi lungo le scale, il montarsi senza pieta’ nel disimpegno fatto attesa.
Gli sposi riescono ad esprimersi in termini tali da scoraggiare l’invasione del pianeta ad opera della piu’ pervicace razza di extraterrestri.
Comincia una topolona sui cinquanta infagottata di terital – con addosso l’odore pungente del sudore che stagna l’ascella sintetica – e abbracciata ad un moro che non raggiunge i venti anni (Ma babbo chi è che si sposa? Commenta B.I., che è anche un po’ bigotta e perbenista).
Continua una disgraziata vestita come la Venere del Botticelli che si accompagna ad un tipo identico a Clint Eastwood in un film di Sergio Leone, cavallo a parte.
Poi giapponesi e giapponesi, compreso un corteo tradizionale, con tamburi e corni vari.
La cerimonia è un bidello un po’ doddo che introduce il rito con "Signori, Vi prego di fare silenzio e spengere i cellulari, non spingete e, soprattutto, vogliate comprendere l’importanza del rito che andiamo a celebrare", un consgiliere comunale che lo prende per il naso (Dopo queste brevi ma efficaci parole, possiamo iniziare), una musichetta da balera autunnale, flash e riflash.
Termina con il rituale: Qualcuno vuole dire qualcosa? Se vuole, lo faccia, ma nel rispetto di chi sta aspettando il suo turno.
Tipo legge un brano del vangelo.
Tipa legge un pezzo di film.
Primo genitore, un canto di Catullo.
Secondo genitore fa un discorso sul genere: Noi che abbiamo fatto il sessantotto sappiamo bene che i giovani sono sempre meglio degli anziani eppoi legge If di Kipling, che chiama nostro fratello e gran maestro, ostentando la propria appartenenza alla massoneria.
Il bidello, a questo punto e fortunatamente, interviene facendo sloggiare la sala.
Resta, per fortuna, il sorriso degli sposi e la felicità di B.I.: Babbo, anche questa volta mi hanno fatto fare la damigella.

Un matrimonio

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2008

Finalmente si è sposata.
In un fiorire di coriandoli e riso.
Vestita color crema.
La cipria a coprire i brufoli.
La grandine a coprire tutti.
Finalmente si è sposata.
Brutta.
Come solo una sposa brutta sa essere.
La chiesa piena di gente.
Inutilmente.
Come sempre a matrimoni e funerali.
Un po’ meno ai battesimi.
Finalmente si è sposata.
Il prete blaterante.
Pieno di sé.
Pieno di parole.
Dio è gioia. E’ amore. E’ entusiasmo.
Cazzo, viene da dire, ma ti vedi?
Sottospecie di incrocio fra Al Bano ed un predicatore del Kentucky.
Finalmente si è sposata.
Ed è partita per il solito viaggio da dollaro debole.
Inutile sperare che non torni.
Basta evitare di rivederla.

Il matrimonio di Sissi

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/02/2008

Sissi ha appena comprato il vestito da sposa.
Un acquisto importante.
Delicato.
E’ andata con la mamma.
Hanno discusso a lungo con le commesse.
Hanno visto tutti gli abiti possibili.
Sissi avrebbe voluto un vestito da principessa.
Di quelli che vendono al Disney store.
E’ uscita con un abito frugale.
Bello ma frugale.
Si sposa Sissi.
Lo deve fare da tanto tempo.
Lo ha desiderato a lungo.
Il suo amore è un principe azzurro.
Con porsche cayenna e cifre sui polsini slacciati.
Sissi lo guarda rapita.
Il suo è uno sguardo da Arianna, la principessa della Bella addormentata nel bosco.
Fa male Sissi.
Fa male e commuove nello stesso tempo.
Commuove perché è una bambina.
Arianna che sposa Filippo giocando con Barbie e Ken.
Fa male perché non ha capito come mai le fiabe finiscono con i matrimoni, senza mai conitnuare.
Non sa cosa c’è dietro il Vissero felici e contenti o i baffi bagnati di idromele di Pushkin.
Nel suo caso non è nemmeno difficile.
Basta soffermarsi e avere occhi per vedere il sudore dell’amante sulla giacca appena stirata del principe Filippo.
Due mesi prima del matrimonio.
In una cena dai futuri suoceri.

Sukko SPA

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/10/2007

Può capitare di organizzare la propria luna di miele.
Può anche darsi che chi la organizza abbia fatto indigestione di laguna blu da piccolo.
E che cerchi uno spazio di quel genere: magari un cottage sul mare, in una isola del sud, con la piscina privata, etc.
Può anche arrivare al punto di ricordarsi di avere letto D’Annunzio e chieda che il letto sia artisticamente disfatto, ricoperto di petali profumati.
Poi, può anche darsi che arrivi, trovi il cottage in forma di baracca, con le pareti affrescate di insetti colpiti dai precedenti ospiti; le ciabatte dell’albergo usate e con l’impronta dei ditoni di chi lo ha preceduto; un pò di ometti variamente gialli ed incomprensibili che sanno dire solo "sorry" e non capiscono un fico, ma sorridono sempre.
Magari, può anche arrivare a cena e scoprire che non gli piace nulla e che nel consommé vagano dei capelli neri e riccioluti, senza riuscire ad aggiungere nulla alla sua assoluta assenza di sapori, o meglio senza turbare la perfetta armonia dell’acqua riscaldata.
Potrebbe anche decidere di accompagnare la propria sposa ad una gita nel villaggio vicino ed essere dimenticato lì dall’autista, riuscendo a tornare nel cottage solo alle prime ore del mattino, grazie alla pietà di un pizzaiolo belga.
Se poi questi dolci sposini, sempre meno dolci e sempre più sull’orlo della separazione, si ricordano che il complesso alberghiero si chiama Sukko SPA, allora possono capire tutto.
Ma chi diavolo fissa la Sukko SPA per il proprio viaggio di nozze?

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