Solo un mood
Nulla di particolarmente allegro, oggi. Succede.
Nulla di particolarmente allegro, oggi. Succede.
Salgono sul treno.
Mattina presto.
Querule. Inutilmente.
“Come e’ bello lui. Con la BMW e tutto il resto.”
“Chi ha vinto il grande fratello? Mario o Teresa?”
“Ha trentotto anni, ma e’ cosi’ giovanile…”
Finalmente, il treno atterra e una delle giovani cornacchie alzandosi: Bimbe, ci ho un ginocchio frastornato.
Inconsapevole poeta.
E’ semplicemente il nome di due parti su un fascicolo: tizio contro tizia, Kramer Vs Kramer.
Ma non è così.
I fascicoli sono persone.
Persone che sono diventate atti.
Che, di solito, non avrebbero voluto diventarlo.
Ma succede e di solito l’unica cosa è cercare di mantenere un po’ di dignità.
Anche se uno ha due figli, uno appena nato, e sta lasciando la moglie.
Racconta di avere un’altra donna.
Di avercela da tempo.
Lo ascolti.
Con cortese compassione.
Ti guarda, stupito, e dice: Grazie, è la prima volta che lo racconto e non mi sento giudicato.
Non sono io che ti devo giudicare.
Ti basta sentirti come ti senti.
Come ci si sente ad abbracciare un’altra donna mentre il proprio figlio piange a casa.
Io non ti devo dire proprio nulla.
Nulla che non ti puoi dire da solo.
Naturalmente, non dici nulla di tutto questo.
Sorridi.
Con_compassata_cortesia.
E’ una come tante.
Non nel senso di normale, perché, in fondo, siamo tutti un po’ normali.
Ma proprio nel senso di qualunque.
Una persona qualsiasi.
Però e tuttavia, non se ne è mai accorta.
E’ assolutamente convinta – ferocemente convinta – convinta in buona fede di essere una persona particolare.
Così se deve arrivare ad una festa arriva all’ultimo.
Entra come se fosse Audrey Hepburn.
Ma non lo è.
Per nulla e affatto.
Perciò e allora, la sua entrata – il suo ingresso – quel penetrare la stanza come se avesse un fascino a forma di coltello non sortisce nessun effetto.
Tutto resta come prima.
Tranne lei, imbronciata su un divano, sola come solo lei sa essere sola, una bambina viziata che comincia ad accorgersi che quell’aria da lolita stona con la crema per il viso che indossa prima di andare a letto.
Forse diventa bella.
Forse, in quel momento, diventa bella.
Ma è quasi impossibile accorgersene: per come è entrata, è quasi impossibile accorgersene.
L’inghilterra del Sun, ma forse un po’ anche quella del Times, si interroga sulla differenza fra una madre e le sue figlie.
Una tizia ha confessato al terzo canale della BBC – e qui si parla male della De Filippi – di essere stata con oltre cinquanta uomini in due anni.
La madre si e’ fatta tutta rossa, come si dice talvolta, ed ha osservato di avere intrattenuto solo tre amicizie affettuose in tutta la sua vita.
Sara’ vero?
A me ricorda la mia povera nonna che diceva sempre – nell’incredulo stupore dei commensali – di non avere mai visto I’ll pisellotto del mio povero nonno: Ah, io quell’affare ‘un so nemmeno come l’e’ fatto…
Col piffero:
La sala di attesa e’ 5 * 5 e ci sono non meno di trenta persone;
Una delle trenta parla dei suoi problemi con un tono di voce intollerabile
Un’altra odora di catramina impestata e non riesce a non diffondere questo suo talento
C’e’ anche un incrocio fra un sordo e un demente che dice “sono io” qualunque numero venga chiamato
Se si aggiunge che si aspetta da oltre un’ora qualcosa che si preferirebbe non aspettare, quel “Si accomodi” suona troppo ironico per non essere consapevole.
La prossima volta che ti resta un biscotto di traverso, ti lascio soffocare.
P.s.
Se ci sono dei film che devono essere vietati ai minori di anni 18, ci sono altri film che dovrebbero essere vietati a coloro che hanno figli minori di anni 18.
Non puoi passare una serata a vedere un padre che uccide il figlio perché non riesce più a sopportare il suo pianto e tornare a casa sereno.
Uno dovrebbe essere avvertito prima.
Le mutande parlano molto di chi le indossa.
Ed i pantaloni a vita bassa rivelano subito ciò che le mutande raccontano.
Ma non sempre lo si vorrebbe scoprire.
Per fortuna sembra che a New York siano passati di moda.
Sono stufo di vedere ciclopiche chiappe separate da microscopici fili, quando dovrebbero mettere solo mutandoni di filanca azzurra.
Fissando – stupito – il viso scomposto in una disperata marmellata di brufoli, nei e verruche che un impietoso sole svela nel guantato e puzzolente lettore di Ken Follet.
Non riesco a non pensare che il freddo era nemico dell’acqua prima che inventassero gli scaldabagni.
Glielo dico?
Sono talmente fermo che posso scrivere un post dal mio blackberry. Una coda sconfinata.
Oggi, consiglio di facolta’. Commemorazione di un collega morto anzitempo. Nulla e’ più triste di un funerale laico. Soprattutto se:
– il relatore sbaglia il nome del morto nella orazione ufficiale,
– il giovane allievo piange lacrime come chicchi d’uva (ha perso il suo unico sponsor e la sua eredita’ e’ una condanna a ricercatore a vita).
Mentre rifletti su tutto questo e speri che nessuno ti faccia una commemorazione (in fondo, basta morire dopo essere andati in pensione e potrebbe essere il caso di riuscirci), vieni definitivamente distratto dalla scoperta, con un certo stupore per la tua ingenuità, del perche’ hai trovato un posto a sedere ancora libero: è accanto al prof. Chang, il quale ha dimenticato anche questa volta il palto’ in cucina e puzza di involtini primavera in maniera davvero imbarazzante.