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Occupazioni non troppo arbitrarie: il vecchio Meyer

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/01/2009

NuovoMeyerIl Meyer è l’ospedale dei bambini di Firenze.
Una istituzione importante, perché fa della cura dei bimbi ammalati la sua missione.
Il Meyer è stato trasferito da via Luca Giordano a Villa Ognissanti il 14 dicembre 2007.
Ha lasciato un vuoto urbanistico.
Questo vuoto è stato colmato da alcune occupazioni di cittadini extracomunitari: una ventina di somali, da una parte; un centinaio di altri extracomunitari, in un blocco non distante.
Le occupazioni erano state ampiamente anticipate in più interrogazioni al Sindaco da parte delle minoranze consiliari.
Nello stesso tempo, le scelte circa il futuro urbanistico di questa area languono.
In un primo tempo, si era parlato di un grande albergo accompagnato da uffici e residenze private con un parcheggio pubblico, un asilo nido ed un giardino.
Successivamente, il progetto dell’albergo è sfumato e il piano guida approvato dal Consiglio comunale nel 2004 è caduto in un limbo dal quale non è più riapparso.
Eppure l’accordo di programma sulla realizzazione del nuovo Meyer prevedeva il finanziamento dell’opera con i denari rivenienti dalla valorizzazione di queste aree.
Non è difficile capire che questi denari non ci sono.
Che la realizzazione del nuovo Meyer è stata finanziata semplicemente con del debito.
Sono cose che mandano in bestia.
Sono cose che la Corte dei conti, che ha la competenza a giudicare sul danno allo Stato causato da funzionari amministrativi e uomini politici, dovrebbe giudicare severamente.
Al contrario, la Corte dei conti della Toscana non sembra occuparsi né della occupazione, né dei ritardi nella programmazione urbanistica della città.
Si occupa del danno cagionato allo Stato da un ospedale che operava bambini con le orecchie a sventola (trattamento sanitario la cui funzione estetica non consentirebbe l’intervento economico del servizio sanitario pubblico), di un vigile che riprendeva le infrazioni con un autovelox non omologato, di una azienda sanitaria che ha comprato un credito non più esigibile, e poco più.
La questione vera non sono i processi penali per i reati commessi da amministratori mariuoli.
Hanno una risonanza quasi solo mediatica.
Quello che davvero può far paura è una magistratura contabile che punisce severamente gli amministratori pigri e che si fa carico di obbligare il malgoverno a risarcire i cittadini dei danni che subiscono.

Lolite

16 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/10/2008

LolitaMilano.
Liceo del centro.
Molto borghese.
Diciamo fra via dei Giardini e il Circolo della Scherma.
Ragazzina.
Quinta ginnasio, ottima famiglia di buona nobiltà industriale, con una qualche allure resistenziale.
Carina, come è carina una bimba cresciuta in un mondo nel quale tutti sono carini.
Nel quale essere carina assomiglia a un dovere sociale.
Quasi una questione di buon gusto.
Esattamente come l’intelligenza sensibilmente nevrotica della madre.
O gli abiti di buon taglio genovese del padre.
Smette di studiare.
Va a scuola senza portarci il cervello.
Mangia sempre di meno.
Si svuota.
Si svuota dal di dentro.
Il nonno si preoccupa.
La madre si preoccupa.
Il padre non c’è, naturalmente.
La madre trova un diario.
Agghiacciante.
Notti passate in gare fra ragazzine a chi si faceva sbattere da più uomini.
Con testimonianza via sms e autoscatto.
Interi pomeriggi a sniffare eroina, perché ha un prezzo compatibile con la paghetta e iniettarsela fa troppo tossici.
Un mondo di ragazzini svuotati.
Guidati da ragazzotti svuotati.
Pochi ragazzotti che esercitano uno strano carisma su molti ragazzini.
Lei, che è orgogliosamente fragile, cade nelle stanze buie di una noia rubata dal dolore dell’adolescenza.
Cade dentro il carisma oscuro dei più grandi.
Che sono tutti di ottima famiglia, figli di amici dei genitori, carini e intelligenti.
Forse, le classi separate dovrebbero essere per loro.
Anche se parlano benissimo in italiano.

Il maratoneta Gasparri: fra quattro anni nel Darfur

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/08/2008

PechinoGasparri, già triumviro di Alleanza Nazionale ed attuale capogruppo del Partito della libertà al Senato della Repubblica, ha pubblicato una intervista sul Giornale di Paolo Berlusconi.
La sua tesi è che gli atleti devono protestare alle Olimpiadi.
Devono disertare la cerimonia inaugurale.
Alzare il pugno (sic!) durante le premiazioni.
Fare qualcosa, insomma, per i diritti umani e per il Tibet.
Gli fa eco Baldini (Stefano, il maratoneta, non Andrea, lo spadaccino accusato di doping) che chiede alla politica di fare il suo mestiere e – soprattutto – di lasciare agli sportivi di fare il loro.
In effetti.
E’ del tutto ipocrita accettare che le olimpiadi si svolgano in Cina e scaricare sugli atleti la responsabilità di una partecipazione critica e consapevole.
Gli atleti sono programmati per correre, saltare, tirare di scherma, etc.
Non per essere critici e consapevoli.
Se lo sono, è per merito loro.
Non per funzione sociale.
La Cina fa parte – acriticamente e necessariamente – del nostro mondo, non a causa delle Olimpiadi.
Nemmeno perché un primo ministro, un ministro degli esteri o un presidente della Repubblica partecipa alla cerimonia inaugurale.
Senza il sacrificio dei diritti umani in Cina il nostro benessere non sarebbe possibile.
Molto semplicemente.
Quel benessere a cui nessuno è disposto a rinunciare.
Altro che pugno alzato durante le premiazioni.
La prossima volta, nel Darfur.

Chi li ha sciolti? (Uccide la moglie e si spara)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/07/2008

UccideLaMoglie
E’ una notizia tipica del periodo estivo.
Uccide la moglie e si spara.
Manca la notizia opposta.
Le cronache degli ultimi giorni conoscono solo una moglie che ha sparato al marito.
E’ successo ad Alpignano, in provincia di Torino, il 16 maggio 2008.
Ammazzandolo senza ammazzarsi.
I mariti non vogliono sopravvivere alle mogli, anche quando le terminano.
Le mogli, invece, sembrano ben felici di sopravvivere ai mariti, soprattutto se li terminano.

Io adesso

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/06/2008

ProfStancoIo adesso, secondo PhotoBooth, che non bara mai, sono così.
Perso sulla poltrona di Gloria Jean’s Coffees.
Istanbul.
Aereoporto internazionale Ataturk, che qui è davvero una fissazione (Ataturk, non i voli internazionali).
Amo gli aereoporti di notte.
L’aria indolente di questi spazi.
Il caffè filtrato.
Penso,
Penso come si pensa quando non si ha niente da fare ed un computer acceso come compagnia.
Primo caffè filtrato.
Riorganizzo i pensieri.
Provo.
Parto dalle immagini di questi giorni.
Una soprattutto.
Una immagine stupida.
I pescatori sul Bosforo, ponte di Galata.
Una massa compatta di canne da pesca lunga quasi un chilometro.
Tanti bambini.
Bello vedere i bambini pescare.
Dà una sensazione di speranza.
Non è facile pescare.
Sono necessarie pazienza e perseverenza.
Molta pazienza e molta perseverenza.
Ci vuole l’intelligenza di chi sa attendere sperando.
Una intellingenza umile.
Secondo caffè filtrato.
Penso che a me di pescare non è mai fregato nulla.

Fumare fa male

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2008

Un ragazzo di circa venti anni è stato ucciso a calci da cinque coetanei.
La scena ricorda Arancia meccanica.
Semplice iperviolenza da noia.
Terribile iperviolenza da noia.
Colpiscono le foto segnaletiche degli indagati.
Facce normali.
Facce che si trovano sul treno la mattina, senza che succeda nulla.
Facce che si trovano in piazza la sera e ti pestano a morte.
Codino, me la dai una sigaretta?
Codino, me la dai una sigaretta?
E giù pedate.
Il problema non è il neonazismo.
Il problema sono le facce che si trasformano.
Dalla mattina, alla sera.
Semplicemente per noia.
Non erano neonazisti i ragazzi di Campi Bisenzio che avevano l’abitudine di picchiare i cinesi.
La spiegavano con molta ingenuità: Ci si trova la sera alla casa del popolo. Ci si annoia. Dopo un po’ uno dice andiamo a comprare un gelato. Un altro risponde, un’altra volta? No, picchiamo un cinese. Facciamo qualcosa di diverso.
Chiediamo da fumare a codino. Facciamo qualcosa di diverso.

Un matrimonio

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2008

Finalmente si è sposata.
In un fiorire di coriandoli e riso.
Vestita color crema.
La cipria a coprire i brufoli.
La grandine a coprire tutti.
Finalmente si è sposata.
Brutta.
Come solo una sposa brutta sa essere.
La chiesa piena di gente.
Inutilmente.
Come sempre a matrimoni e funerali.
Un po’ meno ai battesimi.
Finalmente si è sposata.
Il prete blaterante.
Pieno di sé.
Pieno di parole.
Dio è gioia. E’ amore. E’ entusiasmo.
Cazzo, viene da dire, ma ti vedi?
Sottospecie di incrocio fra Al Bano ed un predicatore del Kentucky.
Finalmente si è sposata.
Ed è partita per il solito viaggio da dollaro debole.
Inutile sperare che non torni.
Basta evitare di rivederla.

Tesi di laurea – Buchi si nasce o si do’venta?

30 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/03/2008

Le tesi di laurea sono un luogo intimamente anfibio.


Chi discute si sente ad un punto di svolta: tutto il paese siede in aula magna, con un’aria indecisa fra il teatro lirico e una prima comunione col vescovo, perche’ in fondo la laurea e’ un rito di passaggio.


Per la commissione, sono una drammatica rottura di palle: temi scolastici, affrontati in maniera scolastica, da voci scolastiche.


Oggi si ha un candidato impresentabile.


Omosessuale in maniera imbarazzante, gli occhi vistosamente truccati, un filo di rossetto, una collana di perle ed un grande foulard.


Parla esattamente come uno si immaginerebbe guardandolo.


Viene presentato dal suo relatore, con stanca circoncisione.


Arriva il suo momento di dissertare. L’inizio e’ agghiacciante: Come ha detto lui, il tema che ho affrontato e’…


Lui e’ il relatore. E non si dovrebbe dire cosi’.


Viene interrotto da una domanda: Se posso interromperla, mi piacerebbe che spiegasse alla commissione…


Replica con un:Sono qui per questo…, che avrebbe fatto rabbrividire Piperno nel sessantotto.


Finisce, finalmente e porta la sua colonia – fetida – fuori dall’Aula magna.


Se l’omosessualita’ fosse una malattia, non gli avrebbero davvero fatto male un paio di pasticche, prima di venire.


Ma non lo e’.


Ed a lui sarebbero bastati dei calmanti, un cocktail di camomilla e valeriana.

Chi li ha sciolti? (Chantilly)

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/03/2008

1011043LoveHurts_l
Sono l’estrema frontiera delle inventrici della fica, ovvero di quelle ragazze che si comportano come se avessero scoperto loro – e loro sole – il triangolo del desiderio.
Sono stivali di gomma colorata modello bimbo infelice che gioca nelle pozze.
Si vedono portati con ostentata nonchalance, sul genere: Guardate cosa mi posso permettere di indossare.
Vengono calzati al di sotto di minigonne e maliziosamente evidenziati da calze in tinta.
Possono apparire autoironici ad un primo sguardo, un erotismo dolcemente burlesque.
Ma è davvero difficile non pensare ai pesci rossi che ci giocano dentro alla fine della giornata ed immaginare l’eau de goudron che invade la stanza quando vengono tolti, svelando un piede avvizzito come un vino invecchiato.

Si accomodi in sala di attesa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/01/2008

Col piffero:


La sala di attesa e’ 5 * 5 e ci sono non meno di trenta persone;


Una delle trenta parla dei suoi problemi con un tono di voce intollerabile


Un’altra odora di catramina impestata e non riesce a non diffondere questo suo talento


C’e’ anche un incrocio fra un sordo e un demente che dice “sono io” qualunque numero venga chiamato


Se si aggiunge che si aspetta da oltre un’ora qualcosa che si preferirebbe non aspettare, quel “Si accomodi” suona troppo ironico per non essere consapevole.

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