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Pesci di maggio (Noterelle intorno al Ruby’s gate)

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/05/2011

pesciE' arrivata la memoria defensionale di Fede.
Dopo quella della Minetti.
Non molto diversa: Io non ho portato questa signorina Comesichiama … Se non sono stato io … Non intendo accusare Mora … Ma ognuno si deve prendere le sue responsabilità … Io sono un amico sincero del Primo ministro …
Manca solo Mora.
Che risponde con il silenzio.
Non proprio silenzio.
Qualcosa dice: sarà presente al Festival del cannolo siciliano di Piana degli Albanesi.
Per uno con le sue caratteristiche fisiche, assomiglia ad un suicidio.
I samurai usavano la spada.
Mora, il cannolo.
Molto più adatto.
Molto più Finale di partita con Nani, ballerine, eunuchi e lacché.

Pesce d’aprile

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/04/2011

pesciMemoria difensiva della Minetti.
Mossa consentita dal codice di procedura penale, ma non frequente.
I penalisti, di solito, la sconsigliano.
E' solo un modo per consentire al pubblico ministero di conoscere gli argomenti della difesa e prepararsi una replica.
Difatti, né Fede né Mora, indagati insieme alla Minetti per sfruttamento della prostituzione hanno presentato memorie ed entrambi hanno reagito in termini non esattamente britannici a quanto la Minetti avrebbe scritto.
Perché la difesa della Minetti ha anticipato la disclosure della propria difesa?
Sicuramente non per motivi tecnici.
Che la Minetti non conoscesse la minorenne ospite del Primo ministro era cosa che poteva essere detta in udienza preliminare.
Che la Minetti possa parlare di voce propria, invece, era cosa che era bene si sapesse ben prima della udienza preliminare.
E la sensazione è che la voce della Minetti possa essere davvero molto pericolosa per questa strana Bisanzio di nani, signorine, eunuchi, buffoni e lacché in cui ci tocca di vivere.

Anche lui è cattivo (Guariniello sulla Thyssen)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/04/2011

altoforno
Il Tribunale di Torino ha condannato i vertici della Thyssen per la morte dei "loro" operai in un incidente sul lavoro.
La sentenza è stata accolta con soddisfazione dal procuratore aggiunto Guariniello e dal procuratore capo Caselli.
E' una soddisfazione corretta?
Sul piano giuridico, la sentenza non appare particolarmente rivoluzionaria: la categoria del dolo eventuale (non desidero l'evento classificato dalla legge come reato, ma accetto consapevolmente che si possa verificare come conseguenza di un altro evento che è oggetto della mia volizione) è nata (nella seconda metà del secolo XiX) per perseguire il responsabile di un infortunio sul lavoro. Si trattava di un armatore che per incassare il premio dovuto dall'assicurazione in caso di naufragio aveva mandato a morte "eventuale" i suoi marinai.
Ma dove questo sentimento di soddisfazione dà fastidio è su un diverso piano.
Un piano non diverso da quello del Primo ministro che apostrofa il pubblico ministero di uno dei processi nei quali è indagato dicendo Lei è cattivo.
Il pubblico ministero non dovrebbe essere né buono né cattivo.
Dovrebbe incarnare la legge nella sua proiezione accusatoria.
Non ci dovrebbe essere soddisfazione né in una condanna né in una assoluzione: è la legge che condanna ed assolve e per il pubblico ministero le due soluzioni dovrebbero essere equivalenti.
Ma non è così.
Guariniello è felice di una condanna, esattamente come Berlusconi è arrabbiato per una accusa.
Le due cose, invece, dovrebbero essere estremamente lontane.
Guariniello è la legge per mestiere.
Berlusconi, come qualsiasi imputato, è la legge per diritto di difesa.
L'una non ammette emozioni nella sua applicazione.
L'altra le pretende.
In fondo, la soddisfazione di Guariniello, il suo atteggiamento di gioia per una sentenza di condanna, è un argomento per la separazione fra le carriere e lascia nostalgia per il Maigret di Simenon che consegnava i colpevoli alla giustizia dopo averne indagato il mistero umano e sempre con un sentimento di dolorosa simpatia.

Lui è cattivo

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/04/2011

 

E' difficile sentire questa canzone senza essere assaliti da una serie di brividi.
Di terrore e raccapriccio.
Ieri il Silvio di Meno male che Silvio c'è si è presentato in Tribunale.
Il Silvio di Meno male che Silvio c'è non riesce a non essere simpatico.
Simpatico in una maniera che fa venire i brividi.
Di terrore e raccapriccio.
Si è rivolto al pubblico accusatore, presentandosi scherzosamente: Lei è quello cattivo.
L'altro ha risposto che il suo mestiere sono le accuse, non le battute.
Un'accusa è frutto di cattiveria?
Può darsi e succede spesso.
Succede che un poliziotto malvagio sfrutti la propria posizione per accusare un disgraziato.
Capita anche che inventi delle prove a carico.
Come succede che il pubblico ministero si comporti in maniera spregiudicata.
Ma al di là di tutto questo, l'accusa del processo Mediaset è più che seria.
Mediaset avrebbe acquistato consapevolmente attraverso un intermediario diritti televisivi a prezzi gonfiati.
La differenza fra prezzi veri e prezzi gonfiati avrebbe arricchito il management infedele di Mediaset e la partecipazione di controllo della stessa.
Non è un accusa che non merita di essere capita.
Senza essere moralisti, chi gestisce la propria partecipazione di maggioranza in danno degli azionisti di minoranza, truffandoli, si può dire, può gestire la cosa pubblica?
Mica tanto, pare la risposta ovvia.
Difendersi dicendo: Lei è cattivo è infantile ed irriguardoso.
Non tanto per il pubblico ministero.
Quanto per la nazione.

Il tempo è galantuomo

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2011

giudiceI giornali non sono galantuomini.
I professori di diritto costituzionale, meno.
Dal giornale di oggi, si apprende che un professore di diritto costituzionale in servizio presso una certa facoltà, appena andato in pensione è stato soggetto ad una perquisizione e che è indagato per aver interferito con il regolare svolgimento delle prove concorsuali.
Tanto valeva scriverne nome e cognome: c'è un solo professore di diritto costituzionale in servizio presso quella facoltà che è appena andato in pensione.
Un tipo strano.
Che non scriveva molto.
Che faceva parte di una commissione di concorso a cui anche chi scrive partecipava.
Come d'uso chi scrive, si presentò al Commissario per consegnargli le proprie pubblicazioni.
Che il Commissario appoggiò su un angolo della scrivania insieme a molti altri fogli.
Diciamo il genere di angolo che somiglia da vicino ad un'anticamera del cestino.
Chi scrive sorrise.
Sorrise ancor di più quando venne salutato con cortesia accompagnata dalla frase:
–> Non si preoccupi, lei è giovane ed il tempo è galantuomo …
Ma non quanto ha sorriso oggi leggendo il giornale.

Ruby my dear

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/03/2011

monksfEmilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti sono stati formalmente accusati di sfruttamento della prostituzione.
Il caso è triste.
Da una parte, una ragazzina che si prostituisce, secondo la tesi dell'accusa.
Una vergine immolata al drago, per usare l'immagine della signora Lario.
Una ragazzina che non può più essere considerata una ragazzina.
Perché ha venduto i propri sedici anni in cambio di non si sa che cosa.
Di denaro, benessere, qualche briciola di belle immagini.
Ha imparato a pensare ad altro.
A immaginare altro.
A sentirsi estranea al proprio corpo.
Un'arte di adulti.
Un'arte razionale: Non sento nulla di male, sono gentili con me, vivo delle cose che non mi potrei permettere e mi pagano persino.
E' in questa malinconia l'essenza del reato.
Dall'altra parte, un anziano.
Che sa benissimo che il proprio corpo non è sufficiente a fare l'amore con quella ragazzina.
Che ha bisogno dell'aiuto del denaro per conquistarla, del denaro e di altre facilities.
Che gode soprattutto di questo: del sentimento di dominio che dona il poter comprare una persona.
Averla ai propri piedi, in guepiere e quant'altro, perché se la può permettere.
In questo schifo, una seconda essenza del reato.
Ma nessuno sarà condannato per questo.
Sicuramente.
L'indagato principale ha già rassicurato i propri elettori che dal processo si aspetta "grosse soddisfazioni".

Il marocchino di Berlusconi

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/12/2010

moschea-bluIn questi giorni, abbiamo appreso che l'arabo è una lingua piena di sfumature.
Di dialetti.
Di modi di dire e di pronunciare le stesse parole.
Per cui, uno che dice Allah mi perdoni non l'ho uccisa io, poteva dire, come pare che abbia effettivamente detto, Allah, ma come mai il telefono squilla e nessuno risponde?
I commenti dei giornali, Tirreno, La Nazione, Corsera, Repubblica si sono tutti concentrati su questo aspetto.
Banale.
Meno banale, forse, sarebbe stato chiedersi come mai una persona normale viene intercettata, senza altro indizio che non l'intercettazione stessa.
Ancora meno banale, sarebbe chiedersi come si possa intercettare uno che non parla a telefono, ma semplicemente aspetta che dall'altra parte si risponda alla sua telefonata.
Due aspetti che sono passati sotto tono.
Troppo sotto tono.
E dispiace ammettere che non danno per nulla torto a Berlusconi in punto di intercettazioni e tutela della privacy.
Mostrano un mondo in cui i telefono possono essere sempre sotto controllo.
Perfino quando non si parla.

Innocenti come Dell’Utri (Praticamente un Cristo in croce)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/06/2010

Screen shot 2010-06-30 at 10.16.18 AMChi scrive è fermamente convinto della innocenza di Dell'Utri.
Non tanto perché crede che i misteri della trattativa fra servizi segreti deviati e mafia siano dolorosi ed inesplicabili.
Non solo perché le dichiarazioni di Ciancimino jr. sul "papello" sembrano davvero singolari al buon senso comune.
Nemmeno perché il pentito Spatuzza è stato smentito dai fratelli Graviano e le dinamiche del pentitismo possono allontanare assai dalla verità storica delle cose, creando una verità processuale che potrebbe essere molto più mafiosa della mafia stessa.
Ma perché crede ed è convinto che sia naturale per un italiano, per qualsiasi italiano, aiutare gli amici e lavorare come trait d'union fra di loro.
Perché crede ed è convinto che la finanza si fa nei salotti molto più che nelle borse valori e che a casa sua uno può invitare solo chi conosce.
Perché crede ed è convinto che se un uomo di mondo è amico di altri uomini di mondo, tutti assieme si comportano da uomini di mondo.
Questo però non si chiama mafia.
Si chiama natura delle cose.
Per queste ragioni, chi scrive è fermamente convinto della innocenza di Dell'Utri e forse anche dell'eroismo di Mangano.
Ne è fermamente convinto e se ne vergogna.
Come è convinto che il nostro Stato non abbia bisogno di sentenze che arrivano dopo sette anni dall'inizio del processo per combattere contro tutto questo.
Ha solo bisogno di vergogna e di indignazione.

Scaglie di saggezza (La verità)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2010

La verità sul caso Scajola è esattamente quella del ministro.
Non sapeva nulla ed ha comprato in buona fede il mezzanino incriminato.
La verità è che il ministro è una persona che pensa di poter comprare per 600kEuro un appartamento di 180 metri quadri in faccia al Colosseo.
Che pensa che il prezzo di un appartamento possa essere interamente versato al definitivo, senza alcuna caparra.
Che pensa che tutto questo sia normale.
Non perché è una persona fuori dal mondo.
Ma perché appartiene ad una casta che pensa di avere diritto ad un trattamento diverso dai comuni mortali.
Ed il problema è che chiama tutto questo politica con la p maiuscola.

Scaglie di saggezza (Un uomo confuso)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/05/2010

La comunicazione con cui Scajola ha rassegnato le proprie dimissioni (ad una conferenza stampa non al Capo dello Stato, come forse si dovrebbe fare) sono piuttosto singolari.
Un ministro della Repubblica non può abitare in una casa pagata da altri. Per questo ho dato mandato ai miei legali di chiedere l'annullamento del contratto di compravendita. Per questo rassegno le mie dimissioni.
L'uomo è confuso, forse per l'indigestione di rassegne stampa.
Difatti, o non sa nulla (tesi della difesa) e deve difendere la propria reputazione mantenendo il seggio ministeriale.
O vive nella casa pagata da altri (tesi dell'accusa) e quindi deve abbandonare il seggio.
Abbandona il seggio, sicché è vera la seconda: ovvero la tesi della difesa abbraccia la tesi dell'accusa.
Ma farlo stare zitto (tesi di Ferrara), no?

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