15/09/2017
L’estate di Ragazza Impertinente è stata funestata dai compiti.
E’ diligente ma non particolarmente studiosa.
Uno dei suoi crucci sono i temi.
Ama leggere ma molto meno scrivere.
E’ sintetica. Non scrive mai più di quello che vuole dire e cerca sempre di dirlo con il minor numero di parole. Non riesce a essere ruffiana con i lemmi e la sua fantasia non ama girare intorno ai concetti che esprime sempre in modo molto pratico.
Mi piace il suo modo di scrivere.
Meno alla sua professoressa.
Uno dei temi era intitolato “L’ultimo giorno”.
Ha affrontato diversi ultimi giorni: l’ultimo giorno di scuola, l’ultimo giorno delle vacanze, l’ultimo giorno del campo scout ecc.
Di ognuno di questi ha dato una descrizione pratica: l’ultimo giorno di scuola si devono schivare i gavettoni dei maschi. L’ultimo giorno delle vacanze si deve pensare a cosa indossare il primo giorno di scuola. L’ultimo giorno di campo scout bisogna trovare tutto quello che si è perso in quindici giorni di tenda.
Ha scritto anche – non è particolarmente ottimista – dell’ultimo giorno di vita, immaginando che cosa avrebbe fatto se avesse saputo che quello era il suo ultimo giorno di vita.
Vorrei andare a Disneyland e avere il pass che ti fa evitare le code, poi vorrei andare sul surf e cavalcare delle onde altissime, poi vorrei andare a fare shopping e comprare tutte le cose che desidero e vorrei, vorrei, vorrei…
Ho chiesto se non erano troppe cose per un giorno solo e soprattutto per un giorno come quello.
No, perché se fosse il mio ultimo giorno di vita, io proprio non vorrei saperlo e non pensarci mi sembra il minimo, anche se un demone dispettoso me lo dovesse dire…