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Tag Archive for: sculaccioni

L’High Court lascia Mosley con il sedere all’aria

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/04/2008

IlCulodiMosleyIl povero Max ha perso.
Aveva chiesto alla High Court di impedire la diffusione del video imbarazzante e la High Court ha risposto che sarebbe stato come chiedere alle onde di tornare indietro.
Il richiamo a King Canut è molto carino: il tizio, re di Inghilterra intorno all’undicesimo secolo, aveva cercato di legare le onde con delle catene perché non potessero più affondare la sua flotta.
Non ebbe successo.
Nemmeno il povero Max: il Giudice Eady ha stabilito che le immagini di Mosley, con il sedere a scacchi mentre si fa frustare, sono state talmente diffuse che Mosley ha perso ogni diritto alla sua privacy.
Francamente, è un provvedimento che lascia un po’ perplessi.
Il fatto che una immagine sia diffusa non significa che se è illecita non si debba impedirne la diffusione.
Se hanno pubblicato il sedere di Mosley in una infinità di media, questo non significa che sia sempre il sedere di Mosley e che Mosley abbia il sacrosanto diritto di decidere chi può vedere il suo sedere: cinque signorine armate di fruste o tutti i lettori del Times.
La decisione del giudice Eady lascia immaginare una usucapione della privacy che non può non lasciare perplessi.
E’ possibile temere un mondo in cui se si viene ritratti in termini non esattamente onorevoli e se queste immagini iniziano a circolare, il diritto alla privacy cessa di essere giustiziabile solo perché è stato violato.
In fondo, il compito della giustizia è proprio quello di far tornare indietro le onde del mare.

Uncinando Mosley: un complotto o un imbecille?

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2008

IlsaMax Mosley è apparso su News Of The World, che non è esattamente il Times, nudo, unito selvaggiamente a cinque signorine di facili costumi, in un’orgia sadomaso con ambientazione nazista.
Pare che il suo divertimento sia frustare a sangue ed essere frustato, sempre a sangue.
I quotidiani inglesi pullulano di spiegazioni e grondano stupore.
Lo stupore è quello classico del popolo verso le perversioni dell’upper class: pòle un oxonianense, barrister presso la House of Lords, Lord a sua volta (di Staffordshire, sic), divertirsi a prendere delle disgraziate a cinghiate?
Evidentemente si, peraltro non pare una novità rispetto alla professione dei suoi antenati.
Le spiegazioni possono essere più interessanti.
Alcune sono paternali e rammentano la storia familiare di Max Mosley che è il figlio del fondatore del partito fascista britannico, Oswald Mosley, figura ambiguamente interessante al centro di una parabola politica che è andata dal fabianesimo all’antisemitismo.
Altre sono improntate alla teoria del complotto: Mosley sta propugnando un tetto per i budget a disposizione dei team in formula 1 ed è molto favorevole alla introduzione di congegni elettronici eguali su tutte le macchine e per tutti i team. Queste novità danneggerebbero i team più ricchi e aggressivi sul piano tecnologico che potrebbero avere orchestrato un attacco nei confronti dell’immagine pubblica di Lord Mosley.
E così via.
Forse è più probabile un rigurgito senile del povero Max, che, alle prese con problemi di sollevamento per nulla banali, si è visto costretto a passare alle staffilate.
Il costume da nazista non pare così rilevante: pare che la sua agenda prevedesse Cappuccetto Rosso per sabato prossimo ed il gioco del clistere travestito da infermiere per quello dopo ancora…

Chi li ha sciolti? (Memento audere semper)

13 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/03/2008

Lassie
My smile is not like Tom Cruise and my phisique is not like Brad Pitt, but I lick better than Lassie.
E’ una frase autentica.
L’ambiente un pub del centro di Firenze.
Lui, un ragazzotto normale, vestito normale, una birra normale in mano, etc.
Lei, una tipa normale, australiana dirresti dal modo di vestire: un informale di popeline che in Italia non si userebbe nemmeno per andare in bagno.
Lui si avvicina per attaccare discorso.
Lei ha già chiaramente bevuto al di sopra delle sue possibilità, che non sono scarse.
Lui parla un inglese molto scolastico:
Hi, what is your name? Do you like Florence? Etc.
Poi cita Lassie.
Incredibile.
Non sono come Tom Cruise o Brad Pitt ma la mia lingua è meglio di Lassie.
Non riesco a non ascoltare.
E a non scoppiare a ridere.
Lei, no.
E’ priva di senso dell’umorismo.
Risponde con un I like to ride the cock.
Ed escono insieme.
Memento audere semper, mi viene da pensare.

Ti disturbo?

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/03/2008

IIPhone
I telefoni portatili sono delle maledizioni.
Possono squillare in qualsiasi momento.
Ricordano Verdone in Viaggi di nozze: Disturbo? No, non disturba affatto…
I più delicati si fanno precedere da sms: Ti posso chiamare?
E’ una formula molto carina.
Molto gentile.
Sensibile.
Poi ci sono quelli che ritengono che si debba rispondere per forza.
Quelli che lasciano squillare il telefono fino all’esaurimento della batteria, come se stessero chiamando un sordo o un demente o una persona che se solo sapesse che la stanno chiamando risponderebbe subito.
Spesso non è così.
Magari semplicemente non si vuole o non si può rispondere.
Così può succedere che all’ottava vibrazione della tasca, le gambe ridotte ad un palletico che rammenta il delirium tremens di un libro di Dickens, uno risponda:
Pronto [detto con bocca palesemente piena]
Disturbo?
Sto mangiando un panino…
Ah, allora, ti volevo dire…
Ma_cche_ccazzo!

I cazzi del governatore: mr. Paterson

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2008

paterson_385x185_305119aMr. Paterson è il nuovo governatore di NY.
Ha presto il posto del "puttaniere" Spitzer.
Prudentemente ha subito ammesso di avere avuto un certo numero di relazioni extraconiugali.
Il nostro matrimonio stava andando a rotoli e mia moglie ed io abbiamo avuto entrambi degli amanti.
Ha anche ammesso di usare un albergo a poche fermate di metro da casa sua per gli incontri con l’amante.
Fin qui, nulla di strano.
La cosa buffa è la domanda di un giornalista: Quando ha smesso di frequentare quell’albergo?
Ci sono stato varie volte fino al 2001 – avrebbe risposto – insieme a mia moglie: un consulente matrimoniale ci ha consigliato di mettere pepe nel nostro rapporto e quell’albergo mi è parso perfetto.
Capperi.
Condividere il letto di casa con l’amante è davvero di cattivo gusto.
Ma anche condividere il letto dell’amante con la moglie non scherza.

Chi li ha sciolti? (Canne e professori)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/03/2008

8057_0Il disgraziato si è fatto beccare in classe mentre fumava una canna.
O meglio mentre fumava un qualcosa che chi girava il video diceva essere una canna.
E’ possibile capirlo.
Fa parte dell’essere professori cercare la comprensione e la popolarità.
Ma è giusto?
Puoi educare ignorando le regole della istituzione di cui fai parte?
Puoi fumare in classe?
Non una canna, ma anche solo una muratti, se esistono ancora?
No, è vietato.
Lo vieta l’istituzione di cui fai parte.
Non puoi farlo, perché mangi di quelle regole.
Ma si può anche dire che la violazione delle regole elementari può diventare un modo per stabilire un dialogo educativo più profondo.
Per conquistare una fiducia che consente discorsi più importanti.
Non lo so.
Di sicuro, preferisco il disgraziato che ha bisogno di farsi le canne per guadagnarsi un po’ di popolarità allo stronzetto vestito di lebole, con stivaletti fibbiati e cernierati, che stamane si lamentava a voce alta dei suoi studenti medi: Scopiazzano senza capire, come se noi siamo scemi.
Fossimo – demente – fossimo, non mi sono potuto esumare dal correggere.

Chi li ha sciolti? (Enigmi)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/03/2008

vignette00402La settimana enigmistica è un periodico divertente.
E’ perfetto in treno o in una sala di aspetto.
Può essere di aiuto anche contro l’insonnia.
Può succedere di fare una lezione.
Una complessa lezione sui sistemi elettorali.
Di prepararla con cura e di dettarla con attenzione.
La voce attentamente teatrale.
I passaggi più difficili sottolineati con cura retorica.
Dopo qualche tempo, può succedere di osservare con più attenzione l’aula.
Di lasciare la cattedra e di scendere fra i banchi.
E di trovare uno studente che compila tutto concentrato la sua copia della settimana enigmistica.
Difficile dargli torto.
In fondo, un cruciverba è molto meno astruso dell’enigmatico Calderoli.

Libero Di Pietro

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/02/2008

1858

Di Pietro chiede a gran voce di conoscere il nome dei candidati che hanno conti bancari in Liechtenstein.
Ieri lo chiedeva la prima pagina di Libero.
Di Pietro giustifica la sua richiesta con un rombante: Non voglio candidare persone che hanno dei segreti nell’armadio, non vorrei che dovessero perdere tempo a difendersi in processi penali invece di venire in Parlamento.
La domanda di Feltri ha una sua ragionevolezza. E’ difficile negare che in un periodo elettorale non ci sia un interesse pubblico alla conoscenza di dati la cui rilevanza politica è indiscutibile.
La domanda dell’ex sostituto procuratore è retorica, vociata ed inopportuna.
Di Pietro può scegliere di candidare chi vuole, purché si rammenti di aver fatto eleggere il leader degli Italiani nel mondo – personaggio variamente indagato – la cui immediata defezione ha concorso significativamente a generare la debolezza dell’Ulivo nella scorsa legislatura.
L’equazione giustizialista fra conti esteri, riciclaggio, evasione fiscale e pedofilia è assurda ed irragionevole. Può ricordare la perfida Albione di un retore mascelluto che andava di moda ottanta anni fa.
Ma poi se uno fa il ministro della repubblica, davvero ha bisogno di chiedere ai giornali una lista che è nelle mani del suo compagno di governo?
O è talmente infido che nemmeno i suoi colleghi si fidano di lui, o non vuole sapere nulla.
Vuole solo far sapere che lui vorrebbe sapere ma nessuno gli dice nulla.
Il solito teatrino liberamente squallido.

Via di casa

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/11/2007

Ha una quarantina d’anni.
Forse qualcosa di più.
Con la sua compagna le cose non vanno più da tempo.
Ma lei gli ha confessato di avere una malattia particolarmente antipatica.
Lui le resta vicino.
Come si potrebbe restare accanto ad un animale domestico sulla via del tramonto.
Lentamente lei guarisce.
Non era probabile, ma guarisce.
Comincia una lenta convalescenza.
Oramai lei sta quasi bene.
Abitano in un quartiere popolare del centro.
E’ quella parte di inverno che si avvicina alla primavera.
Lui comincia a non resistere più.
Lei gli è diventata insopportabile.
Come una coperta di lana in estate.
Una notte, le parla.
Lei afferra una bottiglia di plastica piena di acqua e comincia a picchiarlo.
Con calma e con metodo.
Lui aspetta pazientamente che si stanchi.
Si alza. Va via.
Lei urla.
Apre la finestra e gli armadi.
Comincia a lanciare dalla finestra tutto ciò che appartiene a lui.
Sotto, in mezzo alla strada, lui, in pigiama, afferra le cose al volo e le butta nel bagagliaio della macchina.
Alle finestre, una intera strada guarda la scena e qualcuno decide che una persona tanto paziente merita qualche lancio in più e comincia a lanciargli frutta, verdura e tutto ciò che sta nel secchio della spazzatura.

Chi li ha sciolti? (Toto)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/10/2007

Toto Cotugno non è solo il cantante anni ottanta che si sta rifacendo una verginità nei paesi dell’est.
E’ anche il giovane di bottega di un barbiere di lusso del centro storico di Firenze.
Un giovane barese di cinquantacinque anni.
Assolutamente convinto di essere identico a Toto Cotugno.
Anzi di essere il vero Toto Cotugno.
Peccato si chiami in un altro modo.
In ogni caso, porta un parrucchino con appiccicata la chioma del suo idolo.TotoCotugno
Indossa improbabili camicie a righe, di una stoffa modellata sulla tappezzeria di una professoressa di inglese arrivata zitella alla soglia dei novanta anni.
Aperte su un petto, dove, fra i peli, si affaccia un crocefisso a forma di ancora con catenaria da petroliera.
Le gambette affustate dentro a dei pantaloni di pelle, anche d’agosto, incredibilmente rigonfi laddove è opportuno.
Alla sera frequenta un night, sulle colline, dove verso la chiusura gli permettono di cantare e lui dice di accettare per filantropia, ma gli avventori non sono d’accordo.
D’estate, c’è sempre qualche festa dell’unità, del volontariato o di rifondazione che lo ospita, sgangherato, e,  in questo caso, gli avventori criticano la sua arte in maniera molto più palese.
Al mattino, lo si vede davanti al Chiosco degli Sportivi che guarda il cartellone con le corse dei cavalli, di cui è un notevole esperto, discetta di handicap e stacco, trotto e galoppo, segna numeri e numeri su un taccuino che porta sempre con sé, in una calligrafia infantile ed incerta, finché non si gioca l’intero stipendio.
Ecco, uno così è contento.
Sorride sempre.
Anche se ha tre figli di cui non sa nulla da più di venti anni.
Anche se si accompagna ad una donna che non disdegna di proclamare – pubblicamente ed a voce alta – la sua inutilità, quando alla sera lo recupera dalla sala corse e se lo riporta a casa in un tornado di improperi e pedate che non gli lasciano nemmeno toccare terra.

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