La giustizia nella rete
In un corridoio di giustizia.
Urla e strepiti.
Provengono da stivali metallici, che si innalzano su calze a rete, sciatte di smagliature larghe come scannafossi, e terminano su uno spacco che potrebbe essere vertiginoso se non odorasse di macelleria. Non troppo fresca. Il resto è coperto dalla voce di gallaccio travestito.
Tremenda l’offesa.
Tremende le urla.
Divertito il capannello che si forma senza avvicinarsi di un passo.
Triste l’anziano che ascolta tutto quello che gli viene detto.
China la testa nel più cerimonioso degli inchini che anni di salamelecchi gli hanno insegnato.
Non un inchino alla giustizia che è dovuto.
Ma alle sue calze smagliate.