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Tag Archive for: sculaccioni

I pensieri politicamente scorretti di bimba impertinente (Ma che cazzo)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/03/2009

BimbaImpertinenteBimba Impertinente ha una frequentazione con il turpiloquio che talvolta lascia sbalorditi.
Gioca.
Tranquilla.
Con la sua amichetta preferita.
Colorano.
Arriva Bambino Terremoto.
Così definito perché del tutto incapace di esprimere emozioni e dotato della sagace brillantezza di una trota salmonata l’ultimo giorno prima di essere ritirata dal banco frigo di un ipermercato e avviata allo smaltimento in discarica.
 –> B.I. perché non fate giocare anche B.T.?
–> Babbo, sono stanca …
–> Via, B.I., è così carino e brillante …
B.I. tace e lascia che B.T. cominci a colorare al suo tavolino.
B.T. colora il tavolino.
Con stolida persistenza.
B.I. lo guarda con indifferente ostilità, gli mette il foglio sotto i pennarelli e innocente:
–> Ma che cazzo …
Il padre è sollevato.
L’ultima volta aveva detto Pocca Madonna.

I gommoni del Pastore Tedesco

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/03/2009

PastoreTedescoEMamiIl Pastore Tedesco ha affermato che i profilattici non sono lo strumento che assicura la vittoria nella lotta contro l’aids.
Ha assolutamente ragione.
Ha ragione in una ottica comunitaria: nella tutela dell’ambiente – ed il genere umano siccome composto di bestie fa sicuramente parte dell’ambiente – il principio di prevenzione si atteggia come correzione alla fonte di ogni comportamento che possa ledere l’ecosistema ed assume valore prioritario rispetto ad ogni altra azione di tutela.
Di conseguenza, la prevenzione, ovvero in questo caso la castità, viene molto prima dell’uso dei preservativi, che, siccome dispositivi di protezione individuale, debbono essere utilizzati solo nei casi in cui non siano possibili meccanismi di tutela generalizzati e tali da eliminare alla radice il rischio che deve essere prevenuto (in questi termini, fra l’altro la disciplina comunitaria in materia di sicurezza sul lavoro).
D’altronde, qui, la dottrina della Chiesa si sposa con il buon senso: non è possibile dubitare che l’uso del casco per un motociclista sia uno strumento di protezione della salute molto meno sicuro dell’andare a piedi.
Peraltro, l’intervento del Pastore Tedesco appare sollecitato, stimolato ed incoraggiato anche dalle compagnie femminili che ha avuto modo di incontrare nella sua visita africana così come illustrata dalle immagini apparse sui giornali.
Non è davvero ragionevole dubitare che dinanzi a certi oggetti la castità sia molto meglio di qualsiasi guaina gommata.
A meno che non copra l’intero corpo.
Della signorina, naturalmente.

Lezioni (Il capellone)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/03/2009

capelloneLezione.
Diritto costituzionale in forma di diritto parlamentare.
Diritto parlamentare in forma di tattica d’assemblea.
Capellone.
Alligna in fondo all’aula.
Si dimena.
Si aggancia al vicino.
Cerca di prendere appunti.
Solleva i denti aguzzi come a fermare un pensiero.
Perché mi fisso a fissarlo?
Perché penso che sia idiota?
Mi dico che non è giusto.
Ma non riesco a non farlo e difficilmente mi sbaglio.

Chi li ha sciolti? (Montessori)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/02/2009

MontessoriCon tutto l’amore che uno può provare per i propri figli e per la Montessori, ci sono delle cose che non si riescono a subire pensando alla scoperta del fanciullo o al fanciullo di oggi come padre dell’adulto di domani.
Una giornata può essere dedicata allo studio di una serie di articoli astrusi che si fissano con golosità da un certo numero di giorni ed essere interrotta dalla notizia che Bimba Impertinente ha mal di stomaco e vomita come la fontana di Toyo Ito prima che crollasse.
Non importa.
Si pedala a recuperare B.I. che è ipernevrotica – B.I. odia il vomito.
La si convince a indossare il paltò e la sciarpa, anche se non sono dei colori che lei vorrebbe – B.I. è ipercritica sugli abiti.
La si carica sulla bicicletta e si comincia a pedalare raccontando la fiaba del bambino blu e del bambino con la testa a punta – B.I. vuole sentirsi raccontare una fiaba mentre osserva il padre che pesta come un negro su un risho: lo fa con consapevole malignità, chiedendo ogni tanto Ma babbo che ci hai l’asma?
Poi, se B.I. decide di vomitare – e se B.I. decide di vomitare, vomita come il vulcano Krakatoa -, senza spostare la testa, esattamente contro la schiena del padre, uno a quel punto smette di pensare alla Montessori. Anzi, ci pensa e la manda a cagare.
Inchioda la bicicletta e assesta due bei manrovesci alla rampolla.
–> Prima di rigettare, ci si gira, sottospecie di demente imberbe…

Chi li ha sciolti? (Noi non ci conosciamo, vero?)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/02/2009

BenvenutiInCasaGoriCena.
Piacevole.
Più o meno, persone che si conoscono bene.
Persone che fa piacere incontrare.
Tranne una coppia.
Non la si conosce bene.
Ci si ricorda di conoscerla.
Ci si ricorda perché lui era a un ristorante – più vicino alla luna che a qualsiasi luogo civile – con una lei che non era lei.
Non troppo tempo fa.
E si ricorda che lui lasciò subito il ristorante, mentre la lei che non era lei ci mise del tempo prima di capire che lui se ne era andato.
Sicché si sorride con cortesia quando lui dice: Noi non ci conosciamo, vero?
Certo, noi non ci conosciamo.
Come dire: Stai tranquillo, non mi ricordo di te al punto che non ti avrei potuto riconoscere.
Se, però, lei che è lei osserva che le tue figlie hanno i capelli di un color canapa inspiegabile, con fare malignamente ammiccante, viene voglia di ricordare.
Sono discorsi che è meglio non fare.
Non si sa mai che cosa potrebbe ricordare la persona a cui si fanno.

Lesbo_Barbie

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/01/2009

KenCapita spesso in piazza Savonarola.
Gruppetti di persone che si conoscono da sempre.
Parlano delle persone che passano e che, a loro volta, si conoscono da sempre.
Passa una ragazzina.
Molto Barbie.
Carina.
Di buona famiglia.
Cammina come se avesse il mondo davanti e una piccola parte del mondo la osserva.
Chiaccherando.
Viene fuori che ha avuto una storia con una amica.
Una storia così.
Solo sesso.
Senza nessun coinvolgimento.
Con la maliziosa complicità del ragazzino di turno, perfettamente a conoscenza dei gusti anfibi della ragazza e – dicono i più maligni, non senza una certa invidia – anche partecipe.
Pare che le ragazzine di oggi vivano la loro sessualità con voracità sconosciute alla generazione che le commenta.
Gli è che Ken è scomparso dal mercato delle bambole.
Ormai si trova solo Barbie e un efebico Ken_Principe_Filippo.
In questa situazione, diventerebbe lesbica anche Margaux Te Lo Rizza di Russ Meyer.

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Gaza)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/01/2009

BimbaImpertinenteLezione di danza.
Discussione fra bambini.
Lieve discussione sulle scarpette.
Lei, microbo di famiglia rigidamente ebraica e di osservanza sionista, a Bimba Impertinente, che indossa delle scarpette di colore incerto: Sembri una bambina di Gaza
B.I. la guarda con stupore e lacrime più o meno a fior di pelle: Ma io sono umana.
Forse ha sentito troppa Radio Popolare.

Chi li ha sciolti? (Il brigadiere Manetta)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
19/01/2009

CarabinieriIl brigadiere Manetta vive dietro a una scrivania in una caserma di mezzo centro.
Dimostra il suo coraggio con i ritagli di giornale che appiccica sul muro: Il brigadiere Manetta ha arrestato due rom; Terrore a ___: una banda di ragazzini taglieggia i compagni; I carabinieri di ___ hanno interrotto lo spaccio nei giardinetti, etc.
Sulla scrivania ospita il busto di un primo ministro e segretario di Stato con la mascella prominente: la mascella più prominente che abbia mai arringato gli itagliani.
Il brigadiere Manetta trascorre gli ultimi anni del suo ufficio a evitare problemi e pericoli.
Così, se una sera, nemmeno troppo tardi, due solerti cittadini bussano al suo citofono segnalando che ci sono due signori che stanno cercando di aprire le macchine a pochi metri dalla caserma del brigadiere Manetta, questi prende tempo e invita i cittadini a chiamare il 112.
Se i due insistono, il brigadiere Manetta inciampa nei ritagli di italiano che la frequentazione della scuola sottufficiali ha tentato di conculcargli vent’anni prima, gridando che non ha la macchina e perciò non si può spostare. Chiamerà lui il 112. Però i cittadini nel frattempo dovrebbero raggiungere i malfattori e trattenerli sino all’arrivo della pattuglia, che non tarderà…

Gravatta e gravatte (Corsi e ricorsi, lontani da Vico)

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
16/01/2009

GravatteLa cravatta racconta molto di chi la indossa.
Le cravatte possono essere sobrie o estrose.
Ogni cravatta, inoltre, ha il suo nodo.
Lo stesso nodo su tutte le cravatte assomiglia a una bestemmia.
Un po’ come usare la stessa cravatta su tutti i vestiti o non lasciare una piega nel nodo, in modo da fingere distrazione.
Non è così per tutti.
Taluni usano la stessa cravatta per ogni circostanza.
Con lo stesso nodo.
Ci dormono o la lasciano riposare annodata ad una sedia.
Sono barbari.
Soprattutto se la cravatta comincia a mostrare i segni della consunzione.
Quel segnarsi di corda e sughi che appare sul nodo e che è, per una cravatta, l’equivalente di una malattia vergognosamente venerea.
Se si aggiungono i pantaloni di flanellina con le borse ai ginocchi, la camicia con le punte annientate da troppi passaggi del ferro da stiro, le scarpe deformate, la giacchettina blu con i gomiti lucidi e i bottoni d’oro, ci si può spaventare.
Una persona vestita così che bussa alla porta, lo fa per chiedere qualcosa.
Soprattutto quando la si conosce bene e ci si ricorda che i suoi tempi migliori sono stati sorretti da una cintura psichedelica e da una maglietta nera, immutabile come la cravatta.
Lo si riceve prendendo appunti e accompagnandolo alla porta si sorride gettando il foglio su cui si è scritto.
Un modo come altri per evitare di rivederlo.
Senza nessuna certezza, però e purtroppo.

Peli di fica

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/01/2009

PeliDiFicaUna volvo station wagon, attempatella, volutamente trascurata.
La guida un tizio sui sessanta anni, con calma, elegantemente.
Una cicca fra i denti, l’impermeabile aquascutum che esce leggermente dal finestrino socchiuso.
Tizia gli taglia la strada.
Mini minor aggressiva.
Ghindata da bambola gonfiabile, nonostante il rigore invernale.
Le due macchine si toccano appena, meno di una scortecciatura di paraurti.
La tizia salta giù dalla mini minor: Cazzo fai? Cazzo guardi? Dove cazzo vai? Devo ancora finire di pagare la macchina, ma guarda questa testa di cazzo!!!
Il tizio scende con nonchalance, spengendo la cicca: Signora, si calmi, la prego.
La tizia: Ma ri_guarda questa testa di cazzo!!! Mi centra e se ne fotte!!! Non sa dove cazzo va e mi disfa la macchina…
Il tizio: Signora, lei non ha davvero peli sulla lingua [pausa e in tono più basso guardando il ciclista con sacca da tennis che si è fermato per offrire l’eventuale testimonianza] e, se li avesse, temo davvero che non sarebbero i suoi.

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