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Tag Archive for: tennis

Chi li ha sciolti (Alè Viola)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
09/02/2010

neve violaTranquillo doppio del lunedì mattina.
Doppio semiaccademico: il costituzionalista ed il comparatista contro l’antiquario e l’anestesista.
L’anestesista è assolutamente fuori di testa.
Una bella Fiorentina ha perso contro una efficace Roma.
–> Prandelli è un cretino … [rovescio lungo linea completamente fuori campo] Io l’ho sempre detto [non è vero, ma non importa]
–> Gilardino era fuori forma [Dritto in sventaglio in rete]
–> Mutu non vuole stare più a Firenze [volèe di rovescio fuori e nemmeno di poco]
–> Santana è un incapace …. Prandelli doveva mettere in campo un ragazzo delle giovanili [smash mancato]
Facile vittoria accademica.
Con la speranza che l’anestesista non sia mai di turno il lunedì in sala operatoria: se nessuno può voler giocare con lui a tennis quando la Fiorentina perde, essere operati deve essere davvero una brutta esperienza.

Il ritorno della Maestrina

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/03/2009

StrandLa Maestrina (http://profstanco.splinder.com/post/14222476/La+maestrina+di+tennis) è tornata da una gita a New York con papi e mami.
Il fidanzato è scomparso quando si è visto proporre le vacanze a Gardaland come modo per restituire fiato e fiamme ad una vita di coppia che mostrava una certa stanchezza.
E’ tornata entusiasta.
Una città bellissima.
Ci ha anche incontrato due livornesi che si lamentavano di non avere la bomboletta per scrivere Pisa merda sull’Empire State Building, senza rendersi conto che è una battuta più frusta di una coperta per cavalli.
Soprattutto, New York, per la Maestrina, sono stati i sei piani del negozio della Nike.
Ci ha passato due intere giornate.
Felpe, magliette, completini e scarpe per uscire.
Ho sorriso con educata arroganza.
Non senza pensare che per me New York è, soprattutto, una libreria.
18 miglia di libri, nuovi e usati.
In cui ci si può perdere.
Non senza pensare alla inutile strafottenza di questo pensiero.
In fondo, fra le 18 miglia di libri dello Strand e i 20 chilometri di felpe della Nike che hanno affascinato la Maestrina c’è molta meno distanza di quanto si possa pensare.
Sono due facce dello stesso identico modo di consumare la vita in una noia riempita di shopping.

Oggi, tennis (Il pretendente attempato)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/02/2009

OggiTennisGli spogliatoi sono divertenti.
Chiacchere fra uomini nudi.
Che si danno del lei.
Esattamente come se indossassero la consueta cravatta corazzata.
Tipo, cinquantenne, piuttosto noto in città, o meglio di una famiglia abbastanza nota in città, si confida con l’amico.
Altrettanto cinquantenne e altrettanto noto.
La vedo, adesso la vedo.
Ma non capisco.
Io sono riguardoso.
Ma lei sembra che mi eviti.
So fare anche il pazzo.
L’originale, l’imprevedibile.
Lei mi piace.
Che faccio?

L’amico lo consiglia.
Lo incoraggia e lo sorregge.
Praticamente, un discorso da sedicenni.
Fortunatamente, interviene il cinestetico, famoso nel circolo per l’elegante eloquenza e la vicace retorica.
–> Ma che gliel’hai messo in mano, imbecille?
Tuona con voce da capitano di veliero, mentre, settantenne ben munito, osserva il povero ciondolo dell’attempato pretendente, che – insaponato – non fa miglior mostra di sé.

Chi li ha sciolti? (Spogliatoio SM)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/12/2008

CanedDi solito, gli spogliatoi maschili del circolo del tennis sono semplicemente uno spazio di esposizioni celolunghiste.
Un luogo per verificare se la povera cosa che ciondola fra le gambe alla fine di un singolo tirato può reggere il confronto con il pisello a lametta di caio o la fava a covone di sempronio che escono rilassati da un doppio per pensionati.
Non sempre, però.
Talvolta riservano delle sorprese singolari.
Come un tizio che fa la doccia – ghiaccia marmata – con il dorso rigato da una bella serie di scudisciate.
Insieme al suo compagno che pareva assai compiaciuto della esposizione.
Evidentemente, il piacere non sta solo nel prenderle ma anche nel far vedere di averle prese.
Quasi la cicatrice sulla guancia di un ufficiale prussiano.
Parecchio quasi, però.

Spogliatoi (uccellacci e uccellini)

18 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/11/2007

Si è già parlato degli spogliatoi maschili.
Si sono descritti come un luogo dello spirito.
Non si è detto però che gli spogliatoi possono essere dei momenti di straordinario training autogeno.
Trovarsi sotto la doccia con un disgraziato dalle dimensioni di un mammifero marino in tutto ma con un bottone da loden al posto del pisello è una di quelle cose che rendono la giornata migliore.
Decisamente.
Se la media sono tredici centimetri, non esistono solo gli attrezzi da palestra del pisello negro, ci sono anche quelli che si governano con le pinzette da ciglia.
E mettono di buon umore.

Cavalcando lo spogliatoio

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
15/11/2007

Essere uomini significa anche frequentare gli spogliatoi degli uomini.
Sono spazi divertenti.
Abbandonati all’incuria o tenuti benissimo restano luoghi in cui gli uomini tornano bambini.
Degli spogliatoi, fanno parte:
le scritte da spogliatoio: il rugby è meglio della fica, pallino bucaniere, etc.
le chiacchere da spogliatoio: improponibili avventure erotiche con la parrucchiera della moglie, con morali sul genere se una pipa è sempre una pipa non tutte le pipe sono uguali
la pipi dentro la doccia
E molto altro.
Se si ha l’abitudine di giocare a tennis di mattina, gli spogliatoi diventano luoghi semideserti.
Le chiacchiere sono più tristi: Oggi, non c’è più verso di morire, la mi’ mamma è dieci anni che me la tengano in casa con le flebo, Ma che è vita fissare l’armadio?
E via a raccontare la propria vita ad un perfetto sconosciuto
Che chiedeva solo di restare tale.

Il prof. Panatta

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/10/2007

Ci sono giornate che iniziano bene ed altre meno bene.
Alcune cominciano tragicamente.
Può dipendere da molte cause: il tempo, la cena del giorno prima, il contenuto del frigorifero.
Può anche succedere che una giornata inizi benissimo e continui non altrettanto.
Una mattina nella quale il buongiorno, il primo buongiorno che sa di presagio per il resto della giornata, viene dal prof. Panatta non comincia benissimo.
Il prof. Panatta è un uomo sulla cinquantina, portati bene ma non troppo: si è sempre appoggiato sul fascino discreto della bellezza evidenziata con nonchalance.
Veniamo dalla stessa scuola ed abbiamo un cursus honorum molto simile. Di conseguenza, non ci siamo mai sopportati troppo.
Ha un talento per le relazioni personali stupefacente, e sa usarlo sia come garbata cortesia, mai troppo deferente, rara dote, sia come arrogante indifferenza.
Anche in questo siamo abbastanza simii.
Gioca a tennis veramente benissimo: un gioco perfetto, molto spumeggiante, d’attacco, divertente.
Sa usare benissimo il tennis per far divertire l’avversario, facendolo sentire un campione: le palle mai troppo lontane, né troppo difficili, ideali per segnare un punto ingenuamente stupefatto.
E’ il genere di giocatore con cui si può uscire dal campo dicendosi: caspita, non sapevo di giocare così bene.
Con questo talento, ha convinto i suoi – ma anche i miei – maestri, veri brocchi malati di sport, dei propri meriti scientifici.
E’ stato un vero piacere intellettuale vederlo giocare e perdere in maniera perfetta finché non ha conquistato la cattedra.
Ed ha avuto l’intelligenza di simulare dei terribili problemi fisici, in modo da poter smettere di perdere senza negarsi.
Ci incontriamo spesso di prima mattina.
Ci salutiamo con il sorriso di chi si conosce da sempre e sa che ci sono dei motivi per cui non si è mai diventati amici.
Ma stamani mi ha fermato.
Con viva e sospetta cordialità.
Lasciandomi con un sapore di portacenere succhiato durante una notte di bagordi: timeo danaos et dona ferentes.
So che presto saprò di cosa ha bisogno e che difficilmente sarò felice di saperlo.

La maestrina di tennis

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/10/2007

Ad una certa età, ci si deve accontentare di giocare con la maestra.
E’ più facile.
E più comodo: lei può quando tu puoi e ti tira le palle in modo da farti sentire un campione.
La mia maestrina di tennis si atteggia a perfetta dama.
Si veste da gran fica del tennis.
Gioca come se fosse ad una sfilata della linea erotica della Babolat.
E non ha mai capito che le sue coscie sono tre volte quelle di un ciclista.
La maestrina di tennis è in perenne crisi sentimentale.
Ed ha delle idee geniali per rimediarle: il mio ragazzo ed io non riusciamo più a parlarci, non c’è più intesa. Abbiamo pensato di andare a Gardaland.
Oppure: è il suo compleanno, non so cosa regargli per fargli capire che lo amo, pensi che vada bene un manuale dal titolo "Come smettere di farsi le seghe mentali"?
La caratteristica essenziale della maestrina è che quando viene lasciata – perché la maestrina viene sempre  lasciata – inizia a dimagrire e nell’arco di tre settimane perde almeno dieci chili, rischiando l’inedia.
In questi casi, giocare con la maestrina diventa imbarazzante.
Tipicamente la maestrina ha il vizio di svenire a metà di un set.
La prima volta mi sono preoccupato molto.
Ho chiamato di corsa il custode.
Che è arrivato, ha svuotato per terra il cestino dello sporco, lo ha riempito dell’acqua che usa per bagnare i campi e glielo ha rovesciato sul viso.
Uno schifo tremendo.
La maestrina si è vista scaricare addosso la risciacquatura di mesi di sporcizia, comprese le cicche che erano rimaste appese al fondo del cestino.
Ma si è alzata, con la sua solita aria da gran fica, ed ha ricominciato a giocare.

 

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