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Tag Archive for: tradimenti

De Andrè ha rotto i coglioni

20 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
12/01/2009

DeAndrèPovero De Andrè.
Passa le sue giornate a essere citato, ricordato, in una ammuina di parole che sembrano paolotti.
Uno guarda il nodo della cravatta di Fazio e pensa a De Andrè che canta, la bottiglia di whisky appoggiata accanto alla sedia, le MS blu che si consumano una di seguito all’altra, la voce che dice Vorrei essere altrove ma mi tocca cantare, perché so farlo e loro lo sanno.
Uno guarda la Dori Ghezzi e pensa al digraziato che ha passato venticinque anni a cantare Amico fragile beccandosi Un corpo e un’anima.
Fa un po’ rabbia, pena, schifo e malinconia questo girare di avvoltoi su De Andrè: le sue parole cantate da Pilù, la Pivano in carrozzella, i suoi libri aperti come signorine su una rivista per soli uomini.
Eppure fa pensare.
Ognuno consegna il proprio ricordo alla pietà degli altri.
Nessuno può decidere il destino della propria memoria.
E se finisce con un flauto spezzato, tanti ricordi e nemmeno un rimpianto, finisce anche che non te ne frega nulla dello speciale di Che tempo che fa a dieci anni dalla tua morte.

Cena di battaglie

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/10/2008

SanRomanoBattagliaCena.
Amici.
Tutti sanno, enciclopedicamente, tutto di tutti.
Tipa tradisce Tipo, ricambiata.
Entrambi con un amante molto più giovane del compagno.
Reciprocamente ignari, si dice, non senza scetticismo.
Tipa interrompe i chiacchiericci.
Un tono che sembra il tintinnare della forchetta contro il calice.
Ieri mi hanno raccontato una barzelletta.
Aggancia gli occhi di tipo.
Inizia a raccontare.
Gli occhi fissi nell’altro come due soldati dentro Paolo Uccello.
Il marito: Sai, dice alla moglie, ho una amante. Perdonami. Ho perso la testa. E’ giovane, molto giovane, ventisette anni [maligna precisione anagrafica di Tipa].
La moglie. Ti ringrazio. Non sapevo come dirtelo. Anche io ho un amante. Molto giovane: ventiquattro anni.
E sai? Il ventiquattro entra nel quarantacinque molte più volte che il cinquantuno nel ventisette.
Fine della barzelletta e silenzio.
Lei lascia cadere gli occhi del marito nel piatto.
Nella ironica pietà della padrona di casa che chiama la cameriera perché porti dell’altro vino.

Scene da spogliatoio (Il museo del pene)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/10/2008

MuseoDelPeneSono circa una decina di placidi sessantenni.
Giocano a tennis tre volte la settimana.
Lunedì, martedì e venerdì.
Ora di pranzo, doppio, a squadre, con torneino.
Litigano come cani lupo in un libro di Jack London.
Il cinestetico – brillante antiquario, che porta la roba per giocare in una sacca da vela – urla sui punti e chiama fuori le palle che sono dentro o viceversa.
Il dentista arriva in ritardo e viene urlato da tutti gli altri.
Il fotografo – un servizio importante con la capacità di movimento di Panatta, ultime partite – affida a improbabili malanni fisici la responsabilità di ogni colpo andato male, snocciolandoli come l’enciclopedia Larousse.
Etc.
Alla fine, la doccia.
Con lunghe discussioni sulle ultime avventure extraconiugali.
–> Sono stato dall’Elvira, sapete quella di Montecatini, che ha l’annuncio nella Gazzetta, una cosa dell’altro mondo…
–> Io sono per le cose affettuose, non mi riesce se non sono con la Moira, ci vo a letto da prima di conoscere la mi’ moglie…
–> Ah, io ormai ho bisogno di un decreto ingiuntivo per riavello indietro, ho trovato una che ci impazzisce, pare che prima di me ‘unn_avesse mai sentito un po’ di carne in corpo…
Gli altri scoppiano a ridere.
–> Ma che ti s’è visto? Fattelo rendere, perché così ‘un_c’è più carne nemmeno per un brodo di gallina da Sabotino [trattoria diladdarno che fa uno dei brodi più scipiti che si possano immaginare].
Il disgraziato s’arresta, rosso come un panzerotto.
Va via con la sua povera cosa, una misura tutt’altro che da museo del pene, che decisamente non dovrebbe dargli fastidio ciondolando fra le gambe.
Ci sarà mercoledì prossimo?

Lezioni di stile (La concubina)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/06/2008

BenvenutiInCasaGoriBenvenuti in casa Gori è un film.
Un film quasi incomprensibile per chi non è nato a Firenze da una famiglia normalmente plebea.
Perché è uno stato d’animo.
In cui la tristezza è un ridere sommesso e sguaiato nello stesso tempo.
Un ridere che fa parte di questa città come la tristezza coranica pavimenta Istanbul.
San Giovanni sono i fòchi.
Che sarebbero i fuochi di artificio.
Panem et circenses di produzione cinese.
Una casa per San Giovanni.
Un anziano padre ed una anziana madre che riuniscono la famiglia per vedere i fòchi.
Invitano tutti.
L’amico testimone di nozze del primo figlio.
La concubina sconosciuta del primo figlio.
Il secondo figlio.
Il suo carattere di merda.
Su tutto, una atmosfera di tragedia inelluttabile.
Appena nascosta dalle noccioline.
Esasperata dal vino caldo in una serata afosa.
Dal condizionatore a tutto volume.
La concubina è splendida.
Nel senso sguaiato e sommesso di questo aggettivo nel vernacolo quotidiano.
Se la allunga, senza poterselo permettere, si potrebbe tradurre.
Saluta come se fosse di casa.
–   Sono felice che si senta a casa sua.
Che è come dire: Non è casa tua, stai un po’ al tuo posto.
L’anziano padre comincia a soffrire.
Non è uomo che apprezza le ironie.
Si parla di viaggi.
E’ stata a EuroDisney ed ha cenato con le principesse ed il principe Filippo.
–   Fantastico.
Che è come dire: E chi se ne frega.
L’anziano padre porta in tavola una insalata di riso che ha visto giorni migliori e frigoriferi più efficienti.
Nessuno dice nulla.
Semplicemente si cerca di servirsi da soli per ridurre il danno.
Iniziano i fòchi.
Finiscono.
Senza riuscire a portare un’idea di spensierata fanciullezza.
Finiscono semplicemente.
Lasciando tutto irrisolto.
Come sempre.
Amaramente irrisolto.

Puntualità (Auguri)

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
26/05/2008

torta-compleannoUna volta all’anno, più o meno, succede di compiere gli anni.
In quella occasione, arriva un certo numero di auguri.
Alcuni si ricevono senza aspettarli.
Altri si aspettano senza riceverli.
Poco importa.
Ci sono però gli auguri inevitabili.
Gli auguri di Puntualità.
Precisa.
Pignola.
Insistente.
Scrive un sms prandiale: Certe date non si dimenticano.
Azz.
Peccato che il mio compleanno fosse ieri, verrebbe da rispondere.
Se non si restasse fedeli alla consegna del silenzio.

Idioti

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/05/2008

E’ vero: sono perfettamente cretino.
Ma Bombolo mi fa impazzire.
Completamente.

Sexual harrasment

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/04/2008

Una societa’.


Come tante.


Ne’ grande ne’ piccola.


Un cliente come tanti, ma non per la societa’.


Importante. Di quelli che fanno fatturato.


Bruttino.


Untuoso.


L’aria laida del puttaniere con moglie misogina.


Arriva.


Parla con il direttore.


Allegro e chioccio chiede della Luisa.


Non c’e’. E’ in maternita’.


Diventa freddo.


Il direttore esce. Preoccupato. Chiama la responsabile marketing.


Una bella donna. Apparentemente docile.


E’ arrivato il Caposecchi. Ha chiesto della Luisa.


Ah.


Gli e’ che la Luisa lo ha viziato. Sa come succede. Basta un sorriso. Una camicetta appena scollata. Delle calze un po’ maliziose. Insomma non le sto chiedendo niente, beninteso, niente di stravagante. Solo una conversazione cortese…


Lei si blocca.


Diventa tutta rossa.


Non riesce a non piangere.


Ma si cambia.


E sorride al Caponeri.


Non sposta ne’ il piede, ne’ la gamba.


Si lascia prendere.


Amaramente.


Da uno che non si nega nulla.


Ne’ la zuppa di fagioli e cipolle.


Ne’ una fellatio con singhiozzo.


Non e’ difficile molestare chi lavora per sopravvivere.


La dignita’ non ha prezzo, ma non sfama.

Puntualita’ (Persistenze insistenti)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/04/2008

Primo sms:


Vorrei essere sotto alla tua scrivania…


Risposta:


A fare?


Secondo sms:


Non hai idea di quante cose si possono fare sotto ad un tavolo…


Risposta:


Tipo dare la cera?


Per ora, non ha piu’ scritto.


La prossima volta, il link.

Calafuria eterea

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2008

CalafuriaNon ha mai capito nulla.
Nella maniera più assoluta.
In giovane età, malgrado le robuste iniezioni di latino e greco somministrate dai padri scolopi, non è mai riuscito a distinguere un ariosto da un perfetto.
Anche il suo aspetto è lombrosianamente consapevole dei limiti che lo caratterizzano.
Ha sempre avuto uscite improbabili.
Alla maturità, dopo un esame nel quale aveva dato prova della sua preparazione inserendo Robespierre fra i sanculotti e Rommel nel settimo cavalleggeri, uscì pronunciando una frase importante: Mi sento etereo, piscerei dalla finestra.
E tanto fece.
Sotto lo sguardo sbigottito dei padri che amorevolmente avevano curato la sua formazione.
Aveva una fidanzatina.
Le era molto affezionato.
Ne parlava come di una cosa bella, fragile, commovente.
Con lei, non pareva nemmeno la bestia inconsapevole che indubbiamente era.
Oggi, l’ho incontrato.
Dopo vent’anni.
Più o meno.
Le solite parole imbarazzate.
Come stai? Cosa fai? Di chi hai notizie?
Mi è venuto da chiedergli della sua antica fidanzata.
Mi ha risposto: Chi, Calafuria?
Calafuria?
Si, Calafuria: io non lo sapevo – mi dice – ma quella maiala, mentre stava con me, prendeva più schizzi di uno scoglio a Calafuria.
Non è cambiato.
Decisamente.
Non sono riusciti a cambiarlo e forse non è stata esattamente una fortuna.

I cazzi del governatore: Silda

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/03/2008

Spitzer si e’ dimesso.
Andava a troie abitualmente e senza rivestimenti da più di dieci anni e nell’ultimo ha speso oltre 80 k $ in signorine.
Accanto a lui, la moglie, Silda, imperturbabile, un viso di pietra e piombo.
La sua immagine pone un quesito: il povero Spitzer andava a troie perché l’idea di andare a letto con una ghigna del genere fa passare ogni fregola ovvero la povera Silda si trova con quella ghigna da quando ha scoperto di essere stata infilzata negli ultimi dieci anni da un oggetto che aveva percorso ogni dove senza dotarsi delle opportune precauzioni?
In effetti, in un pater familias, è più tollerabile l’adulterio della spavalderia aprofilattica.

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