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Tag Archive for: tristezza

Quattro palmenti

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/08/2009

QuattroPalmentiTipa.
Magra come un campo di sterminio.
Tipo.
Stolido frigorifero in polo di Ralph Lauren.
Ristorante.
Lei non tocca cibo.
Qualche foglia di insalata con molto pepe e aceto.
Per non sentire fame.
E subito si alza per andare in bagno.
Il cameriere continua a inondare il tavolo di pietanze.
Lei lo guarda.
Lui mangia.
Si versa nel piatto il cibo che era nel piatto di lei.
Come se nulla fosse.
Senza rendersi conto di essere il rinforzo del pepe e dell’aceto.

Orologi inversi

0 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/07/2009

Istanbul: i bazar-60_2Il tempo conosce molti orologi.
Il suo tempo conosceva molti orologi.
Conosceva una giacca in bicicletta con il Sole 24 ore e la Gazzetta dello Sport.
La fatica di due ginocchia battute una contro l’altra dall’artrite che piega la schiena.
L’EstaThe degli zingari sotto un portico di chiesa nel primo sole del mattino.
Ogni mattina vedeva tutto questo e tutto questo gli diceva che era puntuale.
Allineato con la sua agenda rossa.
Preciso.
Quel tempo si è fermato.
Con uno strano ingrossamento dello stomaco.
Con il peso che non ha bisogno di diete per diminuire.
Con una operazione.
Grave_molto_grave.
Si è fermato nei suoi capelli che sono diventati secchi.
Fragili.
Che cadono.
Il viso che diventa appuntito.
Le mani che si squamano e sanguinano.
Gli abiti che diventano sempre più larghi e tornano sempre più indietro nel tempo rincorrendo taglie di quando era poco più che ragazzo.
Non si ferma.
Fa finta di nulla.
Solo uno sguardo di vetro dal barbiere.
Poche parole sedute sulla poltrona del barbiere, l’uomo che taglia gli ultimi capelli, una ragazza che cerca di mettere ordine fra le mani.
Un ricordo di infanzia ai Gesuiti. Di qualcuno che aveva detto che si doveva vivere come se si sapesse che si sarebbe morti il giorno dopo. Parole che escono dallo stomaco quando i medici ti dicono che devi mettere ordine nelle tue cose. Parole che in fondo non significano nulla:
–> Vede, Oliviero, vivere come se si dovesse morire il giorno dopo … No, non è così che si deve vivere … Si deve vivere come se non si dovesse morire mai, ma come se si sapesse che chi ci è accanto, le persone che amiamo, ma non solo loro … anche le persone che potremmo amare … che in fondo sono tutti o quasi tutti … come se loro dovessero morire il giorno dopo.
Fa finta di nulla il barbiere.
Non sono sue quelle parole.
E le scansa.
Come resto d’un cane su marciapiede.

Sudore

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/06/2009

GietlNotte non importa dove.
Tizio si apparta con una prostituta.
Rumena si sentono in dovere di precisare i giornali.
Si ferma una pattuglia delle forze dell’ordine.
Della Guardia di Finanza si sentono in dovere di precisare i giornali.
Tizio, che magari ha una famiglia, che probabilmente si vede accusato di non si sa quale colpa, che in ogni caso non dovrebbe essere con quella persona in quel luogo, scappa.
Uno dei due componenti della pattuglia si sente autorizzato a prendere il posto di tizio.
Violenza, dicono i giornali, che sottolineano come la denuncia della prostituta sia stata prontamente raccolta da un’altra pattuglia che ha rintracciato la vettura della Guardia di Finanza e arrestato l’autore dello stupro e il suo complice.
Una storia banale.
Quotidiana.
Fa notizia solo perché i finanzieri sono stati inseguiti e arrestati.
Una violenza su una prostituta non sembra violenza.
Chi lo fa per denaro, lo può fare anche per forza.
Schifo e malinconia.
Ricordo di mia nonna che quando sentiva parlare male di una donna perduta, come la sua educazione chiamava le prostitute, con tono tagliente e definitivo, diceva: E’ sudore anche quello.

Exit poll[astrelle]

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/06/2009

rosy_bindiNotte in salotto borghese.
Exit poll in modalità San Remo.
Il primo canale mostra Vespa con La Russa, Cesa, Leoluca Orlando e la Melandri.
Il terzo canale mostra una tipa con Gasparri, Buttiglione, qualcun altro per l’IdV e la Bindi.
Castelli scamiciolato in stile Lega viene collegato da Milano.
Il partito democratico è l’unico che ha una rappresentanza solo femminile.
Una mossa brillante dal punto di vista delle pari opportunità.
Ma, miseria dai facili costumi, dopo mezzanotte, erano le uniche trasmissioni con delle donne assolutamente non potabili.

Occhi blu, capelli neri

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/06/2009

DonnaPensosaAveva davvero gli occhi blu ed i capelli neri.
Molti anni fa.
In una festa.
Compleanno di un fratello molto più grande.
Settantasette.
Ma mio fratello non se ne era reso conto: ascoltava Alan Sorrenti.
Lei lo sapeva benissimo e citava la De Beauvoir.
Si era imbucata solo perché abitava accanto a noi.
I miei dieci anni si affacciavano dietro ad una libreria.
La ricordano sul divano.
Stravaccata nel posto di mio padre.
Gitanes mais e whisky.
In continuazione.
Senza mai alzarsi.
Senza cedere alla truppa di Figli delle Stelle che guardava senza vedere.
Dura.
Occhi blu e capelli neri: brillavano di notte e stanchezza.
Poi, è tornata a Parigi.
Suo padre è morto.
Dirigente stanco.
Di cirrosi epatica: infilava i fiaschi vuoti in terrazza.
Cimitero di trofei.
Sua madre è morta.
In un fondo di ospedale.
Lei è tornata a vivere nella casa dei fiaschi vuoti.
Proprio di fronte ai miei.
Un tumore ed una paralisi.
Sola, nel suo letto.
L’assistenza pubblica che la cambia al mattino e alla sera.
I miei che aprono la porta agli infermieri.
Occhi blu e capelli neri che continuano a brillare di notte e stanchezza.
Come quella sera di molti anni fa.
Che socchiudendo gli occhi continuo a vedere ogni volta che attraverso il divano di mio padre.

Shhhh, multa

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/05/2009

trenoLe multe sono una scocciatura terribile.
Le multe si negoziano.
Primo: riconoscere la propria responsabilità –> Lei ha assolutamente ragione: ho sorpassato in una curva
Secondo: mostrare rispetto per la funzione svolta dall’agente accertatore –> Il suo è un mestiere davvero terribile, da quanto è al lavoro? Quando finisce?
Terzo: dare l’idea di considerare l’agente accertatore una persona –> Lei ha un meraviglioso accento lametino, ma sa che il mio migliore amico è di San Biase?
Terzo: chiedere un trattamento mite ma giusto e non semplicemente pietà –> Spetta a lei dire quale è la sanzione da applicare: non mi permetterei mai di contestarla, le ho già detto che ha ragione …
Il tutto, con tono professionale e senza rispondere alla domanda: Qual’è la sua professione? con un Ma saranno affari miei.
In questo modo, un sorpasso pericoloso può diventare guida al centro della carreggiata.
Ingiustamente.
Se mi fermi, hai visto una violazione e mi devi sanzionare per quella.
Soprattutto se sono un paraculo.

Tailleur

11 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/05/2009

TailleurLei, un tailleur.
Un figlio biondo, perfetto, anche lui di sartoria.
La domestica.
Clandestina.
Le porta il figlio a scuola.
Tutti i giorni.
Pensando alla figlia, che non vede da quattro anni.
Perché è clandestina e ha paura di non poter tornare.
Una figlia che si sente abbandonata.
Che è un coltello aperto.
Piccolo Biondo chiede alla madre:
–> Perché non mi porti a scuola, come le altre mamme gli altri bambini?
Tailleur risponde:
–> Non ho tempo, devo fare la doccia, prepararmi, ho bisogno di calma al mattino.
In faccia agli occhi della clandestina.
Che si fanno duri, serrati.
In un silenzio inutilmente ferito.

Bibi (Un necrologio)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2009

necrologio-renata-petrucci-300x290E’ morto.
Il 2 maggio 2009.
Non poteva guarire.
Lo sapeva benissimo.
Con paura e pudore.
Pochi necrologi sul giornale.
Non era una persona da necrologi.
E’ vissuto di pane e traversini.
Su una banchina.
Marinaio di banchina, anche se aveva girato il mondo dormendo a prua dell’albero, come tutti i marinai.
Schiaffi di mare tatuati sul viso.
Rideva e sapeva ridere.
Di poco.
Di un fiorentino che saliva in testa d’albero e vomitava il suo mal di mare sulla tuga e sull’armatore: Gatto.
Dei tatuaggi di un livornese: Ti se’ fatto scrivere che sembri la locandina der Tirreno.
Non c’è più adesso.
Piace immaginarlo nel paradiso dei bambini.
Di quei bambini che lo amavano perché li sapeva guardare negli occhi. Lui che non ne aveva avuti perché non erano arrivati quasi che le cicogne non si fermassero in mare.
Di quegli adulti che avevano imparato ad amarlo perché li sapeva guardare negli occhi ritrovandoli bambini.
Piace immaginarlo davanti a un Dio che ride delle sue storie e lo guarda allontanarsi.
La camicia da notte aperta dietro e senza mutande.
Così, in ospedale, gli ultimi suoi giorni.
E forse lo faceva per avere qualcosa di cui ridere con Dio qualche ora più tardi.

Oggi, esce

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/04/2009

ChiesaOggi, esce.
Dopo otto anni di galera.
Della galera di un pedofilo che ha confessato.
Di un prete che si è approfittato dei bambini che giocavano nel suo oratorio.
Esce.
Sa esattamente quello che troverà.
Un ricovero per preti anziani.
Odori di minestra e suore del terzo mondo.
Passeggiate.
Breviario.
Ostili compassioni da confessionale.
La vecchia professoressa di italiano che passerà ogni tanto a trovarlo.
Nonostante tutto, fa compassione ricordare la gioventù dei suoi sogni.
Ricordare che un tempo sapeva parlare di Dio semplicemente lasciando brillare gli occhi.

La figlia di Lino Banfi

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2009

BenfiLa figlia di Lino Banfi è malata di tumore.
Lo dice il padre durante una trasmissione televisiva.
E chi se ne frega, viene da aggiungere d’istinto: una uscita di cattivo gusto di un comico non sempre elegante.
Pentimento buonista ispirato al Per chi suona la campana di Dunne come traslitterato da Hemingway.
No.
Davvero è una questione priva di qualsiasi rilevanza.
Il tumore della signora Banfi riguarda solo lei e la sua famiglia.
Non ha e non dovrebbe avere alcuna rilevanza pubblica.
Ma non è così.
Lino Banfi fa parte della famiglia – intesa nel senso dell’art. 29, Cost. – della maggior parte degli italiani.
Ma questo è veramente inaccettabile.
Se la genetica non mi costringe ad avere un nonno berese, la televisione non me lo può imporre.
Con tutto il rispetto per San Nicola e la comicità eruttante del suo devoto.

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