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Tag Archive for: tristezza

Chi li ha sciolti? (Omino sensibile)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/03/2009

GusztavOmino sensibile è un personaggio.
Mite.
Occhi azzurri oltre ogni ragionevole misura.
Una forza innominata.
Stolido.
Assolutamente stolido.
Ha dato una casa a pigione.
L’inquilina è una ragazza giovane.
La tipa viene lasciata dal compagno quando gli dice di essere incinta.
Prova il suicidio.
Con la varichina.
Omino sensibile va a trovarla in ospedale:
–> Che hai fatto? O che ti pare il caso di provare a ammazzarti? In casa mia, poi … In casa mia, non ci voglio gente che s’ammazza … Non ci si sta bene nelle case dove ci si sono ammazzati … Ci si sente nelle case in cui uno s’è ammazzato … ‘Unn’è miha i’sistema d’ammazzassi in casa d’un altro …
Omino sensibile va dall’avvocato:
–> Dottore, che la posso sfrattare? Io una che s’ammazza in casa non ce la voglio …
Gasp, gulp, sigh.

Suona

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
04/02/2009

SuonaSuona.
Anche oggi, suona.
Mozart.
Con delicata forza.
Colori freddi.
Nitidi.
Perfetti.
Come ogni mattina.
Verso le undici e fino al pomeriggio.
Senza interrompersi.
Anziana, oltre ogni misura.
Vestita di cenci.
Degli stessi cenci in estate come di inverno.
Le gambe piegate verso l’esterno.
Fasciate a contenere le vene varicose sotto le calze ortopodiche.
I piedi sformati di diabete.
Sporca come sa esserlo una vecchia sola.
Che vive degli avanzi della parrocchia.
Eppure il suo pianoforte ha un suono meraviglioso.
Dietro al suo pianoforte, lei non è più lei.
E’ quello che era oppure diventa ciò che non è mai stata.

P.s.
L’immagine viene da:
http://polpadipomodoro.spaces.live.com/blog/

I pensieri politicamente scorretti di una bambina impertinente (Gaza)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/01/2009

BimbaImpertinenteLezione di danza.
Discussione fra bambini.
Lieve discussione sulle scarpette.
Lei, microbo di famiglia rigidamente ebraica e di osservanza sionista, a Bimba Impertinente, che indossa delle scarpette di colore incerto: Sembri una bambina di Gaza
B.I. la guarda con stupore e lacrime più o meno a fior di pelle: Ma io sono umana.
Forse ha sentito troppa Radio Popolare.

Dignitas (Eutanasie svizzere)

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/10/2008

RugbyLa storia di Daniel James è di una tristezza lancinante.
Daniel James giocava a rugby nel Loughborough.
Giocava in mischia.
Esattamente al centro della mischia, perché era un tallonatore.
Durante un allenamento, la mischia è collassata su di lui, che è rimasto schiacciato sotto il peso degli altri avanti.
Il collo si è spezzato.
Per molti mesi, ha cercato di recuperare il recuperabile.
Ha iniziato a muovere leggermente le dita.
Con un dolore quasi insopportabile.
Non riusciva a trattenere i bisogni più elementari.
Non poteva mangiare da solo.
Parlava con difficoltà.
Ha cominciato a sentire come insopportabile una vita di questo genere.
Ha provato ad uccidersi.
Una volta, due volte, tre volte.
Senza mai riuscirci.
Le sue condizioni gli impedivano di uccidersi.
Ha chiesto ai genitori di aiutarlo.
Lo hanno aiuitato accompagnandolo in una clinica svizzera, dove è consentito praticare l’eutanasia e dove è morto.
Un funzionario dei servizi sociali ha ritenuto di riferire tutto questo alla polizia, che ha interrogato i genitori e passato la pratica al Public Prosecutor, che deciderà se vi è o non vi è materia per un processo.
I genitori hanno ammesso di avere aiutato il figlio a morire.
Con serenità.
Hanno chiesto solo silenzio.
Erano dispiaciuti del fatto che i loro figli più piccoli avessero appreso dai giornali che il fratello li aveva salutati sapendo che sarebbe morto.
Che li aveva salutati dopo avere deciso di morire.
La giurisprudenza inglese non condanna chi aiuta a morire un familiare.
Potrebbe farlo, ma pragmaticamente si trincera dietro un lack of evidence (non vi sono sufficenti elementi probatori per andare avanti verso una sentenza di condanna ragionevolmente certa) o una assenza di public interest (non vi sono ragioni per concentrarsi su un fatto come questo invece che su altri molto più pericolosi).
E’ un atteggiamento pragmatico ed ipocrita.
Si può chiedere ad un ragazzo che è abituato a combattere nel mezzo di una mischia di vivere dentro una prigione per il resto della sua vita?
Gli si può davvero chiedere di rinunciare a esercitare il suo diritto al suicidio solo perché è paralizzato?
Siamo lontani da Eluana Anglaro.
Daniel James era perfettamente cosciente e consapevole.
Ma non poteva eseguire i suoi pensieri.
Se avesse potuto, non avrebbe chiesto di morire.
In fondo, è l’unico diritto che non può essere sottratto neppure a un ergastolano o a un condannato a morte.
Ed il pianto dei suoi genitori merita di essere compreso e rispettato.

P.s.
L’immagine è stata copiata da: http://www.guinnesspremiership.com/254_9477.php
Su Mark James: http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/columnists/libby_purves/article4974332.ece

Il chiosco degli sportivi (Ultimo giorno)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/10/2008

Il chiosco degli sportivi è un pezzo di Firenze.
Sta in mezzo a Firenze, un po’ nascosto.
Lo frequentano vecchietti.
Residuati bellici vari.
Oggetti atipici per il Colle Bereto o le Giubbe Rosse.
Barboni che nessun altro bar servirebbe.
Soprattutto, il Chiosco degli sportivi è un anziano che sta dietro alla cassa da quando era piccolo.
Il tipo di barista che cena con le paste e i salati che avanzano dalla vetrina.
E’ eguale a se stesso da quando ero piccolo e mi ci portava il mio nonno.
Non è mai cambiato nulla.
Nemmeno il toscano spento che gli pende all’angolo della bocca nel pomeriggio.
O la bandierina di Azzurra firmata da Cino Ricci.
Anche oggi, non è cambiato nulla.
Solo una lacrima negli occhi del barista, mentre restituiva i soldi del caffè:
Oggi pago io.
Domani non ci sarò più e oggi tocca a me pagare.
Non è facile stare sul palco per cinquanta anni e lasciarlo.
Non è facile nemmeno se il palco è semplicemente una sedia di vilpelle dietro a una cassa bisunta.

E’ vietato oltrepassare la linea gialla

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/10/2008

Livorno, stazione centrale, tramonto.


Luce di raffineria.


Opaca.


Bagnata di neon.


Tizio.


Shearling sporco di asfalto e degli odori della notte.


Di infinite notti.


Attraversa la linea gialla.


Scende sul binario.


Dove vai?


Non ci vedo….


Ci sono i binari!!!


Non ci vedo….


Finalmente casca.


In mezzo ai binari.


Davanti ai miei piedi.


Non posso non raccoglierlo.


Non provare pieta’ per quegli occhi accesi altrove.


Oltre a un desiderio cocente di lavarmi le mani.

Elemosine

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/07/2008

HomelessUn povero cerca il sole durante l’inverno.
Quell’ultimo calore che consente alla notte di trovare il mattino.
Ed al mattino di allontanare la morte.
Di spostarla un po’ più in là.
Il povero che uno si immagina è quello.
L’immagine nitida di un sorriso steso al sole in una mattina pungente.
Sottovento ad una panchina.
Ma ci sono poveri che fanno più male.
C’è il carcerato cui muore la madre.
Un ergastolo che si trasforma in un permesso di tre giorni.
Senza soldi.
Senza sapere più nulla della realtà di fuori.
–> Cosa devo fare?
–> Non ho più nessuno.
–> Non so nemmeno dove mangiare…
Tu distratto che ascolti la suora che gli risponde: Ma non si preoccupi, qualcuno penserà a lei.
E va via.
Nella solitudine fatta di neon di una corsia di ospedale.
Resta fermo.
Immobile.
Appoggiato al muro dell’obitorio.
Al freddo del muro dell’obitorio.
Ripete:
–> E ora cosa devo fare? Lo so io cosa devo fare: prendo uno a ceffoni e mi fo riportare in galera. Che non mi possono mica fare nulla. Che l’ergastolo me l’hanno bell’è dato. Che non è possibile che non pensino che uno che esce dopo quindici anni non sa più nulla, che ha bisogno di essere accompagnato, che fuori non si rinviene più, che dentro non si sta mica male, che ci sono persone buone e cattive come fuori, ma è tutto più facile.
Tu distratto che vai via, dopo essere arrivato per sbaglio in quel corridoio.
Lasciando una elemosina che sembra una mancia.
C’è anche il tuo amico di infanzia che è diventato povero.
Povero con un lavoro da 2000 Euro.
Povero per 1000 Euro di mutuo da pagare per la casa che è restata alla moglie e ai figlioli.
Povero per 500 Euro di alimenti e la metà delle spese sanitarie e di istruzione.
Povero che non ha i soldi per comprare le scarpe da scoglio ai bimbi.
Forse è questa la povertà che fa più male.

Eutanasia

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
10/07/2008

Eutanasia
Il diritto ad una morte lieve non può essere considerato un problema di diritto costituzionale.
Il diritto non ha parole di fronte alla sofferenza di un malato senza speranza.
Si deve fermare davanti a chi aspetta solo dolore dai giorni che lo attendono.
In silenzio ed il silenzio del diritto si chiama libertà.
La libertà di un padre che dice che sua figlia è morta da molti anni.
Da quando un incidente l’ha privata di ogni possibilità di tornare a respirare, sorridere, correre, mangiare.
Non la libertà di lasciare morire sua figlia.
La libertà di ricominciare a vivere.
Di abbandonare quell’estrema speranza che ogni padre avrebbe.
La speranza di vedere il telefono che squilla e immaginare un medico, una suora, un volontario che annuncia il miracolo.
Nessuno può essere condannato a sopravvivere aspettando il ritorno dai morti del proprio figlio.
Anche se ci vuole davvero molto coraggio ad abbandonare questa speranza.

Lezioni di stile (La concubina)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/06/2008

BenvenutiInCasaGoriBenvenuti in casa Gori è un film.
Un film quasi incomprensibile per chi non è nato a Firenze da una famiglia normalmente plebea.
Perché è uno stato d’animo.
In cui la tristezza è un ridere sommesso e sguaiato nello stesso tempo.
Un ridere che fa parte di questa città come la tristezza coranica pavimenta Istanbul.
San Giovanni sono i fòchi.
Che sarebbero i fuochi di artificio.
Panem et circenses di produzione cinese.
Una casa per San Giovanni.
Un anziano padre ed una anziana madre che riuniscono la famiglia per vedere i fòchi.
Invitano tutti.
L’amico testimone di nozze del primo figlio.
La concubina sconosciuta del primo figlio.
Il secondo figlio.
Il suo carattere di merda.
Su tutto, una atmosfera di tragedia inelluttabile.
Appena nascosta dalle noccioline.
Esasperata dal vino caldo in una serata afosa.
Dal condizionatore a tutto volume.
La concubina è splendida.
Nel senso sguaiato e sommesso di questo aggettivo nel vernacolo quotidiano.
Se la allunga, senza poterselo permettere, si potrebbe tradurre.
Saluta come se fosse di casa.
–   Sono felice che si senta a casa sua.
Che è come dire: Non è casa tua, stai un po’ al tuo posto.
L’anziano padre comincia a soffrire.
Non è uomo che apprezza le ironie.
Si parla di viaggi.
E’ stata a EuroDisney ed ha cenato con le principesse ed il principe Filippo.
–   Fantastico.
Che è come dire: E chi se ne frega.
L’anziano padre porta in tavola una insalata di riso che ha visto giorni migliori e frigoriferi più efficienti.
Nessuno dice nulla.
Semplicemente si cerca di servirsi da soli per ridurre il danno.
Iniziano i fòchi.
Finiscono.
Senza riuscire a portare un’idea di spensierata fanciullezza.
Finiscono semplicemente.
Lasciando tutto irrisolto.
Come sempre.
Amaramente irrisolto.

Chi li ha sciolti? (Censure vaticane)

32 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
17/06/2008

PellegriniIl Vaticano ha impedito al signor Dan Brown di usare le chiese di Roma per girare il film tratto da Angeli e demoni.
La tesi è che il film costituisca un offesa a Dio e che non sia possibile usare il suolo consacrato di una chiesa per delle rappresentazioni che meritano di essere considerate blasfeme.
Può essere corretto.
La Chiesa può negare ospitalità a chi nega la fede che professa, esattamente come una casa del popolo può rifiutarsi di organizzare un pubblico dibattito sulle foibe insieme a Forza nuova.
Ma qualcosa non torna.
Lo stesso suolo che Dan Brown non può calpestare ha accolto il cattolicissimo Mugabe.
Ma Mugabe non rappresenta una offesa alla fede ancora più grave di un film, che può essere di cattivo gusto, blasfemo e infedele ma è pur sempre una novella animata?
Mr. Mugabe guida un paese con la più bassa aspettativa di vita al mondo (37 anni), il più alto numero di orfani (25% della popolazione infantile) e l’inflazione più elevata (oltre il 1.000% su base annua).
Mr. Mugabe ha impedito che nel proprio paese si svolgessero libere elezioni consentendo l’uccisione di non meno di 37 oppositori e l’imprigionamento di non meno di 2.000 persone.
Eppure è stato ricevuto dal Papa ed ha partecipato come invitato ai funerali di Giovanni Paolo II.
Chi è più blasfemo?

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