• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Tag Archive for: università

Il Maestro e il perfetto citrullo

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/06/2025

Il perfetto citrullo sono io, il Maestro sa chi è.

L’ancora giovane Maestro e l’imberbe perfetto citrullo, in un dialogo nel quale il perfetto citrullo viene presentato a un collega del Maestro e il Maestro lo definisce con il medaglione:

Lui pensa

Il perfetto citrullo gongola.

Anni dopo, il Maestro è stato trascinato via dalle maree degli eventi che hanno dilavato la vita del perfetto citrullo e lo hanno trascinato in un esilio fuori porta.

Un collega più anziano presenta il perfetto citrullo a un collega che, ovviamente, non aveva idea di chi fosse il perfetto citrullo. Di nuovo:

Lui pensa

Di nuovo, il perfetto citrullo gongola.

Orgoglioso: io, io sono uno che pensa.

Non avevo capito allora, povero idiota, che per chi si avvia per le varicose e auliche vie dell’alta accademia, l’importante non è pensare, anzi quello è meglio nasconderlo. L’importante è ricordarsi quello che hanno pensato gli altri in modo da citarglielo addosso al giusto momento.

Soprattutto, però, e lo capisco solo adesso non avevo capito che questo il Maestro e il collega più anziano lo sapevano perfettamente e quando dicevano:

Lui pensa

mi menavano per il naso.

O, forse, più probabilmente, che, nella loro molto accademica maniera, mi stavano dando un consiglio e un suggerimento. Quelle cose che, in questo mondo, dirle direttamente è più volgare che cenare in pantaloni corti al club del golf.

Chi li ha sciolti? (Per scrivere non è inutile saper leggere)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
28/01/2025

Ci sono dei colleghi che, a un certo punto, più o meno comprensibilmente, smettono di scrivere.

Sembra una posizione ragionevole: chi ha studiato davvero molto si accorge che è complicato avere qualcosa da dire che non sia già stato detto o che possa essere un significativo passo in avanti nel settore.

In realtà, si tratta, spesso, di una sorta di analfabetismo di ritorno. Hanno semplicemente dimenticato come si fa a scrivere.

Capita che, però, improvvisamente, uno di questi colleghi, uno che ha smesso di scrivere da anni, che si può ragionevolmente pensare non sappia più scrivere da quanto tempo è passato dall’ultima, non eccelsa, invero, prova che ha dato di sé, pubblichi un articolo, su un tema indubbiamente marginale ma di un certo spessore, su di una rivista priva di interesse scientifico.

Ecco, allora, ci si avvicina a questo articolo che il non più giovane studioso ha voluto promuovere su tutti i social nei quali è presente, e ci si accorge che sicuramente non sa più scrivere e che altrettanto sicuramente ha anche disimparato a leggere.

Certe cose si possono scrivere solo se non si è letto niente del tanto che è stato scritto su quell’argomento.

Un perfetto citrullo, avrebbe detto il prof. Grossi di cui questo collega ebbe a frequentare le lezioni.

Ma anche lui, sicuramente, è stato dimenticato.

Dopo la maturità (Riti di passaggio)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
30/06/2023

Finalmente, felice. Felice come quando si è finito cinque anni di liceo e ci si avvia verso l’Università, che poi è una gioia molto simile a quella del matrimonio o della paternità: una persona ragionevole non lo farebbe mai se la natura non avesse deciso di interferire modificando irragionevolmente la percezione della realtà.

Ma la cosa più divertente di una giornata come questa sono i genitori.

Gli esami vengono fatti in parallelo per tutte e quattro (o cinque) le sezioni del liceo, per cui nell’ingresso sostano diverse coppie adulte, diciamo di mezz’età, più o meno le stesse che si incontravano ai corsi pre parto e l’atmosfera ci assomiglia.

Tutti sono provati dall’ultima notte prima degli esami.

Tutti siedono educatamente nervosi e in profonda apprensione. Verrebbe da dire che non siamo al pronto soccorso in attesa del risultato della Tac. Ma non è il caso.

I padri hanno una bottiglia di schiumante.

Le madri, un mazzo di fiori.

Perché alla maturità, quando il maturando esce, si deve aspettare stappando la bottiglia e consegnando i fiori, prima della foto di rito.

Così, anche Bimba Impertinente.

Anche in questo caso, è cambiato il mondo: alla mia maturità c’erano solo i miei amici più stretti, che sono ancora i miei amici più stretti, e il più grande lusso fu un bicchiere di spuma al bar davanti a scuola.

Ma è bello essere genitori di ragazzi che vogliono la nostra presenza. Bello e pericoloso, perché mi chiedo se molti dei disturbi e delle ossessioni che assillano questa generazione non dipendano anche da questi genitori onnipresenti.

 

Paolo Grossi (Commiato)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
04/07/2022

Paolo Grossi è mancato nella notte fra il 3 e il 4 luglio 2022.

Professore di storia del diritto, è stato maestro per chiunque abbia sentito una sua lezione.

Lo è stato per chiarezza: mai ho visto un professore come lui, capace di parlare per un’ora e mezza senza mai consultare un appunto, senza mai inciampare nelle parole, ponendo sempre la massima attenzione alla esatta costruzione delle frasi e del ragionamento giuridico.

Mai ho conosciuto un professore capace sempre di penetrare la profondità degli istituti che spiegava, non nozioni ma concetti e concetti che restavano attaccati perché facevano comprendere il funzionamento del diritto.

Ed era pacatamente emozionante.

Ricorderò sempre il cartiglio della sua stanza a Villa Ruspoli: Serba ordinem et ordo servabit te. Non riguardava la scrivania, linda di qualsiasi ingombro, ma la mente.

Come tutti i suoi allievi ricordano i suoi esami, a coppia, tre domande, tre risposte, per tutti gli studenti esattamente lo stesso tempo e anche quelle erano occasioni per apprendere meglio il suo insegnamento.

Non è un Consiglio per vecchi

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/05/2022

Il Consiglio del dipartimento di giurisprudenza, per la seconda volta in meno di quattro mesi, non è riuscito a raggiungere nella sua composizione ristrettissima, ovvero limitata ai soli professori ordinari, la maggioranza assoluta che era necessaria per assegnare un posto da professore ordinario. Read more →

Da grande voglio fare il Rettore

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
25/03/2022

Fra le tanti mutazioni che interessano l’essere umano, una delle più interessanti è osservare la trasformazione in professore dell’assistente volontario.

Esseri mitissimi che sono solito scomparire nei corridoi se non per ossequiare reverenti anche il figlio del bidello improvvisamente diventano temutissimi Ustasha.

Ancora più interessante è la mutazione del professore in rettore.

Colui che fu un essere umano e che si è mutato in Ustasha, per tutto il tempo in cui è candidato, si trasforma in una sorta di Abbé Pierre.

Ricerca tutti i colleghi, manda mail ai bidelli, si presenta come il collettore di una democrazia che nasce dall’ascolto e scrive pagine e pagine di messaggi che ripetono tutte la stessa cosa: I tempi sono difficili ma sono anche opportuni per un forte cambiamento nella continuità.

La certezza è che se dovesse diventare rettore subirebbe una ulteriore mutazione: nei fumetti, il generale degli Ustasha è un vampiro o un maestro della notte.

Ma queste sono cose che dice uno che non sarà mai candidato a rettore.

Quello che invece viene da rammentare è che uno dei candidati a rettore, in questa campagna elettorale segnata da una primavera particolarmente piacevole, uno scrittore molto prolifico di messaggi elettorali, tanti e di straordinaria lunghezza, è stato a lungo preside.

In quel periodo, una delle sue attività predilette era appostarsi dinanzi all’ingresso del Dipartimento, in prossimità dei lungarni, e inserire nelle biciclette degli studenti e dei docenti dei biglietti che invitavano all’uso delle rastrelliere, minacciando pene corporee e la scomunica.

Mi viene da chiedermi e se questo dovesse arrivare al successo nella sua candidatura?

Inizio a temere che vorrebbe fare la stessa cosa con chi fa la pipì senza la precisione dei vent’anni.

Il meriggiare del decano

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/05/2019

I convegni hanno un cerimoniale piuttosto rigido che riserva a ciascuno il suo posto.

I decani della disciplina hanno diritto alle prime file. Gli ordinari alle seconde. Gli altri, non importa: sono lì per salutare ed essere visti.

I decani in pensione per avere oltrepassato anche il limite d’età per il cimitero non hanno un posto preciso perché non hanno più nessun peso. Si presentano un po’ per far vedere che sono ancora vivi e un po’ per sentirsi meno morti.

Alcuni prendono posto nelle prime file. Altri si sorreggono come naufraghi al primo che li saluta.

All’avvio degli interventi e delle relazioni, si abbioccano. Il sonno ad una certa età è allenamento e non solo bisogno.

Il loro russare serpeggia nell’aula come un frinire di cicale nel meriggiare della loro giovinezza.

Nessuno, però, sorride.

Perché è pieno di senso questo modo di prendere commiato dalla propria dignità.

I pensieri politicamente scorretti di Ragazza Impertinente (disegnino)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
12/02/2019

Un momento complesso nella vita di un genitore è quando una figlia rientra da scuola con la notizia che il padre è atteso a colloquio da un professore.

Il professore nel caso di specie è il professore di italiano.

Il padre si presenta nel giorno e nel luogo fissati travestendosi da persona seria.

Ovvero indossando un vestito e un panciotto perfettamente adatti al grigio degli anni cinquanta.

Il professore parla a lungo.

Difficile non distrarsi.

Poi arriva al dunque:

Sua figlia disegna mentre spiego

Il padre si scusa perché la figlia, in questo modo, ha tolto di rispetto al professore e alla materia che questo incarna.

Poi, però, aggiunge che anche lui insegna, anche se all’università e perfino da qualche anno in più del professore. Che una volta gli è capitato di vedere uno studente che scriveva con grande foga sul suo tablet. Che si era avvicinato per vedere come mai avesse tanto da scrivere e quando gli era arrivato dietro si era accorto che lo studente stava chattando su Facebook.

Vede – conclude il padre – non ho pensato che lo studente fosse maleducato. Ho pensato che non ero riuscito ad interessarlo e che ero stato molto ingenuo a pensare di avercela fatta.

La colpa se gli studenti non ti seguono è solo tua ed è davvero molto stupido pensare di ottenere l’attenzione con una nota o un urlo.

Questo, naturalmente, il padre lo ha solo pensato perché dirlo non era davvero proprio il caso.

Chi li ha sciolti? (Qualcosa, in occidente)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/10/2018

Pranzo di lavoro. Tre uomini con i loro fascicoli discutono di una lottizzazione: come gestire il completamento di un lotto malgrado la decadenza del piano attuativo, senza perdere il tempo necessario per vedere la fine del piano?

A poca distanza, un tipo e una tipa discutono animatamente.

Parlano di quello che è successo in occidente. Del fatto che improvvisamente il persiano, l’arabo, perfino l’ebraico, tutte le cose che la nostra cultura riceveva dall’altra parte del mediterraneo sono scomparsi e la nostra cultura ha iniziato a divorare se stessa.

Non ci sono orizzonti cosmopoliti nei fondamentalismi di oggi.

Solo loro capiscono quello che si dicono con l’aria da adorabile sopravvissuto che ha un intellettuale sul treno regionale o in un ristorante di lusso.

Gli altri hanno voglia di ridere perché colgono l’implacabile sdegno con cui vengono osservati i loro fascicoli. Sono uomini dai piedi saldamente ancorati a terra e pensano palesemente al denaro mentre c’è ancora chi pensa alla cultura.

Non è così.

I due sono professori e stanno parlando di concorsi. Il primo sta dicendo al secondo che il suo allievo, che si occupa di lingue orientali e medioevo, deve vincere e l’altro sta cercando di vendere cara la pelle dei suoi che non possono vincere a loro volta.

Non era facile capirlo perché quei due mondi parleranno sempre lingue diverse. Più di Maometto e Mammone.

Però chi meritava il sarcasmo era chi parlava di lottizzazioni sapendo di fare impresa o chi lottizzava i propri allievi fingendo di fare cultura?

Come se fosse Sartre

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
23/07/2018

Tesi di laurea.

Il candidato affronta alcune questioni intorno alla nozione di pena e alla costruzione della fattispecie incriminatrice.

Dal punto di vista di un costituzionalista, il tema è interessante come un giallo di Don Wislow in russo. Avvincente ma solo per chi lo capisce.

A un certo punto il candidato cita Foucalt e si addentra nel suo pensiero. Diventa difficile non correggerlo.

Non fa una piega e si giustifica con un incredibile Ho usato Foucalt per semplificare.

Solo Sarte con la sua perfida ironia avrebbe potuto dire una cosa del genere.

Ma temo che questo signore di Sartre non abbia neppure gli occhiali…

Page 1 of 9123›»

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Articoli recenti

  • Il Maestro e il perfetto citrullo
  • Sorelle A Tebe
  • Il porto (Esisto)

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Pages

  • Blog
  • Welcome

Categories

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at