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Un passo in avanti e due indietro (La disfatta d’Abruzzo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
11/03/2024

Il PD della Schlein ha fallito in Abruzzo, non meno del M5S di Giuseppe Conte.

L’incredibile rimonta non ha avuto successo.

In realtà, è incredibile che quell’alleanza abbia avuto successo in Sardegna e l’Abruzzo sembra restituire alla politica la logica inarrestabile del buon senso.

La vittoria in Sardegna e la disfatta in Abruzzo hanno un filo comune.

Gli elettori del PD possono dare il proprio voto a un candidato del M5S.

Gli elettori del M5S se devono dare il proprio voto a un candidato del PD evaporano.

Lo stesso accade ai seguaci di Calenda, Renzi e tutti gli altri che sono confluiti nel cd. campo largo.

Perché la verità del campo largo è che di esso fanno parte il PD e tutti quelli che hanno lasciato il PD di cui hanno giudicato, non del tutto a torto, incomprensibili le evoluzioni.

Rimetterli insieme è impossibile e somiglia a cercare di fare famiglia con l’uomo o la donna da cui ci si è separati qualche anno prima.

E’ anche contro il buon senso: gli elettori del campo largo sono invecchiati dannatamente e i loro candidati li incontrano oramai nei saloni parrocchiali addobbati con il ritratto di Papa Woytila ma i camposanti non vincono le elezioni.

Una propaganda che si presenta come il partito della terza età non convince nessuno. Neppure gli anziani perché chi invecchia vuole sentirsi dire solo una cosa: che non è ancora invecchiato.

La poesia di De Andrè

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
10/03/2024

All’ombra del radiatore si era assopito il cantautore.

La poesia di De Andrè è la poesia di una generazione ed è diversa dal canto di Omero o dalla lirica di Saba.

Quella poesia, in fondo, era immagine alta in cui il cuore del poeta diventava sentire dell’umanità, il soffio collettivo di tutti coloro che non hanno parole per definire il senso dei propri gesti.

La poesia di De Andrè è profonda e intima ma parla della sua vita con tormentata compassione e terribile umorismo.

Sono parole che assolvono chi le scrive e le ha cantate.

Questo, in fondo, insegna De Andrè che se una mano finisce in una chitarra, o in una penna, poco importa, tutto le è permesso.

Perché chi ha parole per dire la sua sofferenza, può soffrire, anche se la sua sofferenza è dolore d’altri.

E, in fondo, niente importa se si sa vedere il dolore della propria illusione.

Importa solo il dolore dei propri giorni perduti.

Addio, compagna Luna (La libertà di pensiero del professore universitario)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
08/03/2024

Una professoressa universitaria di filosofia teoretica si è lasciata sfuggire un post in cui esprimeva il proprio stato di animo (di tormentata compassione, se si può esprimere un giudizio) davanti alla morte di una terrorista che aveva vissuto in prima persona l’esperienza delle Brigate Rosse e non l’aveva mai rinnegata.

La professoressa universitaria, Donatella Di Cesare, prima fascia alla Sapienza, si deve essere prontamente avveduta della sua imprudenza, uno dei pochi peccati insieme alla compassione che l’Accademia non perdona, ed ha cancellato il post.

Ciononostante la politica si è scagliata contro di lei: avrebbe offeso le vittime del terrorismo e questo sarebbe inaccettabile, sarebbe stata irresponsabile e inquietante, e l’Università nella quale presta servizio dovrebbe prendere provvedimenti contro di lei, ecc.

La Sapienza per bocca della sua Rettrice ha prontamente preso le distanze dalla prof. Di Cesare e ha preannunciato l’avvio di un procedimento disciplinare.

Personalmente chi scrive non condivide il sentimento di tormentata compassione espresso dalla professoressa (qui il commento di Manganelli al libro in cui la Balzerani ha raccontato la sua esperienza), ma ritiene fermamente che ciascun professore universitario ha il sacrosanto diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, esattamente come ciascun cittadino, che il suo pensiero, come quello di ciascun cittadino, può essere diverso da quello dominante in un determinato momento storico, che si debba protestare con tutta la forza quando la politica chiede a un Ateneo di avviare un procedimento disciplinare per effetto delle opinioni manifestate da un docente.

Stupisce, non poco, che queste osservazioni non siano state espresse da nessuno, mentre tutti si sono lanciati con foga sulla prof. Di Cesare, d’altra parte accanirsi su chi è in difficoltà è tipico dell’Accademia.

La verità è che il compito di un docente è insegnare a pensare e per insegnare a pensare occorre avere delle opinioni e il coraggio di manifestarle.

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