• Follow us on Twitter
  • RSS
Un altro giorno da descrivere close

ProfStanco

  • Home
  • Blog

Corvi a Pisa

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
02/10/2010

Pisa-Palazzo_alla_Giornata-facciataL'Università di Pisa è squassata dalla tornata elettorale per diventare rettore.
Ci sono due candidati in corsa.
Da una parte, il prof. Paolo Miccoli che rappresenta medicina e chi sa quello che si deve sapere sa che non si diventa rettori senza l'appoggio di medicina.
Dall'altra parte, il prof. Massimo Augello che rappresenta una cordata eterodossa che aveva già tentato la scalata quattro anni fa, quando era capitanata dal prof. Emilio Vitale, il quale, purtroppo, ha avuto un terribile incidente e da oltre due anni è in coma.
I toni della campagna elettorale sono accesi.
Uno dei candidati alla carica, la prof. Nicoletta De Francesco, già prorettore alla didattica e che rappresenta ingegneria, ha rinunciato a confermare la propria candidatura per la seconda tornata di votazioni appoggiando esplicitamente il prof. Augello.
I due hanno scritto assieme una lettera in cui affermano di credere in dei valori comuni e si impegnano a collaborare nel caso di vittoria: l'uno come rettore e l'altro come prorettore vicario.
La lettera ha scatenato un certo numero di dissensi: si è sostenuto che non è di buon gusto perché la De Francesco ed Augello avrebbero trattato gli elettori della De Francesco come pedine da spostare dopo avere organizzato una sostanziale campagna civetta.
Machiavellismi di politicanti.
Ettore Bergamini, che è un decano di medicina, li ha scoperti con ironia.
Dice che i due si sono uniti perché hanno scoperto di credere negli stessi valori ("il potenziamento  della ricerca, dell'interdisciplinarietà, del trasferimento tecnologico, della semplificazione amministrativa e della pubblicità degli atti; basato su valori di trasparenza, apertura al dialogo, progettualità,  valorizzazione della qualità e del merito, riconoscimento delle attività effettivamente svolte; e condotto con una comune ispirazione a un forte senso istituzionale e dedizione esclusiva al bene dell'Ateneo") e domanda, senza avere ricevuto nessuna risposta, se i due candidati ritengono che vi sia un solo professore universitario che possa chiamarsi tale senza fare propri questi valori.
Ha dannatamente ragione Bergamini.
Ma la domanda vera è un'altra: se il mio mestiere, il mestiere che amo, è essenzialmente composto di due parti: ricercare ed insegnare, perché mai dovrei fare il rettore?
La verità vera è che se uno vuole fare il professore universitario, se uno ama la ricerca e l'insegnamento, non ha nessuna voglia di chiudersi nelle stanze del Palazzo alla Giornata ad occuparsi della politica accademica.
Che con la ricerca e l'insegnamento non ha proprio niente a che fare.
La verità vera è che in questa tornata elettorale i programmi dei candidati, compreso quello del candidato Miccoli, hanno davvero poco a che fare con la ricerca e si occupano semmai di didattica.
Ma di quella didattica deteriore che ha al proprio centro gli studenti intesi come clienti di cui ricercare una assurda "customer satisfaction".
Sono vuoti i valori indicati da Augello e dalla De Francesco.
Ma soprattutto è vuota l'università.

Uno sciopero desueto: i giornalisti del Corriere dopo l’età del piombo

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/10/2010

Screen shot 2010-10-01 at 8.45.16 AMFerruccio de Bortoli è una persona mite e ragionevole che ha scritto una lettera mite e non irragionevole ai suoi giornalisti.
Chiedendo una cosa forte: di rinunciare ad una serie di prerogative contrattuali e di accettare di vivere in un mondo nuovo in cui il senso dell'informazione è cambiato perché sono cambiati i media che veicolano l'informazione traguardandola verso l'opinione pubblica.
Pare una richiesta assolutamente normale e di ragionevole ovvietà: il contratto dei giornalisti è fermo all'età del piombo, è legato alla tecnologia di Quarto Potere e deve essere aggiornato ad uno scorrere delle notizie che viaggia sempre più sulla rete e che ha un prezzo marginale ben al di sotto della remunerazione dei giornalisti.
Il punto è esattamente questo.
Nel momento in cui la rete consente di prezzare un articolo pochi euro, è ancora possibile tenere fermi i privilegi salariali della categoria dei giornalisti professionisti?
E' economicamente sostenibile?
De Bortoli sostiene, senza dirlo esplicitamente nella sua lettera, di no.
Chiede di rinegoziare, di trovare delle soluzioni che consentano ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro in un tessuto economico che non permette alla loro indipendenza di poggiare su desuete garanzie salariali.
Se oramai chiunque scrive in uno spazio aperto al pubblico, in fondo e nella sostanza, è un giornalista e può anche essere molto più bravo di tanti giornalisti professionisti, hanno ancora senso le garanzie di un ordine professionale arroccato in una giurisprudenza che assomiglia a Fort Alamo?
La società dell'informazione oggi è diventata liquida ed in una società liquida i giornalisti dell'età del piombo somigliano ad ancore. Ancore che rischiano di portare a fondo il proprio giornale.
In questa società, l'art. 21 della Costituzione impone di ripensare lo status di giornalista e di elaborare un corpo di principi che valgano per chiunque acceda all'opinione pubblica, senza pensare che un ordine professionale possa essere sufficiente ad assicurare la pluralità dell'informazione e, in fondo, il presupposto della democrazia nel sistema.
I giornalisti del Corriere dovrebbero cominciare a prendere atto che oggi fra Splinder ed il loro giornale non c'è troppa differenza e che se il loro giornale non raccoglie la sfida che Splinder e le altre piattaforme di "net talking" sta lanciando – magari più il vecchio Splinder che non quello di oggi – è destinato a morire per consunzione.
Esattamente come i partiti politici che non si accorgono della novità di un Renzi che sfrutta le tecnologie per parlare direttamente alla società o, in termini più pericolosi e sottili, di una America Talks che si immette ferocemente nella politica del partito repubblicano con lo slogan: Love your country but fear your government, let us take our nation back.
Il mondo cambia e i giornalisti del Corriere potrebbero ricordarsi che nessun uomo della pietra ha scioperato per tornare sugli alberi.

Meno male che c’è la mano morta

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/09/2010

fini_berlusconiIl Primo Ministro ha compiuto gli anni.
74.
In una giornata che ha donato al Parlamento.
Con un discorso degno di un emerito di diritto costituzionale.
Nell'assoluta indifferenza di sensi con il Presidente della Camera.
Sono due uomini diversi.
Il Presidente del Consiglio si è espresso con lucida padronanza dagli scranni del Governo che occupano il centro dell'emiciclo parlamentare.
Il Presidente della Camera lo ha ascoltato masticando una matita dagli scranni dell'Ufficio di Presidenza che stanno al di sopra dei banchi del Governo.
E' interessante questa geografia: il Governo è al centro dell'attenzione del Parlamento, ma il Parlamento è al di sopra del Governo.
Una perfetta immagine della funzione di indirizzo politico e della centralità assegnata all'assemblea nella forma di governo costruita dalla Costituzione.
Una immagine alta e parecchio sprecata per un dibattito che mostrava due diversi modi di intendere la fica in età non più giovane.
Da una parte, il premier priapico che farebbe uso di un gran numero di signorine con aria da bagno turco e remunerazione da nababbo tirchio, secondo quanto svelato dalla signorina Patrizia.
Un modo di intendere le donne estremamente prudente: se le pago per usarle, le pago anche per non avere nessun motivo di restare dopo che sono state usate.
Il modello Pay per use.
Dall'altra parte, lo speaker sfigato: se una donna che è una bella donna si "innamora" di me e mi considera l'inventore dell'attrezzo maschile che nega di avere conosciuto prima di avermi sfilato le bretelle, non posso più fare a meno di lei, non posso più paragonarla alla madre dei miei figli che magari è stata una bella donna ma per la quale – dopo un certo numero di anni passati a vederla dormire russando e con la camicia da notte della nonna – è difficile provare un singulto di orgoglio erettile.
Il modello Pay to be used.
Difficile scegliere fra i due.
Per fortuna, resiste Bossi, che in punto di mano morta è davvero un campione.

Page 204 of 422«‹202203204205206›»

Ultimi Tweets

  • https://t.co/f3p1xGFuox Se Rousseau vota Draghi, M5S si divide e Meloni non è più sola per Copasir etc. 13:09:42 12 Febbraio 2021

Archivi

Segui @ProfStanco

RSS

  • RSS – Articoli

Articoli recenti

  • Il Maestro e il perfetto citrullo
  • Sorelle A Tebe
  • Il porto (Esisto)

Categorie

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized

Interesting links

Besides are some interesting links for you! Enjoy your stay :)

Pages

  • Blog
  • Welcome

Categories

  • jusbox
  • profstanco
  • Senza categoria
  • Uncategorized
© Copyright - ProfStanco - Wordpress Theme by Kriesi.at