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Gatto (essere fiorentini a Livorno)

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
14/11/2007

Essere fiorentini a Livorno non è mai divertente.
Occorrono anni prima di sentirsi dire: Dé, se’ proprio ‘n bravo bimbo, non pari nemmeno fiorentino.
pec_inTestaDalberoMa ci sono occasioni in cui potrebbe passare un secolo e si resterebbe fiorentini lo stesso.
Così è successo ad un disgraziato che aveva una barca ormeggiata in pieno Molo Mediceo.
Il suo albero si era incatagnato: le drizze non scorrevano ed era praticamente impossibile armare il genoa, che sarebbe la vela di prua.
Il disgraziato prova a salire in testa d’albero.
Non è facile e non ci riesce.
Naturalmente, come comincia i suoi tentativi la folla dei marinai sfaccendati (il marinaio livornese è uno dei più grandi lavoratori del mondo, basta convincerlo a lasciare il muro cui è appoggiato e nulla è meglio di un fiorentino al lavoro per farlo smuovere) comincia a guardarlo con interesse: Dé prova a salì ‘n testa d’arbero, cinque a uno ‘he batte ‘na grugnata da rammentà.
Il fiorentino si avvede di essere diventato (doventato, direbbero i marinai) uno spettacolo degno di attenzione.
Scende dalla barca, si avvicina al nostromo e gli chiede: Ti dispiacerebbe darmi una mano? Dé, ti ci posso salì io ma datti ‘na mano umme lo poi chiedé, se t’ingrugni ‘n terra doventa corpa mia e unn’ho proprio voglia di portatti all’ospedale.
Il fiorentino si mette da parte e accetta l’offerta.
Il nostromo comincia a prepararsi a salire e fa al fiorentino: Sono cento euro, ‘Un tu vorrai mica che m’arrapini gratisse amore dei?
Il fiorentino risponde che cento euro sono troppi, che lui ci mette un giorno intero a guadagnalli, che ha un amico che fa il  pompiere e lo chiamano gatto per quanto è svelto.
Il nostromo scende dalla barca, con calma.
E la scena finisce qui.
Il finesettimana successivo arriva gatto.
Una febbre invade il porto: C’è gatto che sale in testa d’albero dal fiorentino, venite a vedere.
Gatto è un giovinastro atletico.
Biondiccio.
Si spoglia a mostrare i bicipiti ed i pettorali: Dé, fava, lasciati la maglietta che ti graffi tutto.
Comincia a salire: Dé briahi, l’avete assicurato con la drizza di rispetto che se Gatto vola in giù, batte ‘na bella romba.
E Gatto ritorna sulla coperta per assicurarsi meglio.
Finalmente comincia a salire.
Una bracciata dietro l’altra, non lo chiamano Gatto mica per ridere.
Rallenta.
Dapprima impercettibilmente, poi arranca in maniera sempre più evidente.
La folla: Dé Gatto ‘un ti sentirai miha male?
Gatto impallidisce. Ma si sforza di sorridere.
Arriva un’onda, un’altra onda e la barca beccheggia.
Gatto si abbraccia all’albero, bianco come un lenzuolo: Dé ci more_No ‘un pòle morì_E’ un gatto.
Gatto si abbraccia sempre più forte, guarda verso il basso e giù un ombrellata di vomito che sembra un diluvio.
Il fiorentino se la vede arrivare in pieno viso, cerca di ripararsi come meglio può, molla la drizza e Gatto vola di sotto, spezzandosi malamente una gamba e devastando il tambuccio.
La folla si allontana sghignazzando: Po’ero Gatto, ‘un li doveva bé tutti que’ ponci.

Lo scacciapiccioni

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/11/2007

Uno dei mestieri più antichi di Firenze è il trippaio.
Il trippaio è un banchino appoggiato ai margini di una strada nel quale bolle in continuazione una pentola che cuoce la trippa ed una pentola che cuoce il lampredotto.
Sono quasi tutti Apini appositamente attrezzati.
Le domande sono:
condito?
La risposta è sale, dimolto (tuttaunaparola) pepe, salsa verde. Gli eretici aggiungono il piccante.
bagnato?
La risposta dipende dal vestito. Il panino è sicuramente più buono bagnato, ma altrettanto sicuramente costringe alla tipica posizione del mangiatore stradale di lampredotto: gambe larghe, piegato in avanti, braccia ben lontane dal corpo.
Mi piacciono i panini col lampredotto.
Il loro tono da Alvaro il laido.
Di solito, però, il piacere del lampredotto è turbato dai piccioni che ti beccano fra le gambe gli avanzi del precedente avventore.
Oggi ho scoperto un nuovo mestiere.
Lo scacciapiccioni.
Un rumeno armato di scopa che scaccia i piccioni mentre mangi il panino.
Fantastico.
Speriamo non faccia la fine dei lavavetri.

Chi li ha sciolti? (Avvocati)

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
13/11/2007

Gli avvocati in Pakistan servono a qualcosa: non c’è Taormina.

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