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Bambine feroci – Di nuovo

1 Comment/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/09/2007

Provate ad immaginare una bambina che salta su un letto.
Provate ad immaginare una zia distratta e la fronte della bimba che atterra su uno spigolo.
Provate ad immaginarvi seduti con il giornale spiegato davanti ed un grido sul genere "l’ho ammazzata" nelle orecchie.
Non potrete che andare a raccattare la figliolona, prenderla in collo, stringerle del ghiaccio sulla ferita ed aspettare che smetta di sanguinare sorvegliando la crescita di un bernoccolo da fumetti.
Adesso, siete finalmente al pronto soccorso.
In piedi davanti all’accettazione, in braccio una bimba coperta di sangue che continua ad urlare.
Anche l’anziano più preoccupato per i propri malanni si fa da parte e la porta delle stanze segrete si spalanca davanti a voi.
Portate la bambina da un medico.
Ma il medico non piace alla bambina che aumenta i decibel del proprio pianto.
La distendete su un lettino.
Il medico prende ago e filo per mettere i punti.
Le tenete le braccia.
Un infermiere le tiene le gambe.
La bimba è apparentemente immobile.
Ma inizia a sputare.
Con precisione inquietante.
Esattamente sulla faccia del medico.

Algoritmi accademici

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
11/09/2007

Ancora una riunione.
Ammantata del pubblico delle grandi occasioni.
Tutti per ascoltare un pro rettore che illustra i nodi dell’ultima riforma dell’università:
– 90 cfu obbligatoriamente affidati a docenti di ruolo;
– 45 cfu obbligatoriamente caratterizzanti;
– non più di un corso di laurea per classe,
Il tutto costruito su formule algebriche.
Mentre l’aula discute di tutto questo, un collega a me del tutto sconosciuto legge con serenità il De cive di Hobbes: davvero l’etica dell’obbedienza è la risposta allo stato di natura?

Bambine feroci

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/09/2007

La bambina più feroce che conosco è figlia di un mio amico.
Una volta decisero di passare qualche giorno di vacanza in un villaggio per svizzeri.
Non so come.
Ma riuscirono ad ottenere il permesso di entrare.
Una famiglia assolutamente felice.
Il babbo, molto babbo.
La mamma, molto mamma.
La figlia maggiore, molto figlia maggiore.
La figlia minore, molto colorata e straordinariamente carina.
La spiaggia era una spiaggia per bambini svizzeri.
Ordinata come un orologio.
Costellata di castelli di sabbia che erano stati progettati durante tutto l’inverno.
Insomma una cosa abbastanza terrificante.
Un giorno, sulla spiaggia il babbo era solo con le bimbe.
La bimba più grande sente il bisogno di andare in bagno.
Viene accompagnata in bagno.
La bimba più piccola viene lasciata da sola: stava giocando con un altro bambino.
Dopo pochi minuti, il babbo vede il bambino urlante e sanguinante che viene portato via dal nonno – svizzero.
Sente il nonno avvertire una coppia che stava arrivando: non andate in spiaggia, c’è una bambina terribile.
Era successo che la bambina aveva morso il bambino fin quasi a staccargli un orecchio.
Inutile dire che quando il mio amico è tornato – correndo – in spiaggia la bambina stava giocando.
Assolutamente tranquilla e sorridente.
E con molti più giochi di prima.

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