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Il negozio politico (A proposito di Torino – Lione, Ilva e tassa di soggiorno)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
20/05/2018

1 – Il negozio politico è l’accordo di coalizione. Il negozio politico, come il negozio giuridico, ha bisogno di una causa per poter essere considerato lecito.

La causa del negozio politico dovrebbe essere la giustizia sociale, se manca la giustizia sociale, il negozio politico diventa il luogo di scambio di clientele basate su interessi particolari.

Praticamente, la bottega dei souvenir di Ho Chi Minh. Read more →

Moriremo tutti democristiani?

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
18/05/2018

Moriremo tutti democristiani?

La domanda viene leggendo il contratto di governo espansivo che Lega e M5S stanno finendo di mettere a punto, oggi che, secondo alcuni più informati di altri, potrebbero uscire i nomi del Presidente del Consiglio e dei ministri che proporranno al Capo dello Stato.

Contratto di governo non è un’espressione che suona benissimo: l’uso di uno strumento privatistico per regolare l’indirizzo politico appare stravagante, perché è stravagante la posizione costituzionale del Presidente del Consiglio il cui compito è adempiere alle obbligazioni rivenienti da un contratto fra i partiti politici che lo sostengono ed è stravagante l’idea di dirigere, al di fuori della responsabilità ministeriale, che è un istituto parlamentare, la politica di governo.

Quello che fa riflettere è la politica espansiva proposta dal contratto di governo perché certifica la fine dei partiti politici come soggetti che incarnano dei fini non negoziabili, delle ideologie che non possono rinunciare ai loro fini senza perdere la propria identità e quindi la ragione per cui sono votati, ma anche per cui esistono.

Queste ideologie diventano, nel contratto di governo, la rinuncia a realizzare l’alta velocità, una tassa “flat”, il reddito di cittadinanza, i sermoni degli Imam in lingua italiana e la dichiarata volontà di sottrarsi al patto di stabilità e crescita per realizzare politiche espansive basate sul deficit.

Quando ci si interroga sul momento in cui i partiti politici in Italia hanno perso il loro fondamento ideologico, lo si individua (pigramente: le ragioni sono più profonde e risalgono alla stessa fondazione della repubblica) nell’omicidio di Aldo Moro ma il discorso politico dell’ultimo Aldo Moro, il suo dialogo con Berlinguer, era fondato sulla consapevolezza del tramonto delle ideologie e della necessità di tornare ai valori costituzionali in un quadro di solidarietà nazionale perché questi valori consentivano di costruire una unità morale della nazione.

Il contratto di governo è una cosa diversa e assomiglia al congresso di Napoli della DC nel 1954, quando un partito del nord, come la DC di allora, decise di allargare al sud la base del proprio consenso e non lo fece attraverso un’opera di propaganda, lo fece conquistando le clientele esistenti attraverso la spesa pubblica che finanziava cattedrali nel deserto e consentiva di creare occupazione al di fuori dei fondamentali economici.

C’è nel contratto di governo la certificazione della fine delle ideologie, ma anche della fine dell’art, 95, Cost. e, soprattutto, la fine di una idea molto parlamentare per cui il governo si presenta al Parlamento con un programma e lo discute in Parlamento presentando la mozione di fiducia su cui si fonda la responsabilità ministeriale. Questo governo non può essere responsabile se non ha costruito il proprio programma, se il suo programma è l’oggetto di un contratto fra i partiti politici che lo sostengono.

Oggi, forse, avremo un governo e, se questo dovesse accadere, ricominceremo a dire Moriremo tutti democristiani, perché è stata la democrazia cristiana a uccidere le ideologie sostituendole con la spesa pubblica.

Dispiace perché si poteva fare di meglio.

Perfino Salvini e Di Maio potevano fare meglio.

I pensieri politicamente scorretti di Bimba Impertinente (Cinque e mezzo)

0 Comments/ in profstanco / by Gian Luca Conti
17/05/2018

Adesso che è passato molto tempo da questa foto, ha preso il suo primo cinque e mezzo a matematica.

Fissa il nulla dentro una coperta a forma di sirena, perché è passato meno tempo di quello che può sembrare da questa foto.

La sorella la sfiora appena:

Ti devi volere bene

Risponde, senza uscire dalla sirena:

Se non ci si vuole bene, non si va da nessuna parte e aggiunge dopo qualche secondo E’ una frase da vecchi

No, è una frase del cazzo. Replica, lapidaria, Bimba Piccola.

E Bimba Impertinente esce dalla sirena per andare a giocare.

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