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Fumare fa male

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
06/05/2008

Un ragazzo di circa venti anni è stato ucciso a calci da cinque coetanei.
La scena ricorda Arancia meccanica.
Semplice iperviolenza da noia.
Terribile iperviolenza da noia.
Colpiscono le foto segnaletiche degli indagati.
Facce normali.
Facce che si trovano sul treno la mattina, senza che succeda nulla.
Facce che si trovano in piazza la sera e ti pestano a morte.
Codino, me la dai una sigaretta?
Codino, me la dai una sigaretta?
E giù pedate.
Il problema non è il neonazismo.
Il problema sono le facce che si trasformano.
Dalla mattina, alla sera.
Semplicemente per noia.
Non erano neonazisti i ragazzi di Campi Bisenzio che avevano l’abitudine di picchiare i cinesi.
La spiegavano con molta ingenuità: Ci si trova la sera alla casa del popolo. Ci si annoia. Dopo un po’ uno dice andiamo a comprare un gelato. Un altro risponde, un’altra volta? No, picchiamo un cinese. Facciamo qualcosa di diverso.
Chiediamo da fumare a codino. Facciamo qualcosa di diverso.

sPiando (Beate allucinazioni)

4 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
05/05/2008

Immag086
PioPesca
Sergio Luzzatto, ha scritto un libro molto interessante su Padre Pio (Id., Padre Pio. Miracoli e politica nell’Italia del novecento, Torino, Einaudi, 2008).
Forse non è un libro su Padre Pio.
E’ un libro sull’Italia che si è infatuata del santo.
Stupiscono le definizioni che ne venivano date dal Papa buono, credo santo pure lui, e comunque infallibile: Un immenso inganno che ha fatto un disastro di anime.
Di fatto, Padre Pio è diventato una icona.
Ma anche un gadget da autogrill.
E qualcosa da dipingere dappertutto.
Anche sui pescherecci.

Solo un mood

3 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/05/2008

Nulla di particolarmente allegro, oggi. Succede.

Sexual harrasment

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
30/04/2008

Una societa’.


Come tante.


Ne’ grande ne’ piccola.


Un cliente come tanti, ma non per la societa’.


Importante. Di quelli che fanno fatturato.


Bruttino.


Untuoso.


L’aria laida del puttaniere con moglie misogina.


Arriva.


Parla con il direttore.


Allegro e chioccio chiede della Luisa.


Non c’e’. E’ in maternita’.


Diventa freddo.


Il direttore esce. Preoccupato. Chiama la responsabile marketing.


Una bella donna. Apparentemente docile.


E’ arrivato il Caposecchi. Ha chiesto della Luisa.


Ah.


Gli e’ che la Luisa lo ha viziato. Sa come succede. Basta un sorriso. Una camicetta appena scollata. Delle calze un po’ maliziose. Insomma non le sto chiedendo niente, beninteso, niente di stravagante. Solo una conversazione cortese…


Lei si blocca.


Diventa tutta rossa.


Non riesce a non piangere.


Ma si cambia.


E sorride al Caponeri.


Non sposta ne’ il piede, ne’ la gamba.


Si lascia prendere.


Amaramente.


Da uno che non si nega nulla.


Ne’ la zuppa di fagioli e cipolle.


Ne’ una fellatio con singhiozzo.


Non e’ difficile molestare chi lavora per sopravvivere.


La dignita’ non ha prezzo, ma non sfama.

Chi li ha sciolti? (Attenti a Franchino)

7 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
29/04/2008

polistil1975Franchino è stato un ragazzo brufoloso.
Chierichetto perfetto.
Una vera e propria passione per la meccanica.
Ha passato l’adolescenza a compilare modifiche aerodinamiche destinate alla Formula 1.
Diligente le disegnava.
Diligente le inviava alla Ferrari.
Che, impertinente, non le prendeva in minima considerazione.
Franchino era anche un pessimo pilota Polistil.
La colpa, naturalmente, non era sua.
Era un chiaro esempio di piste disegnate male.
Di macchine dotate di una aerodinamica rozza ed inefficiente.
Franchino interveniva ferocemente sulle macchine degli altri.
Le prendeva – bastava un secondo di distrazione – e le modificava armato di forbici e cacciavite.
Piccolo kamikaze Polistil.
Difficile dimenticare lo sguardo affranto del proprietario della macchinina che un improvviso bisogno aveva allontanato dalla pista.
E’ cresciuto.
Ha stazionato nei corridoi di ingegneria per un una quindicina di anni.
Sostituendo il bidello nei consigli per gli esami.
Pedante.
Untuoso.
Rompicoglioni.
Ciellino, credo.
Adesso si aggira per la rete.
Con consigli apparentemente perfetti:

FranchinoNon dategli retta.
E’ pericoloso.

Un matrimonio

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2008

Finalmente si è sposata.
In un fiorire di coriandoli e riso.
Vestita color crema.
La cipria a coprire i brufoli.
La grandine a coprire tutti.
Finalmente si è sposata.
Brutta.
Come solo una sposa brutta sa essere.
La chiesa piena di gente.
Inutilmente.
Come sempre a matrimoni e funerali.
Un po’ meno ai battesimi.
Finalmente si è sposata.
Il prete blaterante.
Pieno di sé.
Pieno di parole.
Dio è gioia. E’ amore. E’ entusiasmo.
Cazzo, viene da dire, ma ti vedi?
Sottospecie di incrocio fra Al Bano ed un predicatore del Kentucky.
Finalmente si è sposata.
Ed è partita per il solito viaggio da dollaro debole.
Inutile sperare che non torni.
Basta evitare di rivederla.

Pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
28/04/2008
(A proposito di un bambino che dice Io non gioco con le femmine)

BimbaImpertinenteGuarda che io parlo.

Puntualita’ (Persistenze insistenti)

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
24/04/2008

Primo sms:


Vorrei essere sotto alla tua scrivania…


Risposta:


A fare?


Secondo sms:


Non hai idea di quante cose si possono fare sotto ad un tavolo…


Risposta:


Tipo dare la cera?


Per ora, non ha piu’ scritto.


La prossima volta, il link.

Chi le ha sciolte? (Ragazzine)

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
23/04/2008

Salgono sul treno.


Mattina presto.


Querule. Inutilmente.


“Come e’ bello lui. Con la BMW e tutto il resto.”


“Chi ha vinto il grande fratello? Mario o Teresa?”


“Ha trentotto anni, ma e’ cosi’ giovanile…”


Finalmente, il treno atterra e una delle giovani cornacchie alzandosi: Bimbe, ci ho un ginocchio frastornato.


Inconsapevole poeta.

Il nano malefico

5 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
22/04/2008

Non e’ possibile non ricordarlo.


I suoi esami erano oscuramente imprevedibili e si interrompevano all’ora dell’aperitivo che lo trascinava via con il suo codazzo – molto romano – di seguaci, postulanti ed idioti vari.


Il suo corso consisteva di sessanta ore di didattica frontale sul valore dei diritti immateriali, che spiegava in un oscuro dialetto calabrese con qualche sprazzo di tedesco che faceva piu’ migrante che begriffjurisprudenz.


Aveva quell’altezza in cui il cuore non si stacca dal culo piu’ di venti centimetri e le merit che fumava sembravano avana.


Si diceva che avesse violentato una studentessa. Non e’ certo. So solo che una tipa diceva di esserci stata e di aver preso un secco 18, non per la preparazione ma per la prestazione.


Non ci ho mai creduto.


Lo ricordo – pero’ – far lezione, in cima ad una pedana imponente. Nano, ciononostante. Ma ginocchioni sui braccioli pareva meno piccino. Ricordo anche che una volta la sedia girevole si volto’ improvvisamente donando a noi che eravamo a non capire nulla una enorme risata liberatoria.


Nemmeno dimentico il 23 con cui liquido’ la mia preparazione spinto da un aperitivo a non perdere troppo tempo dietro ai miei brufoli.


Un insolito concorso me lo ha trascinato innanzi oggi.


Ho salutato con cortesia l’anziano collega e sono rimasto a prendermi la battuta: Vedo che ha fatto carriera. Come dire, in altri settori e’ piu’ facile. Con me non avrebbe fatto nulla di buono.


E siccome ho una voce roca e potente, non ho saputo rinunciare a sovrappormi e narrare: Che piacere trovarla, che piacere ricordare le sue lezioni. Ricorda? [Ricordi, nano gongolante?] Ricorda il giorno in cui cadde dalla cattedra? [Arrossisci, nanetto buffo] Come seppe mantenere la disciplina. Davvero altri tempi, altre tempre….


E sono andato via.


Senza sentirmi orgoglioso.


E’ un vecchio. Spelato ed isterico. Solo un vecchio.

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