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Il seme del sergente Dhanoolal

6 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
08/04/2008

DhanoolalIl sergente Dhanoolal è morto il 31 marzo 2008, in Iraq.
Il veicolo su cui viaggiava è saltato in aria e lui con esso.
La moglie del sergente Dhanoolal voleva dal sergente Dhanoolal un figlio.
La moglie ha ottenuto che l’esumazione del sergente Dhanoolal fosse ritardata per il tempo necessario ad estrarre lo sperma del marito, che è stato congelato.
La signora Dhanoolal cercherà – pare con poche speranze: lo sperma resta vitale per circa tre ore dopo la morte e l’estrazione è avvenuta dopo circa un giorno – di concepire il figlio prima possibile e comunque entro l’estate.
E’ una storia comunque triste.
E’ triste un bambino che nasce da un padre morto.
Triste, ma – in fondo – non più triste di quanto non sarebbe se il padre fosse morto dopo il suo concepimento o se fosse scappato di casa.
E’ triste una donna che inganna la morte del marito cercando il figlio che non ha avuto quando stavano insieme.
Triste, ma – in fondo – non più triste di una madre che resta sola con i figli da crescere.
L’unica cosa irrimediabilmente triste riguarda le volontà del sergente Dhanoolal.
Nessuno sa – nessuno può sapere – se davvero il sergente voleva un figlio dopo la sua morte.
E, forse, non è davvero corretto imporre un figlio ad un padre senza essere assolutamente certi della sua estrema volontà di non esserci, ad esempio, il giorno in cui si sceglie il primo diario scolastico.

Pensieri politicamente scorretti di una bimba impertinente

2 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
07/04/2008
E’ così brutta che sono scappati anche i capelli
(A proposito di una tizia quasi completamente calva senza essere un personaggio di Ionesco)

BimbaImpertinente

L’art. 28 del generale Del Vecchio (Osservazioni politicamente scorrette ed omofobiche)

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
03/04/2008

DelVecchioIl generale Del Vecchio, candidato del Partito democratico, ha dichiarato che gli omosessuali non sono adatti ad entrare nell’esercito.
Niente di nuovo.
Quando la leva era obbligatoria, esisteva un art. 28 che veniva utilizzato per riformare gli omosessuali.
Nessuno si lamentava.
Ci si lamenta adesso che fare il soldato è diventata una professione e non l’esercizio del dovere di difendere la patria di cui all’art. 52, Cost.
Francamente trovo più grave l’esonero degli omosessuali da un dovere che grava su tutti i cittadini che da una professione volontaria.
Molto più grave.
In ogni caso, se i diversamente orientati vogliono fare i soldati, che lo facciano.
Magari in reggimenti composti unicamente da loro e modellati sulle falangi spartane.
L’idea di essere catturato da un gruppo di checche isteriche sono certo che spaventerebbe anche un agente del Mossad.

Guccini: grottesche stanze quotidiane

10 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
01/04/2008

Guccini assomiglia ad una cucina in formica che e’ stata piastrellata Casabella negli anni ottanta e ristrutturata minimal nel duemilaotto.


Senza toccare le finestre, che danno quella luce tenera e sconcia, o la porta che e’ rimasta difettosa, come sempre.


Guccini e’ un concerto di tanti anni fa: tre idioti ed una ragazza che pensano di diventare adulti con una notte a Pisa. Lo stesso tono grottesco e greve, invecchiato senza accorgersene al motto del Io ce la faccio ancora: a bere il vino a boccia, a tirar mattino, a sparar cazzate, a stonare canzoni e intonare poesie.


Ha una vitalita’ selvaggia. Triste. Incoativa.


No. Non ce la faccio piu’ a preoccupparmi di sogni matti o di avventure folli. Non bevo il vino a boccia. Non tiro il mattino. Non sparo cazzate, ma solo calci nel sedere.


Eppure provo una struggente nostalgia per quando quelle canzoni mi aprivano il cuore e mi sembravano dilatare lo spazio verso una comprensione nuova. Quando la fine di un amore era una eternita’ che si perdeva per sempre, dopo un numero esatto di giorni: 5 mesi e 25.


E lo incollo nei 160 giga del mio ipod.


Solo per ritrovare il sapore metallico del primo vino, che forse mi manca molto piu’ dei primi – ed assurdamente, perigliosamente, inutilmente eterni – baci.

Uncinando Mosley: un complotto o un imbecille?

12 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
31/03/2008

IlsaMax Mosley è apparso su News Of The World, che non è esattamente il Times, nudo, unito selvaggiamente a cinque signorine di facili costumi, in un’orgia sadomaso con ambientazione nazista.
Pare che il suo divertimento sia frustare a sangue ed essere frustato, sempre a sangue.
I quotidiani inglesi pullulano di spiegazioni e grondano stupore.
Lo stupore è quello classico del popolo verso le perversioni dell’upper class: pòle un oxonianense, barrister presso la House of Lords, Lord a sua volta (di Staffordshire, sic), divertirsi a prendere delle disgraziate a cinghiate?
Evidentemente si, peraltro non pare una novità rispetto alla professione dei suoi antenati.
Le spiegazioni possono essere più interessanti.
Alcune sono paternali e rammentano la storia familiare di Max Mosley che è il figlio del fondatore del partito fascista britannico, Oswald Mosley, figura ambiguamente interessante al centro di una parabola politica che è andata dal fabianesimo all’antisemitismo.
Altre sono improntate alla teoria del complotto: Mosley sta propugnando un tetto per i budget a disposizione dei team in formula 1 ed è molto favorevole alla introduzione di congegni elettronici eguali su tutte le macchine e per tutti i team. Queste novità danneggerebbero i team più ricchi e aggressivi sul piano tecnologico che potrebbero avere orchestrato un attacco nei confronti dell’immagine pubblica di Lord Mosley.
E così via.
Forse è più probabile un rigurgito senile del povero Max, che, alle prese con problemi di sollevamento per nulla banali, si è visto costretto a passare alle staffilate.
Il costume da nazista non pare così rilevante: pare che la sua agenda prevedesse Cappuccetto Rosso per sabato prossimo ed il gioco del clistere travestito da infermiere per quello dopo ancora…

Calafuria eterea

9 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
27/03/2008

CalafuriaNon ha mai capito nulla.
Nella maniera più assoluta.
In giovane età, malgrado le robuste iniezioni di latino e greco somministrate dai padri scolopi, non è mai riuscito a distinguere un ariosto da un perfetto.
Anche il suo aspetto è lombrosianamente consapevole dei limiti che lo caratterizzano.
Ha sempre avuto uscite improbabili.
Alla maturità, dopo un esame nel quale aveva dato prova della sua preparazione inserendo Robespierre fra i sanculotti e Rommel nel settimo cavalleggeri, uscì pronunciando una frase importante: Mi sento etereo, piscerei dalla finestra.
E tanto fece.
Sotto lo sguardo sbigottito dei padri che amorevolmente avevano curato la sua formazione.
Aveva una fidanzatina.
Le era molto affezionato.
Ne parlava come di una cosa bella, fragile, commovente.
Con lei, non pareva nemmeno la bestia inconsapevole che indubbiamente era.
Oggi, l’ho incontrato.
Dopo vent’anni.
Più o meno.
Le solite parole imbarazzate.
Come stai? Cosa fai? Di chi hai notizie?
Mi è venuto da chiedergli della sua antica fidanzata.
Mi ha risposto: Chi, Calafuria?
Calafuria?
Si, Calafuria: io non lo sapevo – mi dice – ma quella maiala, mentre stava con me, prendeva più schizzi di uno scoglio a Calafuria.
Non è cambiato.
Decisamente.
Non sono riusciti a cambiarlo e forse non è stata esattamente una fortuna.

Chi li ha sciolti? (Memento audere semper)

13 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
25/03/2008

Lassie
My smile is not like Tom Cruise and my phisique is not like Brad Pitt, but I lick better than Lassie.
E’ una frase autentica.
L’ambiente un pub del centro di Firenze.
Lui, un ragazzotto normale, vestito normale, una birra normale in mano, etc.
Lei, una tipa normale, australiana dirresti dal modo di vestire: un informale di popeline che in Italia non si userebbe nemmeno per andare in bagno.
Lui si avvicina per attaccare discorso.
Lei ha già chiaramente bevuto al di sopra delle sue possibilità, che non sono scarse.
Lui parla un inglese molto scolastico:
Hi, what is your name? Do you like Florence? Etc.
Poi cita Lassie.
Incredibile.
Non sono come Tom Cruise o Brad Pitt ma la mia lingua è meglio di Lassie.
Non riesco a non ascoltare.
E a non scoppiare a ridere.
Lei, no.
E’ priva di senso dell’umorismo.
Risponde con un I like to ride the cock.
Ed escono insieme.
Memento audere semper, mi viene da pensare.

Fedifragando

19 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
21/03/2008

KramerVsKramerE’ semplicemente il nome di due parti su un fascicolo: tizio contro tizia, Kramer Vs Kramer.
Ma non è così.
I fascicoli sono persone.
Persone che sono diventate atti.
Che, di solito, non avrebbero voluto diventarlo.
Ma succede e di solito l’unica cosa è cercare di mantenere un po’ di dignità.
Anche se uno ha due figli, uno appena nato, e sta lasciando la moglie.
Racconta di avere un’altra donna.
Di avercela da tempo.
Lo ascolti.
Con cortese compassione.
Ti guarda, stupito, e dice: Grazie, è la prima volta che lo racconto e non mi sento giudicato.
Non sono io che ti devo giudicare.
Ti basta sentirti come ti senti.
Come ci si sente ad abbracciare un’altra donna mentre il proprio figlio piange a casa.
Io non ti devo dire proprio nulla.
Nulla che non  ti puoi dire da solo.
Naturalmente, non dici nulla di tutto questo.
Sorridi.
Con_compassata_cortesia.

Ti disturbo?

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
20/03/2008

IIPhone
I telefoni portatili sono delle maledizioni.
Possono squillare in qualsiasi momento.
Ricordano Verdone in Viaggi di nozze: Disturbo? No, non disturba affatto…
I più delicati si fanno precedere da sms: Ti posso chiamare?
E’ una formula molto carina.
Molto gentile.
Sensibile.
Poi ci sono quelli che ritengono che si debba rispondere per forza.
Quelli che lasciano squillare il telefono fino all’esaurimento della batteria, come se stessero chiamando un sordo o un demente o una persona che se solo sapesse che la stanno chiamando risponderebbe subito.
Spesso non è così.
Magari semplicemente non si vuole o non si può rispondere.
Così può succedere che all’ottava vibrazione della tasca, le gambe ridotte ad un palletico che rammenta il delirium tremens di un libro di Dickens, uno risponda:
Pronto [detto con bocca palesemente piena]
Disturbo?
Sto mangiando un panino…
Ah, allora, ti volevo dire…
Ma_cche_ccazzo!

I cazzi del governatore: mr. Paterson

8 Comments/ in Senza categoria / by Gian Luca Conti
18/03/2008

paterson_385x185_305119aMr. Paterson è il nuovo governatore di NY.
Ha presto il posto del "puttaniere" Spitzer.
Prudentemente ha subito ammesso di avere avuto un certo numero di relazioni extraconiugali.
Il nostro matrimonio stava andando a rotoli e mia moglie ed io abbiamo avuto entrambi degli amanti.
Ha anche ammesso di usare un albergo a poche fermate di metro da casa sua per gli incontri con l’amante.
Fin qui, nulla di strano.
La cosa buffa è la domanda di un giornalista: Quando ha smesso di frequentare quell’albergo?
Ci sono stato varie volte fino al 2001 – avrebbe risposto – insieme a mia moglie: un consulente matrimoniale ci ha consigliato di mettere pepe nel nostro rapporto e quell’albergo mi è parso perfetto.
Capperi.
Condividere il letto di casa con l’amante è davvero di cattivo gusto.
Ma anche condividere il letto dell’amante con la moglie non scherza.

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